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La condivisione di osservazioni del lavoro svolto in classe

1.5 Case study: lo studio di un forum di insegnanti in formazione

1.5.2 Dal tirocinio formativo attivo alla professione docente: lo

1.5.2.1 La condivisione di osservazioni del lavoro svolto in classe

Gli interventi relativi all'osservazione del lavoro in classe, offrono un'ampia varietà di "immagini" della scuola ospitante: dalla composizione delle classi, alle esigenze formative delle nuove generazioni; dalla gestione del tempo, alle metodologie didattiche adottate dagli insegnanti.

Vi sono interventi di natura prettamente descrittiva (esempio a.) e interventi che dall'osservazione diretta fanno emergere nuovi interrogativi (esempio b.):

a. "Fino ad oggi la maggior parte del tempo trascorso in classe è stato dedicato all’osservazione di quanto accade. Il metodo utilizzato dall’insegnante di I e II è tradizionale: lettura condivisa del testo (manuale di storia, oppure brano di epica), spiegazione frontale da parte dell’insegnante, richiesta di eventuali chiarimenti; interrogazioni dal banco; per ora nessun utilizzo di presentazioni in ppt o LIM, presente nell’aula della II. Il metodo di insegnamento è un po’ meno tradizionale – la professoressa è laureata in filosofia con diversi esami di pedagogia: utilizzo di presentazioni in ppt, discussioni comuni, lavori di gruppo in classe (durante le infinite tre ore consecutive del giovedì…). In terza non ho ancora fatto nessun intervento diretto, vedremo".

b. “quello che mi colpisce molto della scuola media (seguo anche altre due professoresse) è il tempo speso a correggere i compiti per casa e la modalità della maggior parte delle lezioni di scienze, ovvero lettura dal libro di scienze. Io personalmente lo trovo abbastanza noioso. Credo anche i ragazzi. Continuo a chiedermi se sia veramente necessario leggere dal libro tutte le volte...”.

1.5.2.2. La riflessione sul rapporto scuola-famiglia

Questo tema di riflessione potrebbe essere definito l’"hot topic" dell'intero forum, in quanto richiama la più alta partecipazione di corsisti. L'argomento viene "lanciato" in una discussione di carattere generale intitolata Scuola-famiglia, nata con l'obiettivo di proporre un confronto su una tematica non ancora affrontata negli interventi di riflessione sulle esperienze individuali.

La discussione contiene 26 repliche da parte di 16 partecipanti, riportiamo di seguito un esempio di riflessione:

"Non c'è dubbio che ci sia un problema di tipo valoriale nelle nuove generazioni e che esso discenda da un problema educativo legato all'ambito familiare. Con tale problema dobbiamo fare i conti: inutile – soprattutto perchè sterile – limitarsi a stigmatizzarlo. Averne coscienza e "attrezzarsi" a fronteggiarlo è ormai parte integrante degli "arnesi del mestiere" di cui deve disporre un valido insegnante".

1.5.2.3. La riflessione su temi di natura metodologica:

Le riflessioni di natura metodologica, comprendono temi legati alla valutazione, all'uso di nuove tecnologie, alla gestione della disciplina in classe e dei ragazzi con bisogni speciali. Tra queste si riscontra una forte preponderanza di interveti su temi legati alla condotta:

"Trovandomi in una scuola di periferia spesso ci sono alunni non molto facili da “gestire”, con situazioni problematiche e molta arroganza da parte loro per cui mi è capitato di assistere anche a momenti critici con rimproverate sonore nei confronti della classe e “2” punitivi (a matita) che però, il più delle volte, si sono risolti con le scuse dei ragazzi e il ritorno all’ordine. Ho portato l'esempio dei cellulari perchè è uno dei più frequenti,

ma lo stesso discorso può valere per qualsiasi cosa, compreso per la pipì fatta a terra "per gioco" (come i genitori non si siano vergognati dei propri figli questo non so spiegarmelo). So che il tema delle regole in Italia è poco apprezzato, ma credo che applicare delle regole e quindi le sanzioni che derivano dalla loro violazione sia parte integrante di ogni relazione educativa. Ogni bambino nasce senza sapere cosa è il bene e cosa è il male e lo apprende attraverso l'educazione che si tramanda di generazione in generazione. Attenzione perché in alcuni casi assistiamo alla rottura della catena, e per questo avremo adulti (e forse già li abbiamo) maleducati e diseducati che non sanno distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Occorre una mobilitazione dell'intero corpo docenti, di tutti i dirigenti scolastici fino ad arrivare al Ministero, non si può chiedere al singolo docente di compiere uno sforzo che andrebbe profuso a livello nazionale. Ma questo è solo il mio parere :)".

1.5.2.4. Le opinioni relative al ruolo dell'insegnante:

La riflessione sull'esperienza arricchisce molti interventi relativi alle caratteristiche della professionalità docente. Nel forum "A proposito di tirocinio" le riflessioni sul ruolo dell'insegnante acquisiscono una connotazione fortemente pragmatica, scaturendo dall'osservazione in classe e dall'attività concreta (esempio a) o da discussioni tra più partecipanti (esempio b):

a. "Il tirocinio inoltre mi ha aperto gli occhi su ciò che potrei definire la concretezza dell'insegnante, anni luce lontano dall'ambiente accademico e dalla sua gelosa e spesso autoreferenziale attenzione esclusiva ai contenuti. Si tratta di una vera e propria lezione d'umiltà, virtù indispensabile per qualsiasi comunicazione autentica, ed in particolare per quella tra professore-studenti. Inoltre è maturata in me la consapevolezza piena di quello che significa lavorare come insegnanti al di fuori dell'orario

scolastico. Per la messa a punto delle lezioni, la pianificazione dei contenuti ma soprattutto la ricerca di stimoli sempre nuovi e che vadano incontro agli interessi dei ragazzi è necessaria una mole di lavoro, passione, impegno non indifferente".

b. "Leggendo le discussioni postate mi sono interrogato su quali fossero state le mie esperienze di tirocinio, in illo tempore, nella scuola.. (...) Entrare in possesso, temporaneo, del registro dei tanti colleghi che ho sostituito, mi ha sempre causato un interesse speciale: ho compreso metodi, tecniche, elaborazioni di contenuti, percorsi di valutazione e verifica, riflessioni educative e pedagogiche leggendo tutti i registri personali quando ero incaricato o supplente. Gli allievi e le allieve mi hanno saputo restituire sempre un identikit del docente che sostituivo; (...) Credo sia importante l'attivazione di un canale empatico all'interno del percorso comunicativo. (...) Forse riuscire ad avere contezza della propria area emotiva favorisce il contatto la sfera emotiva altrui".

"Giampiero, quello che scrivi è veramente emozionante, penso che per un professore sia una vera soddisfazione avre trovato, anche solo per un attimo, un canale comunicativo con un alunno problematico. In fondo il lavoro dell'insegnante secondo me è questo trovare canali comunicativi con gli studenti per veicolare i concetti che si vogliono trasmettere".

Al termine della fase di lettura e classificazione qualitativa delle tematiche emerse nei forum di discussione, sono emerse alcune considerazioni.

Innanzitutto, chiaramente non tutti i temi ricorrono con la stessa frequenza, li citiamo in ordine decrescente: Osservazione del lavoro in classe (46 segmenti), Rapporto con le famiglie, Problemi disciplinari (entrambi con 34 segmenti), Riflessione sul ruolo dell’insegnante (31 segmenti), Relazione con il tutor supervisore (25 segmenti), Accoglienza al TFA (23 segmenti), Descrizione degli incarichi affidati al tirocinante,

Relazione con gli altri insegnanti, Aspettative e critiche sul TFA (tutti e tre con 18 segmenti), Condivisioni di precedenti esperienze, Riflessioni sulla funzione della valutazione (entrambi con 16 segmenti), Dubbi e interrogativi (13 segmenti), Riflessioni metodologiche (9 segmenti), Relazione con gli alunni (8 segmenti), Alunni con bisogni educativi speciali, Bilancio complessivo dell’esperienza (entrambi con 6 segmenti) e Riflessione sull’uso di tecnologie (1 solo segmento).

È necessario sottolineare come ciascun tema sia stato affrontato con modalità differenti, assumendo connotazioni critiche o positive e presentandosi in forma teorico-astratta o concreta connessa all'esperienza diretta.

Dato l’obiettivo di individuare i bisogni espressi o impliciti degli insegnanti in formazione, la lettura e la classificazione appena descritte si sono dunque rivelate propedeutiche a un lavoro d’individuazione di bisogni più o meno espliciti.

Da questa base di analisi, di natura prettamente qualitativa e narrativa, si è sviluppata una seconda fase di analisi, avente l’obiettivo di rappresentare in forma sintetica e quantitativa i temi emergenti nel corpus testuale. Tale fase, condotta attraverso l’uso del software di analisi del contenuto e text mining T-Lab, è stata elaborata da C. Bolasco e C. Cardenia, nel paragrafo 4 della pubblicazione di Salerni et al. (2016), e come tale è riportata in Appendice B, in quanto parte essenziale del presente lavoro e indiziaria della conseguente analisi sulla comunità della Classe Capovolta.

Parte seconda

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”LA CLASSE CAPOVOLTA”:

Capitolo II

2.1 La scelta del contesto di studio: perché focalizzare l’analisi su