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Contenuti e obiettivi di Carta

E NUOVE OPPORTUNTÀ DEL LAVORO AGILE di Maria Dolores Ferrara

6. PROMUOVERE IL CAMBIAMENTO ATTRAVERSO LA COMUNICAZIONE:

6.2. Contenuti e obiettivi di Carta

“Carta di Pordenone – Media e rappresentazione di genere. Protocollo di intesa per promuovere una rappresentazione rispettosa della dignità della persona nell’ambito dell’informazione e della comunicazione”: come richia-mato già nel titolo, il protocollo si propone di promuovere un’immagine equilibrata e plurale di donne e uomini contrastando e superando gli stereo-tipi di genere nei media, e favorire la conoscenza e la diffusione dei principi di uguaglianza, di pari opportunità e di riconoscimento e valorizzazione delle differenze.

L’articolato si sviluppa a partire dalle premesse che hanno portato alla stesura del protocollo, ne richiama le finalità (art. 1 Obiettivi) e stabilisce quali siano i compiti dei soggetti promotori (art. 2). Individua un modello di governance nel Comitato tecnico (art. 3) e stabilisce una durata minima dell’accordo (art.4). Infine, prevede la possibilità di adesione a nuovi firma-tari (art. 5).

6.2.1. I principi e le finalità del protocollo

Nel preambolo Carta ricorda come gli stereotipi di genere tendano a “con-dizionare le scelte individuali di uomini e donne e la dimensione etica dell’agire sociale, creando aspettative differenti rispetto ai comportamenti femminili e maschili nella divisione dei ruoli in famiglia, nei percorsi forma-tivi ed educaforma-tivi, nelle scelte occupazionali, nelle carriere professionali, con ripercussioni anche segreganti nel mondo del lavoro”. Una premessa che tiene conto non solo degli innumerevoli studi e analisi prodotti negli ultimi anni sul tema delle differenze di genere3, delle relative cause ed effetti, ma anche – a livello locale – di quanto rilevato attraverso tutti i casi presi in carico dal centro antiviolenza, dalla consigliera di parità territorialmente competente e dalla commissione pari opportunità del Comune di Pordenone, e gli articoli apparsi sui media.

Sempre in premessa, si richiama il fatto che le parti contraenti ritengono di “poter svolgere un ruolo fondamentale nella promozione di quei cambia-menti culturali necessari a prevenire e contrastare discriminazioni e pregiu-dizi legati agli stereotipi di genere, favorendo in tal modo anche il contrasto alla violenza sulle donne che da essi trae alimento”. In questa parte il ri-chiamo alle radici culturali della violenza di genere è espresso chiaramente, così come il fatto che i soggetti fondatori (e i successivi aderenti alla Carta) nel sottoscrivere il protocollo si impegnino ad agire concretamente – pur nei limiti dei propri mandati e delle risorse –.

La consapevolezza del peso dello stereotipo e la possibilità di agire sup-portando e promuovendo il cambiamento culturale hanno portato i soggetti fondatori a “individuare nella comunicazione responsabile e nella sensibiliz-zazione degli operatori e delle operatrici i principali strumenti che possano contribuire all’abbattimento degli stereotipi di genere e a sviluppare il ri-spetto delle identità di donne e uomini in modo coerente con l’evoluzione dei loro ruoli nella società”. Il protocollo dunque non si rivolge solo ai gior-nalisti (come farà in seguito Carta di Venezia), ma a tutti i soggetti che ope-rano nell’ambito della comunicazione (per esempio agenzie di comunica-zione, bloggers, uffici stampa) oppure elaborano materiale informativo o promozionale sia cartaceo, sia on line. La scelta di ampliare in senso più am-pio possibile il riferimento a informazione e comunicazione rappresenta una scelta voluta proprio per diffondere quanto più possibile l’attenzione alle dif-ferenze di genere, consapevoli che lo stereotipo – se non riconosciuto e de-costruito – può essere trasmesso anche inconsapevolmente, per esempio at-traverso la scelta di immagini o di termini e sostantivi pseudo-neutri4.

A partire da tali premesse, Carta prevede che la sottoscrizione, finalizzata a migliorare la qualità dell’informazione e della comunicazione, comporti un concreto impegno di chi vi aderisce a collaborare al superamento degli ste-reotipi ed alla valorizzazione delle differenze di genere, così come alla sal-vaguardia della dignità dei soggetti rappresentati.

Pertanto (art.3), i soggetti firmatari del protocollo si pongono l’obiettivo di promuovere modelli di comunicazione che:

a) siano rispettosi della dignità della persona e dell’identità di genere; b) valorizzino la rappresentazione reale e non stereotipata della

molte-plicità di ruoli assunti dalle donne nella società, anche nelle fasce di maggior ascolto, offrendo un ritratto delle donne coerente con la com-plessità e la ricchezza della loro identità, trasmettendo messaggi

coinvolgenti, intelligibili e rappresentativi sia delle donne, sia degli uomini;

c) promuovano il principio di uguale rappresentanza di genere garan-tendo le pari opportunità di accesso negli spazi informativi;

d) utilizzino, nell’elaborazione dei testi, un linguaggio inclusivo e rispet-toso dei generi, non sessista e il più possibile sessuato – ossia - che non occulti il genere femminile attraverso l’uso di termini maschili ritenuti generalmente “neutri”.

6.2.2. I compiti dei firmatari e la governance

Gli ambiti di intervento previsti per il conseguimento degli obiettivi ven-gono individuati nelle attività di:

 promozione di una comunicazione istituzionale attenta alla valorizza-zione dell’identità di genere;

 sensibilizzazione del territorio provinciale sul tema degli stereotipi di genere, comprese le amministrazioni e gli enti locali;

 valorizzazione delle buone pratiche esistenti;  promozione del protocollo stesso.

Se tale impegno si configura per i soggetti istituzionali e per il Centro Antiviolenza Vocedonna principalmente nella valorizzazione e messa in co-mune delle prassi e delle competenze previste per legge (d.lgs. 198/06 per la Consigliera territoriale di parità) o per atto istitutivo (Comune, Commissione pari opportunità e centro antiviolenza), si è ritenuto importante evidenziare l’ambito di intervento dei sottoscrittori afferenti all’ambito del giornalismo e dell’informazione (Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, Asso-stampa Friuli Venezia Giulia e Circolo della Stampa di Pordenone) l’impe-gno è orientato a promuovere iniziative informative e formative per

giorna-listi e per il pubblico, soprattutto quello dei giovani, dedicate al tema del rispetto della differenza di genere.

In particolare, Carta prevede la promozione di modelli di informazione e comunicazione che siano attenti alle modalità di rappresentazione dei generi, rispettosi delle identità, e coerenti con l’evoluzione dei ruoli di genere nella società sia nell’uso delle immagini che del linguaggio e prestino attenzione a non trasmettere messaggi stereotipati, discriminatori, degradanti, che inci-tino ad atti di abuso e/o violenza, in particolare sulle donne oppure usino come oggetto il corpo.

Tra le attività previste Carta richiama l’importanza di azioni di sensibiliz-zazione e informazione per gli operatori e le operatrici del settore in funzione

di una comunicazione rispettosa dei principi di parità di genere e di non di-scriminazione, di pari opportunità e di valorizzazione delle differenze e la promozione di un’attenzione particolare alla valorizzazione del genere fem-minile laddove risulti penalizzato.

Per conseguire concretamente gli obiettivi dichiarati nel protocollo, i fon-datori hanno individuato come modalità di governance l’istituzione di un Co-mitato Tecnico (art. 3) con i compiti di attuazione, monitoraggio e promo-zione delle attività. Tale organo è costituito da un/a rappresentante per cia-scun soggetto sottoscrittore ed è presieduto dalla Consigliera Provinciale di Parità, che lo convoca con cadenza almeno semestrale e/o su richiesta delle parti. La decisione di attribuire a tale figura istituzionale il coordinamento del comitato deriva dal fatto che tra i compiti e le funzioni assegnatele dalla normativa (art. 15 del d.lgs. n. 198/2006), vi sono anche quelli di diffusione della conoscenza e dello scambio di buone prassi e attività di informazione e formazione culturale sui problemi delle pari opportunità e sulle varie forme di discriminazioni, la promozione dei principi di pari opportunità e le viene assegnato un ruolo di collegamento e collaborazione con gli assessorati e gli organismi di parità territoriali.

Il protocollo prevede inoltre una durata “sperimentale” di tre anni e spe-cifica che i soggetti interessati ad aderire possano presentare una richiesta che viene valutata dal Comitato tecnico. La valutazione delle richieste da parte del Comitato si è fatta particolarmente attenta nel corso degli anni, prendendo in esame l’effettiva conoscenza e condivisione dei principi pro-mossi da Carta da parte dei richiedenti. In alcuni casi l’attenta rilettura del testo da parte di alcuni soggetti che si erano avvicinati a Carta, li ha portati a rimandare l’adesione e approfondire alcuni elementi considerati particolar-mente “sfidanti” (tra cui prevale nettaparticolar-mente la dimensione linguistica, con una difficoltà ad abbandonare il “maschile neutro”).

6.3. Le attività svolte: da protocollo a progetto “generativo” per il