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La terza parte Con Dante e per Dante in Liguria contiene la descrizione di frammenti di codici danteschi scoperti a Chi a

vari dal prof. Leopoldo Valle e d a altri sulle s u e o r m e ; la descrizione del codice Baratta pure dovuta al Valle e que l la dei tre codici della Commedia conservati nella b ib l io t ec a dei Marchesi Durazzo-Pallavicini dovut a ancora al Ma n nu cc i . F i n a l ­ mente, in quasi duecento fitte pagine, magnifico e c o m p i u t o lavoro, la preziosa bibliografia ligure dantesca c o m p i l a t a dal Valle.

Chi esamina questa sua fatica a pp a r en t e me n t e mo d es ta , con una conoscenza appena lontana e superficiale di così fatto genere di lavori, si chiede ammi rat o quant o t e mp o , q u a n t a industre e paziente competenza, q ua nt o acume e sicurezza di giudizio debba essere costato l’ordi nare e vagliare Γ i m m e n s o materiale raccolto. Fatica doppi ament e mer i tor i a: dal p u n t o di vista della coltura, per l’a b b o n d a n z a e la c o m p i u t e z z a delle notizie, onde chiunque voglia essere i nf o r ma t o di ciò che è stato scritto in Liguria 0 da Liguri i n t or no a Dant e, di ciò che in Dante riguarda la regione o i suoi p e r s o n a g g i , di tutto insomma quel che unisca di ret t ament e o i n d i r e t t a m en t e Dante e la Liguria dovrà ricorrere a quest ' o pe r a di l igente e sicura ; dal punto di vista regionale e locale, perchè, r a c c o g l i e n d o per la prima volta in modo compi ut o tutto q ue s t o materiale, mostra in limpida luce la partecipazione varia, mol tepli ce, effi­

cace della regione ligure agli studi int orno al poeta, « che Italia tutta onora» perché si sente in lui i ns upera bi l ment e e s pr e s s a e rappresentata, perchè ha visto e vede in lui, c o m e il Bal bo d i ­ ceva « l’italiano che più di niun altro raccolse in sé 1’ i ng eg no , le virtù, i vizi, le fortune della patria, l’italiano più italiano che sia stato mai ».

Dai codici alle edizioni, dai comment i agli st udi storici e critici, dalle poesie ispirate dal poet a o dall’op er a s u a o a lui rivolte, alle traduzioni dialettali del poema, dalle o p e r e massi cce e voluminose agli articoli di giornale e alle recensioni, c ’è tutto:

e la fortuna di Dante, attraverso ai tempi diversi e il m u t a r delle condizioni e degli spiriti, si segue agevolmente, e il lavori o continuo e continuamente rinnovatesi sui punti più di sput at i e incerti, sui personaggi più celebri 0 più egnimatici. Chi v o ­ glia sapere quel che è stato scritto, per esempio, i n t o rn o ai rapporti di Dante con la Liguria, o su Branca D ’O r i a o Al agi a 0 Bonifazio Fieschi 0 Adriano V ; chi voglia segui re le d i s cu s ­ sioni e le opinioni intorno alla famosa lettera c on la q ual e _____ _________R A S SEG NA B I B L I O G R A F I CA______________153

154 E R N E S T A B E R T E L L I

F rate Ilario del m o n a ste ro di Santa C roce del Corvo avrebbe m a n d a to per incarico di Dante, passato di là per andai e in F rancia, Γ

Inferno

a U g u c c io n e della Faggiola, troverà qui una q u a n tità di m ateriale da re sta re atterrito. M eno male che 1 in­

dicazione è fatta in m o d o da perm ettere un sicuro orientam ento e che u n m inuzioso e diligente indice per materie agevola q u a l u n q u e ricerca.

C osì q u e s to d enso volum e coi suoi studj originali, con 1 e- sanie critico dell’opera degli studiosi precedenti, con l’indicazione bibliografica di tutta l’ attività ligure dantesca, menti e attesta o n o re v o lm e n te com e, n o n m eno delle altre regioni, la Liguria h a co sta n te m e n te e d e v o tam e n te com m entato, studiato, esaltato il P o e t a che a ss o m m a ed esprim e la più alta virtù della stirpe, è esso stesso u n a v alorosa afferm azione e una nobile conferma di q u e s ta costante e fervida tradizione del culto di Dante in Liguria,

VITO VITALE

Ca r l o Bo r n a t e,

L'insurrezione di Genova nel M arzo

/ 5 2 / , e s tr. d a lla

Biblioteca d i Storia Italiana Recente della R . D eputazione sovra g li studi di storia patria per le an­

tiche Provincie e la Lombardia

, voi. xi, T o r i n o , B o c c a , 1923.

Nel p re se n te volum e il Bornate fa uso di un largo e pie- zioso materiale, s inora in esp lo rato ; anzitutto degli Atti dei « P r o ­ cessi del 1821 » depositati nel Museo del Risorgimento a Genova (Palazzo Bianco), poi di altri docum enti trasmessigli dagli Ar­

chivi di T o rin o e di M ilano; e ne trae nuovi elementi per una ric ostruz ione precisa e am pia dell’ insurrezione di Genova nel 1821, c o r r e g g e n d o e integrando acutamente le versioni prece­

denti. Egli divide il suo lavoro in cinque capitoli : La pre para­

zione, L’inizio d e i r insurrezione, Il 23 marzo, Le conseguenze della s o m m o ssa , L 'e p il o g o . A ggiunge u n ’ Appendice in cui si tro v a n o alcuni dei più im portanti docum enti su accennati.

Nel cap. 1. si esam inano, cou la scorta dei più autorevoli sto­

rici, dagli antichi ai più recenti, le cause rem ote e piossim e dell’ a n ta g o n is m o tra Genovesi e Piemontesi, cause politiche ed ec onom ic he, m a so p ra tu tto queste ultime, tanto gravi da g iu ­ stificare v eram en te le attive pratiche dei Genovesi per impedire

I unione della vecchia repubblica al Regno di S ard e g n a, q u a n d o ormai l’ annessione era progettata dai sovrani alleati nel 1814.

II B. ricorda opportunamente qui 1’ opera d iplom a tic a di A g o ­ stino Pareto, inviato dai Genovesi a Parigi per difendere la loro causa presso lord Castlereagh, m entre al congresso di V ienna veniva mandato il marchese Antonio Brignole - Sale. L’ o p p o s i ­ zione dei plenipotenziari inglesi ed austriaci ai desiderii espressi dal governo genovese era mossa dall’ intento di o p p o r r e un b a ­ luardo alle velleità imperialistiche di F rancia: ma il m otiv o r e ­ condito delPannessione era di soffocare in sul nascere u n c e n tro di propaganda rivoluzionaria, formatosi a G enova, per a ffe rm a ­ zione dello stesso Metternich.

Da notare è pure la proposta di una costituzione p e r la Li­

guria, che il Brignole presentò ai plenipotenziari di V ie n n a quand’ ebbe perduta ogni speranza di ottenere l’ in d ip e n d e n z a .

Tale progetto di costituzione naturalm ente fu d ic h ia ra to inaccettabile dal conte S. Marzano, m inistro del Re Vitt. Em. I, nonostante che il Brignole affermasse che il s o tto p o rre i G e n o ­ vesi allo stesso regime di governo degli altri sudditi del re di Sardegna si doveva considerare com e u n ’ingiustizia intollerabile.

A Genova furono concessi privilegi irrisori e l’avve nuta a n n e s ­ sione della Liguria al regno di Sardegna, ratificata il 12 D i­

cembre, destò grave malcontento fra i Genovesi che accolsero diffidenti il nuovo Governo, sebbene possa parere altrim enti dalle comunicazioni officiose della

Gazzetta di Genova

(v. pag. 7 nota) e dalle dimostrazioni di ossequio della Municipalità al Re di Sardegna. Il Re si mostrò affabile e largheggiò nel c o n c ed ere onorificienze : ma nulla fece per abbattere il m a lu m o re p ro f o n d o e ben giustificato della popolazione : anzi m antenne le b arriere doganali tra Liguria e Piemonte ed estese alla Liguria i vecchi metodi amministrativi piemontesi, contrari agl’ interessi c o m m e r ­ ciali dei Genovesi. Si spiega, in tal modo, come dagli animi esasperali fosse accolta e favorita la diffusione delle Società seg rete dei Carbonari, degli Adelfi, dei Federati, dei C oncistoriali. C h e la propaganda di tali società fosse in G enova attivissima, è d i ­ mostrato da testimonianze raccolte e vagliate dagli studi storici più recenti e confermate ora dalle ricerche del Boriiate sui nuovi documenti. Veramente singolare è, oltre al ra p p o rto del Dolce (informatore della Polizia Austriaca) intorno alla setta dei C o n ­ cistoriali o Filadelfi, un rapporto del Frizzi (già co n fid e n te del ______________RA S S E G N A B I B L I O G R A FICA______________/55

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156 E R N E S T A B E R T E L L I

g o v e rn o b rita n n ic o e poi deH’austriaco). Il Bornate lo trascrive in tera m e n te da u n a copia che si trova nel Museo del Risorgi­

m en to di G e n o v a (l’originale è nell’archivio di Stato a Milano).

Il Frizzi osserva che lo stato di G enova si trovava allora diviso in c in q u e partiti: Aristocratico, ossia quello dell’ antica R epubblica, D em ocratico, Bonapartista, Indipendente, Austriaco;

e s o p ra o g n u n o di questi partiti dà copiose ed interessanti n o ­ tizie g iu sta i vari ceti: nobili, negozianti, professionisti, im­

piegati, basso popolo, contadini. Nota poi che l’aspirazione c o m u n e a tutti è l’in d ip e n d e n z a ; ma n on m ancano quelli che la r i t e n g o n o im possibile e preferirebbero a qualunque altro il d o m in io dell’Austria. Esposte infine le varie ragioni che, se­

c o n d o lui, giustificavano tale preferenza, fomentata pure dall’odio assai vivo verso i P iem ontesi, per la cattiva organizzazione del lo ro g o v ern o , dà minuti ragguagli sulla deficiente am m inistra­

zione del p o tere giudiziario sì civile che criminale, sul pessimo fu n z io n a m e n to delle d o g an e , delle gabelle, sulla scarsa p re p ara­

zione della milizia e delle fortificazioni, fornendo un

Quadro caratteristico dei principali individui dello Stato ligure

, in cui p as sa in ra sse g n a i più notevoli personaggi di G enova in quel tem p o . Anche da q u es to interessante docum ento il Bornate at­

tin g e a b b o n d a n ti notizie in tutto il corso del suo lavoro, pre sen ­ t a n d o i principali attori dei fatti di G enova nel 1821. La p ro ­ p a g a n d a settaria in G e n o v a da parte di emissari di Sicilia e di L o m b ard ia , già p rova ta da vari studi storici, è conferm ata da un n u o v o d o c u m e n to tra tto dall’ Archivio di Milano. È di un a n o n i m o info rm ato re della polizia austriaca nel 1820 e 1’ A. ne ricava cenni preziosi p e r integrare e spiegare meglio i dati di altre fonti. Si viene a conoscere, fra le altre cose, che a Genova c o m p a r iv a n o sovente manifesti eccitanti alla sommossa e si diffon­

d e v a n o libelli forse provenienti da Torino. L’ informatore, inoltre, esp rim e 1’ o p in io n e , poi verificata dai fatti, che la guarnigione m ilitare potesse piegarsi a favore del popolo e sospetta prossima u n ’ in surre zione a T o rin o . Inglesi e Russi s’ adoperavano a tener viva in G e n o v a la fiam m a della ribellione, e a tal fine lavora­

vano an c h e i Francesi.

N o n è vero, e ben lo dim ostra il Bornate, che i Federati n o n e sten d e ssero la loro p ropa ganda a Genova, tem endo che la rivoluzione si volgesse qui contro la dinastia sabauda. Tale tim o re risulta infondato, com e riconobbe lo stesso Santarosa :

RA SSEGNA B I B L IO G R A F IC A 157

anzi la rivoluzione del. 21 fu il prim o atto che c o n trib u ì ad eli­

minare la diffidenza tra Genovesi e Piemontesi. La p r o p a g a n d a era diretta specialmente ai militari, tanto più che la g u a r n ig i o n e di Genova era composta non esclusivamente di liguri, m a a n c h e di soldati piemontesi. È confermata pure, con nuovi a r g o m e n t i, la corrispondenza attiva fra i liberali genovesi e i l o m b a r d i e la relazione tra i costituzionali napoletani e liguri.

Dalla

Gazzetta di Genova

si ricavano cenni sulle notizie strane ed inverosimili che si diffondevano in P ie m o n te e L iguria per eccitare gli animi in cui viveva il m alcontento c o n t r o l’A u ­ stria, specialmente nell’ esercito, per varie cause. Ma il p ia n o dei Federati, non ostante l’attiva propaganda, doveva fallire. Esisteva un piano com une? L’A. se lo d o m a n d a : ma non a b b i a m o n o ­ tizie sufficienti per affermarlo.

Nel 2. cap., ΓΑ. ci dà notizie interessanti, tratte dai nuovi documenti, sul contegno degli studenti dell’ U niversità g e n o v e s e all’ annuncio dei fatti avvenuti all’ Università di T o r in o (gemi.

1881). La polizia non riusciva a soffocare il ferm ento diffuso tra la scolaresca e solo l’autorità universitaria ottenne che gli s tu ­ denti si astenessero da dimostrazioni clamorose. Q u a n d o g iu n s e la notizia dell’insurrezione scoppiata ad Alessandria (9. 10 M arzo), i Genovesi stettero calmi, ma « la calma era p reludio di m u t a ­ menti più importanti ». Questo il giudizio espresso dal G o v e r ­ natore di Genova, il conte De Geneys nel suo

Rapport sur Les événements qui ont eu lieu à Gênes pendant les malheureuses cir­

constances de Mars et Avril dernier

(19 Maggio 1821), che si trova in un documento dell’Arch. di Stato di T o rin o ed è p u b ­ blicato dal Boriiate in Appendice, come una delle fonti p ri n c i ­ pali sui tumulti di quei giorni. Da tale rapporto, m e s so a ri­

scontro ed integrato con deposizioni di agenti di polizia, di testimoni d’incriminati nei «Processi del 21», e da n o tizie tratte dalla

Gazzetta di Genova

e da un m anoscritto di

Memorie

del notaio Balestreri (Bibl. Un. di Genova), il Boriiate ricava u n a viva, precisa narrazione dei fatti avvenuti in G enova in s eg u ito alla promulazione della Costituzione fatta dal R eggente e c o m u ­ nicata ai cittadini con un proclama del De Geneys. Il G o v e r n a ­ tore ringraziava i cittadini della tranquillità m an ten u ta nei g i o r n i in cui ferveva P insurrezione in Piem onte, m a nello stesso t e m p o prendeva prudenti misure per conservare il buo n o rd in e e ten ev a sorvegliate le truppe onde non si unissero al popolo n e ll’ostilità.

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Espressioni di ring ra ziam en to furono rivolte specialmente da p arte dei com m ercianti al De Geneys per la sollecitudine nel tutelare i loro interessi. Di particolare im portanza un indirizzo inviato dal C o nsiglio m unicipale di G enova il 19 marzo 1821 a S. A. R. il principe R e g g e n te ; d o cu m en to di coraggio e di sin ­ cerità politica, ove si p la u d e al nuovo sistema di governo più affine a quello dell’ antica Repubblica, e si dice che « i Genovesi a v r e b b e r o o b b e d ito , d ’ o ra in poi non solo per dovere, ma per n a tu ra le inclinazione ». Qui, n ota ΓΑ, è messo in luce il pun to su cui era possibile la conciliazioni fra le tradizioni repubbli­

cane della Liguria e la m o n arc h ia sabauda: l’ adozione di una fo r m a liberale di governo. Il popolo e i militari festeggiavano con banchetti e clam orose dim ostrazioni l’accordata costituzione, m a « eran o ignari e incapaci di valutare le riserve e le restri­

zioni del R eggente nella sua adesione alla Costituzione sp a ­ g n o la ». Intanto gli avvenim enti precipitavano. Carlo Felice col p ro c la m a di M odena sconfessava 1’ opera del Reggente. Mentre C a rlo Alberto, in attesa di nuove istruzioni, ritardava la p u b b li­

cazione del p roclam a, un a copia di esso veniva mandato diretta- m en te al G o v e rn a to re di G enova, con una lettera di Carlo F e ­ lice: p o c o d o p o g iu n g e v a pu re al De Geneys una lettera di C.

A lberto che gli co m u n ic a v a il suo proposito di ritirarsi a N o­

vara con le tr u p p e rim aste fedeli.

Il G o v e rn a to re c o m u n ic ò alle autorità il proclama di Carlo Felice e la lettera del Reggente, d o m a n d a n d o aiuto e consiglio p er p re p a ra re gli animi a rito rn are rassegnati all’ antico regime.

Ma alla p u b b licaz io n e del proclam a l’ ira popolare scoppiò re ­ pentina, m en tre gravi calunnie si spargevano contro lo stesso w D e G eneys..

La d im o stra z io n e degli studenti presso il palazzo del G o ­ v e rn a to re a Banchi se g n ò l’ inizio dell’ insurrezione (21 marzo).

Si disse che G . Mazzini, a p p e n a sedicenne, era tra i dimostranti, m a i nuovi d o c u m e n ti non ce ne forniscono al( una conferma.

Agli s tu d e n ti si unisce u n a folla di cittadini e di militari: il g o ­ v e r n a to re esce e si m o s tra per le vie della città, sperando in­

d u rr e gli animi alla calma: m a la folla continua a tum ultuare al g rid o : « V ogliam o la costituzione o la guardia nazionale» e «non v o g lia m o i T edeschi». Il governatore prom ette la guardia nazio­

nale, m a il m oto si estende in altri punti della città.

E ssendosi attaccato con le armi il ponte della Legna e il ponte

R A S S E G N A B I B L IO G R A F IC A 159

Reale, il presidio sparò due cannonate a salve e molti colpi di fucile: il marchese Claudio di Sommariva, c o m an d a n te dei D r a ­ goni, fu aggredito e ferito dai rivoltosi, ma poi, alla te sta del suo manipolo, disperse i dimostranti, i quali te n ta ro n o p u re , m a inutilmente, d’ impadronirsi delle armi eh’ erano nell’ arsenale. 11 contegno dei militari fu incerto in quel g i o r n o : alcuni s* e r a n o uniti ai dimostranti, ma i più si m antennero fedeli alla c o n s e g n a . Ora è comprovato dall’A., sulla scorta dei nuovi d o c u m e n ti, che, per assicurarsi che i soldati stessero fedeli al loro d overe e n on facessero causa comune coi costituzionali, si sparse la voce che la sollevazione, voluta dal partito aristocratico genovese, era d i­

retta contro il governo di Torino e mirava alla re sta u ra z io n e della Repubblica ligure indipendente. Tale voce poteva a c c re d i­

tarsi dal fatto che in Genova era tra i nobili un a forte te n d e n z a per la restaurazione della Repubblica; ma i C ostituzionali re a g i­

rono energicamente e riuscirono a dim ostrare assurda q u ella voce e a persuadere i militari che vi avevano già aderito.

Il governatore indugiava a m antenere le p ro m esse fatte ai dimostranti; e intanto, invece di ritirarsi nei forti e d o m i n a r e la città e imporre il suo valore con la forza, p re n d ev a b l a n d e misure con le quali s’ illuse d ’ assicurare l’ ordine. M a alla sera scoppiò il tumulto : il segnale, com e pare dalle testim o n ia n ze, non del tutto concordi, fu dato da un colpo di pistola, s p a r a to contro i soldati posti a difesa del Ponte Reale; se g u iro n o fuci­

late della truppa ai dimostranti; gli artiglieri di g u a rd ia al P o n te Reale spararono a loro volta due colpi di ca n n o n e a m itraglia.

Fra popolani e soldati vi fu qualche ferito, il R e g g im e n to M o n ­ ferrato pare abbia avuto sette morti e tre feriti. F u q u e s to il Reggimento più fedele al Re e più saldo sostenitore della re a ­ zione; ma i Costituzionali avevano fatto p r o p a g a n d a attivissim a tra le file dell’esercito. Dagli atti del Processo b a lz a n o in luce, in modo assai interessante, due figure di popolani, tra i più a t­

tivi organizzatori della sollevazione, P asq u ale Badino e G ia c o m o Pavese, e di altri che vi presero pu re parte notevole. Ma, b ene avverte 1Ά., Γ insurrezione di Genova m aneò di un vero C a p o che con l’autorità del nome e la fede nella b u o n a causa diri­

gesse il movimento: a questa deficienza oltre che alla scarsa o r g a ­ nizzazione nei varii centri (Torino, Alessandria, G enova) si deve attribuire Γ insuccesso. Tuttavia ΓΑ. p u ò dim ostrare che il B adino ed altri costituzionali di Genova avevano relazioni a b b a s ta n z a

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160 E R N E S T A B E R T E L L I

attive coi dirigenti del m oto di Alessandria ed è questo pure un notevole dato per valutare i moti di Genova del 1821.

Nel cap. Ili ΓΑ. fa, col sussidio delle nuove fonti, un a vi­

vace ed esa u rien te narraz io n e dei fatti avvenuti nella tu m u ltu o sa g i o r n a t a del 23 m arzo in Genova.

Avvalorandosi la voce che il G o v e rn ato re avesse segreta in­

tesa coi Tedeschi, g ra n folla di rivoltosi si raduna presso il suo palazzo a Banchi, e in breve s’ingrossa di un drappello armato di soldati e di ufficiali della Legione Reale Leggera.

I soldati del 2.0 r e g g im e n to artiglieria di marina, posti co’

c a n n o n i a g u a r d ia del palazzo, non fecero fuoco per solidarietà coi d im o stra n ti o perchè da essi sopraffatti. Il contegno di al­

cuni ufficiali sup erio ri in quella circostanza appare assai du b b io nelle deposizioni del processo (specie, del Magg. Cresia della L egione R. L.). Nel cap. IV sono considerate le conseguenze della so m m o ssa . Si e sp o n e am piam ente l’attività esplicata da P a­

sq u ale Badino, u n o dei caporioni degli insorti, che nella corri s p o n d e n z a con Γ Iliani d ’Alessandria l’ informava dell’entusiasm o degli studenti, dei soldati, dei cittadini per la Costituzione, ma l a m e n ta v a insiem e la lentezza con cui a T orino si procedeva verso la città insorta. Dagli Atti del processo l’A arguisce che il 24 m arz o g iu n s e ro a G e n o v a d u e commissari dell’Ansaldi : il M antovani ed il c o n te Pisani Dossi, allo scopo d ’ incitare i G e­

novesi ad u n ’ azione energica ed immediata. Fu mandato uno d e g l ’insorti, il cap. Zuccarini, ad Alessandria, latore d ’una lettera dei T ede schi alPAnsaldi. Intanto il generale, com andante in capo delle forze di te rra e di m are in Genova, ordinava la partenza p e r A lessandria di g ra n parte delle tru p p e della guarnigione (25 m arzo). Vi fu q u alche ritardo nella partenza del reggim ento d ’ar­

tiglieria per m an ca n za d ’accordo tra gli ufficiali, alcuni dei quali si m o s tra v a n o sald am e n te attaccati al vecchio regime. Mentre le notizie g i u n te d a T o r i n o con le parole incitatrici del Santarosa e con gli attesi provvedim enti riguardanti la città alimentavano l’ e n tu s ia s m o dei soldati, u n a pastorale dell’Arcivescovo di G e ­ nova esortava gli animi alla pace e la Com missione am m inistra­

tiva si a d o p e ra v a p e r l’o p era di riordinam ento e organizzava la g u a r d ia nazionale con decreto 25 marzo. È da notare, dice l’A.

che la C o m m iss io n e a p p o g g iò l’istanza dei forieri e dei sergenti della Legione Reale Leggera che tra i primi s’erano uniti ai di­

m o s tra n ti il 23 marzo, e chiedevano ora di essere nominati uf­

RIVISTA B I B L IO G R A F IC A 161

ficiali. Ciò dimostra che la Commissione o a pprovava il l o r o operato o cedette, come poi asserirono i suoi m em bri nel p r o ­ cesso, ai postulanti per riuscire a calmarli o add irittu ra ad al­

lontanarli. Altri provvedimenti della C om m issione e ra n o volti a ottenere il favore del popolo: la riduzione del prezzo del sale, la diminuzione del dazio sul grano e sul vino. Intanto u n d e c re to della Giunta Provvisoria di Torino stabiliva l’abolizione del C o r p o Decurionale di Genova (29 marzo) e la creazione in su a vece d ’un Consiglio municipale. I Sindaci della città di Genova p r o t e s t a r o n o contro quest’atto che parve inconsiderato e prem aturo. La G i u n t a Provvisoria di Torino aveva pure nom inato un capo po litico che

lontanarli. Altri provvedimenti della C om m issione e ra n o volti a ottenere il favore del popolo: la riduzione del prezzo del sale, la diminuzione del dazio sul grano e sul vino. Intanto u n d e c re to della Giunta Provvisoria di Torino stabiliva l’abolizione del C o r p o Decurionale di Genova (29 marzo) e la creazione in su a vece d ’un Consiglio municipale. I Sindaci della città di Genova p r o t e s t a r o n o contro quest’atto che parve inconsiderato e prem aturo. La G i u n t a Provvisoria di Torino aveva pure nom inato un capo po litico che