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di dimissione

II.II

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Capitolo II

il tema della dimissione in un contesto più ampio di gestione e valorizzazione dei beni ecclesiastici, in un’ottica di costi crescenti e di ottimizzazione del patrimonio, senza compromettere il suo valore. Nel testo si propone di individuare diverse categorie di beni, sulla base delle quali intraprendere «scelte e strategie»11 da concordare con le comunità e le parti interessate. Una delle categorie pro- poste viene appunto denominata «beni da dismettere».

Per tali beni è necessario «valutare le potenzialità di mercato, porsi in posizione pro-attiva in termini di possibili trasformazioni, proporre ai Comuni processi di valorizzazione tramite trasformazioni

rba i i o fig ri o a ri a lla o a io i r i i r o l o i à locali,»12

o ra o i lla i fi i a a logi a i i a o a o ir iù facile «ac-

o a or i fi a ia o o i ario o gli i »13

11 Arch. Adriano Sozza, Nota sulla gestione e valorizzazione dei beni immobili della diocesi e degli enti ecclesia-

stici, Pianezza, 13 Aprile 2016.

12 Ibidem. 13 Ibidem.

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Prima di scendere nel dettaglio dei casi sottoposti alla procedura di Dimissione ad usi pro- fani nella Diocesi di Torino è conveniente prendere in considerazione come questa è localmente regolata. Uno schema riassuntivo che illustra agli interessati i diversi passaggi per sottoporre la

ri i a i i i io a o labora o all io i rgi o o l a a gi r a o

un breve vademecum da inoltrate a coloro che facevano palese la loro intenzione di dimissione.14 Per avviare una pratica di Dimissione ad uso profano il legale rappresentante dell’ente pro-

ri ario ll ifi io i l o15 ra r la ri i a i a ori a io all io i rgi o

io a o orr a a i ifi i o i o ro

l ra i ri i a a fir a l l gal ra r a a i ri l i l a al i a io o la

necessità della Dimissione e la futura destinazione d’uso; relazione storico-artistica del bene oggetto della richiesta;

o a io o ografi a a olori llo a o a al ll ifi io

descrizione dei principali arredi mobili16 ed immobili17 presenti all’interno del bene;

qualora il bene sia di proprietà parrocchiale, estratto del verbale del Consiglio Pastorale Parroc- chiale da cui risulti il parare positivo circa l’iniziativa.

14 io i rgi o io a o r i io i i ori o gg o i i a i a ori a io r i i io a o profano di una chiesa, Torino, Febbraio 2009.

15 Nei casi incontrati di beni appartenenti alle Confraternite o alle parrocchie il legale rappresentante è spesso il parroco. Non è questo il caso dei beni appartenenti agi istituti religiosi, il cui legale rappresentante spesso coincide con il priore o la superiora provinciale.

16 Ad esempio suppellettili, decorazioni, paramenti liturgici. 17 Ad esempio altari, tabernacolo, coro.

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Capitolo II

Nella lettura delle pratiche è visibile come talvolta l’iniziativa si manifesti diversamente, ad esempio

con una lettera18i ia a ir a all a io ll r i o o al o oi g ir la ia ia-

le.

La documentazione presentata viene quindi sottoposta al Consiglio presbiterale19 diocesa- no che esprimerà un parere in merito e lo verbalizzerà, in seguito verrà trasmesso al legale rappre- sentante e, spesso, agli altri enti o persone interessate allo sviluppo della questione.

Nel caso in cui il parere del Consiglio presbiterale fosse positivo viene quindi emesso il decreto di dimissione ad usi profani da parte della Curia.

A questo punto, se vi è l’intenzione di procedere all’alienazione del bene, il legale rappresen- tante ha facoltà di richiedere l’avvio della pratica di erifica di interesse culturale per i beni immobili

riori ai i a a i a a iar r o l io i rgi o io r B i l rali

Solo una volta ottenuto il responso da parte del Ministero per i Beni e le Attività Cuturali sarà possi-

bil a iar la ra i a r ro r all ali a io r o l io i i ra i o lla ria

18 E’ questo il caso della Cappella privata in via Val San Martino a Torino, della Chiesa del Ss. Nome di Gesù a Villafranca Piemonte o della Chiesa della Confraternita di San Giuseppe a Murello, redatta personalmente a mano con

o ol alligrafia i a a r la i a

19 Attualmente risulta eletto il XIII Consiglio presbiterale della diocesi di Torino, che sarà in carica nel quinquennio 2018 - 2022.

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fi co co i di u d cr o di di i io- ne della diocesi di Torino.

o rc i io cio i urgico

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Capitolo II

o r il u d r o d ll cio i urgico n. 24, punto di partenza della ricerca. A pagina 44 si trova il paragrafo «Dimissioni ad uso profano, alienazione, utilizzi misti.»

l o i ar a r a ri r a a o il a r o ll io i rgi o io -

sano di Torino edito nel 2017, intitolato Architettura, arte e liturgia, Interventi nella diocesi di Torino 1998-2015, a cura di Mauro Sudano e Paolo Tomatis.

Il Quaderno si propone di riprendere la conversazione dov’era stata lasciata da un altro documento di analogo tema, il Quaderno n. 18 edito nel 1999, a cura di Roberto Gabetti e Aldo Marengo, inti-

tolato Arte e liturgia, r i lla io i i ori o l o arra l i io i a ro -

a gli a i i a i i lla io r i rgia ll io i rgi o ri or a o l a i

trattate.

A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II che istituì, nel quadro nelle riforme promosse, anche

gli i li rgi i l ri i io i il a r o ill ra a a ol a a ra r o r o o -

to ordinato, i temi ricorrenti e le nuove sensibilità con cui negli ultimi decenni si è operato all’interno della Sezione Arte sacra a proposito dei beni ecclesiastici al servizio della liturgia.»20 Precisa inoltre che l’obbiettivo dello studio «è pertanto quello di rileggere gli interventi realizzati negli anni 1998 -

o r o a r io ri i a ragio a a ll ri i ali a i a ro a gli i o ri

mensili della Sezione, come risulta dai loro verbali.»21

Fra gli interventi citati compaiono anche le «dimissioni ad uso profano, alienazione, utilizzi misti»22 che sono emersi dai verbali della Commissione Arte.

l br aragra o ri or a al i olo o o l a i i io o ifi i i l o ll i r allo

indicato, hanno ricevuto il parare favorevole della Commissione alla richiesta di Dimissione a usi

ro a i llo ifi o i o o

20 Architettura, arte e liturgia, Interventi nella diocesi di Torino 1998-2015, a cura di Mauro Sudano e Paolo Toma- i a al a a à editrice, 2017, pp. 10-11 21 Ibidem. 22 Ibidem, pp. 44-46

Il materiale

e le fonti

dell’indagine

II.III

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cappella di Santa Maria della Motta a Cumiana;

chiese di Sant’Agostino, San Filippo e San Domenico a Carmagnola; cappella della Consolata ad Avigliana;

chiesa di Santa Croce a Villastellone; chiesa di Sant’Anna a None;

cappella di Sant’Anna ad Ala di Stura;

chiese di Santa Croce e Ss. Trinità a Moncalieri; chiesa di Santa Teresa di Gesù a Cavallermaggiore;

cappella istituto Colle Bianco di San Michele Arcangelo, cappella istituto La Salle e casa Le- moyne a Torino;

chiesa di San Giuseppe a Murello; chiesa di San Sebastiano a Lombriasco; cappella di villa Botteri a Rivoli;

cappella casa conte Cays a Caselette.

Con una preliminare ricerca sul web è stata avviata un’indagine per localizzare gli immobili e raccogliere quante più informazioni a riguardo, senza trascurare la cronaca,23 in seguito vi è stata

la o ibili i a r ai a i oli ll ar i io ll io i rgi o io a o i ori o r a a-

lizzare più nel dettaglio la situazione di ogni singolo caso e quale fosse stato il suo passato imme-

23 La cronaca locale si è rivelata utile in più i a i a io i a o ri or a o io i i il r ribili altrove, si veda ad esempio il caso del castello Cays a Caselette che ospita la cappella omonima, dimessa al culto. Solo le testate minori riportano a riguardo la notizia di una vendita all’asta, vedasi C. Nocera, Caselette, i 5 stelle contro la

vendita del castello del conte Cays: svenduto senza chiedere ai cittadini , «ValsusaOggi», 6 Maggio 2016, disponibile

all’indirizzo www.valsusaoggi.it/caselette-i-5-stelle-contro-la-vendita-del-castello-del-conte-cays-svenduto-senza-chiede- re-ai-cittadini/, ultimo accesso 28 Giugno 2018

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diatamente prima la dimissione.24 I fascicoli talvolta riportavano anche copia della corrispondenza scambiata fra i vari protagonisti, nella maggior parte dei casi la Curia Metropolitana, le Soprinten- denze e gli eventuali soggetti pubblici e privati interessati al futuro del bene oggetto di interesse. La consistenza dei fascicoli era tuttavia varia: a volte raccoglieva solo poche pagine in riferimen- to alla sola dimissione, altre volte era più nutrita, riportava la localizzazione precisa e addirittura documenti risalenti anche al ventennio antecedente, con molti dettagli sulle vicende che hanno interessato il bene.

Presso tale archivio si è potuto consultare e studiare i documenti conservati in riferimento a solo quattordici dei diciotto casi elencati, i fascicoli della cappella di Santa Maria della Motta a Cumiana, chiesa della Santa Croce a Moncalieri, chiesa di San Sebastiano a Lombriasco e dell’Istituto Colle Bianco non risultavano presenti nell’archivio. Per rintracciare documenti analoghi è stata quindi fatta richiesta di accesso all’archivio arcivescovile. La richiesta è stata accolta, ma non è stato permesso accedere all’archivio in sé. Ciò nonostante, alcune informazioni al riguardo sono state fornite interrogando il sistema informativo messo a disposizione dal Ministero per i Beni e le Attività

l rali i o r o l io i rgi o25 o comunque in maniera indiretta.26

24 Per semplicità, di seguito si indicherà spesso la dimissione di chiesa ad usi profani con dimissione. 25 Il Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il «Codice dei beni culturali e del paesaggio,» ha in-

ro o o il ro i o r la rifi a ll i r l ral i b i obili i obili a ar i allo a o all r gio i agli i bbli i all r o gi ri i ri a a fi i l ro l i o benitutelati.it della Direzione ge- nerale archeologia belle arti e paesaggio, si può leggere come «In particolare l’art. 12 prevede che tutti i beni che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni, se mobili, o ad oltre settanta anni, se immobili, siano sottoposti all’accertamento dell’interesse culturale attraverso una procedura che prevede l’invio dei

a i i ifi a i i ri i i ll o i obili obili ai fi i lla al a io i ri o a ar i o i i del Ministero.» Per regolamentare tale procedura, negli anni a seguire sono stati emanati appositi decreti ministeriali attuativi. In più, Per uniformare e rendere più a la ra i io i a i ri i i gli i obili è stato attivato il

i a i or a i o r la rifi a ll i r l ral i ò leggere anche come «l’utilizzo del sistema informativo consente di acquisire i dati in un formato unitario, ottimizzare i tempi del procedimento, controllare l’iter del procedi- mento, costituire una banca dati condivisa dei beni d’interesse culturale.»

26 L’iter di dimissione Ss. Trinità a Moncalieri sembra aver coinciso, a tratti, con quello di Santa Croce, nel fasci- colo della prima chiesa erano infatti contenuti accenni alla seconda.

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Per tutti i casi-studio, ad ogni modo, la documentazione si fermava con la disposizione di Dimissione ad usi profani o poco oltre. È stata quindi necessaria un’indagine in diverse direzioni, che ha incluso ricerche in biblioteca e sul web, contatti telefonici e via email con i possibili, even- tuali responsabili del bene oggetto di studio e chiunque potesse avere notizie attendibili, incontri e sopralluoghi.

i a a i o all ar i io ll io i rgi o r o l rior a i olo a o

interno, contenente in modo sintetico una copia di tutti gli atti di Dimissione avvenuti dall’anno 2004 in poi. Dopo la consultazione, i casi studio si sono rivelati essere non più diciotto, bensì trentaset- te.27 Tale discrepanza è dovuta al fatto che i precedenti diciotto casi riportati nel testo Architettura,

arte e liturgia, Interventi nella diocesi di Torino 1998-2015 risultano essere parte di un insieme più corposo ed i soli casi discussi dalla Commissione Liturgica e in seguito riportati nei verbali. Una telefonata con l’arch. Sudano, co-autore del Quaderno Architettura, arte e liturgia, ha confermato di tale supposizione: il testo, infatti, fa riferimento solo al contenuto dei verbali redatti durante le sedute della Commissione.

A partire dal 2000, in coincidenza con la nomina di don Luigi Cervellin come incaricato diocesano per i beni culturali e delegato arcivescovile per i rapporti con le soprintendenze,28 la modalità di istruzione delle pratiche è cambiata in relazione all’applicazione dell’intesa Stato-CEI. Non solo, il numero delle pratiche sottoposte alla Commissione stava aumentando notevolmente, sovraccari- candola. Questo ha suggerito all’incaricato la strategia di adottare una procedura più snella in molti

27 Nel fascicolo compaiono catalogati tre ulteriori casi per i quali è stata ventilata l’ipotesi di Dimissione, per un totale di ventidue casi. Essi sono la cappella Cascina Berlia, cappella di San Claudio, cappella dell’ospedale San Gio- vanni antica Sede a Torino, per i quali la richiesta è a a r i a o ar i fi la i a ll a ola a o io a Borgaro Torinese, un oratorio per il quale non è a a r a a ri i a ial i o g a la ro ra o è stata avviata.

28 Architettura, arte e liturgia, Interventi nella diocesi di Torino 1998-2015, a cura di Mauro Sudano e Paolo Toma- i a al a a à editrice, 2017, pp. 14-15

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ambiti, che non coinvolgesse la Commissione per ogni pratica ed ogni fase istruttoria. Le pratiche sottopostele in seguito risultano quindi essere di numero percettibilmente inferiore rispetto a quelle approvate dal solo responsabile diocesano.29 Gli ulteriori venti casi sono l’esito di tali approvazioni

a solo a o o la ri r a ri r a i o o ir olar r fi ir l i o a ll i i - sioni di:

cappella dell’Istituto Sacro Cuore, cappella dell’ospedale San Lazzaro, cappella dell’istituto del Buon Pastore, cappella dell’ospedale San Giovanni Bosco, cappella del Centro di Apostolato Liturgico della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro e cappella privata in Val San Martino a Torino;

antica chiesa parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo a Cantoria; chiesa di Santo Spirito a Polonghera;

chiesa di Ss. Nome di Gesù a Villafranca Piemonte;

oratorio dell’Istituto delle Suore Immacolatine a Lanzo Torinese;

oratorio dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria a Bruino; oratorio dell’Immacolata Concezione a Caselle Torinese;

cappella della Madonna della Neve a Cuorgnè; cappella del Ss. Rosario ad Usseglio;

chiesa dello Santo Spirito a Poirino;

chiesa di San Rocco e chiesa Sant’Egidio a San Gillio

chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria a Salassa. oratorio della Comunità delle Suore del Famulato Cristiano a Carignano.

29 Architettura, arte e liturgia, Interventi nella diocesi di Torino 1998-2015, a cura di Mauro Sudano e Paolo Toma- i a al a a à editrice, 2017, pp. 22-23

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