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I presupposti teorici del costrutto di Love Addiction sono ad oggi ancora incerti risultando ancora difficile un inquadramento nosografico, categorizzazione e inclusione in specifiche aree psicopatologiche. Gli studi di neurobiologia in effetti farebbero pensare all’amore patologico come sotteso da medesimi meccanismi disfunzionali osservati nelle dipendenze da sostanze e comportamentali quali disfunzione dell’attività dell’area tegmentale ventrale, nucleo accumbens e il nucleo caudato con principale alterazione nell’attività della dopamina (Degrado et al., 2000; Schultz, 2000; Elliott et all., 2003). Osservando il processo del pensiero e il comportamento di questi soggetti invece si evidenzia come la Love Addiction presenti caratteristiche dello spettro ossessivo- compulsivo.

La Barbera et al. (2006.) concettualizzano infatti il disturbo come appartenente al gruppo dei disturbi da dipendenza ma evidenziano come alcune caratteristiche siano molto simili all’ossessione amoroso o alla gelosia patologica. Infatti le manifestazioni che si osservano sono:

A) Persistente e ricorrente comportamento di dipendenza maladattivo che conduce a menomazione o disagio clinicamente significativi, come indicato da un totale di cinque (o più) dei seguenti criteri [con almeno due da (1), di cui uno è (c), due da (2) e uno da (3)] per un periodo di tempo non inferiore ai 12 mesi.

1) Ossessività

a) pensieri e immagini ricorsivi circa le esperienze di dipendenza o le ideazioni relative alla dipendenza (per es. è eccessivamente assorbito nel rivivere esperienze di dipendenza passate o nel fantasticare o programmare le esperienze di dipendenza future);

b) i pensieri e le immagini relativi al comportamento di dipendenza sono intrusivi e costituiscono tensione ed eccitazione inappropriate e causano ansia o disagio marcati;

c) in qualche momento del periodo di durata del disturbo la persona ha riconosciuto che i pensieri e le immagini sono prodotti della propria mente (e non suscitati dall'esterno).

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a) irrequietezza, ansia, irritabilità o agitazione quando non è possibile mettere in atto il comportamento di dipendenza;

b) ricorrente incapacità di resistere e di regolare i desideri di dipendenza inappropriati e gli impulsi a mettere in atto il comportamento di dipendenza.

3) Compulsività

a) comportamenti di dipendenza ripetitivi che la persona si sente obbligata a mettere in atto, anche contro la sua stessa volontà, nonostante le possibili conseguenze negative, come conseguenza delle fantasie di dipendenza ricorrenti e del deficit del controllo degli impulsi;

b) i comportamenti o le azioni di dipendenza coatti sono volti a evitare o prevenire stati di disagio o per alleviare un umore disforico (per es. sentimenti di impotenza, irritabilità, inadeguatezza). B) I pensieri e i comportamenti di dipendenza ricorrenti e compulsivi impegnano il soggetto per la maggior parte del tempo, o interferiscono significativamente con le sue normali abitudini, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attività o le relazioni sociali usuali.

C) I pensieri e i comportamenti di dipendenza ricorrenti e compulsivi non avvengono esclusivamente durante un episodio maniacale, o condizioni mediche generali.

La scala della mania della LAS (Love Attitudes Scale di Hendrick et al., 1998) evidenzia lo stile di amore-mania caratterizzato da amore ossessivo, gelosia e dipendenza.

Il nostro studio evidenzia la sopracitata difficile collocazione nosografica. Infatti, se si confrontano due scale che dovrebbero esplorare lo stesso costrutto (LAST e LAS mania) si evidenziano importanti discrepanze. I soggetti che risultano positivi allo screening LAST per la Love Addiction non presentano punteggi maggiori alla dimensione mania della LAS. I costrutti, quindi, sono differenti. Il presupposto che le due scale indagassero medesimi costrutti ha inficiato quindi le analisi successive. Dai nostri dati emerge infatti che i soggetti positivi alla LAST presentano una minore attenzione mindful, maggiori preoccupazioni per le relazioni e maggiore stile amoroso di tipo passionale. Quindi, in realtà, in accordo con ciò che ci si aspettava, la naturalezza ad avere una maggiore attenzione mindful si riscontra in soggetti con bassi livelli di Love Addiction. Questo tipo di attenzione è, tuttavia, indipendente dalla pratica di meditazione. Se si indagano i parametri neurovegetativi non si riscontrano differenze nel sistema di attivazione arousal, determinato da

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maggiore sudorazione (basso GRS tono), un accumularsi di stati motivi (alto GRS fase) e tachicardia (aumentata FC), in soggetti positivi alla LAST rispetto alla restante parte del campione con bassi livelli di Love Addiction.

Quindi, rispondendo alla prima domanda dei nostri obiettivi, i soggetti positivi allo screening per Love Addiction hanno caratteristiche psicologiche diverse dai soggetti negativi, ed in particolare presentano una minore attenzione mindful, un attaccamento o stile relazionale caratterizzato da una maggiore preoccupazione per la relazione ed uno stile amoroso passionale. Quando prendiamo in considerazione invece i due gruppi distinti in base al punteggio LAST non si è evidenziata nessuna differenza statisticamente significativa nell’attivazione arousal.

Una delle tecniche di mind body medicine maggiormente utilizzata in questi ultimi anni è la tecnica della meditazione. Essa ha radici antiche in particolare nei paesi orientali ma è divenuto uno strumento terapeutico come pure un atteggiamento mentale importante per la salute anche in paesi occidentali. Grazie ai lavori di Kabat-Zinn (1982) e la strutturazione degli interventi, la meditazione è diventata una delle tecniche integrative più importanti nella cura dei disturbi cronici. Il nostro studio ha messo a confronto alcune tecniche ma soprattutto ha voluto indagare soggetti che hanno maggiore esperienza di meditazione anche perché quanto più si pratica tanto più si raggiunge quella condizione mentale (o coscienza) che è alla base della sua efficacia in ambito medico e psicologico.

Come risposta al secondo quesito in cui si è voluto esplorare quanto la tecnica della meditazione possa aiutare i soggetti che presentano un comportamento di Love Addiction, si evidenzia che a differenza di ciò che ci si aspettava i soggetti alti praticanti presentano una maggiore tendenza al comportamento romantic obsession rispetto alla restante parte di soggetti che non pratica o pratica poco la meditazione. Ci potremmo aspettare che forse questo peggioramento si ottiene perché questi soggetti avevano già in passato alti livelli di romantic obsession ed hanno utilizzato la meditazione come autoterapia. I nostri risultati non sostengono questa ipotesi. Infatti, i soggetti alti praticanti non mostravano punteggi statisticamente diversi nella dimensione mania rispetto ai soggetti non o medi praticanti. Anche alla LAST i soggetti alti praticanti non sono risultati maggiormente positivi rispetto al resto del campione. Quindi dai nostri risultati emerge stranamente che i soggetti alti praticanti in realtà peggiorano il comportamento di romantic

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obsession rispetto ad un gruppo di controllo. Questo importante peggioramento lo abbiamo

osservato, anche, selezionando solo i soggetti che praticano Vipassana.

Per quanto riguarda l’arousal invece si osservano i benefici della meditazione in maniera del tutto indipendente dalla presenza di Love Addiction. I soggetti alti praticanti, infatti, presentano un maggior controllo emotivo, con una minore tendenza alla sudorazione e vasodilatazione cutanea, e una minore frequenza cardiaca, in seguito a stimoli che normalmente incrementano l’arousal in soggetti che presentano romantic obsession. Questo fenomeno lo abbiamo osservato in particolare nei soggetti che praticano Vipassana.

Lo scopo del presente studio era costatare se ci fossero relazioni significative tra soggetti con predisposizione alla dipendenza affettiva (valutata con la LAST) e soggetti che praticano meditazione in funzione delle variabili che vanno ad indagare la dimensione relativa agli stili dell’esperienza amorosa (LAS), l’atteggiamento mindful (MAAA), lo stile d’attaccamento (ASQ) e i parametri psicofisiologi (GSRT, GSRF e FC)

Il nostro studio non conferma i dati della letteratura circa l’efficacia delle pratiche meditative in funzione della sintomatologia delle dipendenze. In quanto non risultano evidenti differenze quando il campione viene diviso in base al test di screening LAST e valutato anche in base alla frequenza di giorni di pratica meditativa.

Limiti della ricerca

La Love Addiction, non avendo criteri diagnostici riconosciuti, resta un costrutto difficile da indagare, infatti, dalla ricerca emerge che tra i punteggi dei test LAST e LAS che vanno a indagare la predisposizione alla dipendenza affettiva vi sono divergenze. Inoltre, i soggetti che risultano positivi allo screening LAST per la Love Addiction non presentano punteggi rilevanti alla dimensione mania della LAS. Per cui sosteniamo che i diversi i costrutti indagati hanno condizionato la nostra ricerca. Non essendoci ancora molti strumenti diagnostici standardizzati per il costrutto della Love Addiction, quest’ultimo avrebbe necessitato di ulteriori indagini mediante strumenti standardizzati per una più accurata diagnosi nosografica che avrebbe permesso una valutazione più attendibile. Un altro limite della nostra ricerca è che l’attenzione mindful, in funzione dei benefici riportati dalla letteratura presa in esame, è stata messa in relazione con un costrutto psicologico complesso come la Love Addiction, ancora scarsamente conosciuto. Detto ciò, il paradigma sperimentale è in realtà

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complesso e presuppone che gli item della mania suscitino forti emozioni in soggetti con Love Addiction. Come abbiamo evidenziato la mancata congruenza con un test di screening per lo steso costrutto inficia l’assunto di base. Inoltre, la complessità del paradigma sperimentale è tale da non poter escludere l’intervento di altre variabili che avrebbero potuto influenzarne i risultati.

Per un ulteriore approfondimento sulla predisposizione alla dipendenza affettiva potrebbe risultare utile prendere in considerazione anche i sintomi psicopatologici e le caratteristiche di personalità dei singoli soggetti che possono influire sul suddetto costrutto, mediante una strumentazione adeguata. (Lo studio sperimentale include la valutazione di tale parametri che non sono stati tuttavia considerati in questa trattazione).

La valutazione self-report può essere influenzata dalla “desiderabilità sociale” per cui si può correre il rischio che si abbia una falsificazione delle risposte e, dunque, non si dispone di valutazioni completamente veritiere che andrebbero approfondite.

L’esiguità campionaria, certamente, è il fattore che più di tutto ha condizionato i risultati della ricerca in quanto, come abbiamo visto, le analisi sono state effettuate su piccoli gruppi. Infatti, il gruppo degli alti meditatori era costituito solo da 10 persone. L’indagine necessiterebbe, quindi, di un campione più numeroso per avere un maggiore attendibilità.

Inoltre, il nostro campione è costituito prevalentemente da persone di sesso femminile per cui non vi un confronto equiparato tra gruppi di sesso diverso.

Possono aver influito anche le differenze di età e di generazioni poiché il campione, costituito da soggetti aventi da 21 a 67 anni, non è stato diviso in gruppi in base all’età.

La ricerca è un’indagine trasversale per cui stima le caratteristiche dimensionali in un momento preciso e non analizza nel tempo i cambiamenti delle dimensioni valutate. Infatti, la valutazione della mania del passato non è stata di tipo retrospettiva, In riferimento a questo limite, sarebbe interessante valutare i parametri dell’attenzione mindful e della predisposizione alla dipendenza in soggetti che non hanno mai praticato dopo un training basato sulla meditazione.

Inoltre, sarebbe interessante valutare anche le eventuali differenze dovuti alle diverse tecniche meditative sul costrutto della dipendenza.

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RINGRAZIAMENTI

Non posso che iniziare ringraziando la mia relatrice, la Professoressa Ciaramella, sempre disponibile e paziente. Persona che stimo molto e da cui ho imparato tanto. La ringrazio per avermi aiutato a realizzare tutto questo. Un grazie anche al Signor Rossi e ad Emanuele e Virginia

che hanno collaborato alla ricerca.

Ringrazio i miei genitori, Antonio e Giuseppina, e mio fratello Carmelo per avermi permesso di realizzare un sogno che avevo sin da bambina. Mi avete aiutato come potevate, anche da lontano.

Se oggi sono arrivata qui è soprattutto grazie a voi che non avete mai smesso si incoraggiarmi. Un grazie di cuore ad Aymen, mio grande amore, insieme abbiamo festeggiato ogni piccola vittoria

e ci siamo sostenuti nei momenti più difficili. Grazie per esserci sempre.

Vorrei ringraziare tutti i componenti della mia famiglia che aspettano il mio ritorno per viziarmi e quando non sono lì con loro mi fanno sentire amata in ogni modo possibile. Soprattutto, grazie a

nonno Pasquale, nonno Vitale e nonna Maria.

E grazie anche a nonna Carmela che da lassù mi protegge sempre.

Un grazie speciale a Vanessa, con la sua allegria contagiosa ha reso ogni momento condiviso un attimo di pura gioia.

Grazie anche a Valentina con cui ho riscoperto il magico mondo dell’etimologia delle parole. Un grazie a Martina che con la sua dolcezza e generosità c’è sempre stata.

Grazie a Irene e Serena per aver condiviso con me mesi e mesi di studio matto e disperato e tante piccole pause golose.

Un grazie anche a Melinda e Irene per avermi regalato sorrisi e spensieratezza in questi anni. Grazie alle mie coinquiline che mi fanno sentire a “casa”.

Grazie a Giulia che non ha smesso mai di incoraggiarmi.

Un grazie va anche a Felicia con cui ho iniziato l’avventura universitaria tanti anni fa e che seppur lontana fisicamente la sento sempre vicina.

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Grazie a tutti i miei amici vicini e lontani che nonostante sono sparsi per il mondo so che posso contare sempre su di loro e sull’affetto che ci lega.

Un ultimo grazie vanno alla mia testardaggine e alla mia determinazione che hanno permesso che arrivassi a questo traguardo per me molto importante.

“Se poniamo a confronto il fiume e la roccia,

il fiume vince sempre non grazie alla sua forza ma alla perseveranza”.

(Buddha)

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