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Alla luce dei dati raccolti e dei risultati ottenuti, questo elaborato di tesi ribadisce le raccomandazioni fornite sia dalle Linee Guida Europee sia dall’American College of Cardiology e dall’American Heart Association che consigliano, per ridurre il rischio cardiovascolare, il rischio di aterosclerosi e di ipercolesterolemia, di seguire uno stile di vita sano durante tutta la vita, a qualsiasi età (Jr et al., 2019).

Si evidenzia, infatti, che ad ogni età, la terapia basata su uno stile di vita sano rappresenta il primario intervento nella sindrome metabolica; abitudini corrette che si traducono nello scoraggiare stili di vita malsani come sedentarietà, fumo di sigaretta e dieta squilibrata, abuso di alcol, promuovendo, d’altra parte, uno stile di vita sano come eliminazione del fumo di sigaretta, attività fisica e una dieta sana ed equilibrata (Piepoli et al., 2016).

In accordo con le Linee Guida Europee, nel percorso di miglioramento dello stato di salute e benessere cardiovascolare, il cambiamento delle abitudini di vita riveste un ruolo cruciale sia nella prevenzione, che nel trattamento del rischio d’insorgenza di malattie cardiovascolari, così come il rapporto che si instaura tra professionista e paziente, in quanto rappresenta un fattore che influisce sull’aderenza al trattamento. Inoltre, il professionista deve tenere in considerazione anche i fattori psicologici del soggetto in cura, in quanto influenzano il percorso (Piepoli et al., 2016).

La sedentarietà rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio di mortalità cardiovascolare. Di conseguenza, si consiglia di incoraggiare i soggetti sedentari ad iniziare un’attività fisica aerobica a bassa intensità, in quanto essa rappresenta un fattore preventivo cardiovascolare e riduce la mortalità CV per tutte le cause, inoltre migliora la salute mentale. Per quanto riguarda il profilo cardiovascolare riduce l’ipertensione, il colesterolo LDL e non-HDL. Si raccomanda la pratica di almeno 30 minuti al giorno di attività fisica a intensità moderata, o 15 minuti al giorno a intensità vigorosa, entrambi almeno cinque giorni a settimana o una combinazione di entrambi (Piepoli et al., 2016). Si raccomanda, dunque, indipendentemente dal tipo di attività fisica, di incoraggiare i soggetti a trovare attività fisiche che trovano piacevoli e sostenibili, come ad esempio, trenta minuti di camminata al giorno.

Per quanto riguarda l’alimentazione, le abitudini alimentari influenzano il rischio CV, sia sul profilo ipertensivo che lipidico sul colesterolo, peso corporeo e DM2. Per la prevenzione cardiovascolare, è più importante la qualità dei lipidi assunti piuttosto che la quantità, dunque è da porre particolare attenzione a ridurre il consumo di grassi saturi e ricchi di colesterolo e preferire, invece, alimenti ad elevata concentrazione di grassi insaturi, sia monoinsaturi che polinsaturi, che risultano essere preventivi del rischio CV e apportano evidenti miglioramenti del profilo lipidico (Piepoli et al., 2016).

Ringraziamenti

Ringrazio innanzitutto l’Università degli Studi di Pisa, il Dipartimento di Farmacia per avermi permesso di frequentare un corso di studio che mi ha fatto comprendere che questo è l’ambito lavorativo in cui voglio spendere la mia vita.

Ringrazio sentitamente la Dott.ssa Alice De Filippi che, con immensa pazienza, disponibilità e professionalità mi ha dato la preziosa opportunità di frequentare il suo ambiente di lavoro in cui ho potuto imparare molto. In lei ho trovato un’amica che non ringrazierò mai abbastanza per avermi trasmesso ancora più passione per questo lavoro. Ringrazio la Dott.ssa Chiara Giacomelli che, oltre ad essere un’ottima professoressa, ha dimostrato molta pazienza e disponibilità nei miei confronti, soprattutto per questo elaborato di tesi.

Non posso non dimostrare il mio affetto e la mia riconoscenza ai miei genitori, senza i quali non sarei arrivata alla fine della mia carriera universitaria, mi ritengo molto fortunata ad avere una madre amorevole, comprensiva e senza la quale non potrei vivere e un padre che ha passato anni a sacrificarsi per me per permettermi di poter studiare. Ringrazio mio fratello Stefano, a cui dedico in modo particolare questa tesi, perché è la mia roccia nei miei momenti più bui, perché la sua perseveranza nel non abbandonarmi mi ha salvata, anche quando non me lo meritavo. Essere almeno metà di quello che è lui sarebbe per me motivo di orgoglio.

Il desiderio di studiare in Toscana, luogo del Rinascimento italiano, dove ho potuto ammirare la bellezza in molte sue forme, è stato pienamente soddisfatto, non solo da Pisa e dalla mia amata Firenze, ma soprattutto dall’incontro con persone eccezionali. Ringrazio dunque le persone che ho incontrato, ma soprattutto le mie care amiche, con cui ho condiviso momenti indimenticabili, scalfiti nella mia memoria e impressi nel mio cuore, dove ricoprono uno spazio speciale, assieme alla mia amica di sempre, Giumana. L’idea di averle incontrate e averle ora al mio fianco mi colma di gioia, rendendomi consapevole che questi anni di gioventù così fuggevoli e fragili sono stati i migliori.

“Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: del doman non v’è certezza!” (Lorenzo De’ Medici)

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