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CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ

Nel documento Relazione sulla Performance Anno Ufficio (pagine 58-61)

RELAZIONE SULLA PERFORMANCE 2014

CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ

L’intendimento camerale è quello di dare vita ad una programmazione di ampio raggio territoriale, non circoscritta e relegata alla realtà provinciale, perseguendo linee strategiche condivise a livello regionale e nazionale, nonché, naturalmente, di derivazione comunitaria.

Sul territorio, la Camera coglierà le esigenze contingenti e prospettiche, al fine di costruire programmi dal breve al medio periodo, intercettando ove possibile, oltre che opportunità di crescita per le imprese, anche fonti di finanziamento regionali, nazionali e camerali.

CRITICITÀ ED OPPORTUNITÀ

1. CRITICITA’

Il 2014 è stato un anno del tutto particolare per le camere di commercio, in conseguenza dell’evoluzione delle proposte annunciate dal Governo in merito al loro riordino normativo. Ciò ha determinato una clima di notevole incertezza, anche sotto il profilo delle risorse disponibili. Si deve infatti ricordare che, tra maggio e giugno, era stata addirittura annunciata l’abolizione totale del diritto annuale e che, solo in un secondo momento, il quadro normativo si è definito, purtroppo, con la progressiva riduzione della tariffa del diritto annuale nel triennio 2015/2017.

Rebus sic stantibus, inevitabilmente alcune iniziative o progetti promozionali hanno subìto un rallentamento.

E’ evidente, peraltro, che gli scostamenti che rilevano, rispetto agli obiettivi individuati nell’ambito delle linee strategiche programmate, scaturiscono dalle dinamiche del contesto di riferimento provinciale, che evidenzia una sensibilità medio bassa al ciclo economico ed in cui il valore aggiunto registra il peggiore risultato tra tutte le province campane: - 2,2%

(nel 2014) rispetto ad un dato regionale di - 1,1% e ad un primo segnale di ripresa evidenziato a livello nazionale con un + 0,2%.

I fattori che presentano una maggiore criticità sono la propensione all’export e l’apertura internazionale al turismo, la cui rigidità è tale da isolare la provincia dalle fluttuazione dei mercati e dal circuito internazionale. Il saldo della spesa del turismo internazionale è in continuo deficit dal 2010 al 2014, segnando -97 milioni di euro nell’ultimo anno.

La diretta conseguenza di questo trend negativo è la continua contrazione di posti di lavoro: in provincia di Caserta gli occupati si riducono di 13.000 unità, pari ad un -5,3%, rispetto ad un più contenuto -1,2% campano.

Il tasso di disoccupazione aumenta nel corso del 2014, passando da 18% a 21%, crescita più severa del dato campano (da 21,5% a 21,7%) e di quello nazionale (da 12,1% a 12,7%).

Malgrado l’incertezza dello scenario economico e l’introduzione di parametri normativi di contesto fortemente restrittivi, si considerano discretamente soddisfatte le aspettative di risultato rispetto ai target di ciascun KPI.

In definitiva, le criticità restano elevate per un sistema caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese che, ancorché efficienti dal punto di vista del ciclo produttivo, sono insufficientemente attrezzate alla competizione di una economia globale, ove sono richieste forti capacità di innovazione e di gestione della complessità connessa all’accesso ai mercati esteri.

Il quadro delle risorse ha inciso negativamente sul margine operativo, per la concorrenza di vari fattori, tra cui il consolidamento della riduzione degli introiti per diritti di segreteria, conseguenza soprattutto dei provvedimenti in materia di “decertificazione” e l’abolizione dell’albo delle imprese artigiane (sostituito dall’annotazione artigiana al R.I.), cui si aggiungerà nel 2015 la riduzione dei proventi derivanti dal diritto annuale.

Rispetto a tale andamento, diretta conseguenza della crisi che ha investito l’intero sistema economico, non è attualmente ipotizzabile una inversione di tendenza prima del 2016.

Confermato anche il quadro in materia di limitazioni alle assunzioni di personale e l’utilizzo di forme flessibili di lavoro.

2. OPPORTUNITA’

Le prospettive tutt’altro che rassicuranti del contesto di riferimento non hanno impedito di cogliere ogni utile opportunità per individuare ed utilizzare strumenti che consentano di rispondere alla sfida che la P.A. è chiamata ad affrontare, di una razionalizzazione delle risorse disponibili per il raggiungimento dei fini istituzionali dell’Ente camerale, innescando

59 sinergie positive tra soggetti promotori dello sviluppo territoriale ed integrando l’offerta con servizi più competitivi e dotati di una percezione qualitativa superiore.

L’Ente camerale intende valorizzare il proprio ruolo istituzionale ed esclusivo di “soggetto attivo” dello sviluppo economico, con un contributo fattivo e qualificato al superamento della crisi, attraverso il miglioramento della conoscenza del territorio e dei suoi bisogni e la partecipazione in presa diretta alle politiche per le imprese, sviluppando, come occasioni ed opportunità di crescita delle capacità imprenditoriali e delle specificità economiche caratterizzanti il tessuto locale, le priorità che debbono orientare la programmazione delle strategie di azione:

• Promuovere l’internazionalizzazione che rappresenta il cuore del programma, per aiutare le piccole e medie imprese che potrebbero affrontare i mercati esteri, ma non riescono ancora a farlo;

• Migliorare l’accesso al credito, anche investendo principalmente nei confidi, per rafforzarli e qualificarli;

• Migliorare il contesto operativo delle imprese (semplificazione; infrastrutture; legalità; trasparenza del mercato e giustizia alternativa);

• Sostenere le politiche per l’occupazione, ponendo attenzione ai giovani, alle donne ai cittadini immigrati;

• Investire nella qualità e tracciabilità delle filiere, perché il brand “Made in Italy” è una risorsa straordinaria, da valorizzare con piani di promozione dei prodotti e di sensibilizzazione dei consumatori;

• Valorizzare i territori, promuovendo collaborazioni tra pubblico e privato nella gestione del patrimonio culturale e potenziando la promozione turistica.

Si tratta di priorità strategiche da perseguire con un’azione senza dubbio facilitata dal riconoscimento normativo dell’essere “sistema”: una vera e propria rete di cui fanno parte, oltre alle Camere di Commercio italiane, le Camere di Commercio all’estero e quelle estere in Italia, le aziende speciali camerali, le Unioni regionali e l’Unioncamere nazionale.

Diventa imperativo sfruttare le potenzialità offerte dal sistema stesso, a partire dallo sviluppo dei rapporti con la rete delle Camere di Commercio estere che operano in paesi di interesse strategico per le imprese del territorio.

Altro strumento di cui l’Ente camerale si è avvalso e che intende implementare ulteriormente, quale opportunità di governo interattivo e partecipativo del sistema economico locale, è la politica concertativa. Ha scelto di muoversi ed intende proseguire nell’avviata strategia delle alleanze con le associazioni imprenditoriali, le istituzioni territoriali e le altre autonomie funzionali. Nella definizione delle politiche dovrà tenere conto:

• del contesto normativo e organizzativo che fa da cornice all’azione camerale,

• delle risorse economiche disponibili, il cui calo, già delineatosi nel 2013, ed acuitosi nel 2014, assume un carattere strutturale, non ravvisandosi, al momento, concrete possibilità di inversione di tendenza.

Con riferimento ai suddetti fattori che debbono orientare l’elaborazione di adeguati processi di governance, va rilevato che il quadro normativo di riferimento rimane caratterizzato, a livello generale, da forti limitazioni della spesa, che non si traducono, tuttavia, in un miglioramento dei saldi di bilancio dovendosi procedere, nella maggior parte dei casi, al riversamento al bilancio dello Stato delle economie prodotte.

Passando ai singoli ambiti di attività,

◊◊◊ di forte impatto sull’azione camerale per l’assorbimento in termini di risorse umane che ne consegue é la normativa in materia di trasparenza e anticorruzione, così come rilevante è l’impatto degli adempimenti richiesti ai fini dell’armonizzazione dei sistemi contabili delle pubbliche amministrazioni ai sensi dell’art. 2 della L. 196/2009, cui è stata data attuazione con D.Lgs. 31maggio 2011, n. 91, che impone, fin dalla predisposizione del bilancio di previsione per l’esercizio 2014, una serie di adempimenti aggiuntivi in attesa della completa revisione del DPR 254/2005 che disciplina la gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di Commercio, adempimenti precisati con nota del Ministero dello Sviluppo Economico n. 148123 del 12 settembre 2013.

◊◊◊ Il decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (decreto “del fare”, convertito in legge 9 agosto 2013 n. 98) ha ripristinato il procedimento di mediazione quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale nelle materie elencate l'articolo 5, comma 1 del d.lgs. 28/2010.

In tal modo sono state riportate in vigore le disposizioni dichiarate incostituzionali con sentenza n. 272/2012 della Corte costituzionale e sono state introdotte altresì nuove norme che si indicano sinteticamente di seguito:

• È stato inserito un criterio di competenza territoriale per la presentazione della domanda

• La procedura di mediazione può procedere solo a seguito del consenso delle parti raccolto in un incontro preliminare di programmazione

• Solo lo svolgimento dell'incontro preliminare di programmazione è condizione di procedibilità (per le materie indicate) e deve svolgersi entro 30 giorni dal deposito dell'istanza a costi massimi molto contenuti

• Gratuità del primo incontro di programmazione in caso di mancato accordo

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• Le controversie di Rc auto sono escluse dalle materie per cui è previsto l'incontro di programmazione, mentre sono state aggiunte le controversie in tema di risarcimento del danno derivante da responsabilità (non solo medica ma più ampiamente) sanitaria

• Il giudice può ordinare, e non solo invitare, alle parti di procedere alla mediazione

• La durata massima dell'intera procedura è stata ridotta a 3 mesi

• Gli avvocati sono mediatori di diritto ed hanno l’obbligo di aggiornamento professionale

• Gli avvocati assistono le parti durante l’intera procedura di mediazione

• Nuova disciplina in tema di efficacia esecutiva dell’accordo di mediazione.

◊◊◊ Per quanto concerne i servizi anagrafico-certificativo, le rilevanti novità normative e procedurali, da ultimo intervenute, implicheranno un consistente incremento del carico di lavoro degli uffici e un aumento del fabbisogno formativo, anche a seguito dei necessari interventi in termini di reingegnerizzazione dei processi e delle procedure.

Alcuni interventi (v. ad es. l’introduzione della SCIA) hanno portato sì ad una semplificazione per l’impresa in termini di modulistica da presentare, ma hanno moltiplicato i controlli che la pubblica amministrazione è chiamata ad effettuare ampliandone la responsabilità nei confronti di terzi.

Un'altra novità che impatterà trasversalmente su tutti i servizi riguarda il contenuto del D.L. n. 179/2012, che impone che dal 01/01/2014 tutti i servizi per i cittadini dovranno essere fruibili anche on-line.

CONCLUSIONI

L’adeguamento dei processi in essere alle norme del D.Lgs 150 si è rivelato, anche per tale ciclo, come una opportunità di revisione e miglioramento delle metodologie utilizzate, rafforzando in particolare il legame e la coerenza di contenuti dei diversi documenti approvati annualmente rispetto agli indirizzi programmatici pluriennali.

Ciò dimostra la volontà della Camera di commercio di Caserta di dare continuità nel tempo alle scelte e priorità strategiche definite, seppure con le Relazioni Previsionali e Programmatiche annuali, adeguando opportunamente gli specifici interventi ed azioni previste, al fine di garantire l’economicità complessiva della gestione intesa nel suo significato più ampio, quale combinazione di efficacia ed efficienza nel breve e nel lungo periodo, in funzione delle reali esigenze e necessità del sistema delle imprese locali.

Il ciclo di gestione della Performance, dunque, ha rappresentato un’ulteriore occasione per impostare il processo programmatorio secondo uno stile ed un sistema operativo partecipativo e condiviso dai vari “attori aziendali” all’interno dell’organizzazione camerale, con una responsabilizzazione capillare che faccia percepire la concreta applicazione delle numerose norme non come mero adempimento formale, ma come stimolo per migliorare i comportamenti ed i risultati dell’Ente.

Ciò ha consentito alla Camera di Commercio di confermare il proprio fattivo impegno verso tutti i suoi interlocutori: in primis le imprese, le associazioni di categoria e gli ordini professionali, ma anche le altre istituzioni pubbliche, i consumatori, i lavoratori dipendenti, i singoli cittadini. Infatti, nell’esercizio delle funzioni assegnate dal legislatore e grazie all’autonomia funzionale di cui è dotata, la Camera di commercio opera per contribuire a sostenere e promuovere l’economia locale, favorendo lo sviluppo del territorio e creando così valore per la comunità in cui opera.

L’impostazione della Relazione sulla Performance è tale da consentire una visione immediata del collegamento tra obiettivi strategici, obiettivi operativi, azioni da intraprendere e risultati perseguiti, ponendo l’attenzione su ciò che è veramente prioritario per una corretta valutazione della performance a livello di ente.

L’attività sistemica e continuativa di confronto tra ciò che si era previsto e quanto realizzato rende concreto il concetto di

“responsabilità economica” e introduce nell’organizzazione una tensione costante verso il conseguimento dei risultati ed il razionale utilizzo delle risorse, a garanzia del soddisfacimento dell’interesse della collettività, soddisfacimento che dovrebbe evidenziare la qualità offerta in tutti i suoi aspetti con un vero e proprio approccio di customer satisfaction.

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Nel documento Relazione sulla Performance Anno Ufficio (pagine 58-61)

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