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L’analisi temporale e quella in frequenza delle serie battito-battito MAP, HR e PP nella finestra compresa tra il trentesimo minuto dopo la SAO e il FPD è stata condotta considerando anche la suddivisione dei ratti nei due macro gruppi FFPD e SFPD. Lo studio del differente comportamento dei ratti appartenenti al gruppo FFPD rispetto a quelli appartenenti al gruppo SFPD, è stato condotto al fine di chiarire i meccanismi coinvolti nella morte improvvisa dovuta a collasso. L’accorpamento di animali con diverso trattamento farmacologico genera due macro gruppi molto eterogenei caratterizzati da una grande variabilità interna che condiziona il risultato dell’analisi statistica. Peraltro, l’evoluzione verso un collasso improvviso è, a dispetto delle differenza all’interno dei due gruppi (FFPD vs. SFPD) dovute alle diverse combinazioni di trattamenti farmacologici, ciò che realmente ha più importanza da un punto di visto di endpoint dell’esperimento e della sua eventuale valenza come modello clinico di morte improvvisa per ischemia intestinale

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4.5.1 Analisi temporale.

Dal confronto degli tra i due gruppi (FFPD e SFPD) in ciascuna epoca, è emerso che non esistono differenze significative tra i valori della pressione media (figura 3.38) e della frequenza cardiaca (figura 3.39) né all’inizio della finestra di analisi considerata né nei minuti che precedono il FPD. Si noti, tuttavia, che il gruppo SFPD raggiunge un valore di pressione media inferiore (85.6 ± 14 mmHg) rispetto al gruppo FFPD (107 ± 25 mmHg). Il valore della PP del Gruppo FFPD risulta invece significativamente più elevato di quello del gruppo SFPD nei minuti che precedono il FPD. Tuttavia, come è stato detto, interpretare quest’ultimo risultato senza il supporto di una misura diretta dello stroke volume risulta difficile.

Un risultato interessante emerge dall’analisi dell’heart rate: i ratti appartenenti al gruppo SFPD reagiscono al decremento di pressione aumentando la frequenza cardiaca ( Δ

pre-FD- 30’post SAO = +18 ± 27 bpm, p < 0.05 ). Questo risultato è coerente con quanto riportato

in letteratura (Huang e Longhurst, 1994) circa l’intesa stimolazione simpatica causata dallo stato di shock circolatorio e dall’ischemia intestinale, in virtù del quale tale stimolazione simpatica indurrebbe un aumento della frequenza cardiaca nel tentativo di riportare la pressione arteriosa ad un livello fisiologico. Al contrario, i ratti appartenenti al gruppo FFPD fanno registrare un abbassamento di frequenza cardiaca nei minuti che precedono l’evento di fatal pressure drop (Δ pre-FD- 30’post SAO = - 23 ± 20 bpm, p < 0.05). Questo

risultato è coerente le ipotesi formulate da Penn et al. (2011) presentate nel capitolo introduttivo: l’improvvisa caduta di pressione, che caratterizza il FFPD sarebbe associata. ad una scompenso della bilancia simpatovagale che causerebbe, come osservato, un rallentamento del ritmo cardiaco.

Per completare le considerazioni proposte da Penn (2011) sul ruolo del sistema vagale nel FFPD occorre considerare anche quello che potrebbe essere il ruolo del sistema simpatico. Il mantenimento della pressione, nel corso di un progressivo deterioramento della funzionalità cardiovascolare e del suo controllo dovuto al progredire dello stato di shock circolatorio e dell’ischemia intestinale, dipende, come spiegato nel capitolo introduttivo, dalla capacità del sistema simpatico di rispondere a tale condizione. In letteratura, vari lavori hanno ipotizzato l’esistenza di meccanismi di saturazione del sistema simpatico, che lo renderebbero impossibilitato ad attivarsi al di sopra di una certa soglia (Convertino e Cooke, 2002; Cooke e Convertino, 2002). Dunque, possiamo supporre, come è stato detto, che, vi sia una depressione, progressiva o transitoria, dell’attività simpatica e che, in tali frangenti, il sistema parasimpatico tenda a compensare

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l’assenza del tono simpatico diventando largamente predominante e assumendo il controllo delle dinamiche dell’intero sistema cardiovascolare.

4.5.2 Analisi in frequenza

L’analisi in frequenza condotta sulla serie MAP, considerando questa suddivisione dei ratti, non ha prodotto risultati significativi per quanto riguarda il confronto dei due gruppi in ciascuna delle epoche considerate. Come era già emerso dall’analisi basta sui gruppi di trattamento farmacologico, nei minuti che precedono il FPD si osserva un incremento della potenza nella banda LF e della potenza totale accompagnato da un decremento della potenza nella banda HF (tabella 3.15 e figura 3.47) sia nel gruppo dei FFPD che nel gruppo degli SFPD (nonostante questo comportamento sia più evidente per il gruppo FFPD, i test statistici hanno restituito significatività solamente per il gruppo SFPD).

L’analisi delle serie HP ha mostrato esiti analoghi, sebbene non emergano differenze significative dal confronto tra i valori degli indici calcolati trenta minuti dopo la SAO e quelli calcolati nei minuti che precedono il FPD. Questo andamento dei valori di potenza nelle bande spettrali è compatibile con l’effetto di una stimolazione simpatica indotta dall’ischemia intestinale.

L’analisi dei parametri percentuali e del rapporto LF/HF, sia per la serie MAP(figura 3.48) che per la serie HP (figura 3.55), conferma quanto appena detto. Inoltre, il valore del rapporto LF/HF del gruppo FFPD risulta significativamente più elevato rispetto a quello del gruppo SFPD, sia per la serie MAP che per la serie HP (rispettivamente p<0.01 e p<0.05). Quest’ultimo risultato porta alla seguente considerazione: il tasso di crescita della potenza allocata nella banda LF dello spettro della MAP e del HP, nel periodo compreso tra il trentesimo minuto dopo la SAO e il FPD, sembra essere più elevato nel gruppo FFPD, come, per altro, confermano i risultati del LME (tabella 3.25).

In virtù di questi commenti, si può ipotizzare che, all’ origine dei fenomeni di crollo improvviso della pressione arteriosa, vi sia l’intervento di un meccanismo di saturazione del tono simpatico (Convertino e Cooke, 2002; Cooke e Convertino, 2002) per cui, oltre una certa soglia di attivazione (o trascorso un certo periodo di tempo al di sopra di tale soglia), l’attività simpatica viene depressa. Tale ipotesi integra quella formulata da Penn e Schmid-Schonbein (2011), chiarendo il ruolo del sistema nervoso simpatico e sottolineando come alla base dei fenomeni oggetto di indagine di questo lavoro vi sia, in

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generale, una risposta autonomica fallimentare. In sostanza, i risultati presentati indicano che l’ ipotesi di un meccanismo vagale proposta da Penn e Schmid-Schonbein è valida ma, più che una improvvisa attivazione parasimpatica, sembra avvenire una compensazione del sistema vagale, chiamato a gestire in solitudine il controllo autonomo della circolazione, nel momento in cui il contributo del sistema simpatico venga a mancare, secondo i meccanismi di iperattivazione e saturazione che sono stati richiamati per spiegare i risultati ottenuti.