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3.1 Lo sviluppo insediativo: una sintesi

Nonostante le informazioni ricavabili dall’edito siano ancora frammentarie, è stato possibile condurre un’analisi preliminare sull’evoluzione del sito anche da un punto di vista geografico “orizzontale”. Sembra che l’abitato antico di Treviso nei suoi ultimi tre millenni e mezzo di vita, pur con momenti di apparente contrazione (archeologicamente riscontrati, a tutto il 2013, solo per alcuni circoscritti momenti relativi all’epoca protostorica), sia stato occupato con continuità; alcune zone sono state costantemente frequentate dall’uomo in questo vasto arco cronologico fin dalla creazione del primo stanziamento stabile: si tratta in particolare dell’area oggi compresa tra gli attuali corsi d’acqua della Roggia a nord, del Cagnan ad ovest, del Sile a sud e del Siletto ad est, entro cui si innalzavano i dossi fluviali del Duomo, di piazza Indipendenza - piazza dei Signori e di S. Andrea, e del settore sudorientale della città odierna, coincidente con l’altura di S. Nicolò - piazza Vittoria; solo a partire dall’Alto Medioevo si assiste ad una chiara espansione insediativa rispetto a questo nucleo originario, sia in aree acquitrinose conquistate grazie ad opere spondali e di bonifica (oltre la Roggia a nordovest, nella fascia dei Cagnani ad est e oltre il Sile a sud), sia in rilievi di recente formazione (dosso di S. Caterina), mentre in epoche moderna il sito incomincia ad assumere la fisionomia e l’estensione che ancora oggi caratterizza il centro storico326.

Con le informazioni disponibili sulla base dell’edito risulta per il momento problematico fornire una descrizione, anche solo sommaria, dello sviluppo topografico di Treviso per le diverse fasi cronologiche e sarebbe perciò troppo azzardato proporre ipotesi sull’eventuale continuità funzionale di alcune zone del sito; tuttavia le considerazioni avanzate in questo capitolo consentono di aprire nuovi spiragli in vista di uno studio più articolato sul potenziale della risorsa sepolta della città. Nonostante infatti l’insufficienza dei dati conferisca a queste un certo grado di approssimazione, è possibile innanzitutto constatare l’efficacia delle analisi spaziali condotte nell’ambito di ricerche di archeologia urbana preventiva (basate su un approccio geografico al dato materiale e all’utilizzo di strumenti

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potenti ed implementabili come i GIS), e in secondo luogo di individuare nuovi spunti per una ricerca futura, verso un superamento dei problemi imposti dalla campionatura327.

3.2 Conclusioni

Come già sottolineato in precedenza328, per condurre una ricerca più articolata sulle caratteristiche dei depositi urbani di Treviso sarebbe necessario procedere innanzitutto con una nuova campagna di raccolta di dati. Da un lato risulterebbe estremamente utile poter consultare il materiale inedito relativo agli interventi effettuati nel centro storico (archivi della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, dell’Ufficio Tecnico del Comune e di ditte private), aumentando così sensibilmente la nostra conoscenza dello sviluppo insediativo sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo; da un altro lato la possibilità di eseguire una serie di indagini mirate, non estensive (carotaggi, saggi stratigrafici), permetterebbe di superare i limiti imposti dalla campionatura, dirimendo alcune importanti questioni relative all’effettiva presenza, per determinate epoche e in specifiche zone dell’abitato, di una frequentazione antropica, e quali attività umane vi fossero svolte in passato. Per poter fornire un quadro più scientifico e completo queste informazioni potrebbero quindi dialogare efficacemente con tutta una serie di indicazioni provenienti da uno studio sia delle strutture conservate in alzato (archeologia dell’architettura) sia di documenti d’archivio (soprattutto sulla toponomastica e sulla cartografia storica) da condurre tramite supporti GIS, seguendo un approccio multidisciplinare ed informatico già collaudato in alcune esperienze di archeologia urbana preventiva che si è dimostrato estremamente efficace329.

327 Per un approfondimento di questi temi vd. GELICHI 1999c, passim, ANICHINI et alii 2011b, passim, GELICHI,

LIBRENTI 2011, p. 30 e FABIANI et alii 2013, passim.

328 Vd. supra, Cap. IV, par. 4.2.

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CAPITOLO VI

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI SUL POTENZIALE

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1 - Introduzione

Una volta portate a compimento le analisi di tipo “verticale” (sul paleoambiente, sui piani d’uso antichi e sulle caratteristiche stratigrafiche del pacco antropico)330 ed “orizzontale” (sull’estensione della frequentazione umana e sulle tipologie funzionali dei contesti)331 è infine possibile avanzare le prime circostanziate considerazioni sul potenziale della risorsa sepolta, la cui identificazione è l’obbiettivo principale di ogni studio di archeologia urbana preventiva. Nel corso del tempo è stata individuata una serie di fattori determinanti per la valutazione dei depositi urbani332 che possono essere ricondotti a due aspetti fondamentali tra loro interconnessi: il primo rappresenta il potere informativo del dato materiale, il secondo riguarda il grado di conservazione di quest’ultimo. Sulla base di questi parametri è possibile avanzare ipotesi scientifiche sulla qualità delle stratificazioni con un approccio predittivo che ha come scopo ultimo programmare la ricerca e sostenere la tutela per limitare il più possibile la perdita immotivata dei contesti archeologici che potrebbero fornire le informazioni più significative per la storia del sito333.

Sulla scorta delle informazioni disponibili dall’edito risulta impossibile costruire un modello predittivo particolarmente complesso del potenziale archeologico per il centro storico di Treviso ma, dal momento che una ricerca di questo tipo non è mai stata realizzata334, si è tentato comunque di procedere con analisi preliminari, prendendo spunto dalle esperienze di studio condotte per altre città italiane335.

330 Vd. supra, Cap. IV. 331 Vd. supra, Cap. V.

332 Vd. supra, Cap. I, par. 2.2; per un approfondimento su questi argomenti vd. CARVER 1983a, pp. 354-358,

CARVER 1984, passim, ANICHINI et alii 2011b, passim,ANICHINI et alii 2013b, passim, ANICHINI et alii 2013c, passim e DUBBINI 2013, passim.

333

Sull’approccio predittivo e sulla valutazione del potenziale archeologico urbano in generale vd. ROCCHI 1979, passim,CARVER 1983a, passim,CARVER 1983b, passim, SCHNAPP 1984,passim,GELICHI 1999b, passim, BROGIOLO 2000a, p.351,BROGIOLO 2000B,passim,CARVER 2003, pp. 111-112 e ANICHINI et alii 2011b, passim.

334 Per una descrizione sullo stato della pratica e della ricerca archeologica su Treviso vd. supra, Cap. II.

335 Su Pavia vd. HUDSON 1981, passim (di cui è una sintesi HUDSON 1984), sui principali capoluoghi lombardi

vd. BROGIOLO 1984, passim, su Cesena vd. GELICHI, ALBERTI, LIBRENTI 1999a, passim e il contributo riassuntivo GELICHI, LIBRENTI 2011, passim, su Modena vd. CARDARELLI et alii 2001, passim, su Faenza vd. GUARNIERI 2001, passim, su Parma vd. BIGLIARDI 2009, passim, infine per il progetto MAPPA relativo alla città di Pisa vd. in particolare ANICHINI et alii 2012, passim e ANICHINI et alii 2013a, passim.

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