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2.1.1 Primo periodo realizzazione analogica delle Carte Tecniche Già da metà degli anni settanta ogni Regione legiferò sul tema della pianificazione territoriale e

sulla produzione delle carte tecniche regionali, note con l’acronimo CTR. Ad esempio la Regione Emilia-Romagna con la LR n. 24 del 1975 “Formazione di una cartografia regionale” si promossero la realizzazione della CTR, di foto aeree e di analisi territoriali di carattere fisico, geo-morfologico, faunistico e vegetazionale.

Nacquero i Servizi Cartografici regionali, che appaltarono i lavori di realizzazione delle CTR; ogni Regione insediò commissioni di esperti in ambito geodetico e fotogrammetrico prima per la redazione di capitolati tecnici e poi per la verifica dei lavori cartografici appaltati. Nel caso della Regione Emilia-Romagna gli esperti sono stati il gen. Romano Stucchi dell’IGM, il prof. Enrico Vitelli del Catasto, il prof. Mariano Cunietti del Politecnico di Milano, i prof. Giorgio Folloni e Eraldo Amadesi dell’Università di Bologna.

Vennero proposte due soluzioni: la soluzione CTR ad una sola scala, caratterizzata dalla scala 1:5.000; la soluzione CTR a due scale caratterizzata dalla scala 1:2.000 per le aree urbane e 1:10.000 per il restante territorio. La soluzione mono scala viene adottata dalle Regioni che agiscono per prime: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Veneto; le altre in genera adottano la seconda soluzione.

Occorre considerare che alla fine degli anni ottanta il contesto tecnologico nella produzione cartografica fotogrammetrica era ai primordi e relegato solo ad alcune attività specialistiche quali l’uso di distanziometri nelle attività di raffittimento della rete geodetica nazionale e l’uso di restitutori analitici nelle attività di triangolazione aerea.

Figura 12 - Copertina del capitolato CTR5k della Regione Emilia-Romagna

Per le attività di restituzione fotogrammetrica si utilizzavano strumenti analogici, il disegno finale era eseguito a mano e veniva archiviato riproducendolo in bromografo con il metodo della fotoincisione su materiale plastico stabile e resistente (Astralon e Astrafoil).

Nei capitolati CTR, per arrivare alla definizione delle coordinate dei punti fotografici (almeno quattro ai bordi e uno al centro) per l’orientamento assoluto dei modelli fotogrammetrici, era prevista una serie di attività preliminari: l’individuazione della rete geodetica nazionale (le cui monografie dovevano essere acquisite dalle ditte affidatarie), il raffittimento della rete geodetica e l’appoggio dei fotogrammi (a cura della ditta affidataria, la prima parte mediante rilevamento geodetico-topografico, la seconda in genere mediante triangolazione aerea).

La rete geodetica nazionale era allora costituita:

• dai vertici del I, Il e III ordine della rete geodetica dell'IGM; • dai vertici della rete geodetica lungo le coste dell'IIM;

• dai vertici della rete, sottorete e dettaglio del Catasto;

• dai CS delle altre linee di livellazione geometrica istituite dall'IGM o da altri Enti Pubblici purché collegate alla rete di livellazione nazionale.

In quel periodo, nell’ambito di convegni promossi dalla SIFET (Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia) si dibatteva sulla “coerenza” della rete geodetica nazionale sia perché con le prime misure distanziometriche era stato evidenziata una anomalia nella misurazione della base misurata di Piombino e una conseguente “deformazione” della rete trigonometrica, sia perché veniva ristudiata la rete del Catasto Italiano completata negli anni trenta ed evidenziato che in alcuni casi, dovendo rilevare la prima edizione delle mappe, il Catasto non aveva avuto disponibili le coordinate definitive dei vertici trigonometrici IGM e dovuto utilizzare quelle provvisorie.

Criticità allora nota solo episodicamente e così gestita nei capitolati CTR alla scala 1:5.000: 8.1 - La Ditta Appaltatrice è tenuta ad eseguire un confronto delle coordinate

dei vertici comuni a più reti ed evidenziare eventuali discordanze. Per i vertici nei quali le discordanze sono molto vistose (maggiori di ± 0,50 m in una delle due coordinate) si dovrà fare una ricerca d'archivio per dirimere le discordanze; in ogni caso le risultanze dovranno essere comunicate alla Direzione Lavori. È fatto inoltre obbligo di verificare l'omogeneità delle reti appartenenti ai diversi Enti con ricerche d'archivio e, ove sia necessario, con operazioni di misura, e di provvedere eventualmente ad eseguire i calcoli per riferire alla stessa origine, allo stesso orientamento, alla stessa superficie di riferimento ed allo stesso procedimento di rappresentazione.

da pag. 26 del Capitolato CTR 1:1.000 e 1:2.000 R. Emilia-Romagna del 1980

e gestita nei capitolati CTR 1:1.000-2.000 nel seguente modo:

1.4.6 - Le operazioni di calcolo delle coordinate planimetriche N, E dei vertici

della rete di raffittimento locale dovranno essere eseguite in due tempi. Dapprima dovrà eseguirsi il calcolo della rete in maniera intrinseca ed autonoma, assumendo una posizione, un orientamento ed una dimensione arbitrari; quindi l'intera rete, come corpo rigido, dovrà essere orientata, posizionata e dimensionata (rototraslazione conforme), adattandola in media senza deformarla sui vertici della rete nazionale.

È opportuno che entrambi questi calcoli vengano eseguiti seguendo procedimenti di compensazione rigorosa (metodo dei minimi quadrati). La variazione di scala della rete di raffittimento locale derivante dal dimensionamento sulla rete nazionale non deve superare lo 0,5‰; qualora superasse tale limite, le metodologie di calcolo dovranno essere concordate con la Direzione Lavori, sentita la Commissione di Collaudo.

Il contesto analogico influì anche nella definizione della accuratezza di posizione planimetrica di quanto rappresentato nelle carte tecniche: indicato in 0,4 mm alla scala di rappresentazione e corrispondente al cosiddetto “errore di graficismo”. Ancora oggi l’accuratezza planimetrica delle carte tecniche corrisponde a quella del periodo analogico: m 0,80 per la scala 1:2.000; m 2,00 per la scala 1:5.000; m 4,00 per la scala 1:10.000.

Questa prima fase di gestione analogica delle CTR è connaturata da un taglio cartografico (campo cartografico a perimetro aperto dei fogli) modulare con la cartografia nazionale IGM50: per cartografare l’area ricompresa in un foglio 1:50.000 occorrevano 16 fogli CTR 1:10.000 o 64 fogli CTR 1:5.000.

Figura 13 - Esempio di foglio CTR 1:5.000 della Regione Emilia-Romagna

Alla fine degli anni ottanta, nel 1979, viene realizzata a Firenze la prima Conferenza nazionale sulla cartografia e costituito l’organismo cartografico di coordinamento di Regioni e delle Province autonome di Bolzano e Trento, il Centro Interregionale di Coordinamento e Documentazione per le Informazioni Territoriali. Organismo confluito nel 2006 nel CISIS come parte competente per l’informazione geografica (Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici).

http://www.centrointerregionale-gis.it

Centro Interregionale per le Informazioni Territoriali

Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici

2.1.2 - Secondo periodo - digitalizzazione delle Carte Tecniche e