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2. Politiche sociali e servizi con la persona

3.5 Funzionamento dei servizi di contrasto alla prostituzione schiavizzata nella

3.5.3 Comunità “Associazione Papa Giovanni XXIII”

La Comunità si presta ad assistere una tipologia di persone molto variegata, non limitandosi ad offrire sostegno alle persone vittime di tratta. Infatti, il suo ambito di intervento si dispiega dai minori agli adulti, estendendosi a un ampio spettro di problematiche. La dimensione in cui il servizio opera è internazionale. In Italia è diffusa in quindici regioni e conta di duecentocinquanta diverse strutture di accoglienza432.

Il servizio offerto si ritiene sia il più ampio attualmente esistente in ambito nazionale ed anche quello che si avvale del maggior numero di volontari. L‟Associazione si occupa di aiutare le persone vittime del racket della prostituzione attraverso il supporto fornito dalle Unità di Strada e attraverso l‟accoglienza in diverse tipologie di strutture, tra le quali si annoverano: case-famiglia multiutenza, case- famiglia, “famiglie aperte” e strutture di pronta accoglienza. comunità di accoglienza. Inoltre prevede incontri pubblici per informare i cittadini rispetto al fenomeno della tratta.

4. Politiche sociali e interventi per la prostituzione

schiavizzata a Valencia

4.1 Trabajadora sexual e vittima di tratta nel dibattito politico

spagnolo

Il fenomeno della tratta coinvolge ogni anno nel mondo 2.500.000 persone, in particolare donne e bambine433. Non è possibile avere dei dati certi poiché la condizione stessa di clandestinità in cui le persone migranti vivono impedisce di stabilire la reale dimensione del fenomeno434. La Spagna, come emerge da studio delle Nazioni Unite, è uno dei principali paesi di destino della tratta di esseri umani. Nel Codice penale spagnolo lo sfruttamento e la tratta costituiscono reato435 mentre non lo è l‟attività prostituiva436. Quest‟ultima, pur non venendo riconosciuta come un‟attività lavorativa è comunque permessa all‟interno dei locali pubblici437. Ogni Comunità Autonoma

433

Red Española Contra la Trata de Personas, Guía basica para la identificación, Derivación y protección de las personas víctimas de trata con fines de explotación, Edita APRAMP (Asociación para

la Prevención, Reinserción y Atención de la Mujer Prostituida), Madrid, 2008, pp. 17 e 25.

434 “La situación de la prostitución en España se caracteriza por su invisibilidad debido a la

clandestinidad en la que se desarolla y que es la causa principal de su desconocimiento”. Cortes

Generales-Comisión Mixta de los Derechos de la Mujer, Informe de la Ponencia sobre la prostitución en

nuestro pais (154/9), aprobada en sesión de la ponencia de 13 Marzo de 2007, p. 41.

435 La normativa di riferimento in materia di prostituzione è la seguente: L.O. 10/95 Titulo VIII, sobre los

delitos contra la libertad sexual, Còdigo Penal, Capitulo V: artt. 187, 188, 189, 190; L.O. 11/2003, artt.

318, 318 bis 2. Cfr. I. Serra Cristóbal, Prostitución y Trata. Marco juridico y regime de derechos, Tirant lo Blanch, Valencia, 2007.

436 “La prostitución en España es una actividad alegal, pues no está regulada desde el punto de vista civil

ni laboral, ni está criminalizada”. F. Rey Martínez, R. Mata Martín y N. Serrano Argüello, Prostitución y derechos, Editorial Aranzadi, Navarra, 2004, p. 52.

437 “Sentencia num. 805/2003 del juzgado de lo Social núm. 4. señala que en la relación laboral entre

chicas de alterne y empresarios no puede entenderse que incluya la prestación sexuales a clientes puesto que […] por contraria a la Ley , de la actividad empresarial que facilita en ejercicio de la prostitución con evidente peligro que está forzada y no libre”. Perciò, si ammette che due adulti consenzienti possano

consumare un servizio sessuale all‟interno dei clubs de alterne ma è assolutamente vietato che a disporre di questa compravendita sia il gestore del locale. Qualora ciò dovesse avvenire è lecito pensare che la persona, non potendo disporre liberamente del proprio corpo, sia sfruttata. Di conseguenza le donne possono essere stipendiate dal proprietario del bar come loro dipendenti (per esempio come cameriere) ma se contrattano un servizio sessuale con i clienti del locale lo fanno autonomamente e liberamente. Da questo momento in poi sono libere professioniste. M. López Precioso y R. Mestre i Mestre,

Intervenciones en torno al trabajo sexual, in “Revista de Servicios Sociales y Política Social”, n. 70,

dispone di una regolamentazione interna e, a questo proposito, il Comune di Valencia con la Ordenanza sobre actuaciones en Lugares Públicos, de 1 de enero 2006 proibisce la prostituzione all‟aperto, qualora questa rechi danno alla cittadinanza, mentre è ammessa all‟interno di locali chiamati clubs de alterne438. La proposta di riconoscere la prostituzione come un lavoro è un argomento molto dibattuto non solo dalle persone che direttamente o indirettamente sono coinvolte nella tematica, come ad esempio l‟Associazione Hetaria, che opera in difesa dei diritti delle prostitute, o l‟Associazione Anela, degli impresari dei clubs de alterne, ma il riconoscimento dei diritti delle prostitute è ormai diventato un argomento che chiama in causa studiosi e decisori pubblici. Un esempio della dimensione che sta assumendo questo fenomeno è rappresentato dalla giornata di studio organizzata a Madrid nel 2005 per discutere sui diritti di cittadinanza delle lavoratrici del sesso a cui hanno preso parte i rappresentanti del Governo, le associazioni, i sindacalisti439. L‟obiettivo di questa giornata era soprattutto quello di distinguere tra la persona intesa come vittima quindi la prostituita, e la persona intesa come agente, la prostituta440. Per capire in che modo lo Stato spagnolo si pone nei confronti della prostituzione si farà riferimento a tre modelli legislativi che durante il corso della storia hanno regolato l‟esercizio della prostituzione:

“il proibizionismo, che sulla base del giudizio di immoralità della prostituzione sanzionava sia la parte venditrice che la parte acquirente; il regolamentarismo, […] che lo considerava piuttosto un male necessario da limitare e gestire controllando le prostitute per impedire loro di lavorare se trovate affette da malattie veneree; l‟abolizionismo, che si è battuto per l‟abolizione dei regolamenti vessatori nei confronti delle prostitute considerandoli una manifestazione dell‟oppressione maschile nei confronti delle donne, e ha liberalizzato l‟atto prostituivo in sé

438

El art. 4 de la ordenanza establece un elenco de conduta prohibidas en el espacio público: promoción de servicios de naturaleza sexual retribuidos; favorecimiento de servicios de naturalezza sexual retribuidos; prestación de servicios de naturaleza sexual retribuidos […] siempre y cuando altere la tranquilidad y/o seguridad de los ciudadanos ya sea por la perturbación que imposibilite o dificulte el tránsito de peatones y/o vehículos o por la producción de molestias incompatibles con el descanso de los

ciudadano”. M.J. Ortí Porcar, A. Garrigues Giménez, F. de Vicente Pachés, S. García Campá y M.

Beltrán Lorenz, Entre la abolición y la reglamentación: un debate polarizado, in I. Serra (a cura di), La

prostitución femenine en la Comunidad Valenciana, Generalitat Valenciana Conselleria de Benestar

Social, Valencia, 2008, op. cit., p. 227.

439 La Secretaría Confederal de la Mujer ha organizzato una Jornada de Derechos de Ciudadanía para

trabajadoras y trabajadores del sexo il 26 maggio del 2005.

440 Cfr. M. López Precioso y R. Mestre i Mestre, Derechos de ciudadanía para trabajadoras y

volendo perseguire invece lo sfruttamento della prostituzione, il traffico di donne, l‟organizzazione della prostituzione al chiuso e il favoreggiamento”441.

Il governo spagnolo, in materia di prostituzione, ha una posizione ufficialmente abolizionista ma, secondo Mestre, si tratta di orientamenti idealtipici che nella realtà è difficile trovare nella “interezza”. Secondo la studiosa, il modello abolizionista ha subito nel tempo le influenze del sistema regolamentarista. Mestre afferma che: “en el Estato español tenemos un abolicionismo mezclado con reglamentarismo decimonónico, que empieza también a tener visos de reglamentarismo actual”442; quest‟ultimo in particolare “cree que es conveniente eliminar la prostitución, pero mientras se consigue, por una parte, hay que proteger a las prostitutas, y por otra (posiblemente de una manera encubierta o inconsciente), controlarlas”443.

Se ufficialmente lo Stato adotta una posizione abolizionista, e quindi si oppone a qualsiasi forma di regolarizzazione della prostituzione – in quanto riconoscere i diritti della trabajadora sexual significherebbe reificare la donna e così legittimare il dominio maschile su quello femminile444 – vige contemporaneamente anche un sistema regolamentarista liberale che distingue la prostituzione forzata da quella esercitata liberamente: se la prima è un‟attività da perseguire, la seconda è invece un lavoro che si vorrebbe riconoscere ufficialmente, anche se “con frecuencia se confunde reconocer derechos a las trabajadoras del sexo con regolamentar la prostitución”445. In pratica, il regolamentarismo liberista, pur riconoscendo il lavoro sessuale, lo confina nell‟ambito privato e non pubblico e quindi, in un certo qual modo, lo nasconde nei locali, escludendo così il controllo da parte dello Stato. In questo modo però non vengono riconosciuti i diritti delle lavoratrici del sesso, mentre si continua a delegittimare la posizione della donna. Gli unici a trarre vantaggio da questa posizione sono i proprietari

441 D. Danna, Cattivi costumi. Le politiche sociali sulla prostituzione nell‟Unione Europea negli anni

novanta, in “Quaderni di Sociologia e Ricerca Sociale”, Università degli Studi di Trento, n. 25, 2001, p.

23.

442 “Nello Stato Spagnolo abbiamo un abolizionismo frammisto al regolamentarismo ottocentesco, il

quale inizia ad avere l‟aspetto del regolamentarsimo attuale” (nostra traduzione). M. López Precioso y R. Mestre i Mestre, op. cit., p. 169.

443 “Crede che sia conveniente eliminare la prostituzione, però mentre lo fa, da una parte protegge le

prostitute, e dall‟altra (possibilmente di nascosto) le controlla” (nostra traduzione). Id., Trabajo sexual.

Reconocer derechos, Edizione La Burbuja, Valencia, 2006, p. 67.

444 Id., Intervenciones…, cit., p. 72.

445 “Frequentemente si confonde il riconoscimento dei diritti alle lavoratrici del sesso con la

dei clubs de alterne. In questo caso Danna parla di “depenalizzazione de facto del Codice Penale spagnolo, dal momento che [vi è] una chiara e diffusa tolleranza nei confronti della prostituzione al chiuso”446. Queste posizioni, seppur contrastanti, convivono all‟interno del medesimo Stato. Di fatto, perseguendo il traffico e la tratta, non si riconosce la prostituzione come un lavoro, ma è possibile praticare l‟esercizio al chiuso. Mestre e Lopez, ritengono che ci si trovi davanti ad un abolizionismo malcelato da posizioni regolametariste che emergono palesemente con le proprie lacune447. Lo Stato non riconosce i diritti delle lavoratrici del sesso ma le controlla e agendo così non fa che perpetuare una visione patriarcale in cui si distinguono “algunas mujeres buenas sobre todas las demás mujeres”448. Mestre, a questo proposito, dichiara che esistono due approcci concreti: il primo è l‟abolizionismo e il secondo è la posizione a favore dei diritti (pro derechos) delle lavoratrici del sesso. Tutte le altre posizioni tenderebbero a rendere il discorso più complesso senza alcun determinante contributo da un punto di vista analitico o interpretativo:

“ambos enfoques son feministas porqué tratan de alterar las relaciones de poder

entre hombre y mujeres, en concreto, en relación con el trabajo sexual. Pero abren dos estrategias diferentes y dos construcciones respecto a las mujeres, su

sexualidad y su posición en la sociedad, desde la igualidad y la libertad”449.

Mentre la visone femminista di stampo abolizionista condanna il fatto che la donna diventi un oggetto nelle mani dell‟uomo, la posizione femminista “pro derechos” vorrebbe che invece la prostituzione venisse riconosciuta come un lavoro al pari degli altri, non parlando più di prostituta né di prostituita ma di lavoratrice del sesso:

“hablar del mercado del sexo permite […] justificar, mas allá de los moralismos,

el reconocimiento de este ejercicio como un trabajo que debe ir acompañado de los derechos inherentes como trabajadoras y es el razonamiento que nos permite

446 D. Danna, Cattivi costumi…, cit., p. 55.

447 M. López Precioso y R. Mestre y Mestre, Trabajo sexual…, cit., p. 82.

448 “Alcune donne buone su tutte le restanti altre donne” (nostra traduzione). Id. Derechos de…, op. cit. p.

36.

449 “Entrambi gli approcci sono femministi perché cercano di alterare le relazioni di potere fra uomo e

donna, rispetto alla relazione con il lavoro sessuale. Però aprono due strategie e costruzioni differenti riguardo alla percezione della donna, alla sua sessualità e alla posizione che questa ricopre nella società, sia da un punto di vista di pari diritti che di libertà” (nostra traduzione). Id., La subversión pasa por exigir

que la ley reconozca la prostitución como un trabajo, in “Revista Teína”, n. 18, junio 2008. Revista electrónica de sociedad y cultura, consultabile all‟indirizzo: www.revistateina.org

hablar, no ya de mujeres que ejercen la prostitución, muchos menos de prostitutas,

sino de trabajadoras del sexo”450.

La professione della sex worker, secondo López e Mestre, rompe gli schemi perché richiama a quell‟immagine di indipendenza femminile che rimette in discussione gli equilibri fra uomo e donna. Infatti, il riconoscere la prostituzione come un lavoro significa negare all‟uomo il controllo che esercita nei confronti della donna. È questo uno dei motivi principali, proseguono le studiose, per cui in uno Stato patriarcale non si vuole riconoscere il lavoro prostituivo come tale, ma si stigmatizza, invece, chi lo esercita. La relazione fra uomo e donna diventa in questo modo asimmetrica e di conseguenza anche la distribuzione di mezzi, intesi come possibilità di ascesa economica, e del potere sono guidati da un sistema di distribuzione imparziale che non riconosce la donna in quanto trabajadora sexual451. La condizione femminile sembrerebbe subordinata e controllata da una visione patriarcale della società nel senso che:

“ninguna se libra de ser clasificada potencialmente como tal [come prostituta]

porqué es un mecanismo de control sobre todas las mujeres, que nos obliga a conducirnos de una determinada manera para evitar ser nombradas putas: la construcción de genero femenino, en concreto de nuestra sexualidad se realiza

sobre la amenaza de ser considerada puta”452.

La trabajadora sexual, secondo Mestre, subisce la visione patriarcale dello Stato che si rifiuta di riconoscere la prostituzione come un lavoro ma contemporaneamente ammette che vi siano dei luoghi in cui questa possa essere praticata e, di conseguenza, tacitamente controllata, e ciò produce gravi limitazioni nell‟accesso ai sistemi di protezione sociale453. Juliano ritiene che il controllo della sessualità femminile

450 “Parlare di mercato del sesso permette, secondo noi, di giustificare al di là dei moralismi, il

riconoscimento di questo esercizio come un lavoro che deve essere sostenuto dai diritti riconosciuti alle lavoratrici. Questo è il ragionamento che ci permette di parlare, non più di donne che esercitano la prostituzione, neanche di prostituite, bensì di lavoratrici del sesso” (nostra traduzione). Id., Trabajo

sexual…, cit., p. 19.

451 Id., Intervenciones …, cit. p. 75.

452 “Nessuna sfugge dall‟essere classificata potenzialmente come tale [prostituta] perché è un meccanismo

di controllo su tutte le donne, che ci obbliga a comportarci in una certa maniera per evitare di essere etichettate come puttane: la costruzione del genere femminile, in concreto della nostra sessualità, si realizza attraverso la minaccia [di cadere vittime degli stereotipi] di essere definite puttane” (nostra traduzione). Ivi, p. 63.

all‟interno della società dipenda dalla costruzione dei ruoli di genere, i quali perpetuano e canalizzano la stigmatizzazione della prostituta che così viene rifiutata dalla società454.

L‟opinione pubblica sembrerebbe essere particolarmente sensibile al tema della mancanza di uguaglianza fra uomo e donna. Ecco perché, quando si parla di prostituzione forzata, non si può non riportare il punto di vista di chi ritiene che la legalizzazione sarebbe un deterrente per i trafficanti. La vittima di tratta, a differenza della prostituta, soffre condizioni di vulnerabilità peggiori. Inoltre, l‟assenza di documenti aumenta la sua condizione di invisibilità rispetto allo Stato. Il motivo principale per cui le donne migranti arrivano al mondo prostituivo è legato principalmente alla sfera del bisogno economico. Si potrebbe perciò affermare che la prostituzione, anche là dove diventa una scelta voluta, non è mai tale in quanto mancano gli strumenti per poter decidere autonomamente della propria vita. I limiti risiedono in alcune determinanti condizioni di vita, quali per esempio: il livello di istruzione scolastica, la conoscenza della lingua, la capacità di muoversi nella società, l‟assenza di legami amicali e parentali etc. La prostituzione, in questo senso, non si configura come una condizione scelta liberamente e/o consapevolmente che conduce ad un progetto di vita autonomo e soddisfacente. Questa è, attualmente, la visione dello Stato Spagnolo e della maggior parte degli operatori coinvolti nei servizi di contrasto alla prostituzione schiavizzata.

4.2 Politiche di inclusione sociale a Valencia: Plan Integral de

Lucha contra la Trata de Seres Humanos con Fines de

Explotación Sexual

Il crescente dibattito fra la posizione pro derechos e quella abolizionista coinvolge anche gli operatori dei servizi intervistati455. Infatti, seppur non dichiarandosi apertamente abolizionisti, la maggior parte sono contrari alla legalizzazione della prostituzione. L‟unico operatore che invece ha sostenuto una posizione favorevole alla

454 D. Juliano, Prostitución: el modelo de control sexual femenino a parite de sus límites, in “Sociología

de la Sexualidad”, n. 195, 2003, pp. 179 e 181.

455 Nell‟affrontare l‟analisi delle interviste si è stabilito di sostituire i nomi delle Associazioni con un

codice, così da garantire l‟anonimato. Le interviste effettuate a Valencia avranno il codice VLC e un numero progressivo per differenziarle. Quelle effettuate a Sassari avranno il codice SS e saranno distinte anche loro con un numero progressivo.

legalizzazione è stato quello di [VLC1]. Egli ammette di essere favorevole al riconoscimento della prostituzione come un lavoro poiché in questo modo verrebbero tutelati i diritti di chi esercita liberamente la professione:

“yo no soy contra de legalizarla, para que cotizaran para haber el mismo derecho

de nosotros. Y cuando te jubila tenga derechos a tu pensión […]. Todo eso

ayudaría. Pero que no que sea obligado!” 456. [VLC1]

Invece, [VLC3] ritiene che l‟esercizio della prostituzione sia una violenza di genere perché discrimina le donne, oltre a cronicizzare e peggiorare il problema della tratta. La stessa organizzazione definisce la visione regolamentarista un vero e proprio attentato alla posizione della donne nella società. La possibilità legalizzare la prostituzione non sembra apportare dei vantaggi anzi, tale permissività rischia di confondere le vittime con le prostitute. Della stessa opinione è l‟operatore di [VLC2] quando dichiara :

“yo pienso que una solución es dificil […] Yo creo que es algo que la sociedad

tiene que ir asumiendo […] educación y respecto en ese momento esto no existe porlomeno en este pais. Entonces yo no creo que la solución pasa por ahí […] Pero que tu diga prohibido tirar esgombro eso no te garantiza como minimo que […] no lo tiren. Que puede pasar que tu les multes, bien pagarán las multas ya está, y si no le pillen continuarán a tirarlo. Quiero decir, esto no pasa por ahí, es

mucho mas profundo, son personas!” 457. [VLC2]

Secondo l‟opinione dell‟intervistato la legalizzazione o le multe non risolverebbero il problema della tratta. Parlare di prostituzione oggi significa a volte eludere dal discorso di fondo che riguarda la vita di tante donne che non avrebbero voluto varcare la frontiera come schiave. L‟operatore quindi sottolinea la situazione di vulnerabilità di queste persone. Prima di qualsiasi azione sociale, riparativa o preventiva, è necessario ri-conoscere il soggetto del bisogno, in quanto si sta decidendo

456 “Io non sono contro la legalizzazione, perché possano versare i contributi per avere gli stessi diritti

nostri. E quando sarai pensionato avrai diritto alla tua pensione […]. Tutto questo aiuterebbe, basta non essere obbligati… [a prostituirsi]” [VLC1] (nostra traduzione).

457 “Io non credo che la soluzione passi per lì [per la legalizzazione] dopo se qualcuno vuole proseguire su

questa strada dovrà lavorarci […] un altro tipo di pensiero, un altro tipo di argomentazione. Però dire proibito buttare la spazzatura [in riferimento alla criminalizzazione della prostituzione] non garantisce come minimo che […] non la butteranno. Può succedere che tu li multi, bene pagheranno la multa e basta, e se non li prendi continueranno a buttarla. Voglio dire, non funziona in questo modo [depenalizzare o meno la prostituzione], è [un argomento] molto più profondo, sono persone!” [VLC2] (nostra traduzione).

della vita di persone, che come tali hanno dei diritti. Paradossalmente, “la richiesta di diritti finisce per trasformarsi in una domanda di maggiore controllo da parte dell‟autorità”458. Colozzi a questo proposito ritiene che il soggetto che detiene i diritti (per esempio l‟anziano, il bambino, l‟immigrato) per la sua stessa condizione di estrema vulnerabilità, non potrà rivendicarli se non attraverso un processo di “riparazione ad un danno subito in quanto la particolare condizione di asimmetria che lo caratterizza nelle relazioni con l‟altro non gli consente di agirarli preventivamente”459. Nella stessa condizione è la donna prostituita al quale lo Stato riconosce i propri diritti solo come riparazione di un torto subito (la tratta), sempre quando questo venga riconosciuto come