• Non ci sono risultati.

Oltre agli IRS, alle opzioni, ecc. si possono negoziare, sui mercati, altri contratti che hanno delle componenti derivate aventi, come sottostante, i tassi di interesse. Gli strumenti più diusi ed utilizzati sono gli Interest Rate Cap, gli Interest Rate Floor e gli Interest Rate Collar. Spesso tali prodotti nanziari sono impliciti in altri contratti come quelli di mutuo e servono per orire protezione all'acquirente contro movimenti sfavorevoli dei tassi di interesse. In particolare, l'Interest Rate Cap ore protezione contro il rialzo dei tassi di interesse, l'Interest Rate Floor, invece, ore protezione contro movimenti ribassisti dei tassi di interesse e l'Interest Rate Collar, inne, permette di ssare dei limiti superiori o inferiori alle variazioni dei tassi di interesse. In questo capitolo parleremo principalmente di questi tre strumenti nanziari, poiché saranno quelli sui quali eettueremo le elaborazioni nel capitolo dedicato alle applicazioni.

5.5.1 Interest Rate Cap

Un Interest Rate Cap è un'opzione che permette all'acquirente di ricevere il dierenziale tra il parametro di riferimento per il calcolo degli interessi variabili e il tasso cap, nel caso in cui il parametro di riferimento (ad esem- pio l'Euribor) fosse maggiore del cap. Nel caso in cui il tasso variabile fosse inferiore al cap, tra le controparti non sussisterebbero movimenti nanziari. La nalità dell'Interest Rate Cap è principalmente di copertura contro pos- sibili movimenti rialzisti del tasso di interesse. A fronte della possibilità di copertura, l'acquirente dell'opzione cap deve riconoscere al venditore il pagamento di un premio anticipato. Ad ogni scadenza, poi, viene rilevato il tasso variabile e confrontato col tasso cap: se risulta superiore la controparte riconoscerà la dierenza (moltiplicata per un capitale nozionale che non è oggetto di scambio ma serve per parametrare i ussi di cassa) all'acquirente, altrimenti non ci saranno scambi nanziari tra i due contraenti. La rile- vazione del parametro di riferimento può avvenire ad un'epoca precedente a quella del pagamento e determinare l'ammontare del usso di cassa da pagare ad un'epoca successiva.

Il valore di un Interest Rate Cap è dato dalla sommatoria del valore atteso ed attualizzato dei singoli pagamenti (detti caplets). Il pricing dei singoli caplets avviene usando la formula di Black e Scholes, come mostrato nella formula (5.18) e considerando l'Interest Rate Cap come un portafoglio di opzioni call aventi, come sottostante il tasso di interesse di riferimento.

caplet = [Ft· N (d1) − K · N (d2)] · L · ∆t · e−r(T +∆t−t) (5.18) dove: d1 = ln(Ft K) + σ2 2(T − t) σ√T − t d2 = d1− σ √ T − t . (5.19)

Con Ft si indica il valore del sottostante all'epoca di valutazione t, ma poiché il sottostante di un cap è un tasso di interesse, Ft sarà il tasso forward at- teso per l'epoca [ti, ti+1], K invece rappresenta lo strike dell'opzione, ossia il tasso cap, σ indica invece la volatilità, ∆t = ti+1− ti invece è la periodicità (trimestrale, semestrale od annuale) per il pagamento degli interessi e N(d1) e N(d2)rappresentano le funzioni di ripartizione di una variabile casuale nor- male standard calcolata rispettivamente in d1 e in d2. Il valore nale di un cap all'epoca di valutazione t è quindi dato dalla somma del valore di ogni singolo caplet che ci si attende all'epoca t.

5.5.2 Interest Rate Floor

Il funzionamento di un Interest Rate Floor è speculare rispetto al Cap, poiché il oor è un'opzione che consente all'acquirente di ricevere la dierenza tra il parametro di riferimento e il tasso oor nel caso in cui il tasso variabile fosse inferiore al limite pattuito. Si tratta di uno strumento che scommette sul ribasso dei tassi di interesse. Anche il Floor, al pari del Cap, può essere visto come una serie di opzioni sul tasso di interesse sottostante. Questa volta, però, i singoli pagamenti (detti oorlets) sono visti come opzioni put sul tasso di interesse. Il pricing avviene sempre attraverso la formula di Black e Scholes, ma diversamente dalla formula (5.18) si ha che:

f loorlet = [K · N (−d2) − Ft· N (−d1)] · L · ∆t · e−r(T +∆t−t) (5.20) Anche in questo caso, il valore del Floor sottoscritto sarà dato dalla somma del valore dei singoli oorlets.

5.5.3 Interest Rate Collar

Combinando la vendita di un Floor con l'acquisto di un Cap, è possibile creare un altro derivato chiamato Interest Rate Collar che prevede movi-

menti nanziari tra le controparti solo se il parametro di riferimento risulta superiore al cap o inferiore al oor. Se il tasso variabile fosse superiore al cap, l'acquirente del Collar riceverebbe un usso di cassa dalla controparte pari al dierenziale tra tasso variabile e tasso cap moltiplicato per il nozionale. Diversamente se il parametro di riferimento fosse inferiore al tasso oor l'ac- quirente del Collar dovrebbe corrispondere alla controparte un pagamen- to pari al dierenziale tra tasso oor e tasso variabile moltiplicato per il nozionale. Se invece il tasso variabile fosse compreso tra tasso oor e tasso cap allora tra i due contraenti non sussisterebbero movimenti nanziari. Usual- mente il Collar viene anche chiamato Zero Cost Collar in quanto l'acquisto di una struttura è nanziato con la vendita dell'altra e non viene richiesto il pagamento di un premio iniziale poiché il premio pagato per l'opzione Cap si annulla col premio ricevuto per la vendita dell'opzione Floor. In questo caso si dice appunto che la strategia è a costo zero. Tale strumento derivato viene utilizzato in caso di aspettative al rialzo dei tassi di interesse e può servire agli acquirenti di un Interest Rate Cap per diminuire l'onerosità di quello strumento attraverso l'incasso del premio dell'opzione Floor.

Capitolo 6

Calcolo dell'EAD e del CVA per

strumenti derivati su tassi

d'interesse

6.1 Introduzione

Dopo aver descritto gli strumenti derivati di tasso di interesse, e dopo aver condotto una stima di un modello di tipo mean reverting, utilizzeremo i parametri stimati per simulare l'andamento del tasso a breve e, successiva- mente, anche il payo e il mark-to-market (MtM) di alcuni strumenti derivati. Gli strumenti derivati che analizzeremo sono un Interest Rate Cap e un In- terest Rate Swap. Nel primo caso valuteremo l'ipotetica situazione nella quale un istituto bancario acquista un Cap presso un altro istituto bancario al ne di proteggersi contro eventuali rialzi dei tassi di interesse. Nel caso invece dell'Interest Rate Swap analizzeremo la posizione della parte che pa- ga il tasso sso e riceve il tasso variabile, sempre nell'ipotesi di un deal tra due controparti entrambe di natura bancaria. Per il calcolo del CVA, invece, aggregheremo il Cap e lo Swap andando a calcolare il CVA del portafoglio così composto.

stress economico sia ad un periodo di non stress. Questo per adempiere alle regole di Basilea III, che chiedono di calcolare l'EAD come massimo tra l'EAD calcolata in un periodo non stressato e l'EAD calcolata in un periodo di stress. Commenteremo i risultati della simulazione, in particolare l'eetto delle misure per la quanticazione del rischio di controparte indicate nel Capitolo 3.

Ciò che ci attendiamo, è che l'esposizione in caso di default della con- troparte simulata in uno scenario di stress sia maggiore rispetto all'espo- sizione simulata in uno scenario non di stress. Infatti, in un periodo di crisi economica, ci si aspetta che il tasso di interesse a breve termine diminuisca per eetto delle politiche monetarie espansive, ma che nel contempo il valore della volatilità del tasso aumenti. Questi sono i risultati ai quali siamo giunti nel capitolo 4: i parametri calcolati in un periodo di stress mostravano un tasso di lungo periodo molto inferiore rispetto ai parametri calibrati in un periodo non di stress, ma una volatilità più accentuata. Sebbene la media di lungo periodo del modello CIR in caso di stress sia notevolmente inferiore, ci attendiamo che il maggior valore della volatilità permetta di raggiungere valori maggiori del tasso a breve termine simulato.