Grafica e comunicazione sono strettamente connesse e si avvalgono di prodotti che impiegano vettori estremamente differenti fra di loro, che vanno dalle più sem- plici pagine stampate fino ai più recenti media capaci di sfruttare le potenzialità del web introducendo la variante temporale e, conseguentemente, il movimento. La storia della grafica sembra muovere i primi passi proprio delle affiches che, alla metà del XIX secolo si imposero come il principale veicolo per la comunicazione pubblicitaria e la diffusione delle idee.
Non era più soltanto la parola l’elemento fondamentale della comunicazione scritta; ad essa si affiancava il disegno (le immagini in senso più generale) attraver- so una composizione visiva che dava forma a principii proporzionali che avevano da sempre caratterizzato la pittura. Non è un caso che i primi grandi maestri dell’af-
fiche fossero nati come pittori: Loutrec, Cheret, Mucha, trasposero i loro principii
pittorici nella realizzazione dei primi manifesti pubblicitari componendoli con parti testuali ed elementi grafici non necessariamente figurativi.
Nel giro di pochi anni i muri delle grandi città si saturarono di manifesti colorati che volevano primeggiare sugli altri nella speranza di imporre con efficacia il rela- tivo messaggio pubblicitario.
Per decenni i manifesti hanno rappresentato il più potente dei mezzi per la co- municazione, unitamente alle pagine pubblicitarie allegate ad altri prodotti edito- riali. Si trattava sempre, però, di una comunicazione statica, riproducibile per un indefinito numero di volte grazie alle tecniche tipografiche, ma pur sempre statica, priva, cioè, di quella componente dinamica che è comparsa soltanto con l’introdu- zione del cinema e, più nello specifico, della televisione.
Ancora oggi, nell’era dei new media, quando i canali per la comunicazione si sono moltiplicati e soprattutto hanno ampliato le loro potenzialità, la comunicazione statica resta ancora quella più diffusa: grandi affissioni 3x6 nelle strade cittadine, manifesti pubblicitari 100x140, stendardi, striscioni, banner e pagine pubblicitarie, locandine, insegne e infiniti altri elementi visivi stampati o comunque non animati, condizionano il nostro modo di vivere, le nostre scelte e, soprattutto, la nostra per- cezione della città e dell’ambiente. In un contesto ancora congestionato dalle infor- mazioni, la comunicazione statica svolge dunque un ruolo ancora di primaria impor- tanza e rappresenta il primo e più elementare step nel panorama dell’informazione. Proprio per questo anche le attività svolte in ambito accademico – tanto a livello didattico, quanto a scopo scientifico – analizzano, in prima battuta, la comunicazio- ne statica attraverso l’indagine e la progettazione di prodotti editoriali tradizionali.
In questo senso, il tema della sostenibilità in ambito universitario deve essere vei- colato a cominciare da una campagna di comunicazione di tipo tradizionale fondata sullo studio dell’immagine che si intende divulgare attraverso i più elementari canali della comunicazione: l’elaborazione di una locandina, di un manifesto o comunque di un prodotto visivo da riprodurre a stampa diventa, allora, imprescindibile per lo sviluppo successivo di una campagna di comunicazione globale che investa ogni tipo di mezzo di comunicazione.
Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del ‘900 le città si riempirono di affissioni e insegne pubblicitarie; così appariva il Naviglio milanese in via de Amicis nei primi anni del ‘900. In evidenza le insegne e i cartelloni pubblicitari
In generale, appartiene a questo tipo di comunicazione anche il sistema per la segnaletica, il più delle volte basato su pannelli informativi generali e su una successione di cartelli di direzione e di localizzazione. In essi il contenuto delle in- formazioni è proporzionale al presunto livello di attenzione dell’utente che sarà sempre più elevato a mano a mano che si avvicina al punto di interesse. General- mente, infatti, i pannelli direzionali utilizzano un linguaggio molto più immediato e sintetico – che richiede tempi di lettura brevi, talvolta quando l’utente è in movi- mento – mentre i pannelli di localizzazione, quelli cioè che “individuano” l’oggetto stesso e lo descrivono potranno avvalersi di parti testuali più ampie, la cui lettura potrà richiedere anche tempi maggiori. Naturalmente anche in questa tipologia di pannelli occorre sempre predisporre differenti livelli di lettura – in virtù dei diversi livelli di interesse dell’utente – mediante l’impiego di titoli, sottotitoli e abstract – vere e proprie sinossi del contenuto – e parte testuale completa.
Nel caso della ricerca in oggetto si sta mettendo a punto un sistema di segna- letica che sia capace di localizzare rapidamente le aree adibite alla raccolta diffe- renziata dei rifiuti all’interno delle strutture dipartimentali, nonché la facile indi- viduazione delle aree stesse attraverso un sistema visivo fortemente connotato e riconoscibile. Ogni prodotto per la comunicazione impiegato in ambito diparti- mentale in riferimento al tema sulla sostenibilità, dovrebbe visualizzare chiaramen- te – in termini grafici – anche l’appartenenza e l’adesione ad ogni altra iniziativa di livello superiore, quali, per esempio, le iniziative promosse dall’Ateneo o dalla città stessa. In questo modo, garantendo cioè la completa coordinazione fra tutte le iniziative condotte nello specifico da gruppi diversi, la semplice comunicazione
Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del ‘900 le città si riempie. Oggi la comunicazione visiva lungo le strade urbane ha raggiunto un livello tale per cui si parla di vero e proprio inquinamento visivo
statica moltiplica le sue potenzialità e diventa a tutti gli effetti il primo tassello su cui concepire una più complessa campagna di comunicazione sviluppata su ogni altro mezzo di comunicazione.
L’immagine che si intende promuove di un’iniziativa come questa legata a “Uni- ge Sostenibile”, deve essere fortemente riconoscibile e identitaria, esattamente come accade per l’immagine che si associa ad ogni prodotto in occasione di una campagna di comunicazione. Brand, corporate identity, merchandising; sono termi- ni che, pur concepiti originariamente per la realtà commerciale, non devono essere neppure tralasciati nello sviluppo e nella divulgazione di messaggi inerenti temi più ampi e sociali, quali la sostenibilità.