2
VIT
A e O
PERE
1401 nasce 1430 consacrato sacerdote De concordantia catholica 1440 De docta ignorantia 1448 cardinale 1450 vescovo di Bressanone 1464 muore 1400 1500 Nicola Cusano, da un dipinto del Maestro della vita della vergine. Ospedale di Kues (Germania).18
Unità di
apprendimento
1
Umanesimo e Rinascimento
© Istituto Italiano Edizioni Atlas L’auspicio di Cusano è che gli uomini sappiano unirsi in una comune fede in Dio, svi- luppando un’azione ecumenica e valorizzando tutto ciò che li accomuna. Per questo egli parla di una religione dell’umanità, che pure si manifesta in una molteplicità di riti e di dottrine. Le sue idee di riforma della Chiesa incontrano però forti resistenze.
Secondo Cusano, la Chiesa dovrebbe abbandonare le proprie pretese temporali per dedicarsi a realizzare l’armonia fra le diverse confessioni cristiane, basate tutte su un nucleo di verità comuni che le uniscono.
2.2 L’infinità divina e la dotta ignoranza
Che cos’è la dotta ignoranza e perché è un sapere congetturale?
La filosofia di Cusano si fonda su due concetti fondamentali, fra loro strettamente intrecciati: l’infinità di Dio, cioè la sua infinita distanza dall’uomo, la sua incom-
mensurabilità per la mente umana, e la docta ignorantia
■
, ossia l’idea che, presacoscienza dei limiti del proprio sapere, l’uomo possa comunque svolgere un percorso di ricerca attraverso cui tendere e approssimarsi indefi nitamente alla verità, pur senza poterla mai raggiungere nella sua assolutezza.
L’idea dell’infinità di Dio e della sua inconoscibilità per l’uomo viene ripresa dalla mi- stica tedesca e dalla tradizione del platonismo cristiano, in particolare quello di Ago- stino e dello Pseudo-Dionigi, ma è rielaborata attraverso schemi e concetti moderni. Secondo Cusano la conoscenza è proporzione, rapporto tra il noto e l’ignoto: è pos- sibile conoscere una cosa solo mettendola in rapporto con ciò che già si conosce e sia in qualche misura omogeneo, proporzionale a questa. Inoltre, la conoscenza è possibile solo quando le facoltà conoscitive siano adeguate all’oggetto che si intende conoscere: ora, poiché la mente umana è finita, Dio, che è infinito, le sfugge e rimane ignoto. Quindi, conclude Cusano riprendendo l’antico motivo della teologia negativa, di Dio si può dire che cosa non è, piuttosto che ciò che è. Ne consegue che l’unico modo possibile di pensare Dio è la docta ignorantia, fatta risalire alla dottrina socratica del «sapere di non sapere».
L’espressione «dotta ignoranza» contiene un ossimoro, cioè una figura retorica in cui un termine è l’opposto dell’altro: si parla infatti di «ignoranza», ma la si definisce «dotta». Ignorante è l’uomo che non può conoscere Dio, data la sproporzione tra il fi- nito, che costituisce la realtà della mente e della sua conoscenza, e l’infinito, cioè Dio. Tuttavia questa ignoranza è dotta, non solo perché si basa sulla consapevolezza che Dio è inaccessibile alla nostra conoscenza, ma anche perché l’uomo può comunque progredire e avvicinarsi gradualmente all’infinito.
Questa infinita approssimazione a Dio è l’aspetto positivo, umanistico, della posi- zione di Cusano. Per spiegarla, egli fa l’esempio di un poligono iscritto in una circon- ferenza e i cui lati possono essere moltiplicati indefinitamente: in tal modo, a mano a mano che i suoi lati aumentano, il poligono tenderà ad avvicinarsi sempre più alla circonferenza, ma non potrà mai giungere a coincidere con essa.
Nel De conjecturis, Cusano afferma che, non potendo conoscere la realtà divina in se stessa e neppure l’essenza delle cose, è possibile solo formulare delle congetture.
R
D
■ Il lessico di Cusano
19
Capitolo 1 - La filosofia tra Umanesimo e Rinascimento
© Istituto Italiano Edizioni Atlas
Tali ipotesi non sono certamente adeguate alla realtà, ma non sono neppure arbitra- rie, in quanto la loro fonte è Dio. La mente umana partecipa infatti, in qualche limitata misura, della mente divina, ed è in grado di compiere un viaggio verso la verità.
Dal momento che la conoscenza è possibile solo se esiste una propor- zionalità tra ciò che è ignoto e ciò che è noto, la mente umana non potrà mai comprendere la realtà divina, che è infinita: l’uomo può solo ricono- scere la propria ignoranza e avvicinarsi a Dio attraverso congetture.
2.3 La coincidenza degli opposti e l’infinito
Che cosa afferma la dottrina della coincidentia oppositorum?
In Dio coincidono tutti gli attributi e le qualità, anche quelli fra loro contrari. Ad esem- pio, Dio è concepibile come il massimo, come tutto ciò che di più grande possiamo pensare, ma anche come il minimo, perché non si può negare che alla sua infinita semplicità ed essenzialità appartenga anche il minimo. In altri termini, proprio per- ché è infinito, Dio è al di là di ogni limitazione, quindi anche di ogni opposizione
concettuale. È, appunto, coincidenza degli opposti
■
(coincidentia oppositorum).Tale coincidenza è confermata da Cusano con l’ausilio della matematica. Ad esempio, aumentando progressivamente il diametro di un cerchio, aumenta la circonferenza; aumentando il diametro all’infinito, infinita diviene anche la circonferenza; ma una circonferenza infinita diviene una retta infinita, quindi coincidente con il diametro. Così l’infinito matematico aiuta a comprendere, anche se in maniera approssimata, l’infinito divino, mostrando che la coincidenza degli opposti, assurda secondo una logica del finito, è invece perfettamente concepibile secondo una logica dell’infinito. Parlando di Dio per approssimazioni ci si trova in uno spazio in cui non vale più il principio di contraddizione, tanto che si può dire che in Dio oltre agli opposti, coincida anche ciò che è contraddittorio.
Poiché Dio è infinito, in lui vengono a coincidere tutti gli attributi, anche quelli fra loro contrari, analogamente a quanto accade nell’infi- nito matematico, in cui diametro e circonferenza tendono a coincidere.
2.4 Dio e il mondo
Qual è il rapporto tra Dio e il mondo?
Stabilito che Dio è il massimo assoluto, rispetto al quale ogni altra cosa potrà presen- tare gli stessi attributi solo in maniera limitata e secondo gradazioni inferiori, resta del tutto aperto il mistero di come il mondo si leghi alla trascendenza assoluta di Dio, cioè (riprendendo il platonismo) di come possa avvenire il passaggio dall’Uno ai molti e di come i molti partecipino dell’Uno e siano sua immagine. Essendo tale processo incomprensibile, si può solo provare a descriverlo procedendo per approssimazione. Il mondo è contenuto tutto in Dio, è implicito in Dio, che è la complicatio, perché in Lui tutte le cose sono presenti; Dio, però, ne diviene poi la explicatio, ovvero l’esplicazione,
R D ■ Il lessico di Cusano p. 24 R D
20
Unità di
apprendimento
1
Umanesimo e Rinascimento
© Istituto Italiano Edizioni Atlas in quanto Dio si dispiega nelle cose che crea, pur rimanendo al di là delle cose stesse. Cu- sano descrive tale processo creativo secondo il modello numerico dell’unità che genera la molteplicità restando sempre se stessa. L’universo così creato è un «Dio contratto». Questa concezione ha esposto il filosofo all’accusa di panteismo. Cusano precisa, però, che mentre nel mondo le cose, in quanto particolari, sono limitate e opposte fra loro, in Dio sono presenti in quanto totalità e unità: Dio, quindi, è altro rispetto al mondo e lo trascende infinitamente.
Su queste basi metafisiche il filosofo fonda una teoria cosmologica rivoluzionaria. Il mondo possiede una struttura matematica e un ordine stabilito da Dio con la crea- zione. Poiché solo Dio è perfetto, nell’universo ogni cosa ha lo stesso valore: pertanto, contro il dualismo di Aristotele, Cusano nega che la sostanza celeste sia diversa da quella terrestre. La Terra, quindi, è fatta della stessa sostanza degli altri astri, è un corpo celeste come il Sole.
In quanto è frutto di una creazione priva di limiti, di un dispiegamento divino che non ha confini, l’universo è illimitato. Non la Terra è il centro dell’universo, ma Dio, che dell’universo è anche la circonferenza. Cadono pertanto i presupposti del geocen- trismo e la Terra, che non occupa più il posto centrale dell’universo, non è neppure immobile, ma si muove di moto circolare non perfetto. La speculazione di Cusano, partendo dalla teologia mistica, investe e demolisce alcune idee cardine della teoria aristotelica dell’universo, aprendo nuovi orizzonti conoscitivi alla scienza e alla filo- sofia. Si tratta però di una visione troppo avanzata per la cultura dell’epoca, non anco- ra in grado di coglierne tutta la portata.
Dio è la complicatio dell’universo, in quanto tutte le cose sono compre- se in Lui; allo stesso tempo, però, dal momento che l’unità diventa molte- plice, l’universo costituisce l’explicatio di Dio, perché Egli si dispiega in tutte le cose, rimanendo al di là di esse.
R
Dio è infinito e incommensurabile per la mente umana.
All’uomo è concessa solo una dotta ignoranza: riconoscere la propria ignoranza e tentare di avvicinarsi alla verità tramite congetture.
In Dio, essendo infinito, si realizza la coincidenza degli opposti; Dio è implicazione ed esplicazione dell’universo.
L’universo è infinito e senza centro.
Facciamo il punto
■ Coincidenza degli opposti: è il concetto attraverso il quale Cusano rappresenta l’infinità divina, che comprende in sé massimo e minimo e va al di là di ogni limitazione.
■ Docta ignorantia: è l’unico modo che l’essere
umano possiede per pensare Dio. Presa coscienza dell’incommensurabile distanza dell’infinità di Dio dalla mente umana, la docta ignorantia rappresenta la tendenza ad avvicinarsi ad essa.
21
Capitolo 1 - La filosofia tra Umanesimo e Rinascimento
© Istituto Italiano Edizioni Atlas
UNIONE REGNO DI FRANCIA REGNO DI BOEMIA REGNO DI PORTOGALLO REGNO DI SPAGNA STATO DELLA CHIESA REP. DI GENOVA REP. DI VENEZIA IMPERO OTTOMANO REGNO D’UNGHERIA POLACCO-LITUANA SAVOIA REGNO NAPOLI (SPAGNA) FRANCA CONTEA (ASBURGO) (AFSBURGOIANDRE) (AASBURGOUSTRIA) DI SACRO ROMANO IMPERO Firenze Careggi Pisa Figline Valdarno