vari dal prof. Leopoldo Valle e d a altri sulle s u e o r m e ; la descrizione del codice Baratta pure dovuta al Valle e que l la dei tre codici della Commedia conservati nella b ib l io t ec a dei Marchesi Durazzo-Pallavicini dovut a ancora al Ma n nu cc i . F i n a l mente, in quasi duecento fitte pagine, magnifico e c o m p i u t o lavoro, la preziosa bibliografia ligure dantesca c o m p i l a t a dal Valle.
Chi esamina questa sua fatica a pp a r en t e me n t e mo d es ta , con una conoscenza appena lontana e superficiale di così fatto genere di lavori, si chiede ammi rat o quant o t e mp o , q u a n t a industre e paziente competenza, q ua nt o acume e sicurezza di giudizio debba essere costato l’ordi nare e vagliare Γ i m m e n s o materiale raccolto. Fatica doppi ament e mer i tor i a: dal p u n t o di vista della coltura, per l’a b b o n d a n z a e la c o m p i u t e z z a delle notizie, onde chiunque voglia essere i nf o r ma t o di ciò che è stato scritto in Liguria 0 da Liguri i n t or no a Dant e, di ciò che in Dante riguarda la regione o i suoi p e r s o n a g g i , di tutto insomma quel che unisca di ret t ament e o i n d i r e t t a m en t e Dante e la Liguria dovrà ricorrere a quest ' o pe r a di l igente e sicura ; dal punto di vista regionale e locale, perchè, r a c c o g l i e n d o per la prima volta in modo compi ut o tutto q ue s t o materiale, mostra in limpida luce la partecipazione varia, mol tepli ce, effi
cace della regione ligure agli studi int orno al poeta, « che Italia tutta onora» perché si sente in lui i ns upera bi l ment e e s pr e s s a e rappresentata, perchè ha visto e vede in lui, c o m e il Bal bo d i ceva « l’italiano che più di niun altro raccolse in sé 1’ i ng eg no , le virtù, i vizi, le fortune della patria, l’italiano più italiano che sia stato mai ».
Dai codici alle edizioni, dai comment i agli st udi storici e critici, dalle poesie ispirate dal poet a o dall’op er a s u a o a lui rivolte, alle traduzioni dialettali del poema, dalle o p e r e massi cce e voluminose agli articoli di giornale e alle recensioni, c ’è tutto:
e la fortuna di Dante, attraverso ai tempi diversi e il m u t a r delle condizioni e degli spiriti, si segue agevolmente, e il lavori o continuo e continuamente rinnovatesi sui punti più di sput at i e incerti, sui personaggi più celebri 0 più egnimatici. Chi v o glia sapere quel che è stato scritto, per esempio, i n t o rn o ai rapporti di Dante con la Liguria, o su Branca D ’O r i a o Al agi a 0 Bonifazio Fieschi 0 Adriano V ; chi voglia segui re le d i s cu s sioni e le opinioni intorno alla famosa lettera c on la q ual e _____ _________R A S SEG NA B I B L I O G R A F I CA______________153
154 E R N E S T A B E R T E L L I
F rate Ilario del m o n a ste ro di Santa C roce del Corvo avrebbe m a n d a to per incarico di Dante, passato di là per andai e in F rancia, Γ
Inferno
a U g u c c io n e della Faggiola, troverà qui una q u a n tità di m ateriale da re sta re atterrito. M eno male che 1 indicazione è fatta in m o d o da perm ettere un sicuro orientam ento e che u n m inuzioso e diligente indice per materie agevola q u a l u n q u e ricerca.
C osì q u e s to d enso volum e coi suoi studj originali, con 1 e- sanie critico dell’opera degli studiosi precedenti, con l’indicazione bibliografica di tutta l’ attività ligure dantesca, menti e attesta o n o re v o lm e n te com e, n o n m eno delle altre regioni, la Liguria h a co sta n te m e n te e d e v o tam e n te com m entato, studiato, esaltato il P o e t a che a ss o m m a ed esprim e la più alta virtù della stirpe, è esso stesso u n a v alorosa afferm azione e una nobile conferma di q u e s ta costante e fervida tradizione del culto di Dante in Liguria,
VITO VITALE
Ca r l o Bo r n a t e,
L'insurrezione di Genova nel M arzo
/ 5 2 / , e s tr. d a llaBiblioteca d i Storia Italiana Recente della R . D eputazione sovra g li studi di storia patria per le an
tiche Provincie e la Lombardia
, voi. xi, T o r i n o , B o c c a , 1923.Nel p re se n te volum e il Bornate fa uso di un largo e pie- zioso materiale, s inora in esp lo rato ; anzitutto degli Atti dei « P r o cessi del 1821 » depositati nel Museo del Risorgimento a Genova (Palazzo Bianco), poi di altri docum enti trasmessigli dagli Ar
chivi di T o rin o e di M ilano; e ne trae nuovi elementi per una ric ostruz ione precisa e am pia dell’ insurrezione di Genova nel 1821, c o r r e g g e n d o e integrando acutamente le versioni prece
denti. Egli divide il suo lavoro in cinque capitoli : La pre para
zione, L’inizio d e i r insurrezione, Il 23 marzo, Le conseguenze della s o m m o ssa , L 'e p il o g o . A ggiunge u n ’ Appendice in cui si tro v a n o alcuni dei più im portanti docum enti su accennati.
Nel cap. 1. si esam inano, cou la scorta dei più autorevoli sto
rici, dagli antichi ai più recenti, le cause rem ote e piossim e dell’ a n ta g o n is m o tra Genovesi e Piemontesi, cause politiche ed ec onom ic he, m a so p ra tu tto queste ultime, tanto gravi da g iu stificare v eram en te le attive pratiche dei Genovesi per impedire
I unione della vecchia repubblica al Regno di S ard e g n a, q u a n d o ormai l’ annessione era progettata dai sovrani alleati nel 1814.
II B. ricorda opportunamente qui 1’ opera d iplom a tic a di A g o stino Pareto, inviato dai Genovesi a Parigi per difendere la loro causa presso lord Castlereagh, m entre al congresso di V ienna veniva mandato il marchese Antonio Brignole - Sale. L’ o p p o s i zione dei plenipotenziari inglesi ed austriaci ai desiderii espressi dal governo genovese era mossa dall’ intento di o p p o r r e un b a luardo alle velleità imperialistiche di F rancia: ma il m otiv o r e condito delPannessione era di soffocare in sul nascere u n c e n tro di propaganda rivoluzionaria, formatosi a G enova, per a ffe rm a zione dello stesso Metternich.
Da notare è pure la proposta di una costituzione p e r la Li
guria, che il Brignole presentò ai plenipotenziari di V ie n n a quand’ ebbe perduta ogni speranza di ottenere l’ in d ip e n d e n z a .
Tale progetto di costituzione naturalm ente fu d ic h ia ra to inaccettabile dal conte S. Marzano, m inistro del Re Vitt. Em. I, nonostante che il Brignole affermasse che il s o tto p o rre i G e n o vesi allo stesso regime di governo degli altri sudditi del re di Sardegna si doveva considerare com e u n ’ingiustizia intollerabile.
A Genova furono concessi privilegi irrisori e l’avve nuta a n n e s sione della Liguria al regno di Sardegna, ratificata il 12 D i
cembre, destò grave malcontento fra i Genovesi che accolsero diffidenti il nuovo Governo, sebbene possa parere altrim enti dalle comunicazioni officiose della
Gazzetta di Genova
(v. pag. 7 nota) e dalle dimostrazioni di ossequio della Municipalità al Re di Sardegna. Il Re si mostrò affabile e largheggiò nel c o n c ed ere onorificienze : ma nulla fece per abbattere il m a lu m o re p ro f o n d o e ben giustificato della popolazione : anzi m antenne le b arriere doganali tra Liguria e Piemonte ed estese alla Liguria i vecchi metodi amministrativi piemontesi, contrari agl’ interessi c o m m e r ciali dei Genovesi. Si spiega, in tal modo, come dagli animi esasperali fosse accolta e favorita la diffusione delle Società seg rete dei Carbonari, degli Adelfi, dei Federati, dei C oncistoriali. C h e la propaganda di tali società fosse in G enova attivissima, è d i mostrato da testimonianze raccolte e vagliate dagli studi storici più recenti e confermate ora dalle ricerche del Boriiate sui nuovi documenti. Veramente singolare è, oltre al ra p p o rto del Dolce (informatore della Polizia Austriaca) intorno alla setta dei C o n cistoriali o Filadelfi, un rapporto del Frizzi (già co n fid e n te del ______________RA S S E G N A B I B L I O G R A FICA______________/55\
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g o v e rn o b rita n n ic o e poi deH’austriaco). Il Bornate lo trascrive in tera m e n te da u n a copia che si trova nel Museo del Risorgi
m en to di G e n o v a (l’originale è nell’archivio di Stato a Milano).
Il Frizzi osserva che lo stato di G enova si trovava allora diviso in c in q u e partiti: Aristocratico, ossia quello dell’ antica R epubblica, D em ocratico, Bonapartista, Indipendente, Austriaco;
e s o p ra o g n u n o di questi partiti dà copiose ed interessanti n o tizie g iu sta i vari ceti: nobili, negozianti, professionisti, im
piegati, basso popolo, contadini. Nota poi che l’aspirazione c o m u n e a tutti è l’in d ip e n d e n z a ; ma n on m ancano quelli che la r i t e n g o n o im possibile e preferirebbero a qualunque altro il d o m in io dell’Austria. Esposte infine le varie ragioni che, se
c o n d o lui, giustificavano tale preferenza, fomentata pure dall’odio assai vivo verso i P iem ontesi, per la cattiva organizzazione del lo ro g o v ern o , dà minuti ragguagli sulla deficiente am m inistra
zione del p o tere giudiziario sì civile che criminale, sul pessimo fu n z io n a m e n to delle d o g an e , delle gabelle, sulla scarsa p re p ara
zione della milizia e delle fortificazioni, fornendo un
Quadro caratteristico dei principali individui dello Stato ligure
, in cui p as sa in ra sse g n a i più notevoli personaggi di G enova in quel tem p o . Anche da q u es to interessante docum ento il Bornate attin g e a b b o n d a n ti notizie in tutto il corso del suo lavoro, pre sen t a n d o i principali attori dei fatti di G enova nel 1821. La p ro p a g a n d a settaria in G e n o v a da parte di emissari di Sicilia e di L o m b ard ia , già p rova ta da vari studi storici, è conferm ata da un n u o v o d o c u m e n to tra tto dall’ Archivio di Milano. È di un a n o n i m o info rm ato re della polizia austriaca nel 1820 e 1’ A. ne ricava cenni preziosi p e r integrare e spiegare meglio i dati di altre fonti. Si viene a conoscere, fra le altre cose, che a Genova c o m p a r iv a n o sovente manifesti eccitanti alla sommossa e si diffon
d e v a n o libelli forse provenienti da Torino. L’ informatore, inoltre, esp rim e 1’ o p in io n e , poi verificata dai fatti, che la guarnigione m ilitare potesse piegarsi a favore del popolo e sospetta prossima u n ’ in surre zione a T o rin o . Inglesi e Russi s’ adoperavano a tener viva in G e n o v a la fiam m a della ribellione, e a tal fine lavora
vano an c h e i Francesi.
N o n è vero, e ben lo dim ostra il Bornate, che i Federati n o n e sten d e ssero la loro p ropa ganda a Genova, tem endo che la rivoluzione si volgesse qui contro la dinastia sabauda. Tale tim o re risulta infondato, com e riconobbe lo stesso Santarosa :
RA SSEGNA B I B L IO G R A F IC A 157
anzi la rivoluzione del. 21 fu il prim o atto che c o n trib u ì ad eli
minare la diffidenza tra Genovesi e Piemontesi. La p r o p a g a n d a era diretta specialmente ai militari, tanto più che la g u a r n ig i o n e di Genova era composta non esclusivamente di liguri, m a a n c h e di soldati piemontesi. È confermata pure, con nuovi a r g o m e n t i, la corrispondenza attiva fra i liberali genovesi e i l o m b a r d i e la relazione tra i costituzionali napoletani e liguri.
Dalla
Gazzetta di Genova
si ricavano cenni sulle notizie strane ed inverosimili che si diffondevano in P ie m o n te e L iguria per eccitare gli animi in cui viveva il m alcontento c o n t r o l’A u stria, specialmente nell’ esercito, per varie cause. Ma il p ia n o dei Federati, non ostante l’attiva propaganda, doveva fallire. Esisteva un piano com une? L’A. se lo d o m a n d a : ma non a b b i a m o n o tizie sufficienti per affermarlo.Nel 2. cap., ΓΑ. ci dà notizie interessanti, tratte dai nuovi documenti, sul contegno degli studenti dell’ U niversità g e n o v e s e all’ annuncio dei fatti avvenuti all’ Università di T o r in o (gemi.
1881). La polizia non riusciva a soffocare il ferm ento diffuso tra la scolaresca e solo l’autorità universitaria ottenne che gli s tu denti si astenessero da dimostrazioni clamorose. Q u a n d o g iu n s e la notizia dell’insurrezione scoppiata ad Alessandria (9. 10 M arzo), i Genovesi stettero calmi, ma « la calma era p reludio di m u t a menti più importanti ». Questo il giudizio espresso dal G o v e r natore di Genova, il conte De Geneys nel suo
Rapport sur Les événements qui ont eu lieu à Gênes pendant les malheureuses cir
constances de Mars et Avril dernier
(19 Maggio 1821), che si trova in un documento dell’Arch. di Stato di T o rin o ed è p u b blicato dal Boriiate in Appendice, come una delle fonti p ri n c i pali sui tumulti di quei giorni. Da tale rapporto, m e s so a riscontro ed integrato con deposizioni di agenti di polizia, di testimoni d’incriminati nei «Processi del 21», e da n o tizie tratte dalla
Gazzetta di Genova
e da un m anoscritto diMemorie
del notaio Balestreri (Bibl. Un. di Genova), il Boriiate ricava u n a viva, precisa narrazione dei fatti avvenuti in G enova in s eg u ito alla promulazione della Costituzione fatta dal R eggente e c o m u nicata ai cittadini con un proclama del De Geneys. Il G o v e r n a tore ringraziava i cittadini della tranquillità m an ten u ta nei g i o r n i in cui ferveva P insurrezione in Piem onte, m a nello stesso t e m p o prendeva prudenti misure per conservare il buo n o rd in e e ten ev a sorvegliate le truppe onde non si unissero al popolo n e ll’ostilità.158 E R N E S T A B E R T E L L I
Espressioni di ring ra ziam en to furono rivolte specialmente da p arte dei com m ercianti al De Geneys per la sollecitudine nel tutelare i loro interessi. Di particolare im portanza un indirizzo inviato dal C o nsiglio m unicipale di G enova il 19 marzo 1821 a S. A. R. il principe R e g g e n te ; d o cu m en to di coraggio e di sin cerità politica, ove si p la u d e al nuovo sistema di governo più affine a quello dell’ antica Repubblica, e si dice che « i Genovesi a v r e b b e r o o b b e d ito , d ’ o ra in poi non solo per dovere, ma per n a tu ra le inclinazione ». Qui, n ota ΓΑ, è messo in luce il pun to su cui era possibile la conciliazioni fra le tradizioni repubbli
cane della Liguria e la m o n arc h ia sabauda: l’ adozione di una fo r m a liberale di governo. Il popolo e i militari festeggiavano con banchetti e clam orose dim ostrazioni l’accordata costituzione, m a « eran o ignari e incapaci di valutare le riserve e le restri
zioni del R eggente nella sua adesione alla Costituzione sp a g n o la ». Intanto gli avvenim enti precipitavano. Carlo Felice col p ro c la m a di M odena sconfessava 1’ opera del Reggente. Mentre C a rlo Alberto, in attesa di nuove istruzioni, ritardava la p u b b li
cazione del p roclam a, un a copia di esso veniva mandato diretta- m en te al G o v e rn a to re di G enova, con una lettera di Carlo F e lice: p o c o d o p o g iu n g e v a pu re al De Geneys una lettera di C.
A lberto che gli co m u n ic a v a il suo proposito di ritirarsi a N o
vara con le tr u p p e rim aste fedeli.
Il G o v e rn a to re c o m u n ic ò alle autorità il proclama di Carlo Felice e la lettera del Reggente, d o m a n d a n d o aiuto e consiglio p er p re p a ra re gli animi a rito rn are rassegnati all’ antico regime.
Ma alla p u b b licaz io n e del proclam a l’ ira popolare scoppiò re pentina, m en tre gravi calunnie si spargevano contro lo stesso w D e G eneys..
La d im o stra z io n e degli studenti presso il palazzo del G o v e rn a to re a Banchi se g n ò l’ inizio dell’ insurrezione (21 marzo).
Si disse che G . Mazzini, a p p e n a sedicenne, era tra i dimostranti, m a i nuovi d o c u m e n ti non ce ne forniscono al( una conferma.
Agli s tu d e n ti si unisce u n a folla di cittadini e di militari: il g o v e r n a to re esce e si m o s tra per le vie della città, sperando in
d u rr e gli animi alla calma: m a la folla continua a tum ultuare al g rid o : « V ogliam o la costituzione o la guardia nazionale» e «non v o g lia m o i T edeschi». Il governatore prom ette la guardia nazio
nale, m a il m oto si estende in altri punti della città.
E ssendosi attaccato con le armi il ponte della Legna e il ponte
R A S S E G N A B I B L IO G R A F IC A 159
Reale, il presidio sparò due cannonate a salve e molti colpi di fucile: il marchese Claudio di Sommariva, c o m an d a n te dei D r a goni, fu aggredito e ferito dai rivoltosi, ma poi, alla te sta del suo manipolo, disperse i dimostranti, i quali te n ta ro n o p u re , m a inutilmente, d’ impadronirsi delle armi eh’ erano nell’ arsenale. 11 contegno dei militari fu incerto in quel g i o r n o : alcuni s* e r a n o uniti ai dimostranti, ma i più si m antennero fedeli alla c o n s e g n a . Ora è comprovato dall’A., sulla scorta dei nuovi d o c u m e n ti, che, per assicurarsi che i soldati stessero fedeli al loro d overe e n on facessero causa comune coi costituzionali, si sparse la voce che la sollevazione, voluta dal partito aristocratico genovese, era d i
retta contro il governo di Torino e mirava alla re sta u ra z io n e della Repubblica ligure indipendente. Tale voce poteva a c c re d i
tarsi dal fatto che in Genova era tra i nobili un a forte te n d e n z a per la restaurazione della Repubblica; ma i C ostituzionali re a g i
rono energicamente e riuscirono a dim ostrare assurda q u ella voce e a persuadere i militari che vi avevano già aderito.
Il governatore indugiava a m antenere le p ro m esse fatte ai dimostranti; e intanto, invece di ritirarsi nei forti e d o m i n a r e la città e imporre il suo valore con la forza, p re n d ev a b l a n d e misure con le quali s’ illuse d ’ assicurare l’ ordine. M a alla sera scoppiò il tumulto : il segnale, com e pare dalle testim o n ia n ze, non del tutto concordi, fu dato da un colpo di pistola, s p a r a to contro i soldati posti a difesa del Ponte Reale; se g u iro n o fuci
late della truppa ai dimostranti; gli artiglieri di g u a rd ia al P o n te Reale spararono a loro volta due colpi di ca n n o n e a m itraglia.
Fra popolani e soldati vi fu qualche ferito, il R e g g im e n to M o n ferrato pare abbia avuto sette morti e tre feriti. F u q u e s to il Reggimento più fedele al Re e più saldo sostenitore della re a zione; ma i Costituzionali avevano fatto p r o p a g a n d a attivissim a tra le file dell’esercito. Dagli atti del Processo b a lz a n o in luce, in modo assai interessante, due figure di popolani, tra i più a t
tivi organizzatori della sollevazione, P asq u ale Badino e G ia c o m o Pavese, e di altri che vi presero pu re parte notevole. Ma, b ene avverte 1Ά., Γ insurrezione di Genova m aneò di un vero C a p o che con l’autorità del nome e la fede nella b u o n a causa diri
gesse il movimento: a questa deficienza oltre che alla scarsa o r g a nizzazione nei varii centri (Torino, Alessandria, G enova) si deve attribuire Γ insuccesso. Tuttavia ΓΑ. p u ò dim ostrare che il B adino ed altri costituzionali di Genova avevano relazioni a b b a s ta n z a
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160 E R N E S T A B E R T E L L I
attive coi dirigenti del m oto di Alessandria ed è questo pure un notevole dato per valutare i moti di Genova del 1821.
Nel cap. Ili ΓΑ. fa, col sussidio delle nuove fonti, un a vi
vace ed esa u rien te narraz io n e dei fatti avvenuti nella tu m u ltu o sa g i o r n a t a del 23 m arzo in Genova.
Avvalorandosi la voce che il G o v e rn ato re avesse segreta in
tesa coi Tedeschi, g ra n folla di rivoltosi si raduna presso il suo palazzo a Banchi, e in breve s’ingrossa di un drappello armato di soldati e di ufficiali della Legione Reale Leggera.
I soldati del 2.0 r e g g im e n to artiglieria di marina, posti co’
c a n n o n i a g u a r d ia del palazzo, non fecero fuoco per solidarietà coi d im o stra n ti o perchè da essi sopraffatti. Il contegno di al
cuni ufficiali sup erio ri in quella circostanza appare assai du b b io nelle deposizioni del processo (specie, del Magg. Cresia della L egione R. L.). Nel cap. IV sono considerate le conseguenze della so m m o ssa . Si e sp o n e am piam ente l’attività esplicata da P a
sq u ale Badino, u n o dei caporioni degli insorti, che nella corri s p o n d e n z a con Γ Iliani d ’Alessandria l’ informava dell’entusiasm o degli studenti, dei soldati, dei cittadini per la Costituzione, ma l a m e n ta v a insiem e la lentezza con cui a T orino si procedeva verso la città insorta. Dagli Atti del processo l’A arguisce che il 24 m arz o g iu n s e ro a G e n o v a d u e commissari dell’Ansaldi : il M antovani ed il c o n te Pisani Dossi, allo scopo d ’ incitare i G e
novesi ad u n ’ azione energica ed immediata. Fu mandato uno d e g l ’insorti, il cap. Zuccarini, ad Alessandria, latore d ’una lettera dei T ede schi alPAnsaldi. Intanto il generale, com andante in capo delle forze di te rra e di m are in Genova, ordinava la partenza p e r A lessandria di g ra n parte delle tru p p e della guarnigione (25 m arzo). Vi fu q u alche ritardo nella partenza del reggim ento d ’ar
tiglieria per m an ca n za d ’accordo tra gli ufficiali, alcuni dei quali si m o s tra v a n o sald am e n te attaccati al vecchio regime. Mentre le notizie g i u n te d a T o r i n o con le parole incitatrici del Santarosa e con gli attesi provvedim enti riguardanti la città alimentavano l’ e n tu s ia s m o dei soldati, u n a pastorale dell’Arcivescovo di G e nova esortava gli animi alla pace e la Com missione am m inistra
tiva si a d o p e ra v a p e r l’o p era di riordinam ento e organizzava la g u a r d ia nazionale con decreto 25 marzo. È da notare, dice l’A.
che la C o m m iss io n e a p p o g g iò l’istanza dei forieri e dei sergenti della Legione Reale Leggera che tra i primi s’erano uniti ai di
m o s tra n ti il 23 marzo, e chiedevano ora di essere nominati uf
RIVISTA B I B L IO G R A F IC A 161
ficiali. Ciò dimostra che la Commissione o a pprovava il l o r o operato o cedette, come poi asserirono i suoi m em bri nel p r o cesso, ai postulanti per riuscire a calmarli o add irittu ra ad al
lontanarli. Altri provvedimenti della C om m issione e ra n o volti a ottenere il favore del popolo: la riduzione del prezzo del sale, la diminuzione del dazio sul grano e sul vino. Intanto u n d e c re to della Giunta Provvisoria di Torino stabiliva l’abolizione del C o r p o Decurionale di Genova (29 marzo) e la creazione in su a vece d ’un Consiglio municipale. I Sindaci della città di Genova p r o t e s t a r o n o contro quest’atto che parve inconsiderato e prem aturo. La G i u n t a Provvisoria di Torino aveva pure nom inato un capo po litico che
lontanarli. Altri provvedimenti della C om m issione e ra n o volti a ottenere il favore del popolo: la riduzione del prezzo del sale, la diminuzione del dazio sul grano e sul vino. Intanto u n d e c re to della Giunta Provvisoria di Torino stabiliva l’abolizione del C o r p o Decurionale di Genova (29 marzo) e la creazione in su a vece d ’un Consiglio municipale. I Sindaci della città di Genova p r o t e s t a r o n o contro quest’atto che parve inconsiderato e prem aturo. La G i u n t a Provvisoria di Torino aveva pure nom inato un capo po litico che