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Evidenze da un’indagine Istat sui flussi nel mercato del lavoro e le tipologie contrattuali 36

Nel documento I contratti di lavoro dopo il Jobs Act (pagine 68-71)

l’esonero contributivo triennale

5.3 Il ruolo della normativa nelle scelte di assunzione delle imprese manifatturiere

5.3.1 Evidenze da un’indagine Istat sui flussi nel mercato del lavoro e le tipologie contrattuali 36

In occasione della pubblicazione, a maggio 2016, dell’ultimo Rapporto annuale sulla situazione del Paese, l’Istat ha presentato i risultati di un’indagine condotta a febbraio dello stesso anno su un campione di imprese manifatturiere e dei servizi, finalizzata a raccogliere informazioni di natura qualitativa sui flussi di domanda di lavoro con una specifica attenzione alla gestione dei contratti di lavoro dipendente. Con riferimento alle imprese del comparto manifatturiero, tale indagine ha consentito di effettuare una prima valutazione di come le nuove assunzioni siano state condizionate dall’introduzione delle due principali novità normative recentemente introdotte nella regolazione del mercato del lavoro: la disciplina del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, che da marzo dello scorso anno viene applicata a tutti i nuovi contratti, e lo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato del 2015.

Con riferimento al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, l’analisi si è concentrata essenzialmente su due aspetti. In primo luogo, si è voluto verificare in quali segmenti dimensionali d’impresa l’utilizzo della nuova tipologia contrattuale sia risultata più efficace nel favorire nuove assunzioni. In altri termini, si è verificato in quale misura la sua adozione si sia tradotta in conversione di precedenti contratti a termine o in nuove assunzioni nelle imprese di piccola, media e grande dimensione. In secondo luogo, si è voluto esaminare se l’introduzione del contratto a tutele crescenti abbia aiutato o meno le imprese a passare da una fase di contrazione o stallo occupazionale a una di crescita. In quest’ultimo caso, quindi, si è verificato se il provvedimento abbia interessato in maggiore misura imprese che già nel corso del 2014 avevano aumentato il personale impiegato in azienda, o piuttosto imprese che nel 2014 avevano ridotto o mantenuto invariata l’occupazione.

A tale scopo, la struttura della rilevazione ha consentito di stimare, per le imprese con almeno 15 dipendenti che nel corso del 2015 hanno assunto personale a tempo indeterminato utilizzando il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, le probabilità che i nuovi contratti corrispondessero interamente a nuovi lavoratori, esclusivamente a conversioni di precedenti contratti a termine, o a una combinazione delle due eventualità, distinguendo inoltre i casi di imprese che già nel 2014 si trovavano su un sentiero di crescita occupazionale da quelli che invece attraversavano una fase di stasi o contrazione di addetti. I risultati sono riportati nella Figura 27. Una prima evidenza è che il contratto a tutele crescenti è stato utilizzato in modo diverso da imprese di differente dimensione: la probabilità che i nuovi contratti a tempo indeterminato corrispondano interamente all’assunzione di nuovi lavoratori si avvicina al 40 per cento nel caso delle piccole imprese (15-49 addetti), sfiora il 29 per cento nel caso delle medie (50-249 addetti) e scende al 21,4 per cento per le grandi imprese (almeno 250 addetti). La probabilità che, al contrario, i nuovi contratti non individuino alcuna nuova assunzione ma costituiscano solo trasformazioni di precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato passa dal 19,6 per cento nel caso delle piccole imprese al 22,1 per cento delle medie, mentre per le grandi imprese è pari a e al 25,6. Detto altrimenti, ai fini dell’assunzione di

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69 nuovo personale il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ha avuto effetto soprattutto nelle piccole imprese.

Figura 27: Probabilità che le assunzioni a tempo indeterminato del 2015 siano tutti nuovi occupati, parziali conversioni di precedenti contratti a termine o esclusivamente conversioni, per classe dimensionale d’impresa – Imprese manifatturiere con almeno 15 addetti − (Imprese che nel 2015 hanno assunto a tempo

indeterminato con il contratto a tutele crescenti e hanno aumentato l’occupazione complessiva; valori percentuali)

(a) Per comodità espositiva, i livelli di probabilità sono espressi in termini percentuali.

Fonte: Istat, Rapporto annuale 2016.

È tuttavia possibile che gli effetti della misura in questione siano stati diversi non solo al variare della dimensione d’impresa, ma anche a seconda che l’impresa stessa, precedentemente all’introduzione del provvedimento, attraversasse una fase di espansione o flessione occupazionale. Come si è anticipato, dunque, una seconda linea di analisi ha approfondito tale possibilità “scomponendo” i risultati appena visti sulla base dell’eventualità che nel corso 2014 le imprese avessero aumentato o meno l’occupazione complessiva. I risultati sono riportati nella Figura 28.

Anzitutto, per le unità di minore dimensione il ricorso al contratto a tutele crescenti ha prevalentemente accompagnato l’avvio di una nuova fase di crescita occupazionale dopo un anno di ristagno o contrazione: la probabilità che si tratti di aziende che prima dell’introduzione del Jobs Act non aumentavano l’occupazione è infatti pari al 56 %. Anche in questo caso, l’effetto più ampio è legato all’eventualità che

19,6 22,1 25,6

40,6 49,0

53,0

39,8 28,9

21,4

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

Piccole (15-49 addetti) Medie (50-249 addetti) Grandi (250 addetti e oltre)

70 tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato riguardino nuovi lavoratori (senza cioè includere trasformazioni di precedenti contratti a termine), con una probabilità pari al 23,1 %.

Figura 28: – Probabilità che le assunzioni a tempo indeterminato del 2015 siano tutti nuovi occupati, parziali conversioni di precedenti contratti a termine o esclusivamente conversioni, per classe dimensionale d’impresa e performance occupazionale del 2014 - Imprese manifatturiere con almeno 15 addetti - Anno

2015 (imprese che nel 2015 hanno assunto a tempo indeterminato con il contratto a tutele crescenti e hanno aumentato l’occupazione complessiva; valori percentuali)

(a) Per comodità espositiva, i livelli di probabilità sono espressi in termini percentuali.

Fonte: Istat, Rapporto annuale 2016.

Nel caso delle imprese di media e grande dimensione, invece, il quadro cambia: per queste tipologie aziendali, l’utilizzo del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti appare associato al consolidamento di una preesistente fase di crescita occupazionale. La probabilità che a ricorrere al nuovo contratto siano aziende che già nel 2014 aumentavano i propri livelli occupazionali è infatti pari al 65,7 % per le medie imprese e al 78 % per le grandi. A ulteriore conferma di tale risultato, anche i casi di massimo effetto del provvedimento – ovvero le situazioni in cui i nuovi contratti a tempo indeterminato individuano interamente nuove assunzioni – risultano più probabili per le unità già in crescita (17,9 per le medie imprese e 15,1 per le grandi). In altri termini, per le medie e le grandi imprese il nuovo contratto a tempo indeterminato sembra soprattutto accompagnare una fase di rafforzamento, più che di avvio, di un percorso di crescita occupazionale. Per le piccole imprese è stato invece di stimolo all’espansione, dopo una fase di stabilità o flessione. La nuova tipologia contrattuale ha dunque svolto un ruolo importante, nella

4,3 15,3 9,8 12,3 16,8 8,8 23,0 17,6 38,0 11,0 46,1 6,9 16,7 23,1 17,9 11,0 15,1 6,3 44,0 56,0 65,7 34,3 78,0 22,0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Assumevano già nel 2014 Non assumevano nel 2014 Assumevano già nel 2014 Non assumevano nel 2014 Assumevano già nel 2014 Non assumevano nel 2014 Piccole (15-49 addetti) Medie (50-249 addetti) Grandi (250 addetti e

oltre) Solo conversioni

In parte conversioni e in parte nuovi contratti Solo nuovi contratti

71 valutazione delle imprese, nell’accompagnare la fase di ripresa della domanda di lavoro nel corso del 2015. Infine, la stessa rilevazione ha consentito di valutare anche in quale misura la decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato abbia favorito un aumento dell’occupazione complessiva nelle imprese manifatturiere nel corso del 2015. I risultati delle stime mostrano che, sulla base delle dichiarazioni delle imprese, l’utilizzo del provvedimento in questione ha rappresentato la principale variabile a sostegno dell’espansione occupazione aziendale complessiva, determinando un aumento medio degli occupati del 18 %. L’effetto risulta ampiamente superiore a quello esercitato dal livello della produttività del lavoro dell’impresa e delle condizioni di ordini e domanda.

Nel documento I contratti di lavoro dopo il Jobs Act (pagine 68-71)