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PRESENTAZIONE DELLA RICERCA

2.1 MATERIALI E METOD

2.1.2 Criteri di ricerca

Al fine di produrre il presente elaborato di tesi è stata svolta una revisione aggiornata della letteratura computerizzata per identificare studi di interventi di prevenzione o di fronteggiamento sulla sindrome del burnout per le figure sanitarie della riabilitazione. In particolare, è stata svolta una ricerca

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computerizzata della letteratura utilizzando la banca dati PubMed, prodotta dal National Centre for Biotechnology Information, presso la National Library of Medicine (NLM) dei National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti, dal 2011 al 2016.

Per questa ricerca sono state utilizzate le parole chiave: “burnout”, “burnout syndrome”, “burnout prevention”, “burnout intervention”, “rehabilitation pratictioner”, “health staff”.

Data la complessità del tema e la vasta opera elaborata sulla sindrome, questa recensione non intende essere esaustiva; la ricerca è stata concentrata su due temi chiave:

 quali interventi sono risultati efficaci per la prevenzione o il trattamento del burnout negli operatori sanitari;

 che cosa può, e deve, essere fatto per affrontare il burnout tra gli operatori sanitari.

Per essere inclusi nel presente lavoro, gli articoli sono stati selezionati secondo i seguenti criteri:

 un metodo o strategia volti a ridurre o a prevenire il burnout;

 i partecipanti del campione appartenevano alle figure professionali della riabilitazione o discipline affini;

 uno studio quasi sperimentale o di ricerca;  data di pubblicazione entro 5 anni.

Alcuni articoli, antecedente a 5 anni, sono stati selezionati per la rilevanza dell’argomento e/o della qualità metodologica.

Sono stati analizzati studi sperimentali, studi osservazionali, descrittivi ed analitici.

Tutti gli articoli presi in considerazione, espongono lo scopo in forma discorsiva o attraverso la formulazione di quesiti. Gli strumenti utilizzati sono ben

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descritti e definiti nella maggior parte dei casi. Il campione non viene generalmente presentato in tutte le sue caratteristiche (anagrafiche e sociali). Negli studi analizzati sono stati utilizzati strumenti di autovalutazione, prevalentemente Burnout Maslach Inventory (MBI).

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2.4 RISULTATI

La ricerca ha identificato dodici studi descritti in dettaglio nella tabella 3.1. La maggior parte degli studi non si caratterizzano per essere distinti tra strategie per prevenire il burnout rispetto a quelle di come fronteggiarlo nei soggetti ormai colpiti. Tale tendenza può derivare dalla concettualizzazione teorica che il burnout è una patologia che presenta delle fasi che si susseguono lungo un continuum. Resta da dimostrare se queste strategie, oggetto degli studi, siano efficaci sia nel ridurlo che nel prevenirlo.

L’associazione tra il livello di burnout ed i fattori organizzativi viene indagata da otto dei dodici studi, mentre i restanti quattro svolgono ricerche riguardo interventi rivolti al singolo individuo. Questi ultimi quattro studi indagano programmi di intervento che prevedono la formazione degli operatori sanitari in sessioni di supervisione che si sviluppano su un periodo di settimane o mesi, o programmi che prevedono un workshop di un giorno.

In termini di risultati, tutti i programmi hanno determinato una significativa riduzione dei livelli di burnout nel personale sanitario. La sindrome risulta associata ad una minore soddisfazione sul lavoro. Quest’ultima sembrerebbe invece aumentare in associazione a premi agli operatori quali, ad esempio, incentivi retributivi o riconoscimenti. Alla luce dei risultati possiamo ipotizzare che negli operatori con alti livelli di burnout, che in quelli a rischio, ciò che influenza il loro stato d’animo sono sia i fattori personali che organizzativi dell’ambiente di lavoro. L’adozione di strategie individuali e organizzative risultano quindi essere importanti per combattere la sindrome.

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Tabella 3.1. Studi di intervento per migliorare il burnout tra il personale sanitario

AUTORE

E ANNO TITOLO SCOPO CAMPIONE RISULTATO

Landi L., Regoli G.,Roversi A., Mitello L. (2008) Progetto terapeutico riabilitativo e burnout a confronto: una ricerca quali- quantitaviva su un’esperienza nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura. Dimostrare che un cambiamento nell’organizzazione del lavoro, mirato alla gestione autonoma di spazi terapeutici centrati sulla relazione possa contrastare il rischio di burnout. 36 Operatori sanitari della salute mentale. L’organizzazione è in grado di incidere sul livello di burnout. Bettinardi O., Montagner V., Maini M., Vidotto G. (2008) Clima organizzativo, fiducia e burnout in un centro di riabilitazione. Indagare come operatori della Medicina Riabilitativa percepiscano il clima organizzativo, quanto reputino l’organizzazione affidabile, la presenza di sintomi di burnout e la loro relazione con il clima e la fiducia percepita verso l’organizzazione. 131 Operatori della medicina riabilitativa. L’organizzazione è in grado di incidere sul livello di burnout. Scarnera, Bosco, Soleti, e Lacioni (2009) Preventing burnout in mental health workers at interpersonal level: an Italian pilot study. Valutare l'efficacia di un intervento volto a prevenire il burnout attraverso il miglioramento della gestione delle relazioni interpersonali tra i lavoratori italiani di salute mentale impiegati in entrambi i servizi pubblici e privati. 103 Operatori della salute mentale. Un corso di formazione sulla comunicazione assertiva ha effetti positivi sulla riduzione del livello del burnout.

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Tabella 3.1. Continua

AUTORE

E ANNO TITOLO SCOPO CAMPIONE RISULTATO

Goodman MJ., Schorling JB. (2012) A mindfulness course decreases burnout and improves well- being among healthcare providers. Determinare l’efficacia di un corso di formazione continua sulla base di riduzione dello stress

mindfulness-based nella diminuzione del burnout e

miglioramento del benessere mentale tra operatori sanitari provenienti da diverse professioni.

93 Operatori

sanitari. Un corso di formazione continua sulla base di riduzione dello stress

mindfulness-based è efficace nel ridurre il burnout e migliorare il benessere mentale degli operatori sanitari. Morse G., Salyers M.P., Rollins A.L., Monroe-DeVita M., e Pfahler C. (2012) Burnout in mental health services: a review of the problem and its remediation. Valutare la fattibilità e l'efficacia di un corso di formazione giornaliero su pratiche di consapevolezza, meditazione e respirazione per ridurre il burnout nel personale sanitario della salute mentale.

74 Operatori della salute mentale.

Il workshop ha riportato significative riduzioni del livello del burnout ed un significativo aumento dei livelli di ottimismo.

Burla P., Cinti M.E., Sygiel A., Gatti R., Burla F. (2012) Profili professionali in ambito sanitario e fattori associabili allo sviluppo di burnout. Valutare la presenza di burnout e delle sue relazioni con fattori ambientali ed organizzativi in operatori sanitari di medicina riabilitativa e identificare eventuali profili professionali più esposti al burnout all’interno dell’organizzazione. 114 Operatori sanitari (di cui 30 fisioterapisti). Le variabili strutturali e organizzative dell’ambiente di lavoro influenzano il livello del burnout tanto quanto le variabili individuali.

Scanlan J.N. e

Still M. (2013) Job satisfaction, burnout and turnover intention in occupational therapists working in mental health. Indagine su misure di soddisfazione professionale, impegno lavorativo, burnout, ostacoli posti dal lavoro, sfide sul lavoro e risorse del lavoro.

34 Terapisti

occupazionali. Il burnout è associato ad una minore soddisfazione professionale ed una maggior impegno lavorativo.

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Tabella 3.1. Continua

AUTORE

E ANNO TITOLO SCOPO CAMPIONE RISULTATO

Blau G, Tatum DS, Ward Goldberg C. (2013) Exploring correlates of burnout dimensions in a sample of psychiatric rehabilitation practitioners: a cross-sectional study. Indagare i correlati demografiche e legati al lavoro sulle tre dimensioni del burnout: esaurimento emotivo, depersonalizzazione, e diminuita realizzazione personale. 813 Tecnici della riabilitazione psichiatrica. La riduzione del coinvolgimento personale con i pazienti ed il sostegno del gruppo tra pari riducono il livello del burnout Montero-Marin J., Prado-Abril J., Piva Demarzo M.M., Gascon S., García-Campayo J. (2014)

Coping with stress and types of burnout: explanatory power of different coping strategies. Confrontare la capacità esplicativa delle diverse strategie di coping.

429 Operatori

sanitari. Gli interventi per la gestione dello stress sul posto di lavoro migliorano il burnout. Pustułka-Piwnik U., Ryn Z.J., Krzywoszański Ł., Stożek J. (2015) Burnout syndrome in physical therapists - demographic and organizational factors. Valutare il livello di esaurimento professionale e indagare le relazioni tra gli indici della sindrome del burnout e l’epidemiologia selezionato e variabili organizzative.

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Fisioterapisti. Gli indicatori del burnout sono significativamente associati con le variabili demografiche e organizzative. Mijakoski D., Karadzinska- Bislimovska J., Basarovska V., Minov J., Stoleski S., Angeleska N., Atanasovska A. (2015) Work Demands- Burnout and Job Engagement-Job Satisfaction Relationships: Teamwork as a Mediator and Moderator.

Valutare l’effetto del lavoro di squadra come mediatore e moderatore nel rapporto tra le richieste del lavoro, l’impegno sul lavoro, il burnout e la soddisfazione professionale. Operatori sanitari di una clinica chirurgica di Skopje. Il lavoro di squadra riduce il livello del burnout e da maggiore soddisfazione professionale. Hansen A., Buitendach H.J. e Kanengoni H. (2015) Psychological capital, subjective well-being, burnout and job satisfaction amongst educators in the Umlazi region in South Africa. Indagare il rapporto tra PsyCap, il benessere soggettivo, burnout e soddisfazione sul lavoro e di esplorare se lo PsyCap media la relazione tra benessere soggettivo e burnout. 103 Educatori

professionali. Esistono relazioni statisticamente significative tra PsyCap, benessere soggettivo, burnout e la soddisfazione sul lavoro.

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Considerando le variabili individuali i risultati degli studi esaminati hanno mostrato che i soggetti che manifestano un elevato livello di burnout sono quelli che hanno focalizzano le loro preoccupazioni circa il proprio benessere psicofisico ed hanno difficoltà familiari che possono incidere sul loro rendimento lavorativo. I conflitti familiari possono però assumere un ruolo ambiguo nel manifestarsi del burnout, in quanto non è possibile stabilire se siano i conflitti familiari a peggiorare la situazione lavorativa o e quest’ultima a incidere sulle relazioni all’interno del nucleo familiare. I soggetti del campione apparivano ansiosi, temevano il coinvolgimento eccessivo ed avevano uno scarso controllo della relazione d’aiuto arrivando a non mostrare sufficienti capacità di gestire le richieste che venivano poste dall’esterno, fino a giungere ad un sovraccarico emozionale.

Lo studio di Scarnera, Bosco, Soleti, e Lacioni (2009) ha permesso di portare a conclusioni circa la valorizzazione delle competenze dell’operatore sanitario, lo sviluppo di interventi attivi e l’importanza di fornire corsi di formazione sulla comunicazione assertiva al personale. Lo studio, che prevedeva anche un’assistenza al personale diretta ad una ristrutturazione cognitiva per la gestione delle emozioni durante il lavoro con pazienti con gravi patologie, ha riportato un diminuito punteggio sulla scala di depersonalizzazione al post-test, che 18 mesi dopo. I dirigenti sanitari, nel frattempo, avevano ricevuto una formazione supplementare sulla pianificazione delle attività, stili di leadership e di supporto al personale di supporto.

Dagli studi presi in esame in questo elaborato di tesi emerge, inoltre, che la prevenzione parte dal dare importanza ad un periodico ed attento controllo della salute sia mentale che fisica degli operatori sanitari, sottoposti quotidianamente a sovraccarico e tensione di lavoro, e quindi a rischio di burnout. Gli operatori dovrebbero dunque essere incoraggiati alla pratica dell’esercizio fisico, ad una dieta equilibrata, un buon riposo, oltre a momenti di svago e

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divertimento. A tal proposito Brown SA. e Lewis K. (2015) nel loro studio hanno indagato la percezione del personale circa successi ed ostacoli in salute mentale forense così da identificare il personale che necessita di supporto per una maggiore realizzazione.

Attraverso la ricerca sistematica di Korczak D., Wastian M. e Schneider M. (2012), si è evidenziato che ci sono diversi tipi di terapie, con prove esistenti, per il trattamento del burnout. Le terapie che vengono utilizzate per il trattamento del Burnout sono: psicoterapia, terapia cognitivo-comportamentale, fitoterapia, fisioterapia, farmacoterapia, musicoterapia e terapia del corpo e della mente. Nei 14 studi eseguiti, il burnout è trattato con la terapia cognitivo-comportamentale, formazione sulla gestione dello stress, fisioterapia, musicoterapia. Gruppi di auto- aiuto, interventi organizzativi sul posto di lavoro, più la meditazione, sono ulteriori approcci terapeutici. Inoltre vengono utilizzati farmaci antidepressivi e ansiolitici. La valutazione dell’efficacia delle terapie è problematica a causa di insufficienti studi ma la terapia più efficace per ridurre il Burnout è la terapia cognitiva- comportamentale poiché esiste un adeguato numero di ricerche che confermano la sua efficacia (Korczak D., Wastian M., Schneider M., 2012).

Inoltre negli interventi a livello individuale sembra essere utile mettere in atto strategie cognitivo-comportamentali per migliorare la capacità di affrontare e ridurre il burnout. Questa revisione computerizzata ha individuato strategie che prevedono l’esecuzione di programmi di prevenzione del burnout che, oltre ad aiutare l’individuo a gestire lo stress, sviluppano anche qualità positive come ad esempio la gratitudine e la soddisfazione del lavoro, nonché l’ottimismo (36).

I risultati della ricerca di Hansen A., Buitendach J.H. e Kanengoni H. (2014) evidenziano come le organizzazioni, attraverso la valorizzazione delle capacità positive inerenti lo PsyCap, possono ridurre al minimo il burnout, migliorare il benessere soggettivo e potenziare la soddisfazione sul lavoro in periodi di stress.

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Lo “Psycap”, o “Psycological Capital”, è uno stato psicologico positivo costituito da quattro sottodimensioni che lo rappresentano: autoefficacia, ottimismo, resilienza e speranza (Luthans et al., 2007; Luthans, Youssef e Avolio, 2007). Luthans e Jensen (2005) e più recentemente Laschinger e Fida (2014) hanno indagato il ruolo protettivo dello PsyCap nello sviluppo del burnout. Accrescendo il proprio livello di PsyCap, l’individuo migliora la capacità di reagire ad eventi lavorativi stressanti minimizzandone le conseguenze (Rolandi A., 2015).

Lo studio di Montero-Marin J., Prado-Abril J., Piva Demarzo M.M., Gascon S., García-Campayo J. (2014) indica come uno stile di coping (traduzione italiana: “affrontare qualcosa”, “far fronte a”, “reagire a”) positivo abbia una significativa correlazione con alti livelli di auto-efficacia, ma una correlazione negativa con il burnout. Uno stile di coping negativo, invece, è stato positivamente correlato al burnout. Il burnout si verifica, infatti, quando gli operatori sanitari utilizzano strategie di coping inefficaci per cercare di proteggersi dallo stress lavoro-correlato. Gli Autori inoltre affermano l'ipotesi che diversi stili di coping sono associati a diversi sottotipi di burnout.

Goodman M.J. e Schorling J. (2012) hanno mostrato come corsi di mindfulness-based, sulla base di riduzione dello stress, hanno un ruolo potenziale nel ridurre il burnout e nel migliorare il benessere mentale per una vasta gamma di operatori sanitari.

Con il termine “Mindfulness” (tradotto in italiano: consapevolezza) intendiamo uno stato mentale,“una modalità dell'essere, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere com'è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente” (Teasdale), che può essere coltivato e stabilizzato attraverso particolari tecniche.

Lo studio, pre-post osservazionale, si basava su un corso di formazione continua sulla base di riduzione dello stress mindfulness-based. Gli incontri, della durata di 2,5 ore, avvenivano una volta a settimana per 8 settimane altre ad un

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ritiro di 7 ore. Le principali misure di esito riguardavano il burnout, misurato dal Maslach Burnout Inventory (MBI), ed un test dell’auto-percezione mentale e del benessere fisico. Dopo il corso di formazione i risultati del MBI degli operatori sanitari mostravano punteggi significativamente migliorati per quanto riguardava l'esaurimento emotivo (p <0,03), la depersonalizzazione (p <0,04), e la realizzazione personale (p <0.001). Il corso di formazione prevedeva quattro tipi di pratiche di consapevolezza formali tra cui la scansione del corpo, il movimento consapevole, la meditazione camminata e la meditazione seduta, ed infine la discussione incentrata sull'applicazione della presenza mentale sul posto di lavoro.

Altri interventi di prevenzione sono invece mirati all’organizzazione. Partendo dalla considerazione che, oggi più che mai, le risorse umane sono di fondamentale importanza e garanzia di riuscita delle organizzazioni che erogano servizi sanitari, lo studio di Bettinardi O., Montagner V., Maini M. e Vidotto G. (2008) evidenzia come la percezione di un clima aperto e comunicativo e la fiducia verso l’azienda influenzi in senso positivo lo stato di benessere psicologico degli operatori. Le scale che misurano il clima organizzativo sono risultate significativamente correlate con quelle che misurano il burnout (p≤0.05), ciò ad indicare la stretta connessione esistente fra un ambiente lavorativo percepito come collaborativo (r = -0.33) e caratterizzato da uno scambio di informazioni continuo sulle conoscenze aziendali (r = -0.50) con il benessere psicologico esperito dai dipendenti. Lo studio conferma, quindi, l’importanza di promuovere strategie organizzative finalizzate al sostegno e supporto reciproco, in cui gli operatori riconoscano reciprocamente i propri ruoli, attraverso una comunicazione aperta, chiara caratterizzata da feedback periodici e costruttivi. I risultati, inoltre, avvalorano l’ipotesi secondo cui le organizzazioni per poter accrescere e migliorare, necessitano di periodiche indagini mirate ad indagare la fiducia ed il clima organizzativo che possono incidere sullo stato di burnout degli operatori

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sanitari. Stesso risultato è stato mostrato da Mijakoski D. et al (2015) nel loro studio che aveva come scopo il valutare gli effetti del lavoro di squadra ed i livelli di burnout.

Sia lo studio di Scanlan J.N. e Still M. (2013), che quello di Steinlin C. et al. (2016), valutano il rapporto tra la sindrome del burnout e la soddisfazione professionale.

Scanlan J.N. e Still M. (2013)

forniscono un'analisi dettagliata dei fattori

associati con la soddisfazione professionale e il burnout in un gruppo di 34

terapisti occupazionali che lavorano nel campo della salute mentale.

I risultati indicano come uno scarso benessere dei terapisti (alti livelli di burnout o bassa

soddisfazione professionale) sia associato ad una scarsa qualità dei servizi ed una

maggiore rotazione del personale. La soddisfazione professionale risultava invece

maggiore se associata a premi (di retribuzione e di riconoscimento) o ad un

lavoro cognitivamente stimolante. L'indagine includeva anche domande sui

fattori che avevano attratto i dipendenti alla loro occupazione attuale e su suoi

aspetti positivi e negativi. Altre variabili significative mettono in relazione lo

scarso benessere dei terapisti e le continue richieste di contatto da parte

dell’utenza con sensazioni di stress o di stanchezza. I risultati suggeriscono che le

strategie di fronteggiamento al burnout dovrebbero concentrarsi sulla

valorizzazione delle risorse del lavoro quali il supporto un supervisore, il

feedback e la partecipazione al processo decisionale così come la costruzione

della resilienza personale dei terapisti.

Burla P., Cinti M.E., Sygiel A., Gatti R. e Burla F. (2012) hanno indagato

la presenza di burnout e delle sue relazioni con fattori ambientali ed organizzativi

in un campione di 114 operatori sanitari

occupati nell’ambito della medicina

riabilitativa (3 gruppi di 38 unita: fisioterapisti, infermieri e ausiliari). In

particolare, gli Autori volevano evidenziare come all’interno delle varie categorie

professionali possano sussistere differenze riguardo il livello e la qualità degli

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stati di disagio lavorativi.

I risultati relativi al Maslach Burnout Inventory (30), attualmente lo strumento più diffuso ed impiegato nella ricerca e nella clinica organizzativa, gli Autori hanno riscontrato che l’11.40% dei soggetti manifestava un grado di burnout medio e il 4.39% elevato. Differenze significative sono state riscontrate nella percezione del comfort dell’ambiente di lavoro e nell’efficienza dell’organizzazione che vengono avvertite come negative. Gli Autori hanno inoltre rilevato differenze significative relativamente ai disturbi psicosomatici che, sebbene non raggiungano il livello di psicopatologia, appaiono maggiori nei soggetti in burnout, poco motivati al successo e con scarsa fiducia in se stessi.

Dall’analisi dei risultati degli studi presi in esame è possibile notare come diverse variabili possano essere associate allo sviluppo di burnout. Le variabili relative all’organizzazione sembrano essere fattori importanti nel creare un ambiente favorente il fenomeno del burnout che quindi può essere evitato se l’organizzazione realizza attività di prevenzione. Una percezione negativa della dirigenza sembra essere un fattore favorente il burnout, mentre una percezione di mancata equità organizzativa nel campione non sembra influire sul burnout (6). Alla luce dei risultati possiamo quindi ipotizzare che nel gruppo degli operatori con burnout alto e in quello a rischio, ciò che influenza il loro stato siano tanto le variabili strutturali e organizzative dell’ambiente di lavoro, che certamente vanno a condizionare in parte la loro situazione, quanto le variabili individuali.

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2.2 IL RUOLO DEL DIRIGENTE SANITARIO NELLA GESTIONE E

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