L’attività finalizzata al controllo sulla gestione dei finanziamenti pubblici utilizzati dai G.A.L.
operanti in Basilicata per concorrere allo sviluppo delle aree rurali è durata circa un anno e ha raggiunto risultati di sicuro interesse che ben potranno essere posti a fondamento dei correttivi e delle scelte future da parte della Regione e dell’Autorità di gestione: essi vengono di seguito compendiati.
In linea generale il quadro che è emerso presenta più luci che ombre ed è su queste ultime che si sostanziano le seguenti considerazioni: le maggiori criticità hanno riguardato sostanzialmente gli aspetti legati alla gestione operativa del programma LEADER che ha innanzitutto presentato problematiche comuni a tutti i gruppi, sebbene appartenenti a territori diversi, con piani di intervento differenti e situati in contesti non del tutto omogenei.
Si è infatti rilevato un consistente ritardo nella partenza del programma e nelle erogazioni dei fondi per entrambe i settenni esaminati: detti ritardi nell’avvio dei programmi hanno comportato una riduzione generalizzata dei tempi di operatività dei singoli interventi territoriali la cui programmazione era basata su un arco temporale molto più ampio : si è, infatti, rilevato come , sovente, l’attività di riferimento si sia concentrata nell’ultimo biennio/triennio di validità di ciascun programma, con indubbio pregiudizio per la qualità degli interventi, realizzati troppo spesso con il timore di perdere i relativi finanziamenti.
Inoltre, le lunghe procedure burocratiche e la difficoltà a reperire le garanzie fideiussorie hanno determinato un rallentamento delle azioni che spesso si è concentrato nella parte finale di operatività di ciascuno dei due programmi settennali esaminati: tale ritardo in parte è dovuto proprio all’attività degli organismi comunitari che poi ha influenzato negativamente a cascata gli organismi nazionali.
Il problema della semplificazione delle procedure e della rapidità dei finanziamenti è molto sentito dai gruppi operanti a livello locale: innanzitutto in sede di costituzione degli stessi (normalmente avvenuta con il ricorso a società con capitale prevalentemente privato) e poi tra l’approvazione dei PAL e l’emissione del primo bando quando si è rilevato la necessità, in media, di 10 – 16 mesi per l’erogazione del primo contributo.
Il programma 2014/2020 ha poi subito pesantemente gli effetti negativi della pandemia da COVID-19, con conseguente ulteriore rallentamento degli investimenti (ancora una volta concentrati nel periodo finale del programma), per i quali è stata ammessa ulteriore proroga anche solo per la fase dell’impegno di spesa.
102 Per questo motivo occorre innanzitutto lavorare per la verifica della reale consistenza dei privati all’interno delle società costituenti i G.A.L. nonché per la riduzione dei tempi di programmazione nazionale a favore di un aumento dei tempi di gestione operativa e per la semplificazione delle procedure di trasferimento dei fondi dalle Regioni ai GAL.
Accanto alla generale macchinosità del sistema predisposto per rendere operativi i Gruppi di Azione Locale nell’ambito della “filosofia” Leader (che ormai caratterizza gran parte dei programmi di finanziamento delle azioni a sostegno dello sviluppo delle zone rurali), dovuta anche alla frammentazione dell’attività nazionale di controllo, l’indagine svolta ha rilevato alcune criticità tipicamente locali.
Come è noto i GAL elaborano il piano di azione e gestiscono i contributi finanziari erogati dall'Unione europea e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) al fine di favorire l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali:
per far ciò essi devono predisporre il PdA (Piano di Azione), attingendo ad appositi fondi nell'ambito del programma d'iniziativa comunitaria LEADER.
Il GAL è stato concepito, in sintesi, come uno strumento di programmazione negoziata che riunisce tutti i potenziali attori dello sviluppo (quali sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, comuni, ecc.) nella definizione di una politica "concertata".
La complessità di tale meccanismo , teoricamente apprezzabile, spesso ha comportato ritardi nella gestione cui si è potuto far fronte con una certa esposizione bancaria sia dei gruppi locali sia dei beneficiari diretti delle azioni e laddove ciò non è stato possibile, si è assistito ad un blocco temporaneo delle attività programmate che ha oltremodo ritardato le fasi di operatività del LEADER che, giova rimarcarlo , è uno strumento per promuovere progetti di sviluppo rurale ideati e condivisi a livello locale al fine precipuo di:
- rivitalizzare il territorio;
- creare occupazione;
- migliorare le condizioni generali di vita delle aree rurali.
Tali obiettivi possono dirsi essere stati soddisfatti dalle azioni poste in essere dai G.A.L. Lucani?
Essi in questi ultimi anni sono divenuti il principale strumento per l'applicazione dell'approccio LEADER allo sviluppo territoriale che coinvolge direttamente i rappresentanti delle zone interessate nella definizione e nell'attuazione di strategie locali, nei processi decisionali e nello stanziamento delle risorse.
103 Il valore aggiunto dell'approccio LEADER è strettamente correlato al rafforzamento dei poteri locali attraverso l'elaborazione e l'attuazione di strategie di sviluppo e l'allocazione di risorse secondo le esigenze espresse dalle collettività territoriali rurali.
Alla domanda se tale mission sia stata raggiunta dai GAL che hanno operato in Basilicata negli ultimi tre lustri non può che darsi una risposta non del tutto positiva: infatti in un arco temporale in cui sono stati posti a disposizione di tali soggetti attuatori circa settanta/ottanta milioni di euro, come attestato anche dalla richiamata relazione del Comitato di Sorveglianza, ci sono stati sicuramente alcuni effetti positivi, ad esempio sul reddito prodotto in agricoltura, ma non sull’occupazione del settore che è continuata a diminuire in maniera sensibile durante tutto il periodo contribuendo al fenomeno dello spopolamento delle zone interne.
Dall’esame della documentazione acquisita si è rilevato che i GAL operanti in Basilicata non hanno avuto lo sperato effetto propulsivo strutturale per l’economia del territorio rurale lucano, che ha continuato ad alimentarsi prevalentemente attraverso il finanziamento pubblico, senza produrre quell’auspicabile effetto “autopropulsivo” che è alla base dell’intervento finanziario dell’unione europea.
Inoltre, alcuni interventi posti in essere da vari GAL, quali “animazioni”, eventi, pubblicazioni e cooperazioni internazionali, che sono stati rilevati dalla indagine svolta, appaiono poco in linea con la funzione principale di favorire uno stabile sviluppo autoctono ed autosufficiente delle comunità locali le quali, superata la fase costitutiva di tali soggetti, appaiono essere state poco coinvolte nelle scelte operative e/o interessate alle stesse.
Peraltro, i GAL esaminati sono apparsi eccessivamente propensi ad un uso diretto dei finanziamenti pubblici ricevuti attraverso un ricorso importante alla c.d. “regia diretta” e alle spese di animazione, nel mentre i costi di funzionamento di questi gruppi sono sicuramente elevati, giungendo anche al 20% dell’intero finanziamento concesso: in tal modo tali organismi rischiano di apparire agli occhi dei cittadini eccessivamente autoreferenziali e per certi versi assimilabili ad organismi di diritto pubblico caratterizzati da pesanti condizionamenti della struttura politico/amministrativa.
Non è mancata anche una certa “litigiosità” fra tali organismi, specie nel passaggio fra la programmazione 2007/2013 e quella 2014/2020: così, ad esempio, al precedente GAL “Le Macine”, soggetto proponente della strategia S.L.U.R.P., si è sostituito quello denominato “Montagna Materana - Val d'Agri, Lucania interiore” avente territorio interessato in gran parte coincidente;
e fra tali organismi è iniziato un contenzioso giudiziario che è ancora in corso ed ha
104 sostanzialmente bloccato l’avvio del nuovo GAL con evidenti ricadute negative per tutto il territorio di riferimento.
Peraltro, ciò non ha impedito al nuovo GAL “Lucania interiore” di ricevere circa 700.000,00 euro per “spese di funzionamento” dall’AGEA a fronte di un blocco dell’attività da svolgersi!
Conclusivamente i partenariati e le strategie di sviluppo locale (SSL) sono finalizzati a potenziare le sinergie tra settori locali per sfruttarne i potenziali effetti moltiplicatori e debbono esplorare e trattare i bisogni e le opportunità del territorio in modo integrato, al fine di conseguire gli obiettivi comuni prefissati: tale “mission” è stata solo parzialmente perseguita dai GAL operanti in Basilicata che presentano ancora ampi margini di miglioramento per poter perseguire gli scopi che ad essi sono stati assegnati, in uno al più efficiente e trasparente utilizzo delle ingenti risorse finanziarie pubbliche messe a loro disposizione .
L’esigenza di una maggiore efficienza di tale sistema è quantomai attuale, specie in considerazione dei negativi effetti socioeconomici della pandemia da Covid-19 che, peraltro, ha evidenziato le grandi potenzialità e risorse dei territori rurali, la cui concreta valorizzazione potrà costituire un potente volano per l’economia reale lucana e nazionale.
IL PRESIDENTE ESTENSORE Dr. Michele Oricchio
MICHELE ORICCHIO CORTE DEI CONTI 30.12.2021 13:14:15 GMT+01:00