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Segue l’elenco dei testimoni – quanti finora sono riuscito a rintracciare – del

Compendio retorico di Giuseppe Racendita. Preceduti dall’asterico, indico i folia

che all’interno dell’opera contengono la sezione sulle figure di nostro interesse. Figurano in questo elenco anche i marginalia del Par. gr. 1741:

Pmg adnotationes in cod. Par. gr. 1741 adiectae, s. XIII (?)

a Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, gr. VIII. 018 (coll. 1020), s. XV; 1-40v; * 24r-28v

b Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, gr. Z. 529 (coll. 0847), s. XIV-XV, 130r-166v; *153v-156v

c Bologna, Biblioteca Universitaria, 3562, s. XVI, 2r-52v; * 32v-37r

d Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 58. 02, s. XV, 2r-11v; 134r- 144v; *138r-140r

e Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 58. 20, s. XV, 1r-40v, *35r-38v

f Firenze, Biblioteca Riccardiana, 31, s. XIV, 3r-37r; *25v-28r

g Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1361, s. XV, 207r- 230r; *222r-224r

h Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 111, s. XIV, 3r-39r; *26v-29v

i Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. gr. 213, s. XIV, 3r- 37r; *24v-27v

j Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 899, s. XIV, 98r- 118r; *109a r-111r

k Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ottob. gr. 35, s. XVII, 188r- 224v; *210r-213r

l Paris, Bibliothèque nationale de France, gr. 3031, s. XIV, 7r-42r; *28v-32r

m Paris, Bibliothèque nationale de France, gr. 2999, s. XV, 189r-204v; *201v-204v

n Wien, Österreichische Nationalbibliothek, phil. gr. 070, s. XV, 205r-239r; *225r-228v

o Wien, Österreichische Nationalbibliothek, phil. gr. 6, s. XVI, 10v-16, 69-71; *106v-108v

Unica eccezione, il testo è tramandato autonomamente dal seguente manoscritto, che dunque aggiungiamo a questo elenco:

295 Tutti codici di seguito elencati sono stati esaminati autopticamente o tramite

CXXXVIII

p Paris, Bibliothèque nationale de France, suppl. gr. 1254, s. XVI, 51r-57r

IV.2.1.2 Ps.-Zoneo e Ps.-Moscopulo296

Un secondo filone testuale conobbe una circolazione autonoma e piuttosto diffusa, come sembra attestare il numero di codici che è possibile rintracciare (cfr. infra), tutti databili tra il XV e il XVI secolo. Questo testo si differenzia dalla versione presente nella Σύνοψις essenzialmente perché le citazioni di Gregorio si presentano talvolta in una forma ancora più concisa, mentre altre sono omesse; ancora, mentre la versione presente nel Compendium talora ha in comune con lo Ps.-Alessandro alcuni commenti e spiegazioni (come nel caso del πάρισον, sul quale cfr. infra), questi sono qui del tutto assenti.

A questa tradizione testuale appartiene il testo pubblicato da Walz, sulla base del Par. gr. 2929, sotto il nome di un certo Zoneo (VIII 673-690)297. È stato

dimostrato come tale attribuzione sia da rifiutare298: l’indicazione del nome di

Zoneo299 compare infatti nel solo Par. gr. 2929, manoscritto vergato interamente

dal cretese Constantino Paleocappa, copista ben noto agli studi per la propria attività di contraffattore300. Per pubblicare il manuale del codice parigino, Walz

296 Molte delle notizie riportate in questo paragrafo si trovano già in NASTASI 2019. 297 Per pubblicare questo testo l’editore si servì anche dei codici Par. gr. 2008 e Ambr. A

115 (oltre ai materiali relativi al Compendium del Racendita già menzionati). Il testo è riprodotto poi in Spengel III 174-188; l’editio princeps di Zoneo è in BOISSONADE 1831, pp. 307-20, basata sul

solo Par. gr. 2929.

298 Si veda, da ultimo, CONLEY 2004; vd. anche BALLAIRA 1978, pp. 197-198.

299 Sul personaggio si vedano GÄRTNER 1972 e, da ultima, SZABAT 2015. Secondo la Suda

(ζ 138, ma l’editrice accoglie la variante Ζωναῖνος di parte della tradizione manoscritta), compose ἐρωτικὰς ἐπιστολάς e uno scritto περὶ τοῦ σφαιρίζειν. Non è certo se questo Zoneo sia da identificare con il destinatario della quarta epistola di Enea di Gaza, indirizzata appunto Ζωναίῳ σοφιστῇ (cfr. MASSA POSITANO 1962, p. 41), personaggio che, in qualità di ῥήτωρ ἀγαθός, come

notava BALLAIRA 1978, p. 197 n. 30, “in teoria avrebbe potuto scrivere un trattato sulle figure”. Un

certo Zoneo allievo di Procopio di Gaza, citato da quest’ultimo in una sua epistola (vd. GARZYA-

LOENERTZ 1963, p. 42) sarebbe da identificare, secondo MASSA POSITANO 1962, p. 78, con il sofista

Zoneo amico di Enea (sull’epistola di Procopio in questione vd. AMATO 2010, pp. 356 e 469 n. 370).

Si noti inoltre che l’oscillazione Ζωναῖος/Ζωναῖνος è presente anche nella tradizione manoscritta delle epistole di Enea di Gaza, mentre nella tradizione delle lettere di Procopio è attestata la grafia ζώνναινον.

300 L’attribuzione si deve a COHN 1888, pp. 123-142, in particolare 129; secondo lo

studioso, Paleocappa avrebbe tratto il nome di Zoneo dal lemma del lessico Suda, come confermerebbe il fatto che lo stesso copista trascrisse tale lemma in un testimone del Violarium della Ps.-Eudocia (il Par. gr. 3057, interamente vergato da Paleocappa, cui peraltro si deve anche

CXXXIX

si servì inoltre di un testo chiaramente prossimo a quello dello Ps.-Zoneo, pubblicato da Titze “e codice in Bohemia reperto”, contenente opere grammaticali di Manuele Moscopulo e perciò attribuito falsamente a quest’ultimo. L’evidente parentela tra Ps.-Zoneo e Ps.-Moscopulo è stata recentemente ribadita da Conley 2004, p. 261; lo studioso riconosceva in Moscopulo una “astonishing resemblance to Zonaios’s work”, ma riteneva il testo pubblicato da Titze “evidently unique” (p. 262) – indubbiamente per via della scarsa documentazione di cui poteva disporre. In realtà, il confronto di tutti i testimoni delinea un quadro assai differente: il Par. gr. 2929 è infatti l’unico testimone che si dimostra, per così dire, eccentrico rispetto ad una tradizione testuale unitaria. Lo dimostrano alcuni esempi: mentre tutti i testimoni e Ps.-Moscopulo esemplificano l’εἰρωνεία con Greg. Naz. Or. 33, 10, Ps.-Zoneo ricorre a Eur. Med. 509-13; nel paragrafo sul κλιµακωτὸν σχῆµα Ps.- Zoneo parafrasa Omero (Il. 2,102-07) mentre tutti i testimoni ricorrono a Greg. Naz. Or. 38, 7; ancora, nel paragrafo sull’ὁµοιοτέλευτον non troviamo Gregorio (Or. 38, 1), ma Omero (Od. 6, 43-45); il paragrafo sulla figura dell’ἔλλειψις presenta poi definizioni ed esempi completamente differenti rispetto al resto della tradizione. Non è improbabile che queste evidenti interpolazioni del Par.

gr. 2929 si debbano ritenere opera dello stesso Paleocappa, come del resto già

affermava Cohn 1888 p. 129, che inoltre individuava nel Par. gr. 2008 la vorlage dello Ps.-Zoneo.301

A causa di queste false attribuzioni, molti testimoni sono segnalati nei cataloghi delle biblioteche ora con il nome di Zoneo, ora di Moscopulo, sebbene nessun manoscritto (eccetto il già citato Par. gr. 2929) attribuisca il testo all’uno o all’altro autore.302

la falsa attribuzione di quest’opera all’imperatrice bizantina; cfr. PULCH 1882, pp. 177-192). Tra le

opere ricondotte all’attività di falsario di Paleocappa, oltre al già citato Violarium, si ricordano un commento all’Etica Nicomachea attribuito a Eliodoro di Prusa, un Tractatus adversus Iudaeos ascritto a Taddeo Pelusiota, il Dialogus de Eucharistia attribuito a Samonas di Gaza e un De traditione divinae Missae attribuito a Proclo; per una recente messa a punto sulla figura di Paleocappa cfr., con bibliografia precedente, GARCÍA BUENO 2013, in particolare 214-217 sulla sua attività di falsario.

301 L’ipotesi è senz’altro plausibile. CONLEY 2004, p. 266, pur segnalando correttamente

lo studio di Cohn, ritiene invece che “it is apparent that Palaiokappa cribbed both his definitions and his Gregory citations from the Par. gr. 2087 version of Alexander” (ovvero lo Ps.-Alessandro).

302 Nel manoscritto di cui Titze si servì l’opera era priva del titolo, come del resto nella

CXL

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