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Dal Convento alla Scuola

Nel documento EDUCAZIONEECULTURA PER LA DONNA (pagine 111-129)

L a conoscenza storica di una realtà ne illum ina l’essere e ne svela le dim ensioni più profonde. Il principio è tanto più vero se lo si riferi­

sce alla vita di una istituzione come quella della Scuola «N ostra Signora delle G razie» che possiede una storia lunga e travagliata che la collega ad un antico C onvento dedicato a S. M aria delle Grazie.

Anche la cittadina di Nizza M onferrato, come m olte altre in Italia, ospitò per circa quattro secoli un Convento di frati.

Dal 1476 esso fu abitato dai M in o ri O sservanti; dal 1634 al 1801 dai M inori R iform ati e dal 1817 dai Frati C appuccini che ne m antenne­

ro il possesso fino alla soppressione delle corporazioni religiose decre­

tata il 29 m aggio 1855.1

Il nome della Scuola che costituisce l ’o ggetto della presente ricerca risale appunto a quello del Convento: Sancta M aria G ratiarum o Sancta M aria extra muros, com unem ente detto Convento della M adonna.2 Esso

1 L ’articolo della legge puntualizza categoricam ente: «Cessano di esistere, qu ali enti m orali riconosciuti dalla legge civ ile, le case poste nello stato d egli ordini relig io si, i quali non attendono alla predicazione, a ll’educaz.ione od assistenza degli interm i. L ’elenco delle case colpite da questa disposizione sarà pubblicato con D e­

creto R eale» (L. 29-5-1855, n. 878, art. 1).

2 C f MIGLIARDIA lberto, Vicende storiche di N izza M onferrato. Seconda edizione riveduta, corretta e am pliata d a ll’A utore e riordinata da L u igi M ig liard i, Nizza M onferrato, e d. T ip ografica M oderna 1978, 224.

D alla fondazione a l p a reggia m en to (1878-1900) 113 sorse, in data non precisa, su una chiesa chiam ata Santa M aria di L inti- gnano, una sem plice chiesa di cam pagna oppure un’antica chiesa abba­

c a le , secondo l ’interpretazione riportata dallo scrittore nicese France­

sco A rrigo tti.3

Senza aprire ind agin i storiografiche che porterebbero la ricerca troppo lontano nel tem po, è da notare che nel 1857 il R egio D em anio pose in vendita il Convento e il Comune di Nizza lo acquistò due anni dopo a lire 24.000. L ’intento del M unicipio era quello o di adibire lo stabile a scopi m ilitari, oppure di destinare a cam posanto l’am pio terre­

no circostante.

T ali p ro getti tuttavia non si effettuarono e perciò il Com une nel­

l’agosto 1870 decise di cedere il Convento alla C ongregazione di carità con la condizione che lo adibisse ad ospedale o ad un’opera pia a favore della città stessa. Stando allo studio d ell’ A rrigotti e a quello di A lberto M igliardi pubblicato nel 1925, si sa che di fatto «il Convento di N ostra Signora delle G razie fu poi ceduto per lire 11.000 alla C ongregazione di carità, che voleva im piantarvi un ospedale d ite llo dalle Suore di S.

Anna e un orfanotrofio fem m inile».4 M a neppure questo progetto ebbe esito felice. Il 24 giu gn o 1871 il M unicipio stipulò il contratto di vendi­

ta del C onvento ad una Società enologica di S av ig liano (Cuneo) che adibì il fabbricato e la Chiesa stessa a deposito di vini.

Dopo pochi anni, verso il term ine del 1876, il Convento fu nuova­

m ente posto in vendita in seguito a forti dissesti finanziari sofferti dalla ditta enologica. Un intrecciarsi di varie cause m otivarono in quella pre­

cisa situazione l’intervento e la decisione del Fondatore della Società Salesiana di acquistare il Convento.

L ’A rrigo tti, non senza enfasi letteraria, scrive:

«Spuntava infatti un bel giorno di prim avera d ell’anno di grazia 1877, allorché qua giunse da T orino, quasi inaspettato,

3 Cf A r r i g o t t i Francesco, N otizie storiche sul Co n vento e sul Santuario di Santa M aria delle Grazie presso N izza M onferrato, T orino. T ipografia e Libreria Salesiana 1878, 13.

4 M ig lia rd iA lberto, Vicende storiche di Nizza M onferrato, Nizza M onferrato, T ip . M oderna 1925, 206. Il dato si tro va pure am piam ente esposto in A r r i g o t t i , N o -

tizie 29-31. La C ongregazione di carità fu istituita a Nizza nel 1721 per opera del ge­

suita A gostino M aglian i. Il suo fine era quello di am m inistrare i fondi della pubblica beneficenza e d egli enti a ciò delegati, cioè le O pere Pie, il M onte di Pietà e l’ospe­

dale. La C ongregazione continuò ad operare fino al 1937 (cf M i g l i a r d i , Vicende 173-174).

114 C apitolo 3

un um ile Prete, accom pagnato da un suo confidente; i quali essendosi portati a visitare quelle fabbriche, bentosto conob­

bero che il convento per la solida sua costruzione, non priva di qualche eleganza, poteva benissim o essere ridotto, m edian­

te però m olti lavori e spese, in una bella e discreta Casa di educazione».5

Non è facile docum entare dal punto di vista storico la «co n clusio ­ ne soddisfacente»6 del fatto interpretata dallo scrittore nicese quale g ra ­ zia provvidenziale e segno di protezione di Colei che la Chiesa onora come Virgo potens. L ’A rrigo tti si lim ita a riferirsi al senso cristiano dei nicesi che deploravano la profanazione di un luogo da secoli «rispettato e sacro al culto divino e alla p reghiera pub b lica».7

In realtà l ’attenzione di don Bosco era già stata richiam ata sul Convento fin dal mese di m arzo 1870 in un incontro con il Sindaco di Nizza, Filippo Fabiani, che sperava di veder trasform ato il Convento in un futuro istituto salesiano. Con buona probabilità don Bosco non m o­

strò di deludere le speranze del Sindaco il quale, il 29 aprile dello stesso anno, ritornò per scritto sull'argom ento, appellandosi ad una necessità urgente per la città di Nizza e in ultim a analisi per la Chiesa stessa. N el­

la lettera si legge:

«R iconoscendo quanta potenza sia in Lei, R ev.m o Signore, e non am m ettendo dubbio sulla urgente necessità di pro vved e­

re questa povera e dim enticata città di un insegnam ento utile qual è quello ginnasiale, m ercé cui àpresi pure la via al sacer­

dozio, i cui m iliti vanno ogni dì più dileguandosi, oso im plo­

rare d alla S.V . R ev.m a di vo ler occuparsi con qualche solleci­

tudine della cosa e fra il più breve term ine possibile riferirm i sulle più o meno possibilità d ell’im pianto di cui sopra».8 Il Sindaco continuava precisando che il M unicipio non aveva a quel tempo alcuna possibilità di «esporre denaro» per i restauri del lo­

cale; l ’avrebbe tu ttavia ceduto a m odico prezzo purché don Bosco aves­

se prom esso di aprire un collegio in cui si im partisse l ’insegnam ento ginnasiale.

5 A r r i g o t t i , N otizie 3 9-4 0 . 6 Ivi 38.

7 Ivi 3 6.

8 L ettera di F ilippo Fabiani a don Bosco, N izza M onferrato 2 9 - 4 -1 8 7 0 , in ASC 4 0 9 .1 .4 C 609.

D alla fon d a z ion e a l p a reggia m en to (1878-1900) 115 Benché non si trovi n ell’A rchivio storico del M unicipio di Nizza la risposta di don Bosco al Sindaco, si può tu ttavia supporne il conte­

nuto. In quel preciso periodo il Fondatore dei Salesiani era im pegnato nell’apertura del grande C ollegio di A lassio;9 non era quindi in condi­

zioni di assum ersi un im pegno tanto oneroso entro una così breve sca­

denza di tempo.

M a quando nel 1876 il Convento venne nuovam ente posto in ven­

dita, altre circostanze concorsero a far sì che don Bosco optasse per l’acquisto e destinasse lo stabile alle FM A. I conti Balbo, che erano proprietari di v ille e terreni a Nizza, con alcune fam iglie nicesi propose­

ro a don Bosco l’acquisto del Convento e lo invitarono per un sopra­

luogo. fig li, che da tem po cercava l ’am biente più adatto in cui trasferi­

re le F M A , vi aderì.

Fin d all’estate 1876, come si è detto nel precedente capitolo, infat­

ti, sia don G iacom o C ostam agna,10 direttore della Casa salesiana di M ornese, che A ntonio T rav erso ,11 notaio di Mornese e consigliere del Comune di G avi, insistevano presso don Bosco perché si lasciasse al V escovo di A cqui T erm e il C ollegio di M ornese e si trasportasse l’ope­

ra a G avi. Il Fondatore, considerando la m iglio r salubrità del clim a e soprattutto la vicinanza alla città, la m aggio re facilità di com unicazioni con i paesi vicini e con i centri lontani, la più sicura possibilità di esten­

dere le opere educative a favore delle fanciulle, aveva risposto positiva- mente e senza equ iv o c i.12

O ltre che dalle ragioni suesposte, l'abbandono del piccolo centro di M ornese era pure m otivato dalle lim itate possibilità eli influsso edu­

cativo dovute sia al piccolo num ero delle alunne che ai sospetti del C onsiglio provinciale scolastico e del Sottoprefetto del circondario che avrebbero voluto l ’autonom ia dalla scuola p riv ata .13

Si doveva quindi provvedere ad una sistem azione più sicura e, benché G avi offrisse buone prospettive di lavoro con la gio ven tù, non

9 La Casa salesiana di Alassio fu aperta n ell’ottobre 1870 (cf M B IX 916.931).

10 C f Lettera di don G iacom o C ostam agna a don Bosco, M ornese 2-7-1876, in A G FM A .

11 C f L ettera di A ntonio T raverso a don Bosco, M ornese 3-7-1876, in ASC 409 M F 1585 A 6.

12 Cf L ettera di don G iacom o C ostam agna a don Bosco, M ornese 2-7-1876, in A G FM A . La L ettera, come è g ià accennato precedentem ente, contiene una postilla au to grafa di don Bosco in cui egli si m ostra favorevole alla vendita della Casa di M ornese.

13 C f V erbale della seduta com unale del 14-9-1877 (copia in A G F M A ); tra­

scritto integralm ente in C ronistoria II 411-412.

116 C apitolo 3

disponeva ancora di una casa per le suore. Il Convento di Nizza M on­

ferrato era invece adatto sia per aule scolastiche che per convitto e per abitazione. D on Bosco quindi sottoscrisse con il D irettore della Società enologica Stefano Lanzetti il contratto di acquisto che porta la data del 30 aprile 1877.14

A lla contessa M aria Corsi il Santo scriveva il 2 m aggio precisando i particolari del fatto e le sue conseguenze:

«Il contratto pel Convento della M adonna è conchiuso. Dopo m olte chiacchiere si definì a f. 30 m ila, che assicuravano esse­

re stati offerti da altri. M i sono presi tre mesi di tem po per fare l’atto notarile, e in questo tem po bisogna che pensiam o a m ettere insiem e danaro. Se è possibile è m eglio pagarlo subi­

to. Ella faccia solo quello che può; ne parli con chi crede op­

portuno. È una glo ria per Nizza e per la R eligione, che una Chiesa fatta m agazzeno da vino sia ritornata al c u lto ».15 Pochi gio rn i dopo don Bosco scrisse alla signora Francesca Pasto­

re di V alenza com unicandole lo stesso acquisto e precisando che avven ­ ne «dopo lunghe e difficili pratiche». N ella stessa lettera la Casa di N iz­

za è posta in diretta relazione con le FM A e in modo particolare con la Casa di M ornese: «E lla sa che la casa di M ornese, conveniente per d i­

versi m otivi, era veram ente incom oda e dispendiosa per arriv arv i. Ora eccone com prata una a Nizza M onferrato [...]» .16

Anche a don Francesco B odratto, nativo di M ornese e partito da pochi mesi per l’A rgen tin a, don Bosco a ll’inizio di m aggio scriveva:

«F u com perata una casa a Nizza M onferrato dove sarà trasferita la casa di M ornese con grande v an taggio , sp ero ».17

In u n ’altra lettera al canonico E doardo M artini di A lassio don Bo­

sco, sollecitando un contributo finanziario, accennava a ll’opera educati­

va a cui sarebbe stato adibito il Convento; nello scritto si parla espres­

sam ente di un «Istituto con ed ucand ato ».18

14 C f C ontratto p e r la com pra del Convento della Madonna delle Grazie a N izza M onferrato, T orino 30-4-1877, in M B XIII 938.

15 L ettera di don Bosco alla contessa M aria C orsi, T o rin o 2-5-1877, in F III 169.

16 Lettera di don Bosco alla signo ra Francesca Pastore, T orino 6-5-1877, in ivi 169-170.

17 Lettera di don Bosco a don Francesco Bodratto (s. d.), in ivi 173.

18 Lettera di don Bosco al canonico E doardo M artini (s. d.), in ivi 172.

D alla fon d a z ion e a l p a reggia m en to (1878-1900) 117 Don Bosco fino a quel tem po era stato sem pre contrario ad accet- tare conventi o edifìci m onastici da trasform are in co llegi perché, se- condo l’interpretazione dello storico salesiano E ugenio Ceria, non avrebbe voluto dar l’occasione di pensare che religio si soppiantassero altri re lig io si.19 D urante l’adunanza dei D irettori salesiani tenutasi il 6 febbraio 1877, don Bosco, invece, fu esplicito al riguardo riferendo il pensiero del S. Padre con cui si era personalm ente intrattenuto il mese precedente:

«O ra a Rom a il Papa stesso non solo mi diede licenza, ma mi raccom andò di com perare edifizi g ià appartenuti ai frati per farne case nostre, e ciò per restituire alla Chiesa quello che fu tolto, per conservare queste case, già destinate alla g lo ria di D io, nello scopo prim iero e per non lasciarle cadere in mani profane. Da q u i innanzi, se le nostre convenienze lo perm et­

tono, sappiam o che a Rom a non incontrerem o diffico ltà».20 E infatti nella prim avera di quello stesso anno don Bosco, invitato ripetutam ente, si era recato a visitare il Santuario della Beata V ergine delle G razie, detto anche della M ellea, a F arigliano (M ondovì) con l’in- tento di adibirlo a noviziato e studentato per i chierici.21 Il progetto, a causa di equivoci e m alintesi, non potè essere effettuato. Si realizzò in ­ vece l’acquisto del Convento di Nizza M onferrato che costò 30 mila fr anchi. Don Bosco richiese tre mesi di tem po prim a di stipulare l’atto notarile, sia per poter disporre del denaro necessario, sia per ottenere il rescritto dalla C ongregazione dei Vescovi e R egolari.

D alle lettere che scrisse don Bosco al canonico M artin i22 si coglie il suo desiderio di affrettare il più possibile l’acquisto del Convento e si apprendono alcune inform azioni sui proprietari di esso. D alla lettera d ell’inizio del mese di m aggio 1877 sappiam o che alla Società enologica appartenevano anche «alcuni protestanti ed altri p eg g io ».23 lira perciò intenzione di don Bosco di sottrarre al più presto quel luogo alla profa­

nazione e, come egli stesso si espresse nella supplica indirizzata al S. Pa­

dre, «ritornare la Chiesa al culto religioso, e del Convento farne un Isti­

tuto religio so ».24

19 C f M B X III 67.

20 L. cit.

21 C f ivi 636-642.

22 C f E III 171-172.174-175.

23 Ivi 172.

24 Ivi 210.

118 C apitolo 3

T rattandosi di beni di provenienza ecclesiastica si richiedeva l'a u ­ torizzazione ufficiale per poter effettuare regolarm ente il contratto di acquisto. In un periodo in cui erano ancora forti le conseguenze delle le g g i soppressive delle com unità religiose e dell’incam eram ento dei loro beni, don Bosco era consapevole che il rescritto della C ongrega­

zione rom ana era necessario per possedere la fa coltà di p o ter f a r e l ’atto notarile.25

Dopo una lunga attesa m otivata da circostanze esterne alla pratica, finalm ente il 14 settem bre 1877 la C ongregazione dei V escovi e R ego la­

ri, tram ite il Card. F errieri, su relazione favorevole del V escovo di A c­

qui e sentito il voto del Procuratore generale dei C appuccini, em ise il rescritto. In esso si autorizzava l’O rdinario del luogo ad accordare a don Bosco la facoltà di acquistare il Convento26 e di trasform arlo in Istituto religioso.

Si esigeva però una dichiarazione scritta in cui si precisasse che in un eventuale ritorno dei Cappuccini, precedenti possessori d ell’edificio, don Bosco si sarebbe im pegnato a restituire loro il Convento e la C hie­

sa, a condizione che fosse indennizzato delle spese sostenute. Don Bo­

sco il 24 settem bre 1877, infatti, redasse il testo della dichiarazione che si conserva n ell’A rchivio della C uria vescovile di Acqui:

«Il sottoscritto a fine di ritornare al D ivin Culto una Chiesa e Convento appartenuti ai Reverendi Padri C appuccini in N iz­

za M onferrato, ed ora ridotti ad un M agazzeno da vino, è pronto a farne acquisto, e sottoporsi alle spese che occorrono per la com pra, riattazione e conservazione. In ossequio poi alle prescrizioni di S. Chiesa prom ette di cederlo nuovam ente ag li stessi R eligiosi nel caso, D io lo faccia, ch ’essi possano colà ritornare. Si pone per l’unica condizione che il com pra­

tore sia fatto indenne delle spese a tale uopo incontrate».27 L ’atto notarile fu rogato il 12 ottobre a S aviglian o nello studio del notaio Saverio N egro.28 Don Bosco, legalm ente rappresentato da don

25 L ettera di don Bosco alla Sign o ra L anzetti, Lanzo 8-9-1877, in ivi 212. La sottolineatura è di don Bosco.

26 C f Decreto di m ons. G iuseppe Sciandra d elegato della S. Sede, A cqui 27-9-1877, in ASC 409, fase. 2.

27 C f Dichiarazione d i don Bosco, Torino 24-9-1877, in ACVA .

28 C f A tto di com pera d el Convento « Madonna delle Grazie», S av iglian o 12-10-1877 (copia in ASC 409, fase. 2), pubblicato in Cronistoria II 413-415. D al 1871, anno della grav e m alattia di don Bosco (cf MB X 232 ss.), e g li, com e F ondatore

del-D a lla fo n d a z io n e a l p a r eg g ia m e n to (1878-1900) 119

M ichele R ua, versò m età del denaro occorrente quello stesso giorno e prom ise di saldare il debito entro il mese di aprile 1879.

Per raggiu n gere questo im pegnativo traguardo era stato necessa­

rio il concorso generoso e disinteressato di varie persone.

Scrivendo alla contessa G abriella Corsi il 26 settem bre 1877, don Bosco si interro gava a chi avrebbe potuto riv o lgersi per avere denari e aiuti. E gli faceva soprattutto affidam ento sulla generosità della contessa sicuro che ella avrebbe offerto «qualche sacrificio in onore della M a­

donna» e le su gg eriv a concretam ente di coinvolgere il clero e i «fedeli»

nicesi. L a lettera continua: «È glo ria loro che sia ritornato al culto un edificio orrendam ente profanato. D. Bisio sospenda le altre cose e per un poco si occupi di questo affare cercando q u attrin i».29

Don Bosco stesso fin dal mese di m aggio , tram ite don Francesco C erruti, D irettore del C ollegio di A lassio, si era messo in contatto con il canonico E doardo M artini che risiedeva appunto ad A lassio e che in passato gli aveva prom esso aiuti e collaborazione per le sue opere. Che tale prom essa sia divenuta realtà lo si ricava da una testim onianza di madre M arina Coppa che, avendo sentito personalm ente la narrazione di don C erruti, scrisse nel 1903 una precisazione per la Cronistoria del­

l’istitu to delle F M A .30 N el m anoscritto si legge infatti che buona parte del denaro occorrente per l’acquisto della Casa di Nizza fu procurato dal canonico Edoardo M artini che per quin dici anni era stato m issiona­

rio in A rgentina. E gli, desiderando che i suoi beni fossero d evo luti ad una C ongregazione religio sa che operasse in A m erica, decise di aiutare

la C ongregazione Salesiana, volle passare dalla proprietà individuale dei beni econo­

mici alla distribuzione legale e al decentram ento delle proprietà salesiane avv alen d o ­ si dei suoi più diretti collaboratori. «F urono pertanto costituite via v ia e con le m as­

sime cautele società tontinarie, in cui com parivano preti e coadiutori di vocazione salesiana sperim entatissim a: don R ua, don Sala, don Lazzero, i coadiutori Rossi, Buzzetti e Pelazza, più tardi altri ancora» ( S TELLA Pietro, Don Bosco nella storia econo­

m ica e sociale / 1815-1870/ = Studi storici 8, Rom a, L ib reria A teneo Salesiano 1980, 157). Con questo sistem a si andò avanti fino al 1906, anno in cui l’istitu to delle F M A cessò di dipendere dal R ettor M aggio re dei Salesiani per adeguarsi alle Norme em anate dalla C ongregazione dei V escovi e R egolari il 28-6-1901. T ale separazione com portò la cessazione della dipendenza econom ica dalla C ongregazione Salesiana (cf C a p e t t i G iselda, I l cammino dell’istituto nel corso d i un secolo II: Da Don Rua successore di Don Bosco a l nuovo ordinamento giuridico d ell’istitu to / 1888-1907/, Rom a, Istituto FM A 1973, 202-231).

29 E III 219.

30 C f D ichiarazione auto grafa di m adre M arina Coppa su Edoardo M artin i, benefattore della Casa di Nizza M onferrato, in A G FM A .

120 C apitolo 3

don Bosco n ell’acquisto del «C onvento della M adonna». Non sappiam o con precisione quando il canonico di fatto intervenne in questa im p­

resa, m a, stando alla g ià citata relazione, sappiam o che il denaro fu consegnato dal M artini allo stesso don C erruti perché lo portasse a don Bosco.

D al contratto notarile si ricava che don Bosco divenne possessore di un «tenim ento com posto di terreno, vigneto e m edica con entrostan- te am pio fabbricato già ad uso di chiesa, di are 196 circa, cinto di muro a poca distanza da q u ell’abitato [...]» .31

Lo stabile, consistente in stanze «squallide e spoglie» secondo un’antica descrizione non datata né firm ata,32 richiedeva u rgenti e rad i­

cali lavo ri di restauro e di adattam ento.

D alle fonti coeve si è inform ati che particolarm ente in q u ell’anno

D alle fonti coeve si è inform ati che particolarm ente in q u ell’anno

Nel documento EDUCAZIONEECULTURA PER LA DONNA (pagine 111-129)

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