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Un confronto fra le azioni impostate da Federal Reserve Board e Banca Centrale Europea.

Europa vs Stati Unit

1. Un confronto fra le azioni impostate da Federal Reserve Board e Banca Centrale Europea.

Dall’inizio della crisi economico finanziaria molte sono state le azioni messe in atto dalle due più importanti banche centrali che hanno condotto però ad esiti diversi. Tali differenze sono la conseguenza della profonda diversità costituzionale tra FED e BCE, di obiettivi, strumenti, struttura e contesto politico ed economico in cui sono rispettivamente inserite.

La maggiore distanza tra la Banca centrale europea e la Federal Reserve statunitense non si misura in miglia, né in chilometri, ma in obiettivi. Lo scopo principale della Banca centrale europea, e di tutte le banche centrali dell’Eurozona, è quello di

76 mantenere la stabilità dei prezzi82 con l’obiettivo di salvaguardare l’euro83 . Solo in seconda battuta e fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, la Bce e le banche centrali dell’Europa sostengono le politiche che impegnano il Vecchio Continente nella ricerca di una crescita equilibrata e competitiva che punta alla piena occupazione e al progresso sociale.

Se si guarda alla Federal Reserve si scopre, invece, che il primo compito della politica monetaria degli States è il massimo impiego 84 (ossia una disoccupazione compressa al minimo possibile), seguito dalla stabilità dei prezzi e da tassi di interesse moderati nel lungo termine. L’accento sulla stabilità del sistema finanziario e bancario degli Stati Uniti giunge in un secondo momento.

Durante la Grande crisi questa differenza di scopo, si è manifestata, con diverse reazioni da parte delle due banche centrali che ha portato alla ripresa economica negli Stati Uniti e al circuito di recessione e stagnazione in Europa. Tali differenze di risultato, tuttavia, sono da ricondurre, altresì, alle diversità di strumenti di intervento a disposizione delle due banche e al contesto economico istituzionale in cui operano.

Figura 11.

82“Per stabilità dei prezzi si intende un aumento sui dodici mesi dell’indice armonizzato dei 54 prezzi al

consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore al 2 per cento. Essa deve essere mantenuta in un orizzonte di medio termine”, definizione quantitativa definita dal Consiglio direttivo della BCE, disponibile sul sito: https://www.ecb.europa.eu.

83art. 127 parr. 1 e 2, art. 282 par. 2 del TFUE e art. 2 Protocollo 4 sullo Statuto SEBC e BCE. 84Si veda: Sezione A2 del Federal Reserve Act.

77 Non mancano comunque le similitudini tra le politiche monetarie seguite dalla Bce da un lato e dalla Fed dall’altro. Entrambe le banche centrali hanno promosso un graduale abbassamento dei tassi d’interesse con l’obiettivo di fornire al sistema finanziario una liquidità adeguata e ridare fiato all’economia. I tempi d’intervento hanno però da subito rivelato delle differenze: mentre, infatti, negli Stati uniti si è deciso immediatamente di abbassare il costo del denaro, in Europa la reazione è stata quella di consentire un iniziale innalzamento dei tassi a cui è seguito un allentamento con l’effetto di ritardare le manovre di diversi mesi.85

Entrambe le banche centrali hanno promosso delle manovre straordinarie basate sull’acquisto di asset finanziari per inviare ancora segnali espansivi ai mercati. Nel caso della Fed si è però deciso di ancorare i "quantitive easing" (QE), ossia il riacquisto di buoni del tesoro, all’andamento del mercato del lavoro. Si è deciso, in altre parole, di proseguire con l’immissione di un’enorme quantità di dollari sui mercati, finché il tasso di disoccupazione non fosse ritornato sul 6,5%.

La BCE, dal canto suo, ha adottato una politica monetaria meno espansiva nonostante le condizioni di rischio e di illiquidità che i mercati interbancari europei abbiano raggiunto. Al fine di perseguire il suo fondamentale obiettivo (stabilità dei prezzi e tasso di inflazione non superiore al 2%), la BCE, decise, inizialmente, di non ricorrere a operazioni di QE, limitandosi a singoli acquisti di Bond sostenuti attraverso aste di liquidità e non attraverso l’emissione di nuova moneta.

Risulta difficile non notare il riflesso delle diverse missioni delle due banche centrali in questo punto fondamentale. In particolare, mediante lo specifico scudo anti- spread annunciato dal governatore della BCE Mario Draghi nel luglio 2012 è stato previsto l’acquisto illimitato sul mercato secondario da parte della BCE di titoli di stato con scadenza fino a tre anni dei Paesi dell’Eurozona che si impegnano ad applicare rigide riforme concordate con la Troika (BCE- Ue – Fmi). In sostanza la BCE interviene in favore di uno stato in crisi e attiva anche un finanziamento diretto delle sue banche tramite il fondo salva-Stati Esm86 ma solo se questo Stato accetta un programma di rientro

85Si veda: Borsa Italiana, BCE e FED: differenze di obiettivi a cavallo dell’atlantico,

www.borsaitaliana.it.

86L’obiettivo dell’ESM (Meccanismo europeo di stabilità) è quello di mobilizzare risorse finanziarie e

fornire un sostegno alla stabilità, secondo condizioni rigorose commisurate allo strumento di

assistenza finanziaria scelto, a beneficio dei membri dell’ESM che già si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari, se indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e quella dei suoi Stati membri.

78 economico dagli squilibri e quindi cede un’ampia fetta della propria sovranità nazionale in cambio degli aiuti economici.87

Altra sostanziale differenza è che la FED rispetto alla BCE ha svolto sin dalla sua creazione più compiti quali, ad esempio, la vigilanza e la regolazione del credito bancario per assicurare l’integrità del sistema finanziario a livello nazionale e per tutelare i diritti dei consumatori; attività che la Commissione Europea, come trattato nel primo capitolo di questo elaborato, ha deciso di affidare alla BCE, solo negli ultimi tempi, nell’ambito del progetto di promuovere l’unione bancaria degli Stati membri, in seguito alla recente crisi economica. Sicuramente per gli Stati Uniti, il progetto di riforma della FED, che ha ridisegnato il novero e le competenze dei soggetti preposti alla vigilanza ed ampliato i poteri di controllo attribuiti alla Banca Centrale, estendendone la vigilanza agli hedge fund, ai brokers e alle società di promozione di affari per garantire maggiore stabilità e trasparenza sui mercati, è stato molto più semplice e veloce da intraprendere che per l’Europa, dove invece il nuovo sistema unico di vigilanza, che ha sottratto alle Banche Centrali nazionali la vigilanza sulle banche di natura sistemica per l’Eurozona trasferendola per la prima volta alla BCE, ha creato, da un ramo della BCE, un nuovo organo di vigilanza bancaria, il Meccanismo di Vigilanza Unico (Single Supervisory Mechanism, SSM), che ha consentito il ripristino della fiducia nel settore bancario attraverso una stretta collaborazione con le autorità nazionali.

L’Europa dunque ha inaugurato in questo modo una nuova epoca seguendo la strada imboccata negli anni precedenti dalle altre grandi banche centrali, tra cui la FED.

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