La prima destinazione era il Pakistan dove avvenne il primo contatto di Oriana con l’Islam. Il Pakistan si trova a sud dell’Asia, dove la maggior parte del popolo è mussulmana, perciò i loro costumi e le usanze sono stati profondamente influenzati dall’islamismo. Sulla base di quanto vide durante il soggiorno in Pakistan, Oriana ritiene che le donne pakistane vivessero nella condizione peggiore al mondo.
Il matrimonio pakistano ne era un esempio. I genitori decidevano per i figli chi sposare, si stringevano perfino patti che prevedevano il pagamento di una
cauzione in caso di divorzio. Alle nozze gli ospiti maschili circondavano lo sposo mentre gli ospiti femminili la sposa perché i giovani non potevano vedersi prima delle nozze; al pranzo delle nozze gli uomini e le donne si sedevano separatamente. Nel capitolo tre sarà presentato un matrimonio mussulmano.
Anche come si vestivano le donne mussulmane provocò la rabbia di Oriana Fallaci: loro si nascondevano sotto un velo nero che si chiamava purdah o burkah. Per loro era proibito parlare con gli uomini, tranne il marito e i parenti: “Sono dunque le
donne più infelici del mondo, queste donne col velo, e il paradosso è che spesso non sanno di esserlo perché non sanno ciò che esiste al di là del lenzuolo che le imprigiona.”58
In seguito Oriana andò in India. Dal 1947 l’India ottenne l’indipendenza dalla colonizzazione inglese e diventò una Repubblica democratica. Benché fossero successi cambiamenti meravigliosi in società come il fatto che le lavoratrici indiane erano molto di più a confronto di quelle in qualsiasi altro paese al mondo, la condizione delle donne indiane non era molto migliorata. Il matrimonio era obbligatorio per tutte le ragazze in India; c’erano ragazze che si sposavano all’età di otto o dieci anni; la poligamia era consentita a tutti coloro che potevano permetterselo; le vedove dovevano gettarsi sul rogo dove bruciava il marito defunto; per controllare la popolazione indiana, le donne erano costrette alla brutale pratica della sterilizzazione.
Invece, per quanto riguarda i loro vestiti tradizionali, le donne indiane erano molto orgogliose dei loro sari. Una discussione circa i sari sarà affrontata nel capitolo di traduzione in cui Oriana riporta delle osservazioni da parte di donne indiane di diversi ruoli sociali.
La tappa successiva fu la Malesia dove incontrò le matriarche che la colpirono
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molto, soprattutto dopo che aver visto la situazione delle donne in Pakistan. Oriana, infatti, intervistò un gruppo etnico che oggigiorno quasi non esiste più, in cui le donne decidevano tutto e gli uomini servivano soltanto per la riproduzione. Le mussulmane e le matriarche sono due estremità dell’esistenza delle donne. Oriana non si aspettava che le donne asiatiche vivessero in modo così bizzarro rispetto alle donne europee.
L’incontro con Han Suyin ebbe luogo a Singapore. Han Suyin era un’autrice cinese che però visse in Inghilterra dopo la morte dei suoi mariti. Pubblicò il libro
L’amore è una cosa meravigliosa che suscitò un grande dibattito fra i lettori poiché
si diceva che parlasse della storia d’amore tra Han Suyin e il suo amante. Per curiosità Oriana intervistò Han, anche per verificare se Han fosse più bella della protagonista nel film che fu tratto dal libro omonimo. Durante l’intervista, Oriana la trovò talmente simpatica ed elegante che le promise di andare a Hong Kong a verificare se quello che le aveva detto Han fosse vero: lo sviluppo della Cina e delle donne cinesi era grande.
Quindi Oriana partì per Hong Kong che era ancora la colonia inglese, dove riuscì ad essere testimone dell’odio e dell’amore, della somiglianza e della diversità fra le donne cinesi e le donne hongkongesi. Il miglioramento evidente della condizione delle donne cinesi era che loro venivano trattate con più rispetto, potevano fare lavori in cui gli uomini dominavano. Nel terzo capito, la traduzione in cinese parlerà sia dell’intervista a Han Suyin che del cambiamento delle donne cinesi.
L’ultimo paese asiatico che viene presentato è il Giappone. Dopo la Seconda guerra mondiale, il Giappone subì grandi cambiamenti nella società, tra cui quello più importante fu il miglioramento dello stato delle donne. Prima della guerra, le donne restavano in subordinazione alla famiglia, però dopo la guerra ci fu una gran
numero di donne che andò a lavorare, sopratutto nell’ambito politico. Benché il Giappone fosse il paese più sviluppato in Asia, Oriana lo trovò contraddittorio:
“Troppe contraddizioni in troppo poco tempo. Le donne giapponesi sono tra le più emancipate d’Asia, eppure mantengono le tradizioni della loro antica civiltà.”59 Nel libro Il sesso inutile, il capitolo che parla delle donne giapponesi racconta che Oriana e Duilio, insieme a un loro amico, andarono in una casa del tè per vedere le gheisce a Kyoto, patria della cultura delle gheisce. Siccome la casa del tè era un posto creato per soddisfare gli uomini, Oriana si sentiva a disagio. Nella traduzione si parlerà del dilemma fra loro e le geishe, in cui Oriana espresse i suoi sentimenti verso queste donne particolari.
L’ultima tappa del viaggio di Oriana fu New York. Dopo essere arrivata a New York, lei era totalmente in confusione: dopo quello che aveva visto in Oriente non riusciva a capire come si potesse mantenere l’equilibrio delle donne. Alla conclusione del viaggio, ha scritto:
Da un capo all’altro della Terra le donne, come gli uomini, vivono in modo sbagliato, senza quel sano equilibrio che dà la giustizia e il buon senso. O vivono segregate come le bestie di uno zoo, guardando il cielo e la gente dalla prigione di un lenzuolo che le avvolge come un sudario avvolge il cadavere, o vivono come domatori in giacca rossa e alamari, il frustino schioccante nella mano. Io non so se la pena più profonda l’ho provata dinanzi alla mussulmana che mendicava un posto in un ospizio o dinanzi alla soldatessa di Ankara che vinceva le medaglie nelle gare di tiro coi maschi. Non so se mi abbia spaventato di più la dottoressa indiana che aiuta il suo Paese a fabbricare meno bambini o la geisha di Kyoto che se ne stava immobile come una farfalla infilzata con uno spillo nel muro. Certo la
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schiavitù è terribile e gelida ma la libertà male intesa può essere altrettanto terribile e gelida. Molte volte, nel corso di questo viaggio, non ho saputo stabilire quale delle due fosse peggiore.60
Il libro fu pubblicato nel 1961 e fu tradotto in undici lingue. Anche se non fu uno dei libri più venduti di Oriana, segnò il suo passaggio dagli argomenti mondani a quelli politici nella sua carriera.
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Capitolo III
Traduzione di estratti da Il sesso inutile
3.1 Premessa