Si può affermare che la teologia procede con un metodo scientifico?
La teologia ha diritto di sedere al tavolo con le altre scienze?
Nella scienza abbiamo i risultati conoscitivi più sicuri: laddove si parla di conoscenza scientifica ci si riferisce a qualche cosa che in genere si ritiene incontestabile. Quanto non è di dominio della scienza (molte volte andrebbe precisato delle scienze) si ritiene poco attendibile rispetto a quanto è frutto di speculazione scientifica.
Tommaso ci porta in un altro sistema di riferimento: Dio rivela se stesso. Il problema di fondo della teologia di Tommaso è trattato nella Quaestio 1 della Summa:
- Utrum Sacra Doctrina sit necessaria - Utrum Sacra Doctrina sit Scientia.
Tale trattazione introduce a tutta l’opera e può essere ritenuta lo statuto della teologia secondo Tommaso. La teologia di Tommaso nasce dal primo scontro con la scienza, intesa in senso aristotelico (conoscere per causa): oltre le discipline filosofiche è necessario ammettere un’altra scienza?
Necessarium fuit ad umanam salutem: la necessità consegue dal fatto che Dio ha voluto salvarci in questa maniera. Dio ha deciso di salvare gli uomini con una rivelazione che è sopra l’agire degli uomini.
La Dottrina salvifica può conoscersi solo con la Rivelazione. D’altra parte, l’“oggetto” della Rivelazione si deve conoscere, perché altrimenti non lo si potrebbe conseguire. La Rivelazione è dunque necessaria, e tale necessità è universale e incondizionata.
Intorno a Dio si può indagare anche con la ragione, ma tale possi-bilità non è per tutti, deve essere senza errori, non è possibile in tempi brevi. L’uomo può arrivare a conoscere Dio; la filosofia non riesce a
dare a tutti, nell’arco della vita, e senza errori, la conoscenza di Dio.
Tommaso sostiene dunque la tesi che la Sacra Dottrina è scienza in senso aristotelico. Una scienza è tale se è conoscenza che procede a dimostrare a partire da principi primi per sé noti o evidenze prime e immediate e vere. La Sacra Dottrina, invece, procede da articoli di fede, che non sono per sé noti.
Tommaso espone la seguente analogia: in fisica non dimostro i prin-cipi matematici, di per sé noti, che applico; la fisica si fida della mate-matica, si esprime attraverso un modello matematico, la sacra dottrina è una scienza (in senso aristotelico), perché poggia su principi conosciuti per lume di scienza superiore.
La Sacra Dottrina, dunque, è scienza subalterna alla conoscenza che Dio ha di sé. Tommaso ha spostato completamente il baricentro della questione: l’intelletto umano è illuminato dalla grazia.
La Sacra Dottrina è Necessaria
I padri della chiesa riconoscono una dottrina su un Dio unico per tutto il mondo (jυσiV). Tommaso parte da un problema diverso. Il problema della teologia del tempo è Utrum Sacra Doctrina sit Scientia, dove la sacra dottrina è esegesi pia e credente della Scrittura. La ragione umana ha dato prova di porsi delle domande e trovare il modo di rispondervi. La teologia di Tommaso nasce dal primo scontro con la scienza, intesa in senso aristotelico (conoscere per causa): oltre le disci-pline filosofiche è necessario ammettere un’altra scienza?
Tommaso scrive: Sembra che, oltre le discipline filosofiche, non sia necessario ammettere un’altra scienza.1
Necessario si oppone a superfluo: la scienza di Dio c’è già, quindi la Sacra Dottrina è superflua. La Sacra Dottrina qui vuole significare l’insegnamento che procede dalla Rivelazione che in Tommaso può essere inteso come:
1 - Dottrina; si fonda sull’autorità di Dio.
1 Summa Theol., p. I, q. 1, a 1.
2 - Rivelato da Dio agli Apostoli e ai Profeti; si fonda sull’autorità della chiesa. La Rivelazione è l’Ispirazione intesa come forma di continuità tra la fonte e la destinazione.
3 - Consegnato nei libri della Scrittura; si fonda sull’autorità della Scrittura.
4 - Testi Canonici.
Nella Quaestio 1, 1ª obiezione, citando l’Ecclesiastico: L’uomo non deve spingersi verso ciò che supera la sua ragione.
La ragione è la capacità naturale di conoscere, propria dell’uomo.
L’uomo può conoscere Dio in quanto ente, ma c’è una conoscenza di Dio che supera la ragione, per esempio la Trinità.
Nella 2ª obiezione, si legge che una dottrina, per essere scienza, deve essere de ente, «la filosofia tratta di ogni ente e anche di Dio»: non c’è bisogno, oltre la scienza filosofica, di un’altra scienza, perché ciò che si può conoscere razionalmente di Dio ce lo dà la filosofia.
Nel sed contra viene utilizzata (con un sillogismo stranamente composto) una citazione della Scrittura interpretata in “senso acco-modatizio”: Tutta la Scrittura divinamente ispirata è utile a insegnare, a redarguire, a correggere, a educare alla giustizia.2
Da ciò non ne deriva che è scienza: è importante distinguere tra
«Scrittura, divinamente ispirata» e «discipline filosofiche», che sono invenzione umana.
Nel respondeo (determinatio magistralis), Tommaso fa vedere che le ragioni del nemico non sono concludenti.
Era necessario, per la salvezza dell’uomo […] che ci fosse un’altra dottrina procedente dalla divina rivelazione. […] perché una conoscenza razionale di Dio non sarebbe stata possibile che per parte di pochi, dopo lungo tempo e con mescolanza di molti errori; eppure dalla conoscenza di tali verità dipende tutta la salvezza dell’uomo, che è riposta in Dio.3
«Intorno a Dio si può indagare anche con la ragione», ma tale possi-bilità non è per tutti, deve essere senza errori, non è possibile in tempi
2 Summa Theol.,p.I, q.1, a.1, sed contra.
3 Summa Theol.,p.I, q.1, a.1, respondeo.
brevi. L’uomo può arrivare a conoscere Dio mediante la sua vita; la filosofia non riesce a dare a tutti, nell’arco della vita, e senza errori, la conoscenza di Dio.
La Sacra Dottrina è Scienza
Tommaso sostiene dunque la tesi che la Sacra Dottrina è scienza in senso aristotelico. Una scienza è tale se è conoscenza che procede a dimostrare a partire da principi primi per sé noti o evidenze prime e immediate e vere. La Sacra Dottrina, invece, procede da articoli di fede, che non sono per sé noti.
La scienza, a differenza degli articoli di fede, parte da premesse certe, evidenze prime, mentre gli articoli di fede non sono evidenti, sono oscuri per definizione.
Tommaso non dice che gli articoli di fede sono oscuri; tali articoli di fede non sono dell’ordine dell’intelligibile, ma dell’autorità: L’ha detto Dio (Divina Rivelazione).
L’obiezione sta proprio nel fatto che la Sacra Dottrina procede da articoli di fede, allora non può essere scienza in senso aristotelico.
La scienza, secondo Aristotele, si occupa di ciò che è universale e necessario: «La scienza non si occupa dei singolari, ma degli universali.
Ora la sacra dottrina si occupa di particolarità […]».4
La Sacra Dottrina, infatti, «[…] parla delle gesta di Abramo, Isacco […] conseguentemente non è scienza».
Nel sed contra Tommaso utilizza una citazione di Agostino, dove la parola scienza risulta applicata alla Sacra Dottrina.
Nel respondeo Tommaso formula la sua tesi. La tesi di Tommaso è che la Sacra Dottrina è scienza e tale dichiarazione è fatta in senso aristo-telico: Tommaso, come Aristotele, fa una distinzione tra due scienze:
«[…] vi è un doppio genere di scienze. Alcune procedono da principi noti per naturale lume di intelletto […] altre procedono da principi
4 Summa Theol., p. I, q. 1, a. 2,2.
conosciuti alla luce di una scienza superiore […]».5
La Dottrina Rivelata, nell’oggetto Dio in quanto Dio, mi consegna degli Articoli di Fede. Sono essi noti?
Tommaso espone la seguente analogia: in fisica non dimostro i prin-cipi matematici, di per sé noti, che applico; la fisica si fida della mate-matica, gli Articoli di Fede non sono evidenti nella Sacra Dottrina ma (al di sopra) nella Scienza che Dio ha di sé. Gli Articoli di Fede sono passati dal campo della autorità divina al campo dell’intelligenza della fede. Quindi, la sacra dottrina è una scienza (in senso aristotelico), perché poggia su principi conosciuti per lume di scienza superiore.
L’Atto di Fede, cioè credere a Dio, Prima Veritas, è evidente. Ha la massima fondatezza, l’assenso di fede è un assenso ad un articolo la cui evidenza esiste già, e sarà manifestata anche a noi.
Tommaso ha spostato completamente il baricentro della questione:
l’atto di fede (lumen infusum), si regge sull’illuminazione. L’intelletto umano è illuminato dalla grazia, che non fa altro che «assecondare»
l’intelletto stesso: «la grazia non distrugge la natura, anzi la perfeziona».
Il mistero di Dio non è al di fuori dell’ordine della ragione, ma supera l’intelletto; è presente come Prima Veritas e, fondamento ultimo di ogni evidenza, è l’evidenza prima. «Dio in quanto Dio» è assolutamente di ordine superiore, ma è dell’ordine dell’intelligibile; è la prima verità.
La Sacra Dottrina, dunque, è scienza subalterna alla conoscenza che Dio ha di sé.
Concilio Vaticano II - Legittima Autonomia della Ricerca Scientifica Il Concilio Vaticano II incontra l’umanità all’inizio di una nuova era:
“il genere umano passa da una concezione piuttosto statica dell’ordine, a una concezione più dinamica ed evolutiva; ciò favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove.”6
5 Summa Theol., p. I, q. 1, a. 2, respondeo.
6 Concilio Vaticano II, Costitutione Pastorale Gaudium et Spes, 5.
L’attenzione del Concilio è rivolta all’intera famiglia umana, a quel mondo che è teatro della storia dell’uomo.7
“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.”8
Il Concilio Vaticano II comincia nel 1959 sotto il Pontificato di Giovanni XXIII e si conclude nel 1965 sotto il Pontificato di Paolo VI.9
«I fedeli […] devono riconoscere la natura intima di tutta la creazione, il suo valore e la sua ordinazione alla lode di Dio, […]. Nel compiere nella sua universalità questo dovere i laici hanno il posto di primo piano. Con la loro competenza quindi nelle profane discipline e con la loro attività, elevata intrinsecamente dalla grazia di Cristo, portino efficacemente l’opera loro, perché i beni creati, secondo l’ordine del Creatore e la luce del suo Verbo, siano fatti progredire dal lavoro umano, dalla tecnica e dalla cultura per l’utilità di tutti assolutamente gli uomini».10
L’attenzione per il “mondo” e per la realtà sociale ha caratterizzato il magistero dei Pontefici Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Scienza, tecnica e argomenti correlati non sono rari nelle Encicliche di questi Papi. In figura 1 si riportano le occorrenze di alcuni termini.11
7 Concilio Vaticano II, Tutti i Documenti del Concilio Vaticano II, Testo ufficiale e versione italiana, in EnchiridionVaticanum 1. Bologna: Edizioni Dehoniane Bologna, 1985.
8 Concilio Vaticano II, Costitutione Pastorale Gaudium et Spes, 1.
9 Concilio Vaticano II, Tutti i Documenti del Concilio Vaticano II, Testo ufficiale e versione italiana, in EnchiridionVaticanum 1. Bologna: Edizioni Dehoniane Bologna, 1985.
10 Concilio Vaticano II, Costitutione Dogmatica Lumen Gentium, 36.
11 B. Bisceglia, A. Rizzi, Alcune analisi statistiche delle encicliche papali, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001.
0 10 20 30 40 50 60 70 80
Pio XII Giovanni
XXIII Paolo VI Giovanni Paolo II
scienza scienze tecnica progresso
Fig. 1 - Ricorrenza di alcuni termini nelle encicliche papali
«Tra le meravigliose invenzioni tecniche che l’ingegno umano, con l’aiuto di Dio, ha tratto dal creato, la madre chiesa accoglie e segue con speciale cura quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che hanno aperto nuove vie per comunicare, con massima facilità, notizie, idee e insegnamenti d’ogni genere. Tra queste invenzioni spic-cano quegli strumenti che per loro natura sono in grado di raggiungere e muovere non solo i singoli uomini, ma le stesse moltitudini e l’intera società umana - quali la stampa, il cinema, la radio, la televisione e altri simili -, che possono quindi a ragione essere chiamati «strumenti della comunicazione sociale».12
12 Concilio Vaticano II, Decreto Inter Mirifica, 1.
I documenti del Concilio
I sedici documenti non mancano di stupire per l’apertura di oriz-zonti e per lo sguardo planetario con cui vengono affrontati dei temi con visione innovativa.
In tabella 1 si riporta l’elenco dei documenti, in figura 2 sono rappre-sentate le dimensioni dei documenti.
Ad Gentes Attività missionaria della chiesa Apostolicam Actuositatem Apostolato dei laici
Christus Dominus Ufficio pastorale dei vescovi nella chiesa Dei Verbum Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dignitatis Humanae Libertà religiosa
Gaudium et Spes La Chiesa nel mondo moderno Gravissimum Educationis Dichiarazione sull’educazione cristiana Inter Mirifica Decreto sui mezzi di comunicazione sociale Lumen Gentium Costituzione dogmatica sulla Chiesa
Nostra Aetate Relazione della Chiesa con le religioni non cristiane OptatamTotius Decreto sulla formazione dei presbiteri
Orientalium Ecclesiarum Chiese cattoliche di rito orientale Perfectae Caritatis Rinnovamento della vita religiosa Presbyterorum Ordinis Ministero e vita dei presbiteri Sacrosanctum Concilium Costituzione sulla Sacra Liturgia Unitatis Redintegratio Decreto sull’ecumenismo
Tab. 1- Il Concilio Vaticano II
La Costituzione Pastorale Gaudium et Spes
«La ricerca scientifica di base come la ricerca applicata costituiscono un’espressione significativa della signoria dell’uomo sulla creazione.
La scienza e la tecnica sono preziose risorse quando vengono messe al servizio dell’uomo e ne promuovono lo sviluppo integrale a beneficio di tutti; non possono tuttavia da sole, indicare il senso dell’esistenza e
010000200003000040000 numero di parole
AG AA CD DV DH GS GE IM LG NA OT OE PC PO SC UR
Dimensioni dei documenti
Fig. 2 - Dimensioni dei singoli documenti
del progresso umano.»13
Nella costituzione Gaudium et Spes, che tratta della Chiesa nel Mondo Contemporaneo, viene presentata una visione delle discipline scientifiche che non può non sorprendere, soprattutto quando si tratta di legittima autonomia delle scienze.
«Chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza che egli se ne avverta viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono. A questo punto, ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non mancano nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza, e che, suscitando contese e controversie, trascinarono molti spiriti a tal punto da ritenere che scienza e fede si
13 Catechismo della Chiesa Cattolica, 2003.
oppongano tra loro.»14
“La Chiesa stima la scienza, essa riconosce anche una certa conna-turalità con coloro che vi consacrano i propri sforzi, come con tutti coloro che cercano di aprirsi alla famiglia umana ai più nobili valori del vero, del bene e del bello, a un’intelligenza delle cose che ha valore universale.”15
“L’uomo, applicandosi allo studio delle varie discipline quali la filosofia, la storia, la matematica, le scienze naturali, e occupandosi di arte, può contribuire moltissimo ad elevare la umana famiglia a più alti concetti del vero, del bene e del bello e ad un giudizio di univer-sale valore: in tal modo questa sarà più vivamente illuminata da quella mirabile sapienza, che dall’eternità era con Dio, disponendo con lui ogni cosa, ricreandosi nell’orbe terrestre e trovando le sue delizie nello stare con i figli degli uomini.”16
Un nuovo tipo di dialogo si è ormai instaurato tra la Chiesa e il mondo scientifico.17
“La Chiesa prende le difese della ragione della scienza alla quale essa conferisce la dignità di raggiungere la verità […]per mezzo della quale possiede la sua dignità di bene umano e personale […]”.18
Se appaiono delle divergenze tra la Chiesa e la scienza, il motivo va ricercato nel limite della nostra ragione, ristretta nella sua estensione e quindi esposta all’errore”.19
“La ricerca fondamentale deve essere libera dai poteri politico ed
14 Concilio Vaticano II, Costitutione Pastorale Gaudium et Spes, 36.
15 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scien-ze nel cinquantesimo della rifondazione, 28 ottobre 1986.
16 Concilio Vaticano II, Costitutione Pastorale Gaudium et Spes, 57.
17 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scien-ze nel cinquantesimo della rifondazione, 28 ottobre 1986.
18 Giovanni Paolo II, Discorso agli uomini di scienza e agli studiosi, 15 novembre 1980.
19 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scien-ze nel cinquantesimo della rifondazione, 28 ottobre 1986.
economico, che devono cooperare al suo sviluppo senza ostacolarla […].
Come ogni altra verità scientifica deve rendere conto solo a se stessa e alla verità suprema che è Dio, creatore dell’uomo e di ogni cosa”.20
“Isaac Newton sintetizzò e portò al loro compimento le scoperte di Keplero, di Copernico, di Galileo, di Cartesio; egli fu il testimone e l’attore decisivo della rivoluzione scientifica del XVII secolo. Allora la scienza moderna rinfrancò le sue frontiere tradizionali che erano prece-dentemente determinate da una visione geocentrica dell’universo e da una concezione più qualitativa che quantitativa della natura. Questi grandi sapienti versati in uno studio sperimentale dell’universo, con sempre maggiore precisione e specializzazione, non rimanevano in un atteggiamento di ricerca sul senso globale della natura; lo testimonia-vano le loro speculazioni di pensatori sul cosmo. Le loro ricerche audaci hanno aiutato a definire meglio le frontiere negli orizzonti del sapere.
Non sono sempre stati accettati su questo punto, e la Chiesa stessa ha impiegato molto tempo a riconciliarsi con i loro punti di vista.”21
“L’esperienza di Galileo ne è una tipica dimostrazione. Per quanto fosse dolorosa essa ha reso un servizio inestimabile al mondo scienti-fico e alla Chiesa, portandoci a capire meglio i rapporti tra la Verità rivelata e le verità scoperte empiricamente. Egli stesso escludeva una reale contraddizione tra la scienza e la fede; entrambe provengono dalla stessa fonte, e devono essere riferite alla Verità prima.”22
“I cristiani sono stati invitati a rileggere la Bibbia senza cercare in essa un sistema cosmologico scientifico. E gli scienziati stessi sono stati invitati a restare aperti all’assoluto di Dio e al senso della creazione.
Ogni aspetto può essere scientificamente sondato proprio perché esso
20 Giovanni Paolo II, Primo discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, 10 novembre 1979.
21 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scien-ze nel cinquantesimo della rifondazione, 28 ottobre 1986.
22 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scien-ze nel cinquantesimo della rifondazione, 28 ottobre 1986.
rispetta l’essere umano; sono piuttosto le metodologie che costringono gli scienziati ad alcune astrazioni e delimitazioni.”23
Nell’insegnamento del Concilio Vaticano II si esprimono con chia-rezza la distinzione e la complementarietà degli ordini del sapere, l’or-dine della fede e l’orl’or-dine della ragione: “La Chiesa afferma la legittima autonomia della cultura e particolarmente quella delle scienze […]. è in virtù della creazione stessa che tutte le cose sono stabilite secondo la loro consistenza, la loro verità e la loro eccellenza proprie, con il loro ordine e le loro leggi specifiche”.24
Bisogna riconoscere i metodi particolari di ogni scienza: “perché la ricerca metodica, in tutti i campi del sapere, se è condotta in modo veramente scientifico e se segue le norme della morale, non sarà mai veramente opposta alla fede: le realtà profane e quelle della fede trovano la loro origine in Dio stesso”.25
Sarebbe falso comprendere questa autonomia delle realtà terrestri come se esse non dipendessero da Dio e che l’uomo potesse disporne senza fare riferimento al Creatore. Se i principi sono chiari dovrebbero allontanare ogni atteggiamento di paura o di sfiducia, anche se ciò non significa che ogni difficoltà sia appianata; nuove ricerche e nuove scoperte scientifiche sollevano nuove questioni che costituiranno altret-tante esigenze per i teologi, nel modo di presentare le verità di fede salvaguardandone sempre il senso e il significato.
“Se per autonomia delle realtà terrene intendiamo che le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l’uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare, allora si tratta di una esigenza legittima, che non solo è postulata dagli uomini del nostro tempo, ma anche è conforme al volere del Creatore. Infatti è dalla stessa loro condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità,
23 Giovanni Paolo II, Discorso alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scien-ze nel cinquantesimo della rifondazione, 28 ottobre 1986.
24 Concilio Vaticano II, Costitutione Pastorale Gaudium et Spes, 59.
24 Concilio Vaticano II, Costitutione Pastorale Gaudium et Spes, 59.