• Non ci sono risultati.

Alcuni virtuosi esempi europei

3.1. Cosa prendere ad esempio dalla Germania

La Germania è il produttore che finanzia lo smaltimento degli oggetti divenuti rifiuti, in quanto il costo per tale operazione è già compreso nel prezzo di acquisto. Al cittadino rimangono i costi per lo smaltimento del secco.

I tedeschi investono molto per diffondere la fondamentale e primaria regola dell’evitare le immondizie il più possibile, sopratutto nella scuola e nelle famiglie. Ove questo non è possibile, viene insegnato a separare i rifiuti.

In Germania la raccolta differenziata dei rifiuti domestici incomincia verso la metà degli anni ’70, ma dal 1990 si è intensificata regolando il riciclaggio e valorizzandone le materie prime contenute. Parallelamente al fiorire del business del riciclaggio lo smaltimento in discariche è notevolmente diminuito. Dal 1° giugno 2005 è proibito poi lo smaltimento dei rifiuti non trattati, mentre il secco viene eliminato in inceneritori e trasformato in energia elettrica o calore (circa 17 milioni di tonnellate nel 2006). La legislazione vigente, la Kreislaufwirtschaftsgesetz, però impone priorità, prima il riutilizzo e la rivalorizzazione e solo dopo, per il rimanente, la trasformazione in energia.

La suddivisione dei rifiuti in varie categorie è simile a quella italiana. Carta, vetro, umido, imballaggi e secco vengono ritirati dagli addetti presso le abitazioni, negozi o condomini; medicine, materiale elettrico, pile, verde, lubrificanti, legno, ferrovecchio, macerie, vestiti sono da portare all’apposito punto di raccolta (equivalenti alle nostre isole ecologiche).

 Per il cittadino, lo smaltimento è per la maggior parte gratuito in quanto il costo già compreso nel prezzo di acquisto (quindi è il produttore che finanzia lo smaltimento), oppure

Politiche per una gestione sostenibile dei rifiuti.

Può uno spreco diventare una risorsa? Pagina 24

il riuso e la valorizzazione dei materiali contenuti è sufficiente a coprirlo (pagato quindi dal guadagno di chi “lavora” il rifiuto riciclato). Al cittadino rimangono i costi per lo smaltimento del secco, infatti si paga a volume per dimensioni e numero di bidoni o cassonetti richiesti.

 Il sistema duale di smaltimento Der grüne Punkt è un metodo per la separazione e la rivalorizzazione dei rifiuti introdotto dalla società Duales System Deutschland GmbH (DSD). La DSD garantisce che i rifiuti smaltiti o rivalorizzati in proprio o da ditte da lei autorizzate rispettano le richieste della legge del 1991, il Verpackungsverordnung, la quale attribuisce al produttore la responsabilità dello smaltimento dei rifiuti derivati dai suoi prodotti. Il servizio viene spesso affidato a imprese locali, comunali o regionali. I costi sia per l’uso del marchio che per la partecipazione al sistema duale vengono scaricati sul consumatore col prezzo di acquisto. Dove è praticato il sistema duale, l’unità famigliare o il condominio dispone di un bidone o cassonetto di colore giallo dove introdurre contenitori e imballaggi col marchio Grüner Punkt. È compito di chi raccoglie i rifiuti occuparsi direttamente dello smaltimento o trattamento, oppure inviarli a chi lo farà per lui. Secondo alcuni studi, grazie alle tecniche impiegate, la quota rivalorizzata dal sistema duale è conveniente anche senza una precedente separazione manuale del contenuto dei bidoni/cassonetti, l’unica condizione è che il rifiuto sia asciutto e non mescolato con residui di cucina.

 La cauzione per il multiuso di bottiglie e contenitori. Il consumatore paga una cauzione all’acquisto di bottiglie di vetro o di plastica PET multiuso (le bottiglie di plastica dell’acqua minerale sono multiuso ma non le lattine di alluminio). La cauzione verrà restituita alla riconsegna del vuoto presso lo stesso punto dove é avvenuto l’acquisto (supermercato/negozio). Bottiglie vuote di vetro non restituite vanno a finire nel bidone del vetro, contenitori di plastica nel secco. La cauzione è persa. La cauzione per un vuoto di bottiglia di vino è 2-3 €Cent, 8 per un vuoto di birra, 15 per una di PET, Yogurt o latte.

Al contrario delle bottiglie e contenitori usati una-sola-volta che devono essere lavorati (esempio la plastica ridotta a granuli e poi fusa nuovamente), quelli multiuso vengono semplicemente lavati chimicamente e poi riusati. Una bottiglia di vetro può venire usata fino a 50 volte e una bottiglia di plastica fino a 25; non ne guadagna solo il clima ma anche i posti di lavoro che vengono conservati.

 Oltre a quanto detto sopra (contenitore giallo per imballaggi e per il vetro) il servizio per lo smaltimento dei rifiuti prevede in ogni casa/condominio tre tipi di bidoni/cassonetti: per

Politiche per una gestione sostenibile dei rifiuti.

Può uno spreco diventare una risorsa? Pagina 25

carta, per secco e umido. Questi vengono vuotati in genere una volta la settimana, nei giorni prestabiliti. Se non si producono tanti rifiuti ci si può associare col vicino.

 Per il secco i rifiuti vengono bruciati nell’inceneritore. I costi dello smaltimento del secco vanno da 287 €/anno per uno svuotamento settimanale del bidone da 120 litri (150 € se quindicinale) fino a 1696 €/anno per cassonetto da 1100 litri (920 € se quindicinale). Non sono accettati rifiuti oltre il bordo del contenitore o per terra.

 Compostaggio. Il secco contiene all’incirca il 48% di rifiuto di natura biologica che il cittadino, piuttosto di smaltire nell’umido o nel proprio compostaggio, getta nel secco. Dal 2005 in Germania i rifiuti biologici vengono bruciati negli inceneritori. Sembra che la temperatura nell’inceneritore sia troppo alta a causa del materiale per imballaggi nel secco.

Bruciare rifiuti biologici di potere calorico inferiore diminuisce la temperatura e contrariamente a quanto si pensa i gestori degli inceneritori la accettano poiché diminuisce la manutenzione delle griglie nel forno. Il risparmio dei costi supera la perdita di calore.

 In ultimo e da non dimenticare, umido e rifiuti biologici sono biomasse (energia rinnovabile) e le biomasse vengono poi bruciate per produrre energie, quello che alla fine fa un inceneritore.

Politiche per una gestione sostenibile dei rifiuti.

Può uno spreco diventare una risorsa? Pagina 26

35.000 protezione e la ricerca ambientale), notiamo che gli italiani nel 2018 hanno prodotto 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (+2% rispetto al 2017). La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta al Nord (47,5%) seguito dal Sud (30,5%) e infine dal Centro (entro il 22%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 58,1% (+2,6 punti percentuale rispetto al 2017) mentre il 22%

finisce in discarica. A livello di aree geografiche, primeggia in raccolta differenziata anche in questo caso il Nord (67,7%) seguito dal Centro (54,1%) e Sud (46,1%). Le percentuali più elevate e al di sopra del 70% si registrano in Veneto (73,8%), Trentino-Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%); le più basse e sotto la soglia del 40% in Sicilia (appena il 29,5%) e Molise (38,4%).

Andamento della produzione totale dei rifiuti urbani per macroarea geografica, anni 2015 – 2019

29.524,34 30.112,08 29.572,18 30.158,28 30.078,70

2015 2016 2017 2018 2019

Nord 13.719,27 14.152,35 13.955,44 14.328,31 14.398,68

Centro 6.555,16 6.613,63 6.473,50 6.581,31 6.566,06

Sud 9.249,91 9.346,09 9.143,24 9.248,65 9.113,96

Italia 29.524,34 30.112,08 29.572,18 30.158,28 30.078,70

Fonte: ISPRA

Come possiamo osservare dalla figura appena proposta, nel 2019 la produzione di rifiuti urbani cresce nelle regioni settentrionali (+0,5%), mentre nelle altre macroaree geografiche diminuisce; in particolare, al Centro si rileva un calo dello 0,2%, mentre al Sud la produzione decresce in modo più marcato, -1,5%.

Produzione RU (1.000*t)

Documenti correlati