FP 6 (2003-2006) with less financial means and visible space
4.4. Cultura e innovazione nella programmazione 2014-
Il 17 giugno 2010 il Consiglio europeo approva la strategia Europa 2020 che va a sostituire la contestata agenda di Lisbona. Il documento stabilisce i principi e le priorità per la spesa dei fondi comunitari nel prossimo ciclo di programmazione (2014-2020). La strategia si prefigge di dare all’UE strumenti per la competitività che accelerino il superarmento dell’attuale crisi economica ed occupazionale. Cinque gli obbiettivi strategici di Europa 2020:
- il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;
- il 3% del PIL dell'UE deve essere investito in R&S;
- i traguardi “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono);
- il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato;
- 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. Per questo il documento fissa tre assi prioritari per la Politica di Coesione 2014-2020: crescita intelligente (ricerca, competenze e innovazione); crescita sostenibile (uso efficiente delle risorse, riduzione delle emissioni di carbonio, politica industriale integrata);
crescita solidale (occupazione e formazione) (Tabella 8). Facendo
proprie le recenti teorie sull’innovazione, l’Unione Europea adotta un approccio “indiretto” basato sulla capacità creativa della cultura che, in un’ottica sistemica, finanzia programmi di ricerca e sviluppo per rilanciare la cultura piuttosto che iniziative direttamente dedicate a quest’ultima (KEA, 2012; Kern and Montalto, 2013; Palmi, 2013). I PON e POR a valere sui fondi FESR e FES sono ancora in divenire ma i regolamenti per la loro stesura sono già disponibili. Basandosi su quello del Fondo FESR prodotta dalla DG REGIO possiamo dire che la Politica di Coesione ospiterà ancora alcuni programmi dedicati
93
al patrimonio culturale in risposta alla priorità 6 di Europa 2020, ma questi costituiranno una minoranza rispetto ai finanziamenti indiretti alla cultura che derivano dalle priorità 1, 8 e 10 della strategia (Tabella 6). A completare il quadro della futura programmazione culturale europea vi sono poi gli ultimi progetti della programmazione 2007-2014 e i programmi delle altre Direzioni Generali (Tabella 9).
Horizon 2020 è il nuovo programma della DG R&I che affianca le
ultime iniziative del FP7 2007-2013. I finanziamenti poggiano su tre pilastri fondamentali: eccellenza scientifica (ricerca); competitività industriale (ITC, le nanotecnologie, la robotica, le biotecnologie e la ricerca spaziale); Europa in un mondo che cambia: sfide per una società inclusiva, innovativa e riflessiva. Le calls for proposal dedicate alla cultura si collocano prevalentemente nel terzo pilastro e riguardano la costruzione di una società più riflessiva grazie alla ricerca socio-economica ed umanistica sui temi dell’identità e della storia europea (come nel FP7). Il primo e il secondo pilastro ospitano altresì alcuni bandi riguardanti le tecnologie avanzate per la localizzazione, mappatura, diagnostica e restauro del patrimonio tangibile in relazione ai cambiamenti climatici (come dal FP1 al FP6).
Creative Europe e Erasmus + sono i due programmi principali della
DG EAC per il 2014-2020. Il primo presenta diverse opportunità di finanziamento alle amministrazioni che vogliono impegnarsi in progetti di cooperazione o nella costruzione di reti e piattaforme internazionali tematiche riguardanti la filiera culturale e l’economia della cultura. Il secondo, invece, supporta programmi di educazione, formazione, ricerca e mobilità per gli attori del settore (dagli studenti agli impiegati delle pubbliche amministrazioni). Altre opportunità sono offerte dal programma COSME della DG ENTR, concentrato sull’internazionalizzazione e l’accesso al credito per le piccole e medie imprese nel settore moda, design, artigianato e
94
manifatturiero), e dai programmi di cooperazione territoriale finanziati con fondi FESR e coordinati dalla DG REGIO (INTERREG V, Programma di sviluppo rurale 2014-2020, URBACT III). In sintesi, si può affermare che la programmazione culturale europea abbia vissuto i suoi momenti più alti nel 1993 con l’introduzione dell’art.128 del Trattato di Maastricht, nel 2007 con l'ingresso della creatività nei documenti di alto profilo e nel 2010 con la strategia Europa 2020 che prepara la strada per il futuro. Lungo tutto il percorso fondamentale è l’intervento anticipatore della KEA con i suoi rapporti periodici che, tuttavia, ancora non possono che registrare la distanza esistente tra le politiche di sviluppo economico della Politica di Coesione, ancora incentrate su turismo ed attrattori naturali e culturali, rispetto a quelle gestite direttamente dalle Direzioni Generali. Una discrasia forse dovuta alla necessità di concordare le tematiche dei regolamenti FESR e FES con governi nazionali e regionali che non sempre hanno conoscenze e strumenti idonei per partecipare attivamente al dibattito europeo.
Tabella 8. Le priorità tematiche della Politica di Coesione 2014-2020
95
Figura 6. La Cultura nella programmazione europea 2014-2020
Fonte: elaborazione dell’autore su Kern and Montalto (2013).
Riferimenti bibliografici
Argano, L. (2013). Tornare a progettare. La capitale europea della cultura 2019, in Grossi, R., ed. Una strategia per la cultura una strategia per il paese: IX
Rapporto annuale Federculture 2013, Milano: Il Sole24Ore, pp. 89-114
Bennet, T. (2001). Differing Diversities: Cultural Policy and Cultural Diversity. Strasbourg: Council of Europe
Chapuis, M. and Lydon, A. and Brandt-Grau, A., eds. (2009). Preserving our
heritage, Improving our environment, vol. I “20 years of EU research into
cultural heritage”, Luxemburg: European Commission –Directorate Environment, Unit Environment Technologies and Pollution Prevention
Cirillo, G.P. (2003). La cultura nell’ordinamento giuridico, in Rass. Cons. Stato, n.2/2003, pp. 613ss
Consiglio Europeo degli Urbanisti (2000). La Nuova Carta di Atene 1998: I
Principi del CEU per la pianificazione delle città. Firenze: Alinea
Consiglio Europeo degli Urbanisti (2004). La Nuova Carta di Atene 2003: La
visione del CEU per le città del 21° secolo. Firenze: Alinea
INTELI, (2011). Creative-based Strategies in Small and Medium-sized Cities:
Guidelines for Local Authorities. Lisboa: INTELI – InteligênciaemInovação,
Centro de Inovação [on line] Disponibile a: www.inteli.pt [Ultimo accesso: 30 Settembre 2013].
96
JPI Cultural Heritage – Governing Board (2010). The Joint Programming Initiative on Cultural Heritage and Global Change: a new challenge for Europe, Vision document, 17 giugno 2010 [on line] Disponibile a: http://www.jpi- culturalheritage.eu/wp-content/uploads/Vision-Document_17-June-20101.pdfb [Ultimo accesso: 24 Luglio 2013]
KEA (2006).The Economy of Culture in Europe. Brussels:KEA European Affairs [on line] Disponibile a: http://www.keanet.eu/ecoculture/studynew.pdf [Ultimo accesso: 24 Luglio 2013]
KEA (2012). Use of structural funds for cultural projects, Brussels: KEA
European Affairs [on line] Disponibile a: http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/etudes/join/2012/474563/IPOL-
CULT_ET(2012)474563_EN.pdf [Ultimo accesso: 24 Luglio 2013]
Kern, P. and Montalto, V. (2013). Europa e cultura: quali risorse per il periodo 2014-2020?, in Grossi, R., ed. Una strategia per la cultura una strategia per il
paese: IX Rapporto annuale Federculture 2013, Milano: Il Sole24Ore, pp.73-88
Melina, D., ed. (2011). Dalla Strategia di Lisbona a Europa 2020: Fra governance
e government dell'Unione europea. Ivrea-Roma: Fondazione Adriano Olivetti
MiBAC - Commissione sulla Creatività e Produzione di Cultura in Italia (2007).
Libro Bianco sulla Creatività. Roma: MiBAC – Ufficio Studi [on line]
Disponibile a:
http://www.ufficiostudi.beniculturali.it/mibac/export/UfficioStudi/sito-
UfficioStudi/Contenuti/Pubblicazioni/Volumi/Volumipubblicati/visualizza_asset. html_1410871104.html [Ultimo accesso. 26 marzo 2014]
Palmi, P. (2013). Le fabbriche della creatività: Un’analisi organizzativa dei
ESISTE UNA PROGRAMMAZIONE ITALIANA?