• Non ci sono risultati.

Il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e la disciplina organica dei contratti

Nel documento I contratti di lavoro dopo il Jobs Act (pagine 31-34)

Il Decreto Legge 34/2014 ha rappresentato il primo intervento del più articolato piano di riforma e riorganizzazione complessiva del mercato del lavoro, il cui disegno trova la prima sistematizzazione nel disegno di legge presentato in Consiglio dei Ministri contestualmente all’approvazione del medesimo provvedimento10. La Legge Delega sarà poi approvata in via definitiva il 10 dicembre 2014, seguita dalla Legge di Stabilità 2015 del 23 dicembre – recante le misure di sgravio contributivo e di vantaggio fiscale sui contratti a tempo indeterminato - e dall’adozione in Consiglio dei Ministri il 24 dicembre dello schema di decreto legislativo in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti che entrerà in vigore, dopo la definitiva approvazione, il 7 marzo 2015 (D. Lgs. 23/2015). Il 20 febbraio 2015, inoltre, il Consiglio dei Ministri adotta lo schema di decreto legislativo sulla revisione delle tipologie contrattuali, che troverà la sua piena attuazione a partire da luglio 2015 (D. Lgs. 81/2015). Giova peraltro ricordare come una analisi degli effetti della disciplina non può non tenere conto, in alcune circostanze, della data di pubblicazione delle circolari esplicative dell’INPS, contenenti le istruzioni per l’attivazione di nuovi contratti o l’interpretazione di alcuni passaggi normativi. Nei paragrafi a seguire dunque, verrà data evidenza alle principali trasformazioni intervenute nei flussi di ingresso e uscita dal mercato del lavoro, tenendo in considerazione l’obiettivo del Governo di incrementare la stabilità dell’occupazione e la sicurezza nel mercato del lavoro. Si valuterà infine, in base alle evidenze disponibili, l’impatto della nuova disciplina sulla dinamica dei licenziamenti individuali.

4.3.1 La variazione degli occupati nel 2015: avviamenti, cessazioni, trasformazioni e saldi

Nonostante l’’eterogeneità delle fonti a disposizione e la loro differente copertura, le fonti informative sul mercato del lavoro italiano consentono di tracciare un quadro abbastanza esauriente delle variazioni occupazionali intervenute nel corso del 2015. La fonte ISTAT, che ha l’indubbio pregio di includere nel

10

Nel Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2014 viene infatti presentato un “un disegno di legge delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro, di riordino delle forme contrattuali e di miglioramento della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita”, ovvero la c.d. Legge Delega del Jobs Act che sarà approvata dal Parlamento il 10 dicembre del 2014.

32 campo di osservazione l’universo dei lavoratori residenti in Italia, sconta da una parte la sua natura campionaria e dall’altra la lentezza nel catturare alcuni fenomeni peculiari11.

Tramite i dati diffusi dall’INPS è possibile ricostruire l’evoluzione dell’universo dei lavoratori dipendenti del settore privato, con l’esclusione del lavoro agricolo e di quello domestico, e quello dei lavoratori degli Enti Pubblici economici. I dati derivanti dal Sistema delle comunicazioni obbligatorie (SISCO) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali utilizzati nel presente report di monitoraggio si riferiscono al solo modello UNILAV, e non ricomprendono quindi il lavoro in somministrazione le cui comunicazioni viaggiano attraverso il modello UNISOMM. Inoltre, si è preferito depurare anche in questo caso le grandezze esaminate dal dato riferito al lavoro domestico e a quello della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, la fonte SISCO ha il pregio di tenere in considerazione anche le informazioni riferite ad avviamenti e cessazioni di collaborazioni coordinate e continuative, nonché di quelle riferite a esperienze di tirocinio extra-curricolare, anche se tale forma di esperienza non rientra propriamente nell’alveo dell’occupazione.

Dopo l’aggiornamento del dato effettuato nel maggio del 2016, l’INPS ha diffuso una quantificazione più precisa dell’evoluzione del lavoro dipendente rientrante nel campo di osservazione UNIEMENS. La revisione del dato ha consentito di fissare in 614 mila e 953 le posizioni di lavoro dipendenti addizionali generate dal mercato del lavoro italiano nel 2015 – cfr. Tabella 14. Il numero di tale variazione coincide con quello dei lavoratori addizionali al netto di marginali doppie posizioni (es. un lavoratore con due lavori part-time, almeno uno dei quali acceso durante l’anno, e ancora in essere a fine 2015). Il confronto con il saldo 2014 (-46.400) evidenzia la forte discontinuità del 2015 rispetto allo scenario precedente.

Il contratto a tempo indeterminato si giova delle misure del Jobs Act facendo registrare un saldo positivo di 916.811 posizioni lavorative; mentre dai dati INPS emerge l’evidente contrazione delle posizioni di lavoro a tempo determinato (-253.158), frutto di un notevole incremento delle trasformazioni in contratti permanenti effettuate durante il 2015. Infine, il numero di contratti di apprendistato nel corso del 2015 diminuisce di circa 49 mila unità. D’altro canto, i benefici economici impliciti nelle assunzioni a tempo indeterminato per il 2015 erano effettivamente tali da più che compensare quelli previsti per l’apprendistato, e, a meno della mancanza dei requisiti soggettivi per la percezione dello sgravio, un datore di lavoro – anche in presenza di individui da formare – avrà naturalmente optato per un contratto stabile12.

Tabella 14: Assunzioni, trasformazioni, cessazioni e variazioni nette delle posizioni di lavoro dipendente (universo di osservazione INPS) per tipologia contrattuale

11

Prendiamo il caso ad esempio del notevole incremento delle assunzioni a tempo indeterminato di dicembre 2015 (il 16,1 % del totale degli avviamenti nell’anno). Nel migliore dei casi, il “peso” del mese di dicembre sulla media trimestrale è di un terzo e il dato mensile è sostanzialmente non distorto. Ma se le assunzioni, come presumibile, si sono concentrate nella seconda parte del mese, l’indagine Istat, sia mensile che trimestrale, coglierà solo una parte marginale di tale incremento.

12

Sarà interessante seguire la dinamica del 2016 sia in ragione del diverso regime di decontribuzione che delle novità introdotte al contratto di apprendistato con il Jobs Act.

33 Tempo indeterminato Tempo determinato Apprendistato Totale subordinato INPS Assunzioni (a) 2014 1.273.668 3.368.621 231.318 4.873.607 2015 2.023.482 3.452.766 179.532 5.655.780 Trasformazioni (b) 2014 400.942 -331.396 -69.546 2015 659.873 -574.646 -85.227 Cessazioni (c) 2014 1.724.697 3.040.284 155.026 4.290.007 2015 1.766.544 3.131.278 143.005 5.040.827 Saldo (a+b-c) 2014 -50.087 -3.059 6.746 -46.400 2015 916.811 -253.158 -48.700 614.953 Fonte: INPS

Il confronto dei dati diffusi dall’INPS con i dati derivati dalle Comunicazioni Obbligatorie (Tabella 15) offre interessanti spunti anche in chiave metodologica. Detto che alcune discrasie possono effettivamente essere imputate ai diversi universi di riferimento, emerge comunque una sostanziale sintonia in termini di saldi. Infatti, il dato SISCO dà conto di una variazione delle posizioni di lavoro dipendente pari a 589.321 unità nel 2015, con uno scostamento dal dato INPS di circa 25.000 unità. Il saldo netto delle collaborazioni nel 2015 è invece pari a -168.845, frutto in particolare della già evidenziata contrazione degli avviamenti nel secondo semestre dell’anno. Nel complesso dunque, la variazione complessiva osservata dalle Comunicazioni Obbligatorie nel 2015 è pari a quasi 420 mila posizioni di lavoro addizionali.

Trasformare tale grandezza in un numero di lavoratori non è semplice. Abbiamo già osservato come per il lavoro alle dipendenze, fatte salve marginali sovrapposizioni, la variazione delle posizioni lavorative subordinate corrisponde a grandi linee con il numero di lavoratori. Per quanto riguarda i contratti di collaborazione, invece, si deve tenere conto del fatto che un individuo può svolgere la sua attività presso più di un committente. Pertanto la variazione netta osservata (-168.714) è verosimilmente una stima per eccesso del numero di collaboratori che hanno cessato un’attività quest’anno.

Infine nel sommare i due saldi occorre tenere presente che alcuni individui possono detenere al contempo una posizione di lavoro dipendente e una o più posizioni come collaboratore. Pertanto, ad esempio, un individuo che ha terminato una collaborazione può aver mantenuto o trovato un lavoro alle dipendenze. In altre parole, la mera somma aritmetica dei due saldi, pari a 420.476 lavoratori addizionali non può che essere una stima per difetto.

Tabella 15: Avviamenti, trasformazioni, cessazioni e variazioni nette delle posizioni lavorative (universo di osservazione SISCO*) per tipologia contrattuale

Tempo

indeterminato

Tempo

determinato Apprendistato Altro

Totale lavoro dipendente* Contratti di collaborazione Totale posizioni CO* Avviamenti (a) 2014 1.269.822 5.421.876 255.960 557.717 7.505.375 626.454 8.131.829

34 2015 1.973.991 5.461.052 204.885 552.933 8.192.861 423.103 8.615.964 Trasformazioni (b) 2014 337.316 -263.283 -74.033 0 0 0 0 2015 578.549 -488.194 -90.355 0 0 0 0 Cessazioni (c) 2014 1.690.650 5.089.629 178.075 575.697 7.534.051 622.608 8.156.659 2015 1.719.537 5.147.715 163.849 572.439 7.603.540 591.948 8.195.488 Saldo (a+b-c) 2014 -83.512 68.964 3.852 -17.980 -28.676 3.846 -24.830 2015 833.003 -174.857 -49.319 -19.506 589.321 -168.845 420.476 Fonte: SISCO - MLPS

Nel documento I contratti di lavoro dopo il Jobs Act (pagine 31-34)