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3,8 I fornitori di tecnologia 3.9 Le autorità di vigilanza

Capitolo 3 – Il ruolo degli stakeholder nei progetti di integrazione

3.8 I fornitori di tecnologia

La tendenza che ha portato nel corso degli anni ’90 ad una trasformazione dei mercati open outcry in mercati electronic based, ha riposizionato i fornitori di tecnologia all’interno del processo produttivo di borsa.

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Il concetto è efficacemente sintetizzato da Krantz quando afferma che “for consumers the exchange is like a water tap: consumers do not think about where the water comes from in their kitchen sinks. They assume that it will always be there. When it is not, they blame the water company, regardless of whether the fault lies two states awary in ad dam made by another company altogether”(citazione in Galper J., “Value chain control in financial markets: stock exchanges and central securities depositories”, International federation of stock exchanges (IFSE-FIBV), 2000)

Dal punto di vista operativo si sono rese disponibili nuove soluzioni. Grazie alle nuove tecnologie (1) all’asta a chiamata si aggiunge l’alternativa di un’asta continua, diviene possibile (2) il remote access al mercato, così come (3) viene incrementata la trasparenza pre-trade del mercato54.

La responsabilità del funzionamento del mercato viene così a dipendere dal funzionamento delle piattaforme di negoziazione (trading engine). Da semplici “fornitori” di hardware e di software i responsabili della tecnologia assumono il ruolo di “collaboratori permanenti”, completamente integrati nel processo produttivo.

Le modalità con le quali i fornitori di tecnologia possono essere coinvolti nell’ambito della borsa sono diverse.

Una prima soluzione è quella che li vede nel ruolo di semplici fornitori del mercato. Questi, su indicazione della soggetto di borsa richiedente (trading venues, gestori del post-trading, ecc.), progettano e realizzano un sistema automatizzato che cedono, rimanendo in tal modo all’esterno della struttura di borsa. Saranno i responsabili informatici della borsa ad occuparsi del funzionamento e della gestione della sistema stesso.

Un’alternativa vede invece i fornitori di tecnologia impegnati in un rapporto coordinato e continuativo in base al quale, oltre alla realizzazione, si occupano anche della gestione ordinaria delle negoziazioni. Pur rimanendo nell’ambito della semplice prestazione di servizi, in questo caso il coinvolgimento dei fornitori di tecnologia risulta notevolmente superiore.

Un terzo livello di “integrazione” tra una struttura di borsa ed un fornitore di tecnologia vede la realizzazione, attraverso una joint venture con la società di gestione, di una società dedicata allo sviluppo e alla gestione di un mercato elettronico. Il legame maggiormente strutturato prevede in questo caso un rapporto di medio-lungo termine.

Un fornitore di tecnologia può comunque scegliere di prestare un’attività di consulenza ad una società di gestione in merito alla realizzazione di una piattaforma informatica per la negoziazione dei titoli che risulti però sviluppata all’interno della società di gestione medesima. Questa soluzione prevede ovviamente la maturazione all’interno della trading venues di competenze informatiche idonee a guidare un processo così delicato.

Un ultimo coinvolgimento nei mercati di borsa da parte dei fornitori di tecnologia vede questi ultimi interessarsi ad una scalata societaria che faccia loro assumere il controllo del soggetto di borsa (exchange, trading venues, gestore del clearing e del settlement, ecc.). L’assottigliamento delle competenze economio-finanziarie richieste per la gestione dell’attività di borsa a favore di conoscenze di natura informatica ha avvicinato i fornitori di tecnologia al mercato mobiliare in misura tale da metterli in condizione di gestire direttamente l’intero processo produttivo. Nella prospettiva dei fornitori di tecnologia iniziative del genere sono interpretabili come “integrazioni a valle”. Si comincia infatti ad operare nel business della propria clientela integrando le proprie strutture con quelle di soggetti attivi nell’intermediazione mobiliare (exchange, ECN, CN, gestori del post-trading, ecc.).

L’analisi delle altre possibili sovrapposizioni dei ruoli che coinvolgono i fornitori di tecnologia è affrontata successivamente. Analizziamo invece il ruolo di questi stakeholder nei diversi progetti di integrazione.

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L’incremento della trasparenza pre-trade si concretizza nella possibilità di conoscere le migliori proposte di negoziazione in acquisto ed in vendita in base alle quali immettere nel mercato le proprie proposte di negoziazione.

Le quotazioni multiple, basandosi sul listing e non coinvolgendo la struttura operativa dei mercati, non coinvolgono in nessun modo i fornitori di tecnologia.

Le alleanze, riguardando spesso l’armonizzazione di aspetti che comprendono anche la tecnologia, coinvolgono, se pur indirettamente, anche i fornitori di tecnologia. Il ruolo da questi svolto in tali modelli integrativi è comunque limitato.

I network invece, basandosi sulla predisposizione di un mercato electronic based, coinvolge direttamente anche i fornitori di tecnologia. Indipendentemente dall’adozione di un modello hub and spoke o di uno spaghetti model, i collegamenti tra i vari nodi della rete devono essere gestiti a livello telematico. Il ruolo dei fornitori di tecnologia è quindi cruciale. Per comprendere la centralità di questi stakeholder in un progetto basato su un network basti pensare alle difficoltà di collegare mercati che adottano diverse piattaforme informatiche (progettate e gestite da soggetti diversi) rispetto all’eventualità che tutti i soggetti coinvolti utilizzino la medesima tecnologia.

La condivisione degli standard è un fattore di rilievo anche nel caso delle fusioni. Oltre al caso di due mercati che abbiano acquistato la medesima tecnologia, si ipotizzi l’esempio di un mercato che, sviluppata una piattaforma di negoziazione all’interno della propria organizzazione, decida di fornire la medesima tecnologia ad altri mercati. L’eventualità di una fusione, così come di un’acquisizione ostile, risultano notevolmente facilitate. In questa prospettiva la cessione della propria tecnologia può essere interpretata come una mossa effettuata nella prospettiva di un processo integrativo predeterminato. Nel caso delle fusioni, la possibilità di gestire un unico mercato consentendo l’accesso da diversi luoghi, attenua i problemi legati all’orgoglio nazionale di un paese che, nel caso il nuovo soggetto decidesse di collocare la propria sede operativa all’estero, si vedrebbe privato anche fisicamente della propria borsa di riferimento.

Nel caso infine della concorrenza pura si osservi come la diversa tecnologia può fare la differenza tra due soggetti in competizione.

Il ruolo della tecnologia nei processi integrativi, e quindi il peso dei soggetti che ne controllano lo sviluppo e la distribuzione, risultano estremamente rilevante. Un progetto integrativo non può infatti prescindere da considerazioni di carattere tecnico. La considerazione che i limiti operativi dei mercati open outcry si manifesteranno in maniera crescente, lasciando spazio a mercati electronic based, sottolinea ulteriormente la rilevanza della tecnologia e quindi del relativo controllo. La considerazione che le principali trading venues a livello mondiale (Nyse ed LSE) prevedono ancora la possibilità di negoziare nella modalità open outcry55, non è sufficiente a ridimensionare il ruolo svolto dalla tecnologia all’interno dei mercati.