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Il lavoro svolto permette a questo punto di poter trarre le prime conclusioni su quanto discusso; la tematica della rc sanitaria e tutti gli effetti che conseguentemente si porta appresso, sta diventando di dimensioni sempre più ampie e dibattute. Dedotto ormai che come necessità primaria ci sia un riassetto della normativa vigente e la stabilizzazione delle relazioni fra pazienti, medici, strutture sanitarie e compagnie di assicurazione, è necessario soffermarci sul dove siamo arrivati per capire cosa dovremmo aspettarci per il futuro.

Partendo dalla certezza che nessuno dispone della sfera di cristallo e che quindi nessuno può prevedere con certezza quando tale processo di cambiamento sarà terminato e come, risulta evidente come la questione vada comunque scissa su due lati. Nell'obiettivo di trovare soluzioni definitive al problema sarà necessario riuscire a far miglioramenti sia per quanto riguarda il riuscire ad eliminare il rischio dovuto all'evoluzione giurisprudenziale, sia sul riuscire a creare i giusti presupposti e condizioni di mercato per favorire la convivenza fra medici e compagnie di assicurazione.

responsabilità sia del sanitario che svolge la propria professione, sia della struttura, per poter fissare dei criteri di valutazione del danno rendendoli certi ed omogenei su tutto il territorio nazionale e non lasciare un'eccessiva discrezionalità al giudice incaricato.

Le tecniche idonee al raggiungimento di tali obiettivi possono essere molteplici, dalla riconduzione ad un concetto di responsabilità aquiliana, alla formalizzazione di procedure o buone pratiche che se applicate correttamente fungano da esimente della responsabilità salvo prova contraria. Indispensabile in questo caso sarebbe riuscire a stabilire linee di comportamento chiare, regole certe e che realmente possano essere applicate nella pratica.

Per quanto concerne il criterio con il quale viene valutato il danno, sarebbe logico indirizzarsi verso una standardizzazione: nel mondo delle assicurazioni viene spesso fatto riferimento a tabelle standardizzate di risarcimenti, come ad esempio per gli infortuni sul lavoro, sulla rc auto ecc. Nei danni da responsabilità sanitaria è stato stabilito di applicare la stessa tabella prevista per la rc auto, il problema è che la suddetta tabella (riguardante il danno biologico), per le lesioni superiori al 10% non è ancora stata varata, si confida pertanto che venga emanata nel più breve tempo possibile.

Ulteriori miglioramenti dovranno essere apportati anche sul fronte del risk management: facendo riferimento a quello che succede all'estero, si possono trovare degli strumenti utili a ridurre il rischio di errore come ad esempio l'istituzione di organismi indipendenti che hanno la funzione di raccogliere e analizzare gli errori medici al fine di pianificare procedure utili a prevenirli. (v.

ddl Gelli)

Un ulteriore passo in avanti dovrà poi essere effettuato riguardo alla costituzione di fondi pubblici per andare a bilanciare le carenze lasciate dalle coperture assicurative; sarà fondamentale riuscire a prevedere un sistema di protezione che permetta a medici e strutture di essere coperti anche in caso di “bad risks”, ovvero quei rischi che per natura o dimensione non riescono a trovare copertura sul mercato privato. Il riuscire a ridurre la frequenza e il costo di tali sinistri permetterebbe una maggiore stabilità del sistema garantendo a medici, sia pubblici che privati, di svolgere il loro lavoro con maggiore tranquillità senza dover ricorrere alla cosiddetta “medicina difensiva”.

Passi in avanti sulla gestione del rischio vanno effettuati anche in ottica di rc sanitaria basata sulla autoassicurazione. Sia regioni che provincie hanno fatto, ma soprattutto dovranno continuare a fare, consistenti investimenti su questo fronte: la necessità è quella di acquisire nuove competenze sia in termini di prevenzione,

garantendo capacità di valutazione dell'adeguatezza dei fondi di

autoassicurazione (da un punto di vista finanziario e attuariale), che di gestione post-sinistro, per garantire sicurezza sia ai professionisti che agli utenti dei servizi sanitari.

Un ultimo aspetto sul quale doverci soffermare è l'ormai evidente fuoriuscita delle compagnie assicurative italiane dal mercato, rimasto nelle mani di poche imprese estere operanti in regime di libera prestazione di servizi. La riduzione degli operatori sul mercato ha sicuramente condotto ad una riduzione della concorrenza che potrebbe probabilmente portare ad un intervento dell'Autorità di

Conclusione

Trovare il sistema per poter assicurare i danni provocati dalla medical malpractice avrebbe una notevole rilevanza sociale: indirettamente contribuisce alla sicurezza delle cure e dei trattamenti sanitari che, considerandoli sotto l'aspetto del diritto alla tutela della salute, possono essere ricollegati ai principi enunciati dall'art. 32 della Costituzione31.

Il problema legato alla malpractice medica viene spesso identificato nell'elevato costo o la carenza di soluzioni assicurative per alcune strutture sanitarie o specializzazioni mediche ad elevato rischio. Focalizzarsi esclusivamente su tali aspetti ci indirizzerebbe solamente sull'analisi degli effetti e non delle cause della problematica, complicandoci la strada per l'individuazione di un approccio razionale che ci permetta di trovare una soluzione definitiva. Il prezzo dell'assicurazione rappresenta oltre al costo del trasferimento del rischio, un valore utile a determinare l'entità del rischio sottostante, se dall'analisi del mercato i prezzi salgono e l'offerta piano piano va sparendo, è necessario cogliere che qualcosa nella gestione del sistema deve essere gestito in maniera differente32.

Preme ricordare comunque che la situazione di “malasanità” non è un problema riscontrato unicamente nel nostro paese, ma che anzi, in Italia, la qualità del servizio medico prestato è aumentata e che quindi le cause che portano a queste

31

Art. 32 Costituzione. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

difficoltà si basano probabilmente su aspetti socio-economici e giurisprudenziali; la maggiore sensibilità dei pazienti alla questione, il sempre crescente interesse da parte di professionisti legali di incentrare la propria attività sulle richieste di risarcimento per errori dei medici, il costante aumento degli importi dei risarcimenti, ecc., sono solo alcuni esempi che danno adito a tale ipotesi.

Le proposte che sono state fin qui ipotizzate riguardano da un lato l'ottimizzazione dei sistemi già presenti all'interno del nostro sistema, le politiche di risk management per esempio, e dall'altro, il guardare a cosa sta avvenendo all'estero per cercare di trarre ispirazione dai processi già in vigore. Ad ogni modo, ogni implementazione che vorrà essere effettuata prendendo ispirazione da normative estere, andrà calata nel contesto italiano e adeguato ai bisogni e alle peculiarità del nostro sistema.

A mia personale opinione potrebbe essere utile al sistema il cercare di implementare da parte delle compagnie un modello assicurativo che punti alla fidelizzazione del cliente; quando abbiamo parlato dei buchi di copertura, abbiamo visto come i presupposti perché tali buchi si vengono a formare si creano nel momento in cui un assicurato decida di passare da una compagnia ad un'altra. In tale situazione può succedere che la nuova compagnia che assicura il medico non preveda un periodo di copertura prima della polizza (periodo di pregressa) che raggiunga il momento in cui la polizza precedente esaurisce la sua validità: quel lasso di tempo che si crea tra la fine della copertura precedente e l'inizio della nuova si chiama “buco” e, se il fatto che ha provocato il danno, è stato commesso proprio in quel periodo, il medico si ritrova privo di copertura

assicurativa. Ora, oltre al fatto che tale fattispecie di problema si crea probabilmente per via di una mancanza di comunicazione della compagnia verso il proprio neo-assicurato, in quanto, come spesso accade, il medico non è a conoscenza del rimanere senza copertura assicurativa per quel determinato periodo di tempo, la questione potrebbe essere arginata cercando di incentivare il soggetto assicurato a non voler cambiare il proprio assicuratore: se a fine di ogni periodo di copertura, l'assicurato rimanesse con la stessa compagnia, il contratto a quel punto si rinnoverebbe tramite tacito accordo: esattamente nel momento in cui finisce la validità della polizza, inizierebbe la validità di quella successiva così da non rischiare di rimanere scoperti. Oltre quindi ad essere indispensabile un obbligo di maggior chiarezza da parte degli compagnie, sarebbe di beneficio riuscire a prevedere un sistema che non invogli il soggetto a cambiare spesso assicuratore, proprio per una maggior sicurezza e tutela del medico assicurato, che fra le due controparti, è sicuramente il contraente più debole.

Nell'attesa di conoscere quali nuovi cambiamenti verranno apportati sia in tema di normativa sia per le Compagnie di Assicurazione, possiamo concludere affermando che notevoli sono stati gli sforzi fin qui compiuti; il sistema sta attraversando un periodo di profondo mutamento che piano piano ci auguriamo porterà al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Il lavoro da fare sarà sicuramente ancora lungo e complesso, dove, oltre a considerare tutte le modifiche economiche e giurisprudenziali che dovranno esser effettuate, importante sarà tenere sempre in considerazione anche di un ulteriore e fondamentale aspetto: il fattore umano.

Nel rapporto che si instaura fra medico e paziente, per quanto professionale esso debba essere, è comunque un rapporto fra esseri umani e non può essere trascurata l'importanza delle dinamiche e degli aspetti relazionali che si instaurano fra essi: tenere un comportamento rivolto all'ascolto del paziente e di riconoscimento verso i propri bisogni, permetterebbe al paziente di sentirsi più compreso, provocando, indirettamente, anche la probabile diminuzione del procrearsi di eventuali dinamiche conflittuali.

Bibliografia

La responsabilità sanitaria – valutazione del rischio e assicurazione. Giovanni

Comandé e Giuseppe Turchetti, 2004, Cedam.

Il danno non patrimoniale. Cos’è come si accerta e come si liquida. Marco

Rossetti, 2010, Giuffrè Editore.

L’assicurazione nella responsabilità civile del medico e della struttura sanitaria.

C. Altomare, F. Martini, M. Rodolfi, A. Steffano, 2011, Maggioli Editore.

La valutazione della colpa medica e la sua tutela assicurativa. F. Martini , U.

Genovese, 2012, Maggioli Editore.

Diritto Privato. Seconda Edizione, 2011, UTET Giuridica.

Sitografia

Ania – www.ania.it

Il Sole 24 Ore – www.ilsole24ore.com Sanità 24 - www.sanita24.ilsole24ore.com

Normattiva, il portale della legge vigente – www.normattiva.it Ivass – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni – www.ivass.it

Altalex – Quotidiano di informazione giuridica – www.altalex.it

Agenas – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – www.agenas.it

Ringraziamenti

Desidero ringraziare la Professoressa Maria Gagliardi, relatrice di questa tesi, per la grande disponibilità e cortesia dimostratami e per tutto l’aiuto fornito durante la stesura.

Desidero inoltre ringraziare la Rindi Broker and Partners S.r.l., in particolare l’Ing. Luciano Rindi e il Sig. Nicola Iannucci per la piena collaborazione e per tutte le informazioni fornite.

Un sentito ringraziamento ai miei genitori che con il loro incrollabile sostegno morale ed economico mi hanno permesso di raggiungere questo traguardo.

Un ultimo ringraziamento ai miei compagni dell’aula studio Pacinotti: sono stati per me più una famiglia che semplici compagni!

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