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Il contributo dell’INAIL del Veneto alla redazione di norme ISO CEN UNI

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2010 Veneto (pagine 54-58)

Province Industria e

2.6 Il contributo dell’INAIL del Veneto alla redazione di norme ISO CEN UNI

Fra i compiti istituzionali dell'INAIL vi è quello della partecipazione alla redazione di “norme tecniche”, “buone prassi” e “linee guida” così come definite nel DLgs.81/2008 [art.2 comma 1 lettere u) v) z)].

Per “norma tecnica”( D.Lgs. 81/2008) s’intende una “…specifica tecnica, approvata e pubblicata da un'organizzazione internazionale, da un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia obbligatoria”.

L’uso di norme tecniche nell’ambito della produzione industriale è molto antico. Esse sono nate come norme di prodotto allo scopo di definire un linguaggio tecnico comune tra fornitori e clienti e facilitare il commercio.

A partire dal 1985 con le “direttive europee di nuovo approccio”, previste dall’art.95 del trattato dell’Unione Europea, le norme tecniche hanno visto aumentare la loro importanza in tutti i campi legislativi, compresa la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Con riferimento a questo ambito, in Italia, a differenza dei D.P.R. degli anni 50 (e.g. D.P.R.

547/1955 e D.P.R. 303/56) ove le prescrizioni della legge erano assai dettagliate nel descrivere le specifiche tecniche di macchine, strumenti, attrezzature e luoghi di lavoro, nei D.Lgs. degli anni 90 si è fatto spesso riferimento a norme tecniche per quelle materie che sono in evoluzione costante.

Una delle conseguenze di questo cambiamento è che una norma di per sé volontaria può diventare vincolante in quanto citata nel testo di una legge. Poiché le norme tecniche nell'ambito della sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro sono redatte da organismi sovranazionali ed hanno effetto anche in Italia, se recepite dalle direttive europee, è importante per gli enti pubblici qual è l'INAIL (e per le aziende in generale) partecipare alla loro stesura.

La norma tecnica viene redatta in modo differente secondo il contesto geografico (mondiale, europeo, nazionale) in cui viene sviluppata e sono, quindi, diversi gli enti preposti.

Nello schema sotto viene riassunto il quadro dell’attività di normalizzazione a livello mondiale.

Degno di nota è il fatto che tra ISO e CEN non vi è rapporto gerarchico ma un accordo di collaborazione tra pari definito nell’ambito dell’accordo di Vienna del 2001.

Nel caso del CEN e dei corpi di normalizzazione nazionali invece la Direttiva Europea 98/34/CE stabilisce che le norme CEN devono essere recepite dai corpi di normalizzazione nazionale.

Oltre ad UNI in Italia sono coinvolti nell’attività di normalizzazione anche gli enti ad esso federati con delega per particolari settori, qual è ad esempio UNICHIM (associazione per l'unificazione nell'industria chimica).

All’interno di ISO e CEN le norme tecniche vengono sviluppate e redatte dalle commissioni tecniche in cui i corpi di normalizzazione nazionale (per l'Italia UNI) sono rappresentati da tecnici, nominati dagli stessi corpi di normalizzazione quali "esperti nazionali". Agli esperti è affidata la redazione del testo della norma tecnica secondo rigide regole stabilite dai corpi di normalizzazione. La redazione di una norma tecnica ha un iter complesso che può durare anni. Secondo il regolamento ISO avviene in sei passaggi, ed una norma prima di essere approvata viene sottoposta anche ad una fase di inchiesta pubblica per ulteriori proposte e commenti.

L’INAIL e le norme tecniche

L'INAIL ha partecipato alla stesura di varie norme per mezzo dei propri professionisti tecnici della Con.T.A.R.P. (Consulenza Tecnica per l’Accertamento del Rischio e la Prevenzione).

Un’area di interesse, ad es., è rappresentata dall’analisi del rischio derivante dalle polveri respirabili; in particolare quelle silicotigene, sono soggette alla valutazione del rischio specifico e rientrano nel campo della valutazione del rischio chimico negli ambienti di lavoro, disciplinata dal TU (D. Lgs. 81/2008 e smi) agli artt. 17, 28, 223.

L’INAIL è da molti anni coinvolto nella valutazione del rischio da polveri aerodisperse negli ambienti di lavoro contenenti silice cristallina in relazione alla applicazione del premio supplementare INAIL contro il rischio di silicosi ed asbestosi.

La valutazione del rischio da aerosol solidi dispersi negli ambienti di lavoro viene effettuata dividendo le polveri in base al loro diametro aerodinamico secondo quanto stabilito dalla norma ISO EN 481:1993. Nello stabilire metodi di analisi e limiti di esposizione occorre quindi tenere conto della frazione aerodinamica che si sta esaminando. Questo fa sì che sui metodi di analisi e valutazione del rischio da aerosol solidi dispersi negli ambienti di lavoro vi sia in atto un’intensa attività di normalizzazione, sia a livello internazionale da parte di ISO e CEN, sia a livello nazionale da parte di UNI e UNICHIM.

Attività svolta dall’INAIL Direzione Regionale del Veneto nel 2010

Della valutazione del rischio da polveri aerodisperse ed in particolare della silice si occupano varie commissioni tecniche ISO, CEN, UNI.

1. La commissione tecnica ISO TC146 SC2 "qualità dell’aria nei luoghi di lavoro " ha al proprio interno due gruppi di lavoro:

a) il WG1 "campionamento selettivo su base dimensionale ed analisi del particolato aerodisperso" che si occupa dei mezzi di campionamento delle polveri

b) il WG7 "silice", che si occupa in modo specifico della analisi del quarzo respirabile.

2. La commissione tecnica CEN TC137 “valutazione dell’esposizione ad agenti chimici e biologici negli ambienti di lavoro" che ha costituito al proprio interno il gruppo WG3 "particolato " che si occupa dei metodi di campionamento delle polveri analogamente al gruppo ISO TC146C2WG1 ed in sinergia con esso.

3. La commissione tecnica UNICHIM "qualità dell'aria negli ambienti di lavoro” che ha costituito al proprio interno il gruppo di lavoro “agenti chimici”.

La Direzione Regionale INAIL del Veneto ha partecipato nel corso del 2010 con un professionista della Con.T.A.R.P. ai lavori delle commissioni sopra nominate.

Nel seguito una sintesi dei progetti di norma tecnica svolti nel 2010 ed ancora in corso.

Il gruppo di lavoro ISO TC146SC2 WG1 nel corso del 2010 si è focalizzato sulla misura della distribuzione delle concentrazioni di particelle ultrafini mediante strumenti basati sulla loro separazione per via elettrostatica ed ha prodotto il documento ISO 28439:2011. Ha attualmente in progetto le revisioni della norma ISO 481:1993 e dello standard ISO 7708:1995, i quali definiscono le frazioni dimensionali della polvere aerodispersa negli ambienti di lavoro correlandole ai loro effetti sulla salute. Il lavoro di revisione viene fatto attraverso la stesura del documento ISO/FDIS 13138.

Il gruppo di lavoro ISO TC146SC2WG7 ha approfondito lo studio delle metodiche di analisi del quarzo respirabile tramite diffrazione dei raggi X (XRD) e ha curato la stesura di due documenti:

a) Workplace Air – Analysis of respirable crystalline silica Part 1 Method by direct analysis

b) Workplace Air – Analysis of respirable crystalline silica Part 2 Method by indirect analysis

che rappresentano il completamento della linea guida ISO24095:2009 precedentemente pubblicata.

Il gruppo di lavoro CEN TC137WG3 si è occupato della valutazione del rischio da polveri aerodisperse ed in particolare dell’aggiornamento della norma UNI EN 13205:2001 attraverso la stesura del documento prEN 13205:2010 “ esposizione nei luoghi di lavoro - valutazione delle prestazioni dei campionatori per la misura delle concentrazioni delle particelle aerodisperse”. In esso viene discussa la misura di tutte le frazioni della polvere di interesse biologico, dalla inalabile fino alle ultrafini. Negli allegati vi sono informazioni utili per comparare i risultati ottenuti con diversi preselettori della frazione respirabile e calcolare l’incertezza di misura.

Il gruppo di lavoro UNICHIM “agenti chimici”, nel corso del 2010 si è occupato della stesura di due metodi di analisi UNICHIM:

a) il metodo UNICHIM 2010:2011, che riguarda la determinazione della frazione respirabile di quarzo per via gravimetrica;

b) il metodo UNICHIM 2398:2011, che descrive come fare l’analisi XRD del quarzo

Questi metodi rappresentano (con anticipo rispetto a quanto è in discussione nel gruppo ISO TC146SC2 WG7) un utile strumento per tutti coloro che sono interessati alla valutazione del rischio da polveri respirabili contenenti quarzo negli ambienti di lavoro.

2.7 L’ISPESL

L’ INAIL ha avviato, nell’ambito del più generale processo di ridisegno del Welfare, un’importante opera di ristrutturazione interna per integrare le professionalità acquisite a seguito dell’incorporazione dell’ISPESL e dell’IPSEMA.

Questo processo di integrazione, avviato subito dopo l’approvazione del decreto legge 31 maggio 2010 n. 78 convertito, con modificazioni, nella legge 30 luglio 2010 n. 122, ha coinvolto, in diversa misura, tutte le Strutture dell’Istituto.

Il compito di individuare iniziative per il percorso di integrazione è stato svolto dai “Gruppi tematici”, ai quali hanno partecipato rappresentanti delle varie Strutture dell’INAIL, dell’ex ISPESL e dell’ex IPSEMA.

Nell’ambito di quanto previsto dal D. Lgs. 81/08 e s.m.i. art.9 c.2 lett. l) predisposizione delle linee guida […]:l’ISPESL del Veneto ha svolto le seguenti attività:

• Gruppo di lavoro per la valutazione di sistemi remoti cablati e mobili per la conduzione di generatori di vapore (con Comando interregionale dei Vigili del Fuoco per il Veneto e il Trentino Alto Adige, Associazione Regionale Conduttori di Caldaie del Veneto, Gruppo Interregionale Macchine ed Impianti (coordinamento tecnico delle regioni), Dipartimenti Centrali dell’ex ISPESL di Certificazione e Conformità dei Prodotti e Impianti (DCC) e di Tecnologie di Sicurezza (DTS), Dipartimento territoriale dell’ex ISPESL di Padova, Università di Venezia – Ca’ Foscari)

• Gruppo di lavoro nazionale sull’uso della tecnica di emissione acustica su attrezzature in pressione (serbatoi GPL) – Metodo di controllo – con Dipartimento Centrale dell’ex ISPESL Tecnologie di Sicurezza – DTS)

Nell’ambito delle attività previste dall’art.9 c.6:

lett. a) svolge e promuove programmi di studio e ricerca scientifica […]; in particolare nel 2010 è proseguito lo studio su microclima-rumore-vibrazioni-ergonomia presso l’azienda municipalizzata VERITAS di Venezia focalizzato sull’ambiente di lavoro delle motobarche conferimento rifiuti

lett. d) svolge attività di organismo notificato per attestazioni di conformità relative alle Direttive per le quali non svolge compiti relativi alla sorveglianza del mercato, nell’ambito della Direttiva 97/23/CE “PED” – D.Lgs. 93/2000 per gli apparecchi a pressione

lett.e) è titolare di prime verifiche e verifiche di primo impianto di attrezzature di lavoro sottoposte a tale regime ovvero:

• Generatori di vapore e liquidi surriscaldati, recipienti di vapore/gas, membrature, forni per oli minerali (D.Lgs. 93/2000 - DM 329/04)

• Impianti di riscaldamento (DM 01/12/1975 e succ. int. – DM 37/08)

Per quanto riguarda gli impianti di messa a terra e di protezione dalle scariche atmosferiche viene svolta attività di verifica a campione (DPR 462/01)

Inoltre i funzionari dei Dipartimenti Territoriali hanno partecipato come membri titolari ai seguenti Comitati, Coordinamenti e Commissioni:

- Comitato Regionale di Coordinamento della attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute ed Organismi provinciali di Coordinamento (ex art. 7 D.Lgs. 81/08) - Comitato Tecnico Regionale (DPR 577/82 - DLgs 334/99)

- Commissioni ispettive su nomina CTR - Commissioni ispettive SGS (DLgs 334/99)

I funzionari dell’ex ISPESL sono presenti anche nei seguenti Gruppi di lavoro - Comitati tecnici

• GdL 9: Criogenici del Comitato Termotecnico Italiano (federato all’UNI)

• Commissione Tecnica ISPESL “Gestione dei sistemi in pressione”

• Consiglio Tecnico ISPESL “Attrezzature ed insiemi della Direttiva PED”

• Gruppo di Lavoro ISPESL “Sicurezza e protezione degli insiemi”

• Consiglio Tecnico ISPESL “Materiali e collegamenti per apparecchi a pressione”

• Consiglio Tecnico ISPESL “Specifiche d’esercizio per impianti e DM 329/04”

Per quanto riguarda la formazione e l’informazione si cita il Convegno SAFAP 2010 - Sicurezza ed affidabilità della attrezzature a pressione – La gestione del rischio dalla costruzione all’esercizio, Venezia, 13-14 maggio 2010 in collaborazione con ENEL, Ministero della Salute, Ente Zona Industriale, Dipartimenti Centrali dell’ex ISPESL di Certificazione e Conformità dei Prodotti e Impianti (DCC) e di Tecnologie di Sicurezza (DTS)

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2010 Veneto (pagine 54-58)

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