1.3 La sua vita come scrittrice
1.3.2 Le caratteristiche delle sue opere letterarie
La vita di Oriana Fallaci fu leggendaria. La sua duplice identità fece sì che venisse non solo conosciuta come una brava giornalista a livello globale, ma anche come un’autrice notevole. La ragione per cui lei divenne famosa potrebbe essere la sua particolarità in letteratura. Ci sono quattro caratteristiche principali che possono spiegarla.
◆ trama non inventata
Dal punto di vista del concepimento di un’opera, la letteratura potrebbe essere suddivisa in due tipi: romanzi inventati e non inventati. Il primo prevede che l’autore crei trame o personaggi che non esistono nella realtà, ma che siano abbastanza logici. Il secondo, invece, presenta direttamente le cose che accadono nella vita reale.
La maggior parte dei romanzieri adotta il primo tipo quando scrive. Oriana, invece, è una scrittrice che adotta solo la verità. Partiamo dall’esempio del libro Un uomo.
Il libro è composto da sette capitoli, premessa inclusa. Nella premessa, Oriana descrive il funerale di Alekos Panagulis in cui vede che la gente in fila intorno alla bara piange e si dispiace per lui. Poi, negli altri sei capitoli, narra gli ultimi anni della vita reale di Panagulis.
La prima parte comprende le interviste a Panagulis mentre la seconda parte parla del loro incontro e dell’innamoramento dopo la liberazione di Panagulis, e di come Oriana lo aiuta a fuggire dalla Grecia in Italia. Dalla terza all’ultima parte, Oriana descrive in dettaglio la lotta contro la dittatura e la resistenza al regime antidemocratico da parte di Panagulis; adotta anche la tecnica del conto alla rovescia degli ultimi giorni di vita di Panagulis, pieni di perdita e di delusione. In questo romanzo, i dettagli descritti sono veri e precisi perché provengono da materiali storici o giornali, o dalle sue esperienze personali. Eppure ciò non significa che Oriana racconta semplicemente fatti accaduti. Dichiarò di non essere un registratore meccanico nello scrivere notizie, né tanto meno nella creazione letteraria. Oriana ritiene che i romanzi siano una miscela di realtà e d’invenzione, ossia, la realtà negli suoi occhi è una trasformazione attraverso l’immaginazione.
◆ trama autobiografica
La letteratura è una riflessione di vita che in qualche modo distorce la vita stessa.
È l’autore stesso che segna una impronta sulle sue opere. Sebbene il lavoro di un giornalista sia riportare la verità, Oriana l’ha sempre fatto attraverso i suoi sentimenti, le sue opinioni, le sue responsabilità e le sue esperienze. I suoi episodi di vita sono sempre stati evidenti nei suoi articoli, anche se Oriana dichiarava che la sua privacy fosse importante. Ha portato questa caratteristica nelle sue opere
letterarie, come nel libro Lettera a un bambino mai nato, in cui Oriana ha formato la protagonista prendendo sé stessa come modello.
◆ trama cinematografica
Oriana ha avuto la fortuna di andare ad Hollywood quando era giovane, dove è entrata in contatto con attori, registi, sceneggiatori e produttori. Ha avuto l’opportunità di essere coinvolta nella produzione cinematografica. Il film è un’arte visiva che mostra le sue caratteristiche artistiche. Grazie a quest’esperienza, Oriana ha prestato spesso l’attenzione all’effetto visivo. Come un fotografo sofisticato, ruotava la macchina fotografica per catturare scene diverse, le modificava, e la sua opera era pronta. Ad esempio, nel romanzo Lettera a un bambino mai nato, c’è una scena vivida:
C’era una volta una bambina a cui piaceva la cioccolata. Però più le piaceva, meno ne mangiava. E sai perché?
Perché un tempo ne aveva mangiata quanta volesse. Il tempo in cui abitava in una casa piena di cielo che entrava dalle finestre. Ma un giorno s’era svegliata in una casa senza cielo.
Dalle finestre, poste quasi al soffitto e protette da una grata, si vedevano soltanto piedi che andavano su e giù.
Si vedevano anche cani, e lì per lì era un piacere, perché i cani si vedevano interi: fino alla testa. Però subito dopo alzavano la zampa e facevano pipì sulla grata, mentre la mamma della bambina piangeva: ‘Questo no, questo no!’.
La sua mamma piangeva sempre, del resto, anche quando si rivolgeva al pancione che le tirava il grembiule, e parlava a qualcuno chiuso lì dentro dicendogli: ‘Non avresti potuto scegliere momento peggiore!’
Al che il babbo incominciava a tossire, nel letto, una tosse che lo lasciava come morto. Il babbo stava a letto anche di giorno, col viso giallo e gli occhi lucidi.29
Nel racconto, all’inizio la macchina fotografica di Oriana è puntata sulle finestre del seminterrato da cui si intravedono dei piedi e dei cani, poi si sposta sulla madre che guarda all’insù sospirando, e infine sul volto pallido del padre. Una descrizione visiva offre un effetto molto più vivido in confronto a una descrizione immobile. Oriana è stata una regista che trasportava i suoi pensieri attraverso i testi.
◆ trame dal tono calmo
Lo zio di Oriana, Bruno Fallaci, sosteneva che lei scrivesse come uno scrittore di sesso maschile. Anche se era uno scherzo tra di loro, lui ha catturato l’essenza dello stile di scrittura di Oriana: calmo e distaccato. Queste due tecniche sono esposte nelle sue critiche taglienti alle ingiustizie in società e per via di queste critiche, un contrasto evidente compare nelle opere. Oriana vi ha inserito principalmente conversazioni e narrazioni impassibili, e ha analizzato ogni sentimento al microscopio per mostrare la sua razionalità.
Oriana Fallaci desiderava che il pubblico la vedesse non solamente come una giornalista famosissima ma anche come uno degli scrittori eccellenti e riccamente istruiti del ventesimo secolo come Hemingway, Kipling, Jack London, che erano giornalisti ma scrivevano anche come scrittori. Preferiva addirittura che i lettori dimenticassero la sua identità di giornalista e la guardassero come un’autrice memorabile, globale e seria.
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