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Capitolo 1 - La filosofia tra Umanesimo e Rinascimento

© Istituto Italiano Edizioni Atlas

CONOSCENZE

Vero o falso

 1. Per Cusano la conoscenza è proporzione tra il noto e l’ignoto. V F

 2. Cusano riprende la distinzione aristotelica tra sostanza celeste e sostanza terrestre. V F

 3. Con Marsilio Ficino l’aristotelismo si afferma come filosofia egemone nella cultura del XV secolo. V F

 4. Ficino elabora un sistema di pensiero che è, nello stesso tempo, una docta religio

e una pia philosophia. V F

 5. L’espressione «copula mundi» indica che l’anima umana dà vita sia alle cose inferiori

sia a quelle superiori. V F

 6. Con le 900 tesi Pico della Mirandola mira alla conciliazione delle diverse fedi religiose

e credenze filosofiche. V F

 7. Secondo Pico della Mirandola, l’uomo, a differenza di ogni altra creatura, è stato creato da Dio

con una natura predeterminata e ben definita. V F

 8. Pomponazzi ritiene che anche la ragione debba ammettere l’idea di un intervento divino

nella natura, capace di operare miracoli. V F

 9. Pomponazzi ritiene che l’inseparabilità dell’anima umana dal corpo ne determini la mortalità. V F

10. Montaigne condivide l’opinione diffusa al suo tempo che soltanto la cultura europea sia cultura

e che soltanto essa esprima la civiltà. V F

Collega

A

 Marsilio Ficino

B

 Pietro Pomponazzi

C

 Lorenzo Valla

1

  ripropone l’etica epicurea del piacere, da lui considerata conforme

alla natura umana, perché è quella che propone una virtù come frutto della valutazione di ciò che è utile all’uomo.

2

  elabora un platonismo cristiano secondo cui filosofia e religione

collaborano nell’opera di rinnovamento dell’essere umano e della civiltà cristiana.

3

  riprende i temi e i metodi dell’aristotelismo che applica all’analisi

filosofica dell’anima umana, sostenendone la mortalità.

LESSICO

Definisci i seguenti termini ed espressioni

Pia philosophia, copula mundi, teologia platonica, dignità dell’uomo.

COLLEGAMENTI

Individua i principali temi del platonismo ripresi dalla riflessione filosofica del Rinascimento italiano e illustrali con una mappa concettuale. (massimo 15 righe)

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LIBRO senza

32

Antologia

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01

L’anima come copula mundi

Conciliando neoplatonismo e cristianesimo, Marsilio Ficino riconosce la validità di una tradizione filosofica che giunge fino agli antichi poeti e a filosofi quali Pitagora, Platone e Plotino. Ficino afferma che il filosofo deve far emergere la verità religiosa che è nascosta entro le varie credenze mitiche e le dottrine filosofiche. Così la tradizione platonica è interpretata da Ficino come una docta religio, che deve essere difesa e avere la più ampia diffusione. La Theologia platonica de immortalitate animorum è la sua opera fondamentale. In essa, sulla linea del platonismo e del neoplatonismo, Ficino espone la sua idea dell’universo come espressione dell’unità divina ordinata secondo diversi gradi di perfezione.

Dove si colloca l’anima nella visione gerarchica dell’universo? Quale funzione ha l’anima?

Collochiamo di nuovo tutte le cose in cinque gradi, ponendo Dio e l’angelo sulla rocca della natura, il corpo e la qualità nel grado più basso, l’anima in mezzo tra quel sommo e questo grado infimo. […]

Tra le cose che sono soltanto eterne e quelle che sono soltanto temporali vi è l’anima che è come una connessione e un vincolo tra le une e le altre. […]

Dio e il corpo sono estremi in natura e diversissimi l’uno dall’altro. L’angelo non li lega. Infatti esso si erige tutto in Dio: trascura i corpi. Di diritto esso è la prima e perfettissima creatura di Dio, diviene e passa in Dio. Neppure la qualità connette gli estremi: giacché inclina verso il corpo e trascura le cose superiori; messe in disparte le cose incorporee, diviene corporea. Si tratta di estremi, che si sfuggono l’un l’altro e mancano di un vincolo opportuno. Invece, quella terza essenza sopraddetta [cioè l’anima] è tale che afferra le cose superiori senza lasciare le inferiori; e così in essa si collegano le cose superiori con le inferiori. Essa, infatti, è immobile e mobile; e perciò da un lato concorda con le cose superiori, dall’altro con le inferiori. E se concorda con entrambe, desidera entrambe. […]

E mentre aderisce al divino, poiché è spiritualmente unita ad esso e l’unione spirituale genera la cognizione, conosce il divino. Mentre riempie i corpi, li muove intrinsecamente e li vivifica: essa è, dunque, specchio delle cose divine, vita delle cose mortali e connessione delle une e delle altre […].

Ma poiché è la vera connessione di tutte, quando migra in una non lascia l’altra, ma migra dall’una all’altra e sempre le conserva tutte così che giustamente si può chiamare il centro

D 5 10 15 20

FICINO

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Capitolo 1 - La filosofia tra Umanesimo e Rinascimento

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della natura, l’intermediaria di tutte le cose, la catena del mondo, il volto del tutto, il nodo e la copula del mondo.

M. Ficino, Theologia platonica de immortalitate animorum, libro III, cap. 2, in Storia antologica dei problemi filosofici, a cura di U. Spirito, Sansoni, Firenze 1965, vol. I

Rispondi, con parole tue, alle domande iniziali.

R

1-10 La realtà, che è manifestazione divina, viene ordinata in cinque gradi: partendo da quello più bas- so, il corpo, attraverso la qualità, l’anima e l’angelo, si arriva sino a Dio, il livello più alto. In Plotino l’ordina- mento comprendeva la materia, l’anima, l’intelletto e l’Uno. Ficino inserisce la “qualità” per porre in mag- gior risalto il carattere intermedio dell’anima.

11-22 Nell’analisi dei gradi della realtà Ficino vuole mettere in rilievo la natura e la collocazione dell’ani- ma. Essa è una connessione, un vincolo tra le cose che sono solo eterne e quelle che sono solo tempo- rali. Gli altri gradi intermedi (l’angelo e la qualità) non possono svolgere questa funzione, poiché pendono o verso ciò che è eterno o verso ciò che è temporale. Solo l’anima «afferra le cose superiori senza lasciare le inferiori» (rr. 11-12) e «desidera entrambe» (r. 14). Si noti che, a differenza del neoplatonismo di Plotino, l’anima è quella dell’uomo, non un’ipostasi sovraindi-

viduale, ed è l’anima umana che si trova in posizione strategica al centro della realtà. Infine, non si chiede all’anima di abbandonare il “sortilegio del mondo” per ascendere alle cose superiori, ma di tenere as- sieme le due spinte che la caratterizzano, altrimenti verrebbe meno alla sua funzione e al suo ruolo, es- senziali per l’insieme della realtà.

Come per Plotino l’anima era considerata l’ultima del- le realtà intelligibili, la più vicina alle realtà sensibili, così per Ficino essa è essenza terza o media: è media rispetto a tutte le altre ed è terza sia partendo dall’al- to, da Dio, che dal basso, cioè dal corpo. Essa è de- finita copula mundi, centro dell’universo: partecipa, infatti, della divinità e nello stesso tempo è presente nei corpi dando loro movimento e vita; attraverso l’u- nione spirituale con la divinità l’anima umana giunge alla conoscenza di Dio stesso.

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