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3.1 Decreto PCM Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale

Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri “Adozione del Sistema di riferimento

geodetico nazionale” è del 10/11/2011 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 48 del

27/02/2012 - Supplemento ordinario n. 37.

Il Decreto è stato firmato congiuntamente dal Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione e dal Ministro dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare ed è stato predisposto da un comitato del CAD (“Codice dell'amministrazione digitale” di cui al decreto legislativo n. 82 del 07/03/2005), il “Comitato per le regole tecniche sui dati territoriali delle pubbliche amministrazioni”; comitato coordinato dal Ministero per l’innovazione ma di interesse anche la Ministero per l’ambiente competente per le attività geografiche ambientali e referente nell’ambito delle attività europee INSPIRE.

L’art. 2 del Decreto definisce il (nuovo) Sistema di riferimento geodetico nazionale come realizzazione in ETRF2000, all’epoca 2008.0, del Sistema geodetico Europeo ETRS89; è stato realizzato con la elaborazione di dati della Rete Dinamica Nazionale (art. 5), costituita da 99 stazioni permanenti GNSS, che ne materializzano il frame già descritto nel paragrafo 1.13.2. Negli articoli 3 e 4 si dice che i nuovi dati cartografici dovranno essere georeferenziati nel nuovo Sistema e che quelli pregressi dovranno essere pubblicati nel nuovo Sistema utilizzando dati e procedure gratuiti dell’Istituto Geografico Militare.

Poi il Decreto passa ad definire norme su argomenti specifici relativi al contesto tecnologico GNSS: per la pubblicazione dei dati a 30 secondi delle stazioni permanenti degli enti pubblici (art. 6); per i servizi di posizionamento in tempo reale (art.7); per la documentazione delle stazioni permanenti, delle loro reti e dei relativi servizi (art. 8).

Particolarmente importante è la norma sulla disponibilità dei dati a 30sec. perché, pur non essendo direttamente commerciali come quelli a 1sec., consentono di rielaborare i dati per il calcolo del posizionamento delle stazioni permanenti presenti in RDN.

Il Decreto è accompagnato da una relazione illustrativa, dall’elenco delle stazioni permanenti utilizzate nella realizzazione della “Rete Dinamica Nazionale” (all.to 1), da specifiche tecniche per le stazioni permanenti appartenenti alla “Rete Dinamica Nazionale” (all.to 2), da specifiche

di riferimento relative alla pubblicazione dei dati a 30 secondi delle stazioni permanenti (all.to 3), da specifiche tecniche per le stazioni permanenti per i servizi di posizionamento in tempo reale (all.to 4). Si tratta di specifiche tecniche in rapida evoluzione e nell’art.9 del Decreto si prevede una modalità per il loro aggiornamento.

Gli allegati sono stati predisposti dal Gruppo di lavoro 3 del Comitato, GL “Reti e stazioni GPS” al quale hanno collaborato tecnici delle Regioni, dei Comuni, dell’Istituto Geografico Militare, dell’Istituto Idrografico della Marina, di DigiPA (ex CNIPA), dell’Agenzia del Territorio, del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero delle Riforme e del Ministero dell’Ambiente. Nella relazione illustrativa troviamo la seguente descrizione di RDN:

… la Rete Dinamica Nazionale è composta da 99 stazioni permanenti omogeneamente distribuite sul territorio, con particolare riguardo alle zone marginali, con un’interdistanza media di 100 ÷150 km. Sono state incluse nel network 13 stazioni già appartenenti all’EUREF, indispensabili per l’allineamento dell’intero Sistema; fra queste la

(sola) stazione dell’IGM ufficialmente

riconosciuta dall’EUREF dal marzo 2007. Il calcolo delle posizioni delle stazioni RDN è stato effettuato presso il Centro di Calcolo del Servizio Geodetico IGM, utilizzando il software ”Bernese”, e ripetuto per controllo dalle Università di Bologna, di Padova e dal Politecnico di Milano. Durante il Simposio EUREF 2009 la RDN è stata approvata ed inserita ufficialmente nella rete europea ….

Figura 26 - Stazioni utilizzate dalla Rete Dinamica Nazionale

La complessità del Decreto deriva dal contesto tecnologico: la denominazione Rete Dinamica Nazionale (RDN) sottintende il fatto che i dati registrati dalle 99 stazioni permanenti consentono di calcolare la velocità di spostamento rispetto al sistema di riferimento internazionale e di verificare se il territorio circostante la stazione ha avuto spostamenti congruenti con quelli delle altre stazioni poste nella zolla europea. Per valutare ciò occorrono i dati delle stazioni a 30 secondi e procedere alla loro elaborazione in modo da realizzarne il “monitoraggio periodico” della posizione delle 99 stazioni ricomprese in RDN.

Attualmente le stazioni permanenti in Italia sono oltre 500 e molte di esse, come descritto nella precedente parte 1.2, servono per realizzare servizi di posizionamento. Quando il Decreto indica, all’art 3, che il (nuovo) Sistema di riferimento deve venire utilizzato per georeferenziare le stazioni permanenti e (“nonché”) per i risultati di nuovi rilievi, nuove realizzazioni cartografiche

e nuovi prodotti (“qualsiasi nuovo documento o dato da georeferenziare”) è perché sono diventati i servizi di posizionamento la fonte primaria per la georeferenziazione dei dati.

Per i dati pregressi, tra cui le carte tecniche e le mappe catastali, il Decreto indica, all’art 4, l’utilizzazione di dati e procedure (gratuite per le pubbliche amministrazioni) dell’Istituto Geografico Militare. Si tratta di dati messi a punto con un ricalcolo dei vertici di IGM95 nel nuovo Sistema. Ricalcolo ottenuto misurando con baseline GPS 45 stazioni di RDN, distribuite uniformemente sul territorio nazionale, con tre punti IGM95 ad esse limitrofi; attività che ha consentito di ottenere 135 punti IGM95 ricalcolati. Con questi dati sono poi state aggiornate le coordinate degli altri punti IGM95 e derivati grigliati per il passaggio da ETRF89 a ETRF2000. Il tutto è poi stato predisposto nella nuova versione dell’applicativo IGM “Verto”; applicativo che già in precedenza forniva le trasformazioni di coordinate da Sistemi Roma40, ED50 e ETRF89. utilizzando ulteriori grigliati derivati da punti noti nei diversi sistemi di riferimento. Quindi complessivamente il Decreto fornisce ai gestori dei servizi di posizionamento modalità per fornire agli utenti coordinate assolute ETRF2000; nell’ultima parte di questo capitolo commenterò come ciò possa fornire prospettive per la gestione e lo sviluppo di una nuova strutturazione dei dati cartografici.

3.2 Decreto PCM - Regole tecniche per la definizione