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5 I giardini scenografic

5.4. Considerazioni comparative

Dopo aver analizzato Parco Papadopoli e Parco Imperiale, è necessario fare alcune considerazioni comparative. Anzitutto, come già detto, si tratta di parchi che sono stati definiti, per le loro caratteristiche complessive, in stile all'inglese o paesaggistico.

Le date che attestano l'inizio dei lavori sono: 1828 per Parco Imperiale e 1850 per il Parco Papdopoli; quest'ultima data è riscontrabile su un'unica fonte ottocentesca che possediamo: un testo di Luigi dall'Oste, assiduo visitatore del parco e della famiglia Papadopoli. Considerando dunque che vi sono circa 22 anni di distanza tra le due realizzazioni, è da attribuire il fatto che per il Parco Papadopoli, Bagnara abbia maturato più esperienza anche per quanto riguarda lo studio dei coni visuali e gli effetti scenici ottenuti.

Osservando le relative planimetrie, si può notare che in entrambi i casi è stato predisposto un preparco; in villa Papadopoli si trova in basso ad est della villa, mentre in Villa Imperiale corrisponde con lo spazio giardino situato attorno al padiglione Bagnara.

Nel Parco di San Polo non c’è traccia di un brolo e per tale motivo viene considerato un parco ornamentale; lo si capisce chiaramente dal disegno ma anche dalle specie viventi citate in elenco in appendice. Inoltre, non ci sono aree del parco adibite a verde produttivo.

Il Parco di San Polo è caratterizzato da radure di prato molto estese; ciò amplifica le vedute prospettiche; inoltre la distinzione tra aree in ombra, resa da gruppi di alberi o boschetti e prati liberi ed aree soleggiate, è molto evidente. Il sistema dei percorsi è molto meno articolato rispetto a quello di Villa Imperiale, che al contrario, presenta numericamente più sentieri, collegabili tramite piccoli ponti in legno. Questi, costituiscono per il visitatore, dei punti di osservazione d'interesse paesaggistico.

I percorsi in Parco Papadopoli, invece, delimitano quasi sempre le aree a prato da quelle a bosco e sono quindi più semplificati.

In Villa Imperiale, si estendeva iniziamente un brolo di 25 ettari di terreno e venne costruito un grandioso giardino "all'italiana". Il parco progettato da Bagnara si discosta del tutto con il giardino del Cinquecento aderente alla villa; si può infatti notare che esiste un percorso che taglia in modo netto il giunto tra i due tipi di giardino: è il percorso orizzontale che passa aderente alla biblioteca civica. Il sistema dei percorsi è qui molto articolato, si distingue un anello perimetrale continuo, al quale si appoggia una seconda struttura di percorsi (orizzontali).

Inoltre, alcuni degli elementi più caratteristici di Parco Imperiale, sono: la presenza di numerose collinette artificiali e ben quattro isole, mentre a San Polo esiste una sola piccola isola, seminascosta e situata quasi al centro del parco. In Parco Imperiale, per esempio, la "serpentina", cioè il percorso a curve, viene particolarmente esaltata creando asimmetria e irregolarità. Inoltre, le collinette verdeggianti che simulano delle montagne in miniatura ed i ponti in legno, percorrono il giardino con andamento sinuoso, costeggiando gli specchi d'acqua e raccordando le varie sezioni.

Parco Imperiale, a differenza di Parco Papadopoli, presenta una sequenza di luoghi intimi tra alberi e vegetazione e vi sono più spazi racchiusi ed ombrosi. Proprio per questo senso di intimità in quanto tali colline creano angoli a sè stanti e delle piccole gole racchiuse e nascoste tra gli alberi, il Parco di Galliera Veneta è stato definito anche "romantico". Il giardino romantico è infatti il luogo di incontri "segreti" tra amanti, un ambiente nascosto, spesso racchiuso tra alberi e cespugli o circondato da siepi, lasciate crescere in modo naturale e formate da essenze diverse. Nel nostro caso non vi sono siepi, bensì alcune varietà di cespugli e molte specie di alberi che, con le loro fronde, creano estese zone d'ombra e protezione dagli sguardi altrui. Inoltre mentre questo contesto di piccoli angoli appartati, crea una certa frammentarietà di insieme, non c'è un rapporto visivo costante con la villa.

In Parco Papadopoli, invece, possiamo notare come il castello, posto sopra una piccola altura, dialoghi direttamente con il giardino. Esso si sviluppa principalmente attorno al lago e segue il perimetro a forma di elisse, alternando,

come già detto, gruppi di alberi ad alto fusto con estese radure erbose. Il risultato che ne segue, è, un contrasto di luce-ombra in gran parte presente in tutto il giardino. Ciò rende una veduta d'insieme amplificata e di ampio respiro.

La mancanza nella planimetria di una disposizione generale simmetrica e regolare, insieme all'utilizzo di piante ornamentali ed esotiche, rispecchia il gusto dell'epoca e soprattutto dimostra come il Bagnara fosse cosciente di raggiungere quello specifico risultato.

In entrambi i casi, comunque, i parchi sono chiusi in se stessi, non ci sono aperture visuali verso l’esterno. I coni prospettici sono rivolti verso il centro del parco. Ciò, in parte, contrasta con il concetto di giardino paesaggistico che tende a diventare un giardino che si espande ed ingloba il paesaggio circostante, nel nostro caso rappresentato dalla verde campagna.

Comune denominatore tra i due parchi è il lago, elemento-specchio a cui il Bagnara ricorreva spesso nelle sue progettazioni di giardini. Nel lago, infatti, si riflettono forme e colori della vegetazione che cambiano in base anche alle stagioni ed alle diverse condizioni della luce. L'intento del Bagnara era, probabilmente, quello di creare uno scenario mutevole e suggestivo. E' inoltre da segnalare come in entrambi i parchi, i laghi sono alimentati da affluenti locali, senza costruzioni idrauliche o movimenti di terra particolari.

In Parco Papadopoli il lago è un espediente fondamentale, proprio perchè il castello è situato a ridosso, la sua immagine si specchia, rappresentando simbolicamente l'elemento della duplicità: in alcuni punti del lago, infatti, troviamo riflessa per intero l'immagine del castello, creando dunque un gioco di sdoppiamento e simmetria che affascina e seduce il visitatore.

Complessivamente, questi due parchi appaiono molto diversi tra loro, tali che, ad una prima visita, possono sembrare appartenere a due progettisti diversi. Malgrado ciò, comunque, essi presentano alcune analogie e se si osserva bene, balza agli occhi la peculiarità scenografica applicata dal Bagnara, che trova la sua più matura espressione certamente in Parco Papadopoli, ma che viene applicata anche a Galliera Veneta. Come si diceva, il fatto di aver acquisito più

esperienza negli anni, portò il maestro ad avere più padronanza nel rendere alcuni effetti scenici di particolare bellezza ed osservabili a San Polo. Il più evidente, come già detto, è l'immagine del castello che si riflette nel lago e crea una specie di "simmetria" scenica. Inoltre, possiamo notare come in alcuni punti del parco, la traiettoria dei punti visuali rimanda sempre al castello, diventando quasi un punto di riferimento fondamentale per l'intero parco.

In Parco Imperiale, sicuramente viene applicata la stessa abilità scenica, nell'isoletta del bambù, che, per la sua forma rotonda ed essendo circondata dall'acqua, quando viene colpita dalla luce, crea dei giochi di colori e contrasti molto interessanti. Tale isola-galleggiante, sembra costituire un vero e proprio sipario a sè stante.

Come sappiamo, il progettista di giardini all'inglese creava volutamente un'asimmetria del tracciato dei sentieri e nella disposizione degli alberi, proprio per ricreare un verde apparentemente disordinato e soprattutto per simulare quello che offriva spontaneamente la natura. Il Bagnara riuscì perfettamente ad interpretare, in ambedue i parchi e sebbene con due risultati diversi, tale concetto.

99 Il sistema dei percorsi e delle vie d'acqua ,Parco Papadopoli -Giol a San Polo di Piave I

101.Bozzetto scenico di F. Bagnara. Collezione "Pensieri di scena". Museo Correr , Venezia.

102.Ponte di legno nel parco Imperiale. Singolare analogia con il bozzetto scenico di F.Bagnara

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Origine e sviluppo del giardino-paesaggistico o all'inglese.