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L’integrabilità delle strutture nella exchange industry 2.1 Un’ipotesi di struttura del mercato

Capitolo 2 – L’integrabilità delle strutture nella exchange industry

2.3 I modelli di integrazione del mercato

2.3.6 La concorrenza pura

Affinché un mercato mobiliare subisca un processo integrativo basato sulla concorrenza pura è necessario che la riduzione delle barriere (tecniche, regolamentari, ecc.) sia tale che i singoli protagonisti della exchange industry possano competere liberamente tra loro. Grazie alla concorrenza aumenta la possibilità che uno o più soggetti pongano in essere strategie di espansione orizzontale del mercato finalizzate alla sottrazione di quote di mercato ai soggetti attivi nella medesima fase del processo produttivo.

La riduzione del numero di soggetti del mercato (integrazione) avviene per la cessazione delle attività da parte dei soggetti che, a causa della concorrenza, escono dal mercato. In questa prospettiva la concorrenza tra soggetti può quindi essere letta come un modello integrativo del mercato.

2.4 I percorsi integrativi

Il coinvolgimento in un singolo progetto di integrazione difficilmente porta ad una situazione di equilibrio nella quale si ottiene il massimo livello raggiungibile di integrazione. Un progetto di integrazione, anche solo tentato, provoca, anche negli stakeholder non coinvolti direttamente, oltre che nei promotori dell’iniziativa, dei comportamenti volti a reagire a quello che viene percepito come uno stimolo esterno e ai quali seguono repliche successive che alimentano ulteriormente l’interazione nel mercato. Il risultato vede nel complesso un processo integrativo del mercato di tipo step by step, articolato in una sequenza di fenomeni aggregativi che tendono a coinvolgere progressivamente porzioni del mercato sempre più significative. Ad ogni step integrativo segue

un’analisi dei risultati ottenuti e delle condizioni di mercato realizzate. I risultati di tale verifica costituiscono a loro volta gli input del processo decisionale che porterà alla definizione degli step successivi.

La possibilità per ogni stakeholder di influenzare con le proprie scelte i comportamenti degli altri soggetti del mercato e l’ampia gamma dei comportamenti attuabili da ogni soggetto fanno si che i percorsi integrativi realizzabili all’interno di un mercato non siano univocamente predeterminabili. La sequenza degli step in grado di integrare un mercato può anzi essere diversa e, soprattutto in mercati che presentano ancora un elevato grado di frammentazione, le opportunità (ed i rischi) per i singoli stakeholder sono molte.

Anche se le motivazioni alla base del cambiamento del modello integrativo da uno step all’altro possono essere svariate, è possibile definire i principali collegamenti tra due step integrativi ricostruendone le logiche sottostanti.

I percorsi integrativi che possono considerarsi più significativi sono così sintetizzabili:

? Network ? Fusioni

? Fusioni ? Concorrenza

? Concorrenza ? Acquisizioni ostili

? Alleanze + Alleanze

? Fusioni ? Fusioni

Ognuno di questi passaggi può costituire un percorso integrativo completo o far parte di un percorso integrativo più ampio.

Le motivazioni alla base del passaggio da una forma integrativa basata su un network ad una attuata mediante fusioni sono legate al diverso grado di coinvolgimento dei partecipanti. I network, più flessibili ed in grado di mantenere separate le identità dei singoli aderenti, rappresentano una soluzione adatta ai momenti iniziali di un processo di integrazione. In questa fase i partecipanti hanno la possibilità di sperimentare gli effetti dell’integrazione riservandosi al tempo stesso un’opzione di uscita. Il passaggio ad una soluzione basata sulle fusioni rappresenta così il rafforzamento di un rapporto di collaborazione ormai sperimentato con esiti positivi. I soggetti del network, attraverso la fusione, cercano una razionalizzazione della struttura e la possibilità di sfruttare le sinergie legate ad una gestione accentrata. La maggiore visibilità garantita dall’utilizzo del medesimo brand costituisce un ulteriore incentivo.

Il passaggio da un modello basato sulle fusioni ad uno impostato sulla concorrenza pura va interpretato come uno step evolutivo del processo integrativo. Mentre nel caso “network? fusioni” appena analizzato il passaggio assume una natura di consolidamento di un’integrazione già di fatto avvenuta e rimanda le scelte di un’espansione nel mercato a momenti successivi, la scelta di porre in essere una strategia di espansione che risulti aggressiva nei confronti di altre realtà, insita nel passaggio “fusione? concorrenza pura”, caratterizza i soggetti di dimensioni maggiori che, acquisita visibilità ed ampliati i propri ambiti operativi, sono alla ricerca delle economie di scala e/o di scopo derivanti da un’espansione sul mercato.

La scelta di porre in essere delle acquisizioni ostili nell’ambito di un ambiente concorrenziale rappresenta una modalità di integrazione ostile che un soggetto attivo su un mercato pone in essere generalmente dopo aver tentato, senza esito positivo, di porre in essere soluzioni alternative (es. proposte di alleanze o fusioni). Un’acquisizione ostile rappresenta quindi un “atto di forza”, dopo il quale si perpetua il comportamento concorrenziale precedente e con il quale si cerca di prevalere la concorrenza assorbendone le strutture e l’operatività.

La strategia “Alleanze+Alleanze” costituisce una strategia difensiva posta in essere generalmente dalle entità di minori dimensioni. Essa consiste nello stringere accordi con soggetti diversi aventi ad oggetto aspetti diversi della propria attività. Si pone in essere una simile strategia quando un soggetto, che opera ad esempio nel trading (azionario e derivato) e che ha già un accordo con un'altra trading venues per la negoziazione dei titoli azionari, stringe un accordo con un terzo soggetto per l’operatività sugli strumenti derivati. La logica sottostante è di una diversificazione, volta a costituire dei collegamenti caratterizzati da un basso grado di coinvolgimento, per poi verificare il successo di diverse iniziative (generalmente in competizione tra loro) e scegliere con quale delle due porre in essere relazioni più durature. La scelta di stringere subito diverse alleanze, piuttosto che porre in essere una strategia indipendentista alla quale far seguire poi soluzioni impegnative con il soggetto che abbia dimostrato di prevalere nel gioco concorrenziale, rappresenta una tutela contro il rischio che la controparte dell’accordo (qualunque essa sia) possa, una volta acquisita una posizione di rilievo nel mercato, perdere interessi nei confronti della trading venues escludendola dal processo integrativo, nella prospettiva di sottrarne la liquidità attraverso la concorrenza pura, o che, pur coinvolgendola in un accordo integrativo, lo faccia con un potere contrattuale eccessivo. La presenza di accordi già in essere assicura alla singola trading venues un trattamento preferenziale.

Classificabile come una posizione d’attesa, la diversificazione degli accordi costituisce un equilibrio momentaneo. La scelta definitiva deve infatti precedere il più possibile la percezione diffusa dell’affermazione di un progetto integrativo sugli altri, in quanto l’interesse di un progetto integrativo sul singolo mercato è inversamente proporzionale alla quota di mercato raggiunta48. L’interesse nei confronti di un percorso integrativo basato sul susseguirsi di due fusioni (fusioni? fusioni) risiede nella funzione propedeutica della prima fusione nei confronti della seconda. La logica sottostante si basa sulla consapevolezza che i soggetti di dimensioni minori sono tendenzialmente svantaggiati nei processi integrativi basati sulle fusioni. Qualora le prospettiva del mercato lasciano prevedere l’affermazione di un unico soggetto, quelli di dimensioni minori possono decidere di fondersi per dar vita a realtà maggiormente interessanti che potranno poi inserirsi nei progetti integrativi di maggiori dimensioni, evitando in tal modo il rischio di depressione e di conseguente uscita dal mercato.

La prospettiva, tipica dei percorsi “fusioni? fusioni”, di porre in essere delle scelte valutando non solo le conseguenze che queste potranno avere sul resto del sistema, ma cercando di considerare anche il comportamento di altri soggetti secondo le logiche della teoria dei giochi, sottolinea ulteriormente la natura complessa ed interattiva dei processi integrativi.

48

Per sintetizzare il concetto appena esposto la metafora utilizzata da Marosi e Szeles risulta particolarmente calzante: “The beautiful lady will not get younger and more attractive” (Marosi G., Szeles N.,“Isolation or association: a diffuclt choice for a regional exchange – the example of the Budapest stock-exchange”, FESE & ECMI Josseph De la Vega Prize 2001, 2001)

Capitolo 3

Il ruolo degli stakeholder nei progetti di integrazione