Gli anni Novanta costituiscono un punto di rottura rispetto alla fase politica e programmatica precedente poiché l’apertura al mercato globale e ai Paesi emergenti costringe a rivedere i sistemi di valori che sottendono le politiche internazionali per lo sviluppo e la cultura, ancora legate al modello occidentale, nonostante la loro scarsa sostenibilità ambientale e sociale. Si pone la questione di come sostituire il modello capitalista generando forme di produzione e consumo sostenibili per i territori e le comunità residenti. Una prima risposta arriva nel 1992 con la Dichiarazione di Rio e l’Agenda 21, ossia un piano di azione delle Nazioni Unite che declina alla scala
61
locale il concetto di sviluppo sostenibile tramite interventi per la crescita economica, l’inclusione sociale e il bilancio ambientale (i tre ‘pillars’). Malgrado l’iniziativa non sortisca gli effetti sperati, essa porta gli amministrazioni locali a cooperare nell’ambito di strutture più o meno formali che, di lì a pochi anni, arrivano a riconoscere nello scarso coinvolgimento della cultura una delle cause d’insuccesso delle Agende 21 locali. È il caso dell’associazione
United Cities and Local Governments (UCLG) che nel 2004, sulla
base di diverse dichiarazioni UNESCO, elabora una Agenda 21 per la Cultura strutturata sui seguenti temi: diritti umani, governance, sostenibilità e territorio, economia e inclusione sociale. In essa la cultura è affrontata in tutte le sue sfaccettature, dalla creatività agli stili di vita, come asset trasversale in tutte le tematiche delineate nell’agenda 1 (Stevenson, 2014). Dopo anni di ricerca e preparazione, anche l’UNESCO riconosce l’interesse crescente verso l’identificazione di modelli di sviluppo sostenibili e di successo in cui rientrino le politiche culturali. Alla Conferenza Intergovernativa sulle Politiche Culturali per lo Sviluppo, tenutasi a Stoccolma nel 1998, l’UNESCO propone come obbiettivo principale la formulazione chiara di politiche culturali internazionali e di strumenti per la cooperazione culturale2 (United Nations, 2008,
1 L’obbiettivo dell’UCGL è l’applicazione dei principi dell’agenda alle politiche
urbane delle amministrazioni aderenti, tuttavia i criteri di selezione delle candidature non sono molto chiari e si percepisce l’esistenza di una gerarchia interna all’associazione basata sulla rappresentatività dell’iscritto (organizzazione internazionale, associazione, città). Inoltre l’Europa è più rappresentata rispetto ad altre aree geografiche, come quella Asiatica.
2 Da segnalare il programma per le Capitali Arabe della Cultura lanciato
dall’UNESCO nel 1995 come parte dell’Arab Plan e implementato con l’Arab
League’s Educational, Cultural and Scientific Organization (ALECSO),pur
riconoscendo la connotazione politica che esso ha assunto nel tempo affrontando temi come la lotta, la migrazione e la resistenza nella cultura araba ed islamica (quasi a contrapporsi al programma per le Capitali Europee della Cultura) (Stevenson, 2014).
62
p.194). Proseguendo su questo percorso, l’UNESCO adotta nel 2001 la Dichiarazione sulla diversità culturale e nel 2003 la Risoluzione su Cultura e Sviluppo3 che, dopo il rapporto Our Creative Diversity del 1996, riafferma il potenziale delle industrie creative nella riduzione della povertà. Nel 2005 la Convenzione sulla protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali, raccoglie le indicazioni dei documenti precedenti arrivando alla formulazione di tre obbiettivi programmatici che caratterizzano tuttora l’attività UNESCO4:
1. il libero accesso alla cultura attraverso il pluralismo dell’informazione e dei media;
2. la mobilità dei creativi attraverso programmi e partnerships istituzionali per la coesione sociale e la cooperazione internazionale;
3. una remunerazione equa del lavoro creativo attraverso: la protezione del diritto di autore e dei diritti connessi, l’accesso al credito per gli artigiani e le piccole e medie imprese (rispetto alla produzione di massa delle industrie culturali e creative).
Partendo da questi obbiettivi, l’UNESCO cerca di integrare le industrie culturali nell’agenda internazionale e promuovere la componente artigianale ed informale del settore attivando diverse collaborazioni, alleanze e network. Nel 2004 è istituito presso le Nazioni Unite un gruppo informale multi-agenzia sulle industrie creative che si riunisce due volte all’anno a Ginevra, costituito dai rappresentanti di: UNESCO, International Labour Organization (ILO), International Trade Centre (ITC), United Nations Conference
on Trade and Development (UNCTAD), United Nations
3
Risoluzione dell’Assemblea Generale n. 57/249 del 20 Febbraio 2003.
4 Cfr. “Linee essenziali di un Piano d’Azione” della Dichiarazione sulla diversità
culturale (2001), punti dal 14 al 19; Dichiarazione sulle espressioni culturali (2005), art. 6 comma 2.
63
Development Programme (UNDP)5, World Intellectual Property
Organization (WIPO) (United Nations, 2008). Contemporaneamente
l’UNESCO lancia la Rete delle Città Creative, un “network of
networks” che riunisce al suo interno sette reti tematiche: letteratura,
cinema, musica, design, gastronomia, media arts, artigianato e arte popolare6. Rispetto alle soluzioni standard di Florida e Landry, la rete UNESCO presenta un nuovo concetto di città creativa caratterizzato da un approccio più sfumato, sensibile alle culture e le differenze locali, lontano dalle classiche strategie di marketing urbano e territoriale. L’intento è la costruzione di alleanze locali, la condivisione delle esperienze e delle sfide che caratterizzano la città contemporanea7 (Stevenson, 2014; United Nations, 2010, p.15). Importanti sono i riferimenti al processo di apprendimento collettivo e al ruolo delle città come creative hub o socio-cultural cluster che testimoniano l’accoglimento da parte dell’UENSCO delle teorie sull’innovazione e sulla capacità di assorbimento creativo (creative
absorptive capacity). Della rete fanno panno parte le città italiane di
Bologna e Fabriano, rispettivamente città della musica e città dell’artigianato e delle arte popolare (v. schede).
5 Dal 2004 anche l’UNDP ospita un High-level Panel on Creative Industries and
Development. Nel 2006 la stessa organizzazione lancia il Creative Economy and Industries Programme nell’ambito del quale sono poi prodotti i noti reports
sull’economia creativa.
6 Reperire informazioni sull’argomento non è agevole e, ad oggi, la principale
fonte di riferimento rimane la pagina web del portale UNESCO: http://www.unesco.org/new/en/culture/themes/creativity/creative-cities-network/
7
Secondo Pratt (2011, p.22) la sfida principale per il futuro della rete risiede nella costruzione di modelli analitici che trattino insieme il consumo e la produzione culturale sulla base degli studi recenti che hanno dimostrato la natura specifica e contestuale della creatività.
64
BOLOGNA
Bologna ha una ricca tradizione musicale che caratterizza la vita urbana dal punto di vista cultuale ed educativo: il Comune registra 120 associazioni culturali impegnate nella promozione di eventi musicali (dati al 2009) e l’Università di Bologna è stata la prima a creare un Dipartimento di Arte, Musica e Spettacolo (1970). La città ospita prestigiose istituzioni musicali come l’Accademia Filarmonica, il Teatro Comunale e il Conservatorio “G.B. Martini”. È sede di diversi
festival: Suoni dal Mondo, Scanderella Festival, Bologna Music Festival, la
Competizone compositiva “2 agosto”. Numerosi sono gli spazi urbani dedicati alla musica, sia fisici come il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, sia virtuali come Flashmusica, il sito web creato dalla municipalità per la musica giovane ed emergente. Il settore musicale ha ricadute positive sull’economia locale grazie ai flussi turistici creati dagli eventi, ma soprattutto grazie alle imprese presenti in città: studi di registrazione, etichette indipendenti, uffici di rappresentanza per artisti internazionali e nazionali (alcuni dei quali risiedono in città). La città fa parte del progetto “La via Emilia della musica” che riunisce le città di Bologna, Ferrara, Reggio Emilia e Modena in unica rete per l’opera lirica e la concertistica.
La candidatura
La candidatura è stata presentata dal Comune di Bologna nella primavera del 2006. La proposta offre una panoramica sulla dotazione musicale della città e la sua storia. Le attività pianificate per il periodo 2006-2008, riprese dal Programma dell’Assessorato alla Cultura e all’Economia (25 dicembre 2005), mirano: all’interculturalità (integrazione con il Progetto
Intercultura); alla produzione musicale e ai grandi spettacoli con l’evento
“Genio e sregolatezza. Mozart, Martini, Bologna”; all’incentivazione delle associazioni culturali. Si conferma l’impegno verso la costruzione di alleanze con altre città con il Progetto Bologna-Firenze e “La via Emilia della musica”. Si propone l’istituzione di un Comitato Direttivo per Bologna Città Creativa della Musica. Nel maggio 2006 Bologna è stata dichiarata dall’UNESCO Città Creativa della Musica.
Gli esiti
In seguito alla nomina sono stati elaborati diversi materiali per il portale UNESCO (scheda della città, scheda delle candidatura, guida sintetica alla città). È stato realizzato un itinerario urbano tematico ed è stato creato un blog ove vengono pubblicizzate le attività in corso ed è presente un collegamento allo sportello turistico comunale.
65 Riferimenti
http://cittadellamusica.comune.bologna.it/ (Sito ufficiale)
http://www.unesco.org/new/en/culture/themes/creativity/creative-cities- network/music/bologna/ (Portale UNESCO)
FABRIANO
Fabriano è nota per la sua tradizione cartaria che è anche l’elemento identitario del suo territorio. La cultura diffusa di produzione artigianale originata dai mastri cartai e dai fabbri locali è oggi al centro delle politiche per lo sviluppo locale della Regione marche (costruzione dei “distretti culturali evoluti”) e del Comune (creazione della sezione dedicata alla stampa presso il Museo della Carta e della Filigrana). Nell’ambito di queste politiche si colloca, ad esempio, l’iniziativa “Casa delle Arti” del 2011 con sede nel complesso monumentale di San Benedetto e sostenuta da diversi
partners locali con l’Associazione Culturale Deca capofila. Il progetto
prevede visite guidate al Museo della Carta e della Filigrana, corsi di formazione riguardanti le media arts (immagine, cinema, radio, tv), creazione di botteghe artigiane nel complesso di San Benedetto. Il progetto “Casa delle Arti” è stato esposto nel Settembre 2011 presso il quartier generale dell’UNESCO a Parigi per sostenere della candidatura di Fabriano come città creativa.
La candidatura
Il progetto di candidatura è stato promosso e coordinato da Francesca Merloni, Direttore Artistico del Festival di Poesia Poiesis, con il sostegno delle Amministrazioni locali (Sindaco e Presidente della Regione), del settore privato e della società civile. La proposta ruota attorno la creazione di nuovi professionisti nel settore della carta. Fabriano è stata dichiarata dall’UNESCO Città Creativa dell’Artigianato e dell’Arte Popolare nell’Ottobre 2013.
Gli esiti
Gli esiti del progetto di candidatura, così come i suoi contenuti, sono difficili da valutare poiché sul portale UNESCO non sono ancora presenti i materiali informativi riguardanti la città. Le uniche attività rintracciabili sono quelle della Fondazione Aristide Merloni che, con la firma della convenzione con l’UNESCO, si è impegnata a svolgere progetti di formazione riguardanti il patrimonio culturale immateriale e la diversità delle espressioni culturali. Rientrano tra questi i corsi creati da “Le officine UNESCO della cultura e dell’impresa”, intitolati “Fare impresa con la carta” e “Carta come strumento di lavoro creativo”.
66 Riferimenti
Fabriano nominata dall'UNESCO città creativa, Comunicato Stampa Fondazione Aristide Merloni, 22 ottobre 2013
Fabriano vuole stupire l’Europa, «Il messaggero», 19 ottobre 2011 http://www.unesco.org/new/en/culture/themes/creativity/creative-cities- network/crafts-and-folk-art/(Portale UNESCO)
http://poiesis-fabriano.it/index.php/author/admin/ (Sito web della
Fondazione Poiesis)
http://www.fondazione-merloni.it/2013/10/una-carta-eccellente/#more-3026 (Sito web della Fondazione Merloni)
http://www.lacasadellearti.it/?p=I%20Corsi (Sito web della Casa delle Arti)
Tra le altre iniziative avviate dall’UNESCO si ricordano il simposio svoltosi a Nagaur nel 20058 e il secondo incontro dei Ministri della Cultura di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) tenutosi a Santo Domingo nel 2006 in occasione del quale è stato proposto il progetto “Strengthening the Creative Industries in Five Selected ACP
Countries”, poi approvato nel 2007.
Si tratta del primo progetto attuato congiuntamente da più agenzie (ILO, UNCTAD, UNESCO) con fondi provenienti dalla Commissione Europea e il supporto istituzionale del Segretariato ACP9.