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Il presente lavoro di ricerca si è incentrato sull’analisi delle modalità di rac- colta, uso e scambio transnazionale delle prove digitali attraverso l’EIO nei diversi Stati membri.

Nell’intento del Legislatore comunitario l’EIO dovrebbe facilitare la coo- perazione giudiziaria in materia penale tra Stati membri, introducendo per la prima volta il principio della disponibilità di misure investigative. La disciplina legislativa introdotta con l’EIO prevede, quindi, la possibilità in capo all’autorità giudiziaria di un Paese di richiedere all’autorità di un al- tro Paese, che venga effettuata una vera e propria indagine, con eventuale acquisizione di elementi di prova.

In altre parole, si tratta di uno strumento processuale per la ricerca della prova, anche digitale, e per la circolazione probatoria oltre i confini giurisdizionali di ciascuno Stato membro dell’Unione Europea.

Tuttavia, il recepimento dell’EIO negli Stati membri è un processo an- cora in divenire, che presuppone l’integrazione di questo nuovo strumento nel diritto nazionale penale di ciascun paese. In particolare, l’EIO deve essere recepito nel diritto processuale penale di ciascuno Stato, che quindi dovrà essere adattato e modificato. Questo processo di adattamento, nono- stante l’obiettivo dell’introduzione dell’EIO sia stato quello di incentivare la cooperazione giudiziaria tra Stati, potrebbe comportare nelle procedure na- zionali dei vari paesi lievi divergenze. Divergenze che potrebbero ostacolare lo scambio di prove, anche di natura digitale, acquisite attraverso l’EIO.

Le autorità di polizia e quelle giudiziarie si trovano a operare in un qua- dro normativo incerto: non esiste un quadro giuridico omogeneo fra i vari Stati membri dell’Unione europea, riguardante la raccolta, l’uso e lo scam-

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bio di prove digitali. Di volta in volta, si manifesta la necessità di adottare soluzioni che possono anche risultare incoerenti o confuse, sia dal punto di vista giuridico, sia dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche.

La prospettiva abbracciata dalla presente ricerca muove proprio da un’a- nalisi delle modalità di implementazione dell’EIO nei vari Stati membri al fine di individuare possibili barriere o ostacoli per la realizzazione di un efficace ed efficiente sistema di scambio delle prove digitali in contesti penali. Sono state quindi identificate una serie di criticità nel “trattamento” della prova digitale, ad ognuna delle quali è stata data risposta nel presente lavo- ro, attraverso l’elaborazione di una proposta (una “roadmap”), che contiene strategie ed azioni comuni per superare gli ostacoli individuati.

L’obiettivo, con questo lavoro, è stato proprio quello di individuare e di predisporre una serie di azioni comuni per le autorità giudiziarie degli Stati membri (da realizzare nel medio e lungo termine), che si qualifichino come strumento da percorrere per realizzare una sistematica e uniforme raccolta, ma anche uso e scambio transnazionale delle prove digitali nei processi penali. Al tempo stesso, le strategie elaborate e le azioni individuate nell’ambito di questo lavoro dovrebbero porre le basi per migliorare l’efficienza delle indagi- ni e, in generale, dei procedimenti giudiziari penali, mantenendo le adeguate garanzie a tutela dei diritti fondamentali della persona e rispettando chiari standard operativi di condotta.

L’idea alla base del presente lavoro è stata quella di procedere concreta- mente (attraverso l’elaborazione di un questionario) a raccogliere da “target groups” specifici, informazioni sulle procedure di EIO nei vari Stati membri. Informazioni che provenivano direttamente da coloro che si trovano quotidia- namente ad affrontare questioni connesse all’EIO e allo scambio transnazio- nale delle prove digitali eventualmente ottenute attraverso questo strumento processuale.

Le risposte provenienti da “target groups” diversi ha permesso di avere un’analisi completa dello “status quo” delle procedure e modalità di attua- zione dell’EIO nei vari Stati membri, ricevendo feedback dal lato non solo dei rappresentanti dell’autorità giudiziaria coinvolti nelle procedure di EIO, ma anche rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati europei che si occupa- no della materia, rappresentanti di Istituzioni europee che si occupano di cooperazione transfrontaliera, infine esperti di digital forensics.

Le barriere emerse dall’indagine svolta, come sopra specificato, sono sta- te evidenziate insieme alle possibili azioni da intraprendere e all’attore che

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dovrebbe essere incaricato di mettere in atto le misure necessarie per supe- rare gli ostacoli che attualmente rallentano la piena, uniforme e completa attuazione dell’EIO. Gli Stati membri sono i primi attori della realizzazione concreta delle azioni e misure comuni proposte, anche se la Commissione riveste un ruolo fondamentale. In alcuni casi è stata individuata quale pro- motrice di iniziative volte al superamento di alcuni degli ostacoli individuati, mentre altre volte la sua azione è stata indicata a supporto di quella degli Stati membri.

Insieme alle possibili azioni da intraprendere è stata indicata anche una tempistica per l’attuazione delle misure/strategie indicate.

In particolare, sono state indicate misure a breve termine (che potrebbero essere avviate entro la fine del 2019) e misure a medio termine (che dovranno essere avviate più avanti nel tempo).

La proposta di azioni comuni deve essere considerata come suggerimento per gli Stati membri, la Commissione europea e gli altri attori coinvolti nelle procedure dell’EIO.

Tutti gli elementi individuati (barriere, azioni, attori e tempistiche) so- no riportati nel presente lavoro, quale punto di partenza da portare all’at- tenzione delle Istituzioni europee ed in particolare della Commissione, ma anche degli Stati membri, per essere ulteriormente discussi e concordati al fine di contribuire a realizzare un sistema sicuro ed efficace per lo scambio transnazionale delle prove digitali nei processi penali.

Appendice A