• Non ci sono risultati.

parte seconda

7. Il progetto di ampliamento in stile neogotico del Castello Ipotesi e motivazioni

7.1. Giovanni Battista Ferrante.

Giovanni Battista Ferrante nacque a Torino il 17 Agosto 1834. Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria presso l'università torinese nel 1855, acquisì esperienza presso vari studi locali. Si perfezionò dedicandosi soprattutto alla progettazione ed al ramo dell'ingegneria idraulica.

Fu Socio fondatore nel 1864 della Società degli Ingegneri ed Industriali, ne divenne presidente dal 1883-85 e 1887-89.

Progettò a Torino numerosi edifici importanti: tra le prime realizzazioni ci fu l'ampliamento dell'oratorio di San Francesco di Sales, commissionato da Giovanni Bosco nel 1860. Dopo circa due anni il Ferrante ricevette l'incarico da Giulia Colbert, marchesa di Barolo, di realizzare l'edificio per la parrocchia di

Santa Giulia110 nel quartiere di Vanchiglia. Inizialmente i lavori vennero affidati ad Alessandro Antonelli111, il quale però presentò un progetto giudicato troppo dispendioso e per questo venne rifiutato. Fu grazie alla generosità della marchesa, che finanziò la costruzione della chiesa, intitolandola alla santa che portava il suo nome, che i cantieri furono riaperti ed infine venne nominato come nuovo progettista il Ferrante. La marchesa del Barolo però non vide l'opera completata, infatti morì due anni prima della fine dei lavori (1866). Il Ferrante realizzò uno dei migliori esempi di architettura neogotica nel torinese. La facciata è tripartita, con tre rosoni, dei quali il più grande è quello che caratterizza la navata centrale.

Intorno al 1869 Ferrante realizzò, sul corso Vittorio, la villa per il marchese Tornielli, in seguito trasformata in convento per le suore del Cenacolo. L'edificio venne demolito nel 1958. Nei disegni il progetto risulta ispirato allo stile Tudor, subì successive modifiche sempre per mano del Ferrante e per anni venne definito "la casa inglese".

Nel 1872 progettò la chiesa ed il convento per le suore cappuccine sul corso Casale a Torino, un edificio in stile romanico con mattoni a vista. In seguito realizzò il campanile in stile romanico della chiesa di Madonna di Campagna 110 Davide Pellizzon, nella sua tesi, mette in evidenza alcune importanti analogie con il Castello di San

Polo, soprattutto per quanto riguarda la facciata, più che l'impianto planimetrico. Si legge infatti:

«Nonostante i due edifici abbiano destinazioni d'uso completamente differenti, il Ferrante impiega nella facciata una serie di espedienti stilistici, molto spesso puramente decorativi che poi riutilizza, quasi li avesse ricalcati, nel progetto di San Polo. [...] Mi riferisco ad esempio ai contrafforti sporgenti sormontati da pinnacoli, al portale d'ingresso che ricorda per molti versi l'elemento in pietra che inquadra le finestre centrali al primo piano nel nostro prospetto sud, ed ancora alle due paraste che incorniciano l'ingresso principale alla chiesa, lavorate con un motivo decorativo che ritroviamo più volte a cinquecento chilometri di distanza. Vi sono insomma mescolati e celati in contesti diversi elementi architettonico-decorativi formalmente identici... »; tratto da Il Castello dei Papadopoli a San Polo di Piave. Vicende storico-morfologiche di un complesso ottocentesco, tesi di laurea di Davide Pellizzon Facoltà di Architettura IUAV Venezia, pag. 80.

111 Alessandro Antonelli (Ghemme 1798- Torino 1888) è stato un grandissimo architetto italiano.

La sua opera più nota è la Mole Antonelliana, che prende il nome dal suo ideatore e che rappresenta il simbolo della città di Torino.

(1884), distrutta nel 1942 a causa della guerra.

Venne nominato nel 1883 dal sindaco di Torino a far parte della commissione per lo studio del risarcimento della via Diagonale. Fu impegnato inoltre in numerosi interventi di restauro e di sopraelevazione tra cui si ricorda quella per il palazzo Faletti di Barolo. Intervenne gratuitamente nel 1884 sull'antica chiesa della Consolata, mettendo in evidenza il muro di cinta e la torre d'angolo, entrambi di epoca romana. Nel 1891 lavorò alla facciata della chiesa barocca dello Spirito Santo. Il Ferrante si occupò inoltre di critica storica e di analisi della progettazione architettonica in relazione alle problematiche dei cittadini. Scrisse alcuni interessanti articoli e saggi; alcuni dei suoi testi comparvero, con la sola sigla "F.", sulla prestigiosa rivista diretta da G. Sacheri, L'Ingegneria civile e le

arti industriali. Tra il 1875 e il 1883 si contano undici suoi contributi; tra essi si

segnalano l'articolo su L'insegnamento dell'architettura, dove ribadì la necessità di una base comune per la preparazione professionale di ingegneri e di architetti Con la pubblicazione del testo L'architettura in Torino (Torino 1880, pp. 631-686) il Ferrante tentò uno dei primi studi critici dello sviluppo architettonico torinese dall'epoca romana in poi, utilizzando talora toni vivaci che non negavano anche un certa avversione per l'architettura barocca, in particolare il San Lorenzo guariniano. Si espose audacemente con pareri ed opinioni negativi criticando per esempio la progettazione della chiesa delle Cappuccine per errori di ortografia. Tra i suoi Scritti si ricorda: La fognatura di Torino, Torino 1884; Tre mezze

pagine d'architettura di Torino. La cinta romana, il campanile e la chiesa della

Consolata.

Fu costretto, per motivi di salute a rinunciare alla sua professione ed infine morì a Torino il 27 Aprile 1913112.

112 Sulla biografia di Giovanni Battista Ferrante si legga: A. Gonella, Commemoraz.ione in Atti della Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, 1913, fascicoli 5-6, pp. 83-85; M. Leva Pistoi, Torino mezzo secolo d'architettura 1865-1915, Torino, Tip. Torinese, 1969; A. Griseri, R. Gabetti, Architettura dell'ecclettismo, Torino, Einaudi, 1974; P. Scarzella, Torino nell'Ottocento e nel Novecento, Torino, Ed.Celid,1995.http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-battista-ferrante_(Dizionario_Biografico)

115.Elementi neogotici del Castello, particolare

116 Finestra a bifora, particolare

118 A.Prospetto Est rilievo di una porzione scala 1:100,.B Piante Piano Terra, primo piano, secondo piano, scala 1:500, Autore: Davide Pellizzon