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IL MICROCREDITO IN TANZANIA

5.3 CASO STUDIO : PRIDE TZ

12.5.3 Conclusioni sul caso studio

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Secondo i dati presenti sul sito e tramite anche le interviste svolte ai propri clienti, appare chiaro che la PRIDE è attivamente mobilitata nella lotta contro la povertà. Come già detto, ha tra le migliori performance di tutta la Tanzania. Soprattutto, la PRIDE sembra essere riuscita a dimostrare che nonostante la mancanza di educazione, anche le fasce più povere della popolazione possono dare avvio a business produttivi se viene data la possibilità di accedere al credito.

Inoltre, la PRIDE è riuscita a rendersi autosufficiente dalle donazioni esterne140 ,

tramite il loro processo di credito e grazie ai tassi di interesse.

13.5.3 Critiche

Nonostante l’efficienza della PRIDE, il REPOA trova anche alcune critiche da rivolgergli. In particolar modo le critiche sono le seguenti:

1. Prestiti troppo modesti: come già detto, la possibilità di prestito per i nuovi

clienti ammonta a 50,000 Ths. Questa somma venne stabilita nel 1993 ma nel corso degli anni lo scellino ha subito una svalutazione nei confronti del dollaro statunitense. Il REPOA suggerisce una riconsiderazione delle somme prestate alla luce del valore della moneta.

2. Tassi d’interesse troppo alti: i clienti della PRIDE indicano che i fondi

rimborsabili sono troppo cari. Inoltre i clienti sottolineano che, oltre i fondi rimborsabili, devono sostenere altre spese esterne, le quali includono la tassa di registrazione, i risparmi obbligatori settimanali e la tassa per la richiesta del prestito.

3. Periodo di restituzione: per la PRIDE, il periodo di restituzione varia dai sei

mesi per i piccoli prestiti ai dodici per quelli di entità maggiore. Il REPOA sottolinea che questo potrebbe rappresentare un limite per la crescita dell’istituzione, perché molti dei debitori, soprattutto quelli che hanno appena cominciato, possono avere difficoltà nella restituzione.

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3.6

DUE CASI STUDIO E UN ESPERIMENTO SUL CAMPO

Per quanto riguarda gli studi portati avanti da studiosi, e non da organizzazioni, trovo particolarmente interessanti i seguenti.

La dottoressa M. Mvula Chijoriga, della “University of Dar es Salaam Business

School”, prende come inizio lo studio141 casuale di 28 istituzioni microfinanziarie

operanti in Tanzania nelle regioni di Dar es Salaam, Arusha, Morogoro, Mbeya e Zanzibar. Il suo studio parte da uno sguardo generale sulle attività, per poi passare alla capacità organizzativa, al raggiungimento delle persone, alla capacità operativa e finanziaria. È un’analisi generale, che non vuole indagare troppo sui dati ma si concentra soprattutto sugli aspetti sociali e sulle mancanze più evidenti di queste istituzioni.

Dopo averle visitate personalmente, la dottoressa rileva solo poche di queste presentano obiettivi chiari e una struttura organizzativa forte. Inoltre, molte soffrono di mancanza di partecipazione locale e del personale e sono principalmente guidate dalle direttive dei donatori. Un altro grosso problema notato è che nonostante riescano a raggiungere una sempre crescente parte di popolazione, in realtà operano principalmente nelle aree urbane, ignorando quasi quelle rurali. Le loro performance finanziari e operative mostrano un basso tasso di restituzione e una quasi totale dipendenza dai fondi governativi o esteri.

Chijoriga da la colpa di questa bassa produttività fondamentalmente alla scarsa densità demografica, alle mancanze infrastrutturali e alla generale povertà della popolazione. La colpa, però, è anche delle istituzioni, che spesso non perseguono obiettivi specifici e che assumono personale impreparato. Per questo, la dottoressa dubita che questo tipo di istituzioni possano veramente avere un impatto sulla povertà.

Altri studi sulle istituzioni microfinanziarie in Tanzania sono stati fatti da Kuzilwa (2002) e Rweyemamu (2003).

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M. M. Chijoriga “The Performance and Sustainability of Micro Finance Institution in Tanzania” ,Working Paper (2000)

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Kuzilwa142 esamina il ruolo del credito nella nascita e nello sviluppo delle imprese

finanziarie. Per fare questo, utilizza un campione di esempi di business che hanno ricevuto accesso al credito dalle risorse finanziarie governative. Lo studio rivela che l’aumento del capitale è conseguenza diretta di un maggiore accesso al credito. Kuzilwa rileva anche che chi ha ricevuto una formazione economica specifica, durante “l’addestramento” dell’istituzioni, ha mediamente performance migliori rispetto a chi non l’ha avuto. Lo studioso raccomanda di creare un ambiente nel quale le micro e piccole imprese possano facilmente accedere al credito.

Rweyemamu143 esamina invece le performance e i vincoli delle istituzioni

microfinanziarie semi formali nelle regioni di Mbeya e Mwanza. I primi dati, supportati poi da un secondo studio, vennero raccolti tra i 222 contadini che partecipavano ai progetti “Agricultural Development Programme” a Mbozi e il “Mwanza Women Development Programme” a Ukerewe.

Lo studio ha rivelato che i tassi di interesse rappresentano un ostacolo significativo nella decisione di chiedere un prestito o meno. I debitori hanno inoltre sottolineato che altri problemi quali: la lentezza delle procedure per l’accesso al credito e l’inadeguatezza della somma eventualmente ottenuta.

Dal punto di vista delle istituzioni, lo studio ha rivelato che soprattutto nei primi anni il tasso di restituzione era molto basso e i contadini davano la colpa alla scarsità dei raccolti, ai prezzi bassi di vendita dei prodotti e alla lentezza di acquisizione del credito.

Venne anche notato che spesso le istituzioni non avevano delle infrastrutture adeguate in che implicava un aumento dei costi di trasporto, che aumentava a sua volta i costi di transizione nell’ottenimento ed esborso del prestito e che finiva per ledere il programma stesso di credito. Questo accadeva perché molti dei debitori abitano in zone rurali, lontani dagli uffici delle istituzioni.

Da questi due studi emerge la necessità di un’analisi completa sulle istituzioni di microfinanza in Tanzania, in modo da contribuire efficacemente alla riduzione

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J. Kuzilwa: “The role of credit for small business success: A study of the National entrepreneurship Development fund in Tanzania” , Journal of Entrepreneurship (2005)

143 D. C. Rweyemamu: “Assessing Micro-Finance Services in Agricultural Sector Development: A

Case Study of Semi-Formal Financial Institutions in Tanzania”, Economic and Social Research Foundation (2003).

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della povertà nel Paese. Un’analisi attenta darà la possibilità di offrire servizi migliori alla popolazione povera e di ristrutturare il sistema esistente.