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Crisi e pratiche di illegalità in Campania

rapporto tra il numero imprese cessate nell’anno e il numero di imprese attive nello stesso

2. Crisi e pratiche di illegalità in Campania

In un precedente capitolo, è stata affrontata la tematica del rapporto tra sviluppo economico e fenomeni illegali, analizzando il rapporto che questi ultimi possono esercitare sul primo. In particolare, è stata evidenziato che l’attività economica, quando è svolta con modalità illecite e criminali, con- travviene alla propria finalità sociale, alterando le regole concorrenziali e distorcendo i meccanismi di funzionamento del mercato. Tale dinamica

perversa risulta accentuata qualora l’attività criminale assuma le vesti di “mafia imprenditrice”, secondo la felice definizione di Arlacchi (2007).

Sulla base dell’analisi teorico-concettuale condotta in precedenza, in questo paragrafo si intende analizzare l’andamento delle attività illegali e mafiose nella regione Campania. In particolare, l’attenzione sarà focalizza- ta sulle diverse pratiche illegali e sui principali reati connessi all’esercizio di attività economiche illegali e/o mafiose, ossia:

• omicidi volontari; • furti;

• estorsione; • contrabbando;

• contraffazione di marchi e prodotti industriali;

• riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita; • usura;

• associazione per delinquere; • associazione di tipo mafioso.

La tab. 5 illustra il trend di tali reati nel periodo 2004-2015.

Tab. 5 – Delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria

Reati 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Omicidi volontari 178 128 140 152 76 104 62 61 89 77 67 107 Furti 114571 115711 120635 118568 26991 96402 92682 102045 105105 106539 108212 112294 Estorsioni 908 956 1102 1230 343 279 1021 1070 1050 1005 1124 1277 Contraffazio- ne nd. nd. nd. nd. nd. nd. 1.887 1.440 905 885 925 1.120 Riciclaggio nd. nd. nd. nd. nd. nd. 187 167 260 212 207 265 Usura 46 72 60 73 10 82 65 64 73 62 69 77 Associazione per delinque- re 131 197 153 128 131 51 83 116 146 86 115 119 Associazione di tipo mafio- so 25 58 53 54 71 14 48 37 29 30 32 42

In valore assoluto, il numero più elevato di reati è rappresentato dai fur- ti, rispetto ai quali si osserva un trend abbastanza costante, con una lieve flessione tra il 2008 e il 2010. Degni di menzione sono anche i reati di con- traffazione, che nel territorio campano sembrano assumere particolare rilie- vo. Inoltre, si osserva un costante aumento dei reati di riciclaggio: il feno- meno del “money laundering” è purtroppo uno degli aspetti più diffusi e, al contempo, più dannosi per l’economia, poiché altera palesemente le regole del gioco, distorcendo i meccanismi concorrenziali a base del funzionamen- to del mercato.

Per quanto concerne le estorsioni, si tratta di un fenomeno molto radica- to in Campania sin dal sedicesimo secolo. Un recente studio (Frazzica et al., 2016) evidenzia come almeno il 30% degli imprenditori in Campania abbia ricevuto almeno un tentativo di estorsione. Inoltre, come osservato da Scaglione (2016), in Campania, soprattutto nelle province di Caserta e di Napoli, l’estorsione è spesso collegata al reato di usura, che si configura quale primo passo per imporre il pagamento di somme periodiche a van- taggio delle organizzazioni criminali.

È stato, altresì, osservato che la concessione di prestiti (non necessaria- mente a tassi usurari) può anche rappresentare un utile strumento di money laundering (Scaglione, 2016). In questa prospettiva, si può anche affermare che l’estorsione rappresenti un tratto caratteristico e distintivo della camor- ra, mentre il pieno controllo del territorio, inteso in senso ampio, sembra essere uno dei tratti distintivi della mafia siciliana (Di Gennaro, 2016). A tale riguardo, come l’indagine condotta da Pantalone (supra) evidenzia, il numero di reati di estorsione, usura e contraffazione è sensibilmente più elevato in Campania rispetto ad altre regioni dove il fenomeno mafioso è storicamente presente e radicato, quali la Sicilia, la Calabria o la Puglia.

Tuttavia, è arduo proporre generalizzazioni e confronti rispetto a un fe- nomeno che risulta molto variegato e complesso, talvolta risultando colle- gato a fattori di tipo geografico. In effetti, le associazioni criminali di stam- po mafioso (camorristico) in Campania sono diversificate: mentre in alcuni casi (es. i “Casalesi”) la struttura organizzativa è simile a quella della mafia siciliana, in altri casi si configurano clan di più ridotte dimensioni, tra loro federati, che esercitano forme di controllo in aree differenti. Inoltre, una comprensione adeguata dell’incidenza che il fenomeno camorristico eserci- ta sulle attività economiche in Campania richiede che si distinguano il mo- dello “predatorio” e il modello di “business”. Mentre il primo è una mani- festazione tipica della criminalità organizzata campana, essendo largamente basato su usura ed estorsioni (Di Gennaro, 2016), il secondo adotta su vasta scala anche forme di attività economica almeno formalmente legali, avendo lo scopo di rimettere in circolo “danaro sporco”.

Quale che sia la modalità di espressione dell’agire delle organizzazioni camorristiche, la percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona in cui vivono è mediamente molto elevato. In tale ottica, la tab. 6 illu-

stra tale dato per il periodo 2005-20134, ponendo a confronto la Campania,

il Mezzogiorno e l’Italia.

4 Il dato relativo al 2004 non è disponibile in quanto l’indagine ha subito un cambiamen-

Tab. 6 – Percezione del rischio di criminalità (anni 2005-2013)

Anni Campania Mezzogiorno Italia

2005 52,6 29,7 29,2 2006 51,4 32,1 31,9 2007 53,9 33,8 34,6 2008 53,9 35,3 36,9 2009 48,9 29,2 29,7 2010 40,2 26,5 27,1 2011 45,4 26,7 26,6 2012 38,7 25 26,4 2013 36,1 28,1 31 Fonte: Istat

Come si può agevolmente notare, la percezione del rischio di criminalità in Campania è sensibilmente più elevata sia rispetto al dato del mezzogior- no sia rispetto al dato nazionale. Ciò evidenzia come la criminalità, ordina- ria e organizzata, abbia un significativo impatto sulla vita delle famiglie, che avvertono il territorio in cui vivono come altamente rischioso.

L’aspetto positivo, che merita di essere rimarcato, è che il contrasto all’illegalità, in particolare alle attività criminali di stampo mafioso, si è in- tensificato negli ultimi anni. L’attività svolta dalla più volte citata ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Se- questrati e Confiscati alla criminalità organizzata) ha condotto a un pro- gressivo aumento sia delle aziende sia dei beni immobili confiscati, come illustrato dalla tab. 7.

Tab. 7 – Campania. Beni confiscati per tipologia e provincia al 21.05.2017

Provincia Aziende Immobili Totale

Caserta 112 711 823 Benevento 10 55 65 Napoli 346 2.096 2.442 Avellino 5 131 136 Salerno 98 544 642 Campania 571 3537 4108

Fonte: elaborazione propria su dati ANBSC