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Il punto di vista degli operatori socio-sanitari

5.2 Questionario

5.1.6 Considerazioni

per il miglioramento del servizio.

Sebbene da parte degli operatori non ci sia un’opinione chiara riguardo l’influenza che ha la presenza di una figura medica sulla terapia del paziente domiciliare, la maggior parte degli intervistati è pienamente favorevole alla collaborazione di un medico in remoto tramite la telemedicina. Infatti, oltre ad aiutare l’operatore, a livello burocratico e sanitario, durante la visita domiciliare, la presenza del medico, anche se in remoto, dà un ulteriore senso di sicurezza al paziente e alla sua famiglia.

Nel rapporto con la casa, gli operatori sanitari si lamentano principalmente delle condizioni igieniche. Questo campo non compete loro, però disturba seriamente la terapia del paziente, provocando infezioni, e il lavoro dell’operatore, non avendo gli spazi adatti dove curare. Affinché migliori l’assistenza domiciliare sanitaria devono migliorare anche le condizioni igieniche delle case. Di questo problema si dovrebbe occupare il Comune di residenza del paziente tramite gli assistenti sociali che dovrebbero valutare lo stato della casa e conoscere la situazione familiare del paziente (povertà, disagio sociale, solitudine) per migliorarne le condizioni di vita.

Un’enorme difficoltà architettonica che è stata trovata è la classica barriera architettonica che è fortemente sentita nel bagno. La connessione letto-bagno è la più importante per il paziente.

Qui, oltre alla pulizia del corpo, il paziente trova un momento di sollievo dalla malattia grazie alla possibilità di fare una doccia calda e rilassante. Ma ciò non è sempre possibile a causa della malattia che spesso gli impedisce di camminare e l’operatore sanitario è costretto all’utilizzo di una carrozzina o di un solleva-paziente. Nonostante la presenza di queste attrezzature, la casa in alcuni casi ne impedisce il giusto utilizzo. Si ha infatti bisogno di porte ed ambienti adatti per il passaggio. Anche il bagno deve essere predisposto all’accoglienza del paziente tramite i giusti arredi sanitari.

Un altro fattore che influenza negativamente l’esperienza dell’operatore al domicilio del paziente è l’assenza di ventilazione che crea un ambiente malsano oltre alla presenza di cattivi odori. La presenza di una ventilazione meccanica continua permetterebbe al paziente di vivere in un ambiente migliore.

Inoltre, nell’indagine viene evidenziata l’importanza di un accesso allo spazio esterno (tramite balconi, terrazzi, ecc.),

bisogna aumentare la connessione tra il paziente e il verde, interno ed esterno al domicilio.

I nuovi ambienti richiesti dagli operatori sono 3:

- uno spazio dedicato alla salute dell’abitante, - uno spazio dedicato alla cura del paziente, - una sala comune per l’assistenza infermieristica.

I primi due si trovano all’interno del domicilio, mentre l’ultimo è uno spazio in comune in condivisione con i condomini.

Naturalmente non si possono progettare degli ambienti fissi dedicati alla salute e alla cura dell’abitante, ma si può utilizzare la flessibilità dell’abitazione e dei suoi arredi per creare nuovi spazi nel momento del bisogno. L’infermeria comune sarà uno spazio al piano terra con la funzione di deposito dell’attrezzatura infermieristica ma fungerà anche da stanza per poter fare i raggi x a domicilio (a causa delle radiazioni e della mancata schermatura delle pareti si preferiscono appartamenti al piano terra). Affinché tutto funzioni, porte ed ascensori dovrebbero permettere il passaggio di pazienti su barella, solleva-paziente e carrozzina.

Capitolo 6

Indicazioni per un prototipo di casa

orientato alla salute

Come analizzato nel quarto capitolo, la pandemia generata dal virus Covid-19, e la conseguente quarantena, hanno svolto un ruolo essenziale nella messa in discussione del modello urbanistico e abitativo odierno.

Ciò che emerge dalle indagini effettuate è la necessità di ridisegnare gli spazi abitativi e cittadini per arrivare a creare un modello dove vi sia una buona integrazione tra spazio pubblico e spazio privato, un modello ecologico di città basato su percorsi urbani che prevedano un trasporto green e non automobilistico.

Ciò significa ripensare i quartieri, per far sì che ogni esigenza possa essere soddisfatta non dovendosi allontanare troppo dalla propria abitazione. Lavoro, scuola, aree verdi, supermercati, così come presidi sanitari, culturali, sportivi e che in generale incentivino la socialità devono dunque essere facilmente raggiungibili a piedi o in bicicletta. E nel momento in cui, come la pandemia ha dimostrato, è impossibile svolgere queste attività nella città, allora si ha bisogno di riprogettare la casa in modo che contenga la stessa polifunzionalità.

L’abitazione, così come è stata pensata finora, è incapace di soddisfare le nuove priorità abitative. Aree verdi interne ed esterne, ricerca dell’illuminazione naturale, arredo componibile e multifunzionale, tecnologia integrata e materiali naturali sono i nuovi parametri con cui gli architetti intendono ricostruire la casa. Lo spazio non deve essere più ad uso esclusivamente abitativo, ma deve poter contenere, se si ha l’esigenza, anche postazioni di smart-working e fitness o per hobby. Per far fronte a ciò non serve una grande metratura, ma spazi flessibili pronti a cambiare a seconda delle varie esigenze.

Ciò di cui gli architetti hanno parlato è stata anche la necessità di integrare l’abitazione al sistema sanitario: la casa deve rappresentare il primo luogo di cura. In questo senso, è stata significativa la testimonianza del personale sanitario intervistato nel capitolo cinque. È emerso che l’assistenza domiciliare risulta essere efficace per ciò che concerne la diminuzione di stress del paziente e l’efficienza della cura svolta, naturalmente nel caso in cui non vi sia l’esigenza di sottoporsi a terapie e trattamenti che richiedano competenze e strumentazioni ospedaliere. Per garantire al meglio questo servizio è necessario innanzitutto eliminare o, comunque, ridurre le barriere architettoniche.

La maggior parte degli intervistati ha evidenziato delle problematiche riguardanti la composizione architettonica della casa, la mancanza di spazio per il materiale medico, il bagno e il percorso bagno-letto difficoltosi per lo spostamento del malato.

Anche la mancanza di un confronto, così come un aiuto in caso di necessità o urgenza, è stato uno dei problemi evidenziati dagli intervistati.

Si considera dunque necessario, per far fronte a ciò, rivoluzionare il sistema sanitario con la creazione di un presidio medico di quartiere. Quest’ultimo dovrebbe essere in grado di rispondere più velocemente di quanto non farebbe un pronto soccorso ospedaliero e, con l’inserimento nell’abitazione della tecnologia adeguata, permetterebbe di ricevere assistenza attraverso la telemedicina oltre che un’ulteriore integrazione della domotica mirata ad aiutare il paziente o il caregiver nella gestione ordinaria della casa.

Per quanto riguarda gli spazi, si ritiene che possa essere utile averne uno adibito esclusivamente alla cura. Per quanto riguarda la composizione dei materiali è più efficace sceglierne di durevoli e facilmente igienizzabili (Linning, 2020).

Coniugando i risultati presi in esame dalle indagini eseguite sia nel capitolo quattro che nel capitolo cinque, nel procedere con la progettazione, è stata stilata una lista di obiettivi da raggiungere per definire il prototipo di una casa e un condominio che siano polifunzionali e che fungano da primo luogo di cura. Si rende dunque necessario tener conto delle seguenti esigenze:

Sicurezza:

controllo degli accessi ergonomia

Accessibilità:

barriere architettoniche mobilità ciclopedonale

bagno attrezzato

Fruibilità:

infermeria condivisa assistenza domiciliare spazi e arredo flessibili

bagno attrezzato

home fitness smart working Comfort ambientale:

illuminazione e ventilazione naturale verde (contatto con l’esterno e la natura) Privacy:

vestibolo

spazi e arredo flessibili Comfort lavorativo:

smart working

verde (contatto con l’esterno e la natura) illuminazione

spazi arredo flessibili

Benessere psico-emotivo e socializzazione:

spazi condivisi nel condominio spazi e arredo flessibili