Capitolo 3: Commento traduttologico
3.1 Parte prima: analisi dei fattori generali
3.1.1 Che cosa vuol dire tradurre?
Che cosa vuol dire tradurre? La prima e consolante risposta vorrebbe essere: dire la stessa cosa in un’altra lingua. Se non fosse che, in primo luogo, noi abbiamo molti problemi a stabilire che cosa significhi “dire la stessa cosa”, e non lo sappiamo bene per tutte quelle operazioni che chiamiamo parafrasi, definizione, spiegazione, riformulazione, per non parlare delle pretese sostituzioni sinonimiche. In secondo luogo perché, davanti a un testo da tradurre, non sappiamo quale sia la “cosa”. Infine, in certi casi, è persino dubbio che cosa voglia dire “dire”93.
Il presente capitolo intende proporre una risposta adeguata al quesito posto da Umberto Eco, cercando di dare una definizione a un’arte che può vantare migliaia di anni di storia e che è in continuo mutamento, fonte di conoscenza e ponte tra le diverse culture del mondo. Partendo dalla citazione di Eco, ci si rende conto che tradurre non significa “dire la stessa cosa”. Lotman spiega chiaramente che il contatto tra due culture è necessario per la comunicazione, e tale contatto determina necessariamente una creazione e non un’equivalenza94. Quindi, data l’impossibilità di dire la stessa cosa in una lingua diversa, molti esperti parlano di equivalenza funzionale o di skopos theory, ossia una traduzione deve produrre lo stesso effetto a cui mira l’originale:
Tradurre vuol dire capire il sistema interno di una lingua e la struttura di un testo dato in quella lingua e costruire un doppio del sistema testuale che possa produrre effetti analoghi nel lettore, sia sul piano semantico e sintattico che su quello stilistico, metrico, fonosimbolico e quanto agli effetti passionali a cui il testo fonte tendeva95.
Naturalmente, questo implica che il traduttore faccia un’ipotesi interpretativa su quello che doveva essere l’effetto previsto dall’originale, quindi la traduzione è allo stesso tempo anche interpretazione. Secondo questo principio, la traduzione risponde a un’implicita esigenza di fedeltà e cerca di ritrovare l’intenzione del testo.
93 ECO, op.cit., p.1.
94 Cit. in PESARO (a cura di), op.cit.,p.22. 95 ECO, op.cit., p.16.
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Tuttavia ogni traduzione presenta dei margini di infedeltà, infatti un’altra definizione di traduzione implica il concetto di “perdita”:
Con traduzione si intende il tentativo di sostituire un messaggio e/o enunciato scritto in una lingua con lo stesso enunciato e/o messaggio in un’altra lingua. Ogni traduzione comporta una certa perdita di significato, per una serie di fattori. Provoca infatti una continua tensione, una dialettica, un contrasto bastato sulle limitazioni imposte da ciascuna lingua e la perdita fondamentale si ha in un continuo oscillare tra “ipertraduzione”(aumento dei dettagli) e ipotraduzione (aumento della generalizzazione)96.
In primo luogo, se nel testo viene descritta una situazione che presenta elementi tipici dell’ambiente naturale, delle istituzioni e della cultura della sua area linguistica, si verifica una perdita di significato inevitabile, in quanto la sostituzione con la lingua del traduttore può solo essere approssimativa. La seconda e inevitabile fonte di impoverimento consiste nel fatto che due lingue hanno inevitabilmente sistemi lessicali, grammaticali e fonetici diversi. In terzo luogo, l’uso individuale della lingua del traduttore e quello dell’autore non coincidono, in quanto ognuno di essi attribuisce ad alcune parole dei significati “privati”97.
Dopo una breve panoramica sulle varie definizioni di traduzione, è importante delineare cosa sia un traduttore e quali debbano essere le sue qualità:
Il traduttore, essendo un artigiano, deve conoscere la lingua straniera in modo così approfondito da essere in grado di valutare fino a che punto il testo si discosti dalla norma linguistica solitamente adottata per quell’argomento in quella situazione. Deve determinare il grado di originalità grammaticale e semantica del testo, che deve essere mantenuta nel caso di un testo espressivo. Inoltre, ha anche bisogno di una notevole tensione creativa fra la fantasia e il senso comune. Il traduttore deve acquistare la tecnica per muoversi con facilità fra i due procedimenti fondamentali: comprensione e formulazione98.
A questa definizione è da aggiungere la conoscenza approfondita della cultura del testo di origine. Infatti:
Una traduzione non riguarda solo un passaggio tra due lingue, ma tra due culture o due enciclopedie. Un traduttore non deve solo tenere conto di regole strettamente linguistiche, ma anche di elementi culturali, nel senso più ampio del termine99.
Il fattore culturale è importantissimo, specialmente nella traduzione di testi culturalmente molto lontani dal proprio Paese d’origine. La padronanza della cultura emittente permette al traduttore di cogliere non solo il senso approssimativo, ma anche
96Peter NEWMARK, La traduzione: problemi e metodi, Milano, Garzanti ,1998, p.24. 97 Ivi, pp.25-26.
98 Ivi., p.42.
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il ricorso a vari artifici stilistici e retorici, nonché la deviazione dalla neutralità formale100.
Oltre a ciò, tradurre un testo linguisticamente e culturalmente lontano significa anche presentare al lettore del metatesto un mondo a lui lontano, renderlo partecipe di una storia svoltasi in luoghi remoti e raccontargli una realtà e una società a lui estranei:
Un testo da tradurre è come una particella in un campo elettrico, attratta dalle forze contrastanti delle due culture e delle norme delle due lingue, delle idiosincrasie di un autore e delle aspettative dei lettori, dei pregiudizi del traduttore ed eventualmente dell’autore101.
Quindi il traduttore è anche un mediatore culturale tra la cultura emittente e quella ricevente. In qualità di mediatore, egli deve anche essere in grado di capire quale sia il contenuto globale del testo, ossia quale sia il contenuto esplicito e quale quello implicito:
Conoscendo le differenze esistenti tra le due culture, [il traduttore] potrà mediare in modo tale da considerare quale possa essere il residuo comunicativo di una traduzione meramente linguistica e di conseguenza attuare una strategia traduttiva complessiva che tenga conto di tale residuo e dei modi per convogliarlo al lettore della cultura ricevente102.
Tradurre un testo dal cinese all’italiano non è paragonabile a una traduzione di lingue appartenenti allo stesso sistema linguistico e culturalmente simili (ad esempio italiano, francese, inglese e spagnolo). Quando si ricerca una definizione di traduzione bisogna tenere conto che nel caso specifico si parla di lingue e culture estremamente diverse. La parola cinese per “traduzione” è fan 翻, che significa rigirare, rovesciare e ricercare, oltre ad indicare il rovescio di un tessuto, che ripete la trama ma invertita. Tradurre un testo cinese, che sia classico o moderno, tecnico o letterario, significa da una parte “ricercare” tra le proprie risorse linguistiche ed extralinguistiche, dall’altra significa “rigirare” il testo per produrre una traduzione adeguata103.
Nel presente elaborato si ritiene che per quanto riguarda la traduzione nello specifico di un testo cinese non si possa tanto parlare di “fedeltà” o di “riprodurre lo stesso effetto”, anzi a volte l’unico modo per rimare fedele al testo è proprio quello di tradirlo. Inoltre, è arduo produrre in un lettore italiano lo stesso effetto che il testo originale ha su un lettore cinese, in quanto le differenze linguistiche e culturali sono troppo marcate e molte volte lo stesso modo di pensare è diverso. A tutto ciò si aggiunge che, per quanto il traduttore si sforzi di specificare alcune nozioni autoctone, espressioni idiomatiche o elementi tipici, un lettore italiano non potrà mai comprendere fino in fondo i riferimenti
100 Bruno OSIMO, Il manuale del traduttore. Guida pratica con glossario, Milano, Hoepli, 1998, p.101. 101 NEWMARK, op.cit., p.46.
102 OSIMO, op.cit., p.35.
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culturali quanto un lettore cinese e quindi non potrà mai provare le stesse sensazioni di un cinese che legge il testo in lingua originale. In queste circostanze tuttavia, la traduzione rimane comunque un ottimo mezzo di comunicazione in cui due culture imparano a conoscersi. Se dovessi dare una definizione personale e specifica nel campo della traduzione di un romanzo cinese, direi che la traduzione è un mezzo attraverso cui le parole di un autore vengono riarrangiate secondo un codice linguistico comprensibile dal lettore del metatesto e che permette la rappresentazione di una determinata cultura o di una determinata espressione di sé al mondo esterno, creando un ponte comunicativo e conoscitivo tra culture e lingue diverse.