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6. I meccanismi della delega di scrittura

6.2 Delega ad artigiani

Gli scriventi delegati che nell'atto di sottoscrivere la dichiara- zione fiscale indicano la professione svolta sono 69.188 L'esame delle

portate rivela che la scrittura è praticata e usata quotidianamente in tutte le categorie che vanno dal piccolo bottegaio al fabbro; ma l'a- spetto più interessante, ai nostri fini, è la diversità di abilità grafi- che e linguistiche possedute da questi scriventi. Attraverso l'analisi grafica delle testimonianze scritte qui prese in considerazione si può dunque raccontare, seppur in maniera parziale, l'ambiente grafico- culturale in cui le donne vivevano e in cui esse potevano trovare persone di fiducia a cui commissionare la scrittura della dichiara- zione. 188 Appendice: nn. 9; 81; 99; 107; 148; 152; 210; 218; 283; 307; 311; 348; 356; 381; 384; 391; 413; 420; 435; 442; 457; 482; 495; 499; 529; 576; 616; 619; 629; 646; 699; 703; 734; 787; 804; 807; 826; 875; 903; 911; 933; 954; 975; 982; 986; 989; 992; 1011; 1015; 1063; 1081; 1095; 1098; 1101; 1118; 1174; 1214; 1245; 1276; 1329; 1354; 1399; 1453; 1471; 1479; 1544 e 1563. Fig. 7

Sappiamo che nella maggior parte dei casi esisteva tra la ve- dova e lo scrivente delegato un rapporto familiare189 o di vicinato. Il

primo caso su cui vorrei soffermarmi è quello di Monna Apollonia190,

la cui dichiarazione è scritta da Bartolomeo di Iacopo. Leggendo la portata apprendiamo che Bartolomeo è un vicino di Apollonia.191

Possiamo dunque immaginare che tra la dichiarante e lo scrivente esistesse un rapporto di conoscenza e di fiducia. La scrittura utiliz- zata da Bartolomeo è una cancelleresca di livello usuale dal traccia- to sufficientemente sicuro e sciolto, con un lieve andamento corsivo. Per quanto riguarda il sistema abbreviativo Bartolomeo utilizza solo il tratto che indica l'assenza della nasale, ma non in maniera siste- matica. Il tratteggio della r in due tempi. Il modello di riferimento per il disegno dei legamenti ch e gh pare quello della mercantesca, ma osservando meglio, si ha l'impressione che appoggi sul rigo il tratto dell'h terminando sotto il rigo di scrittura,192 senza l'elimina-

zione del tratto discendente dell'h tipico della mercantesca. È proba- bile il legamento ch tipico della mercantesca non facesse parte del bagaglio grafico iniziale di Bartolomeo ma che sia stato appreso più tardi, forse per imitazione, e poi tracciato senza la necessaria abili- tà.

Un altra testimonianza che vorrei analizzare è la portata di monna Antonia vedova di Giovanni Succhielli,193 la cui stesura è

189 I casi in cui è presente un legame familiare tra le dichiaranti e gli scriventi sono Appendice: nn. 218; 619; 933; 975; 989; 1245 e 1479.

190 Appendice: n. 148. Tavole: Fig. 20

191 «questi sono li confini [...] da secondo bartolomeo di iacopo tessitore di pannilini», Tavole: Fig. 20

192 Questa tendenza a tracciare il ch nel modo appena descritto si è riscontrata in altre mani che uti- lizzano una cancelleresca usuale ad esempio Tavole: Fig. 21 e 22

stata delegata a Domenico di Bonsi al lanaiolo.194 Domenico utilizza

una mercantesca con un livello di esecuzione professionale. La gra- fia di Domenico è fluida, con pochi stacchi di penna, utilizza la g ad alambicco sia all'inizio di parola sia in posizione centrale, il ch sem- plificato. Il testo sia scritto in prima persona (si rapporta per me, o' una casetta ecc.) non è presente nessuna alternanza tra prima e ter- za persona come in altre portate.

Passando oltre, un'altra portata che vorrei prender in esame è

quella di Monna Francesca vedova di Marco di Cambio da Popi,195

delegata al calzolaio Michele d'Andrea. La tipologia grafica utilizzata da Michele è una mercantesca usuale, con un ductus semi-corsivo. È presente la g a forma di alambico (signori, gherardo, pigione), le aste delle l sono diritte, la lettera a è tracciata con l'ultimo tratto al- lungato e in un solo tempo. La f e la s sono tracciate in un solo tem- po e legano sia a destra sia a sinistra. La r è tracciata in due tempi come preghiera, francesca. Inoltre lo scrivente fa un uso scarso delle abbreviazioni, in un sola occasione utilizza l'abbreviazione per la na- sale.

Dalla lettura della portata non è possibile ricostruire nessun legame di vicinato o parentela tra Monna Francesca e lo scrivente Michele. Nel testo non è nemmeno indicata la professione svolta dal marito di Francesca che poteva essere un'eventuale collegamento tra i due. Sappiamo però che Michele ha redatto la dichiarazione per conto di Francesca «perché dice che non sa scrivere». Questa infor- mazione è importante poiché consente di affermare con assoluta certezza che la vedova in questo caso delega la stesura della portata 194 Tavole: Fig. 19 «Io domenico di bonsi lanaiolo o' fatto questa scritta di mia propria mano chon

volonta della detta monna Antonia adi dodici di luglio 1427» 195 Appendice: n. 629. Tavole: Fig. 30

in quanto analfabeta. In generale, è probabile che la maggior parte delle vedove dichiaranti sono analfabete, ma in questo caso non sussiste il dubbio. Non è chiaro il motivo per cui alcuni scriventi di- chiarino apertamente che le vedove non sanno scrivere, forse alcuni scriventi hanno ritenuto opportuno motivare la delega di scrittura per giustificare l'inadempimento da parte di una o più vedove alla compilazione della portata.

A questo breve elenco di esempi di portate vorrei aggiungere

anche quella di monna Lulla vedova di Marco Marchi,196 la cui reda-

zione è stata delegata a Antonio di Piero tornaio. Il documento è scritto utilizzando una cancelleresca di stampo professionale. Sono presenti alcuni elementi della scrittura mercantesca, come ad esem- pio il ch semplificato (ad esempio nelle parole chatasto e domenicho). Lo scrivente rivela un'elevata padronanza grafica, come rivela il mo- dulo di scrittura piccolo e costante. Spostando l'attenzione sui con- tenuti della portata, apprendiamo che Lulla è inferma ed abita in casa del genero197 che è appunto la persona incaricata di scrivere la

dichiarazione fiscale: un'altra conferma del fatto che spesso la dele- ga di scrittura avveniva all'interno dell'ambito familiare.

Attraverso queste testimonianze ho voluto offrire una panora- mica delle dinamiche di scrittura presenti a Firenze. Alla luce dei casi analizzati, è possibile affermare con decisione che nella maggio- ranza dei casi la delega di scrittura era affidata a persone di fiducia, che potevano far parte dello stretto nucleo familiare, oppure avere vincoli di amicizia o di vicinato col delegante.

196 Appendice: n. 933. Tavole: Fig. 29.

6.3 Delega a religiosi

Tra gli scriventi delegati figurano 24 religiosi;198 per la preci-

sione abbiamo 12 frati,199 7 preti,200 un vescovo,201 una suora,202 un

abate203 e infine un pinzocchero.204

La prima portata su cui intendo soffermarmi è quella di Mon- na Antonia vedova di Piero delle Ceste205 scritta dal prete e nipote

ser Pieto di Nofri.206

Lo scrivente utilizza una cancelleresca con un livello di esecuzione professionale che presenta la c cedigliata in luogo della lettera z (ad esempio nelle parole dinanzi, Firenze prestanza), le aste delle l sono dritte e non chiuse ad a formare un occhiello; la g è dritta (gonfalo- ne, pigionato), la s è tracciata in un solo tempo, la r in forma tonda e lega sia a destra sia a sinistra (preghiera). Lo scrivente fa un uso li- mitato di segni abbreviativi, presenti solo per indicare l'assenza del- la nasale. Balza agli occhi la buona capacità grafica di Piero, che co- nosce i più comuni schemi contabili, come dimostrano il testo cen- trato nella pagina e mette in evidenza ogni paragrafo con l'introdu- zione di una riga bianca e l'iniziale maiuscola per la prima parola. 198 Appendice: nn. 114; 131; 143; 347; 387; 401; 433; 443; 452; 575; 857; 973; 1079; 1086; 1160; 1198; 1237; 1390; 1396; 1401; 1447; 1469; 1547 e 1571. 199 Appendice: nn. 114; 131; 143; 347; 857; 973; 1079; 1160; 1237; 1390; 1396 e 1469. 200 Appendice: nn. 401; 443; 575; 1086; 1198; 1547 e 1571. 201 Appendice: n. 387. 202 Appendice: n. 1401. 203 Appendice: n. 433. 204 Appendice: n. 452.

205 Appendice: n. 131. Tavole: Fig. 5.

206 Tavole: Fig. 5 «Questa scritta o' fatta io ser piero di nofri prete e nipote della detta mona anto- nia a sua preghiera sievi racomandata per l'amor di dio che e' povera persona»

Piero di Nofri scrive anche per Monna Bella vedova di Nofri di Ruggero legnaiolo.207 La presenza di un solo scrivente delegato per

due donne ha reso possibile un confronto tra i due documenti con lo scopo di portare alla luce il maggior numero di informazioni che po- tessero mettere in relazione le due dichiaranti. Scopriamo così dalla

lettura dei documenti che le due donne sono vicine di casa.208 Ap-

profondendo ancora la lettura della portata di Monna Bella appuria- mo che ha tre figli Federigo, Piero e Bartolomea.209 La figlia di Bella è

maritata con Antonio Dellalido210 ed entrambi sono citati anche nel-

la portata di Monna Antonia,211 dove Bartolomea è indicata come

sua nipote. Attraverso la lettura di questi due testi è possibile dun- 207 Appendice: n. 228. Tavole: Fig. 6. Di monna Bella vedova di Nofri di Ruggero si è conservata

anche l'aggiunta presentata nel 1429 scritta da Ser Piero di Nofri che è diventato rettore di San Lorenzo, ASFi, AC, Filza n. 63, c. 194.

208 Nella portata di Monna Antonia si può leggere: «co suoi confini a primo via a ii° monna bella vedova...» Tavole: Fig. 5; in quella di Monna Bella: «a iii° monna antonia donna fu di piero del- le ceste...», Tavole: Fig. 6.

209 «la detta monna bella d'anni cinquanta a un figliuolo in londra che a' nome federigo [...] uno fi- gliuolo che a' nome ser piero prete [...] e una figliuola maritata al presente ad antonio dellalido [...] et a nome bartolomea» Tavole: Fig. 6

210 «a' obbligato la detta casa per cento fiorini la detta monna bella [...] ad antonio dellalido marito della detta bartolomea...» Tavole: Fig. 6

211 «la detta casa e obligata a fiorini dieci per parte di dota della bartolomea sua nipote ad antonio dellalido marito della detta bartolomea» Tavole: Fig. 5.

que ipotizzare l'esistenza di un legame familiare tra le due vedove. L'ipotesi della presenza di un rapporto di parentela si consolida quando nella portata di Monna Bella leggiamo che Piero è un prete e con ogni probabilità è la stessa persona che scrive per conto di Mon- na Antonia definendosi "prete e nipote".212

Tra le dichiarazioni delegate a religiosi risalta per la sua sin- golarità quella scritta da suor Mea figlia di ser Gherardo Buondel-

monti per conto della madre Simona.213 Nel documento sono elenca-

ti alcuni beni in comune tra le due donne, per la precisione 200 fio- rini al Monte Comune.214 La portata è vergata una scrittura notarile,

oserei dire, che traspare una certa sicurezza nel tracciare le lettere da parte di Mea, rispetto alle testimonianze autografe presenti nella fonte fiscale.

Una capacità, quella di scrivere, acquisita da probabilmente all'interno del monastero ed coltivata con un esercizio quotidiano.215

Il testo è carente di informazioni utili a ricostruire l'ambiente in cui viveva Simona; non è presente alcun riferimento al possedimento di

beni o masserizie, sappiamo solo che è figlia di Simone de Bardi.216

L'argomento centrale del documento sono i 200 fiorini che le due donne hanno in comune e come verranno destinati, qualora una delle due morisse. Nella sottoscrizione di Mea, nella parte conclusiva 212 Tavole: Fig. 5

213 Appendice: n. 1401. Tavole: Fig. 7.

214 «In su libri del monte comune di firenze iscriti in nome suo e della sua figliola mea [...] fiorini duecento». Tavole: Fig. 7.

215 Sulle capacità grafiche delle religiose si veda L. MIGLIO, Lettere dal monastero.Scrittura e cultu- ra scritta nei conventi femminili toscani del '400, in Libro, scrittura e documento della civiltà monastica e conventuale nel basso medioevo, a cura di G. Avaracci, R.M. Borraccini, Spoleto 1999, p. 133-163

216 «Monna Simona figliuola di Simone de Bardi» Tavole: Fig. 7. Le parole 'figliuola di Simone de Bardi' sono state aggiunte da un altra mano.

della portata, in cui si indica come autrice del testo apprendiamo che Simona non sa scrivere.217

Un'altra vedova che delega la stesura della portata ad un reli-

gioso è monna Antonia vedova di Tommaso:218 il delegato questa vol-

ta è frate Viliano priore del Carmine. Viliano impiega una cancellere- sca con un livello di esecuzione grafice usuale. La scrittura è priva di legamenti, ad eccezione del legamento st, e poco abbreviata. La g è tracciata nella forma dritta e aperta, e la z espressa attraverso la c cedigliata. Antonia abita in affitto in una casa dei frati del Carmine e chi scrive in sua vece è proprio un frate del Carmine; anche in que- sto caso è evidente che le relazioni sociali siano state determinanti nella scelta dello scrivente delegato.

6.4 Delega ad altri

Tra gli scriventi delegati, ci sono ben 332 scriventi che non in- dicano la professione svolta, né il loro status, né il loro eventuale grado di parentela con le dichiaranti.219 È stato fatto un tentativo di

rintracciare lo scrivente all'interno dell'Indice dei nomi, con l'obbiet- tivo di recuperare quante più informazioni su chi scrivere per conto delle vedove, ma non sempre è stato possibile individuare lo scriven- te nella fonte, poiché frequentemente il delegato figurava all'interno di un nucleo familiare e non come capofamiglia. Nonostante la fonte ci imponga questo limite nell'approfondire i dati biografici che ri- guardano le vedove e i delegati. Spesso la lettura della dichiarazione 217 «e decta scricta io predecta suora mea di messer gerardo buondelmonti o' facta a preghiera della

sopra decta monna simona mia madre perche ella non sa scrivere.» Tavole: Fig. 7. 218 Appendice: n. 143. Tavole : Fig. 28

aiuta a ricostruire la natura del rapporto che c'è tra le due figure coinvolte nella compilazione del documento. È il caso di Monna Bar- tola vedova di Donato,220 la cui portata è Maso di Piero. Dalla lettura

della portata si apprende che Maso è un suo vicino.221 Maso di Piero

impiega una cancelleresca usuale, ha un'evidente difficoltà a mante- nere allineata la scrittura sul rigo, ignora completamente il sistema abbreviativo, commette errori ortografici: è uno scrivente che si può inserire nella categoria degli affini-popolari e la sua scrittura offre un esempio del livello grafico-culturale di molti scriventi semi-alfa- beti.

Un'altra testimonianza su cui mi vorrei soffermare è quella di Monna Gilia vedova di Lorenzo.222 La portata è scritta da Bartolo di

Lorenzo, che utilizza una mercantesca con un livello d'esecuzione professionale. Dalla lettura della portata sappiamo che Gilia ha una 219 Appendice: nn. 3; 4; 8; 10; 12; 13; 17; 19; 22; 27; 29; 35; 38; 40; 41; 42; 46; 50; 64; 65; 66; 67; 79; 82; 83; 85; 94; 101; 106; 108; 124; 127; 128; 144; 149; 154; 167; 171; 174; 183; 190; 193; 196; 198; 199; 200; 211; 213; 215; 223; 224; 233; 235; 238; 247; 249; 262; 268; 269; 271; 274; 276; 279; 294; 298; 299; 301; 303; 310; 314; 317; 319; 322; 324; 329; 330; 331; 334; 343; 344; 349; 352; 354; 361; 364; 366; 367; 370; 372; 379; 396; 397; 398; 411; 414; 417; 418; 425; 441; 454; 456; 473; 480; 500; 503; 506; 507; 508; 530; 531; 532; 534; 536; 539; 543; 544; 549; 557; 566; 567; 582; 590; 593; 597; 598; 601; 604; 607; 609; 610; 614; 615; 617; 627; 633; 639; 649; 656; 659; 662; 669; 674; 675; 676; 685; 689; 690; 693; 695; 709; 720; 723; 736; 739; 747; 748; 755; 756; 778; 783; 784; 786; 794; 810; 818; 821; 827; 828; 830; 836; 848; 853; 856; 864; 870; 873; 884; 890; 919; 936; 938; 946; 948; 949; 957; 968; 972; 976; 978; 990; 991; 1001; 1002; 1004; 1010; 1012; 1014; 1016; 1019; 1022; 1028; 1030; 1038; 1045; 1047; 1050; 1055; 1061; 1070; 1075; 1078; 1080; 1082; 1088; 1090; 1097; 1099; 1102; 1109; 1115; 1116; 1117; 1120; 1122; 1124; 1129; 1130; 1134; 1141; 1145; 1157; 1162; 1164; 1182; 1184; 1189; 1190; 1193; 1195; 1199; 1204; 1216; 1217; 1224; 1236; 1238; 1240; 1251; 1259; 1264; 1270; 1273; 1274; 1275; 1282; 1283; 1286; 1289; 1290; 1293; 1296; 1297; 1299; 1300; 1301; 1310; 1312; 1317; 1333; 1339; 1340; 1341; 1343; 1351; 1358; 1360; 1363; 1367; 1368; 1373; 1380; 1384; 1403; 1405; 1417; 1418; 1425; 1428; 1429; 1445; 1451; 1454; 1456; 1466; 1468; 1475; 1478; 1489; 1490; 1502; 1504; 1505; 1507; 1509; 1513; 1517; 1518; 1523; 1524; 1527; 1531; 1541; 1549; 1555; 1557; 1559; 1562; 1569 e 1572.

220 Appendice: n. 171. Tavole: Fig. 7

221 «una chasetta posta nella via di san donato popolo di san friano [...] da quarto maso di piero» 222 Appendice: n. 676. Tavole: Fig. 25

piccola bottega di spezie223 ma non sa scrivere.224 Nel testo non vi è

alcun riferimento a possibili soci che lavorano con lei. Inoltre non è chiaro se quest'attività sia stata ereditata dal marito oppure sia sta- ta avviata direttamente da monna Gilia. Rimane il fatto che la don- na gestisce un'attività che le consente di provvedere al suo sostenta- mento. È lecito chiedersi se monna Gilia possedeva un libretto di conti in cui faceva registrare le spese per gestire la sua attività.

Queste testimonianze che spesso emergono da un'attenta analisi della portata, fanno luce sul ruolo che spesso le donne fio- rentine ricoprivano nella società. L'unica possibilità che queste don- ne avevano di emergere dall'oscurità in cui erano relegate era quan- do gestivano i loro affari in maniera autonoma, o quando vivevano da sole sia per scelta sia perché abbandonate dal marito.225

6.5 Delega semplice

Nel gruppo della delega semplice sono presenti 684 dichiara- zioni fiscali.226 La caratteristica principale e comune a tutte queste

portate è l'assenza dello sottoscrizione dello scrivente delegato. In questi casi il riconoscimento del meccanismo della delega di scrittu- ra è stato stabilito sulla base delle informazioni contenute nel docu- mento fiscale. I parametri presi in considerazione per determinare la 223 «nella detta casa fa una botteghetta di spezie e di altre case appartenenti all'arte degli speziali» 224 «io Bartolo di Lorenzo o' scritta questa iscritta per monna Gilia per chagione ch'ella non sa

iscrivere»

225 I. CHABOT, La reconnaissance du travail des femmes dans la Florence du bas Moyen Age: contexte idéologique et réalite, in La donna nell'economia, secc. XIII-XVIII. Atti della Ventunesima Settimana di Studi. Prato, 10-15 aprile 1989, Firenze 1990, Istituto Internazionale di Storia Economica «F. Datini», Prato, p. 562-576.

delega sono le abilità grafico-linguistiche dello scrivente, l'età dichia- rata dalle vedove nel documento. Sul piano della forma, la presenza di formule iniziali quali «questi sono i beni di ...» o «qui a presso sarà scritto lo stato di ...» consentono di evidenziare una delega di scrittu- ra. Va detto che queste forme esplicite di delega si aggiungono an- che portate scritte in prima persona ma che dopo un'attenta analisi risultano essere state delegate. Uno strumento fondamentale per ri- conoscere la delega è rappresentato dall'analisi grafica: solo per fare un esempio, tramite un accorato esame paleografico ho individuato 226 Appendice: nn. 2; 5; 6; 7; 11; 14; 15; 16; 20; 23; 24; 26; 28; 32; 33; 36; 45; 48; 49; 52; 53; 56; 58; 59; 60; 61; 63; 69; 70; 72; 73; 77; 80; 92; 93; 95; 96; 97; 100; 104; 105; 109; 111; 112; 115; 116; 117; 120; 121; 130; 133; 135; 137; 138; 140; 141; 142; 145; 146; 147; 150; 155; 156; 157; 159; 160; 162; 166; 172; 173; 175; 176; 178; 179; 184; 186; 187; 188; 192; 194; 195; 197; 201; 202; 203; 204; 205; 208; 209; 212; 225; 230; 234; 236; 240; 241; 242; 248; 251; 252; 254; 256; 257; 259; 260; 261; 263; 266; 267; 270; 272; 275; 277; 278; 282; 286; 287; 288; 290; 291; 296; 297; 302; 308; 309; 312; 313; 315; 316; 321; 323; 325; 328; 333; 335; 336; 337; 342; 345; 348; 350; 351; 355; 357; 358; 359; 360; 362; 363; 368; 369; 371; 374; 376; 378: 382; 383; 385; 386; 388; 390; 392; 395; 399; 400; 402; 404; 406; 407; 408; 412; 415; 416; 421; 423; 424; 426; 427; 428; 430; 434; 436; 439; 446; 447; 448; 450; 451; 453; 455; 458; 459; 460; 462; 463; 464; 465; 439; 446; 447; 448; 450; 451; 453; 455; 458; 459; 460; 462; 463; 464; 465; 466; 470; 479; 481; 483; 484; 485; 489; 491; 492; 493; 494; 498; 501; 502; 509; 510; 512; 513; 514; 515; 518; 519; 520; 521; 525; 535; 537; 538; 540; 542; 545; 547; 548; 550; 551; 552; 555; 556; 558; 559; 560; 561; 562; 563; 564; 565; 568; 569; 570; 571; 573; 574; 577; 578; 580; 583; 588; 592; 596; 599; 600; 603; 605; 606; 608; 612; 620; 622; 623; 625; 630; 631; 632; 635; 637; 638; 640; 642; 643; 645; 648; 650; 651; 655; 660; 661; 663; 664; 665; 666; 667; 681; 682; 684; 687; 691; 692; 694; 700; 701; 702; 704; 705; 706; 707; 710; 711; 712; 713; 714; 715; 716; 717; 718; 721; 724; 725; 727; 728; 729; 730; 732; 733; 735; 738; 740; 741; 743; 744; 745; 746; 749; 750; 751; 752; 759; 761; 762; 763; 764; 765; 766; 774; 775; 779; 782; 785; 788; 789; 790; 795; 796; 798; 801; 805; 806; 808; 809; 811; 816; 817; 825; 829; 831; 834; 835; 837; 838; 839; 843; 845; 846; 847; 850; 851; 854; 858; 859; 860; 861; 862; 863; 866; 867; 868; 869; 874; 877; 878; 879; 880; 882; 887; 888; 889; 891; 894; 895; 896; 897; 901; 902; 904; 905; 906; 907; 908; 909; 910; 912; 913; 914; 915; 916; 918; 921; 922; 923; 924; 926; 927; 929; 931; 939; 940; 944; 950; 953; 955; 956; 958; 959; 960; 961; 963; 964; 965; 966; 967; 969; 970; 971; 979; 981; 983; 984; 985; 987; 993; 994; 995; 996; 999; 1000; 1005; 1006; 1007; 1009; 1013; 1017; 1018; 1023; 1027; 1029; 1034; 1036; 1039; 1040; 1042; 1043; 1044; 1046; 1048; 1052; 1053; 1054; 1058; 1059; 1060; 1062; 1064; 1068; 1069; 1084; 1093; 1094; 1100; 1103; 1104; 1105; 1106; 1107; 1111; 1114; 1123; 1126; 1128; 1131; 1137; 1140; 1143; 1146; 1147; 1148; 1149; 1150; 1151; 1154; 1155; 1158; 1159; 1165; 1166; 1167; 1170; 1171; 1172; 1173; 1175; 1177; 1179; 1180; 1181; 1183; 1185; 1187; 1192; 1194; 1196; 1197; 1200; 1205; 1206; 1209; 1211; 1215; 1219; 1226; 1234; 1235; 1239; 1241; 1243; 1246; 1248; 1249; 1254; 1255; 1260; 1263; 1265; 1267; 1268; 1269; 1271; 1277; 1279; 1280; 1281; 1284; 1285; 1287; 1288; 1291; 1292; 1294: 1302; 1303; 1305; 1306; 1308; 1309; 1311; 1314; 1318; 1319; 1320; 1322; 1323; 1324; 1325; 1326; 1327; 1328; 1331; 1332; 1336; 1337; 1338; 1345; 1348; 1349; 1352; 1353; 1355; 1356; 1357; 1361; 1362; 1365; 1366; 1369; 1370; 1371; 1372; 1375; 1376; 1377; 1378; 1383; 1385; 1392; 1394; 1397; 1398; 1402; 1408; 1413; 1414; 1415; 1416; 1422; 1423; 1424; 1426; 1427; 1433; 1440; 1441; 1444; 1448; 1449; 1450; 1455; 1463; 1465; 1470; 1472; 1474; 1480; 1491; 1492; 1493; 1495; 1497; 1510; 1511; 1512; 1519; 1525; 1526; 1528; 1529; 1530; 1532; 1534; 1535; 1536; 1537; 1538; 1539; 1540; 1542; 1543; 1545; 1546; 1550; 1551; 1552; 1553; 1554; 1556; 1558; 1560; 1565; 1566; 1567; 1568 e 1573.

uno scrivente che ha prestato i suoi servigi di scriba a più di una di- chiarante nel popolo di San Niccolo, per convenzione sarà chiamato scrivente alfa.

Lo scrivente alfa scrive per conto di 5 vedove227 e 2 uomini.228 La ti-

pologia grafica utilizzata è una cancelleresca, il livello di esecuzione grafica è professionale, il ductus è posato, utilizza la c cedigliata per la z (ad es. le parole pezzuoli, pezzo), la r è tracciata in un solo trat- to, la l è tracciata sia chiusa sia dritta. Sulla base dell'analisi con- dotta sulla scrittura dello scrivente alfa, si può ipotizzare che la sua formazione sia avvenuta in un primo tempo presso qualche scuola di grammatica e continuata nell'ambiente notarile. Come ho già det- to, lo scrivente alfa scrive per più famiglie: all'interno del popolo di

San Niccolo sono sette i capofamiglia che si rivolgono a lui. Questo

dato fa riflettere sul riconoscimento sociale di cui poteva godere che è probabilmente legato alla professione svolta. Nel gruppo delle dele- ghe semplici sono presenti molti scriventi che possiedono una for- mazione professionale di alto livello come lo scrivente alfa. Un altro esempio di delega rivolta a professionisti è quella di Monna Iacopa vedova di Piero.229 Lo scrivente utilizza una cancelleresca, il livello di

esecuzione è professionale, il ductus è semi-corsivo. Sono presenti pochi legamenti tra le lettere, il ch è tracciato semplificato, è usata la c cedigliata per la lettera z (ad esempio sustanzia), la s è tracciata in un solo tempo. L'ultimo tratto delle lettere a ed e è tracciato al- lungato. Lo scrivente utilizza tre modelli di g la prima dritta ed aper- ta (ad esempio ogni, pigione); la seconda g ha l'occhiello chiuso e

227 ASFi, AC, Filza n.15, c. 485 - Filza n. 16, c. 132; c. 245; c. 391; c. 399. Tavole: Fig. 1 228 ASFi, AC, Filza n. 15, c. 468; c.613.

lega a destra (ad esempio giorgio) infine quando è in posizione inizia- le di parola è tracciata a forma di 'alambicco'.

Come ho già avuto modo di illustrare, pero, le vedove non si sono rivolte solo a dei professionisti della scrittura: è possibile, in- fatti, rincontrare la presenza di delegati con capacità grafiche infe- riori rispetto a quelle prese in esame fino ad adesso.

Un primo esempio che vorrei analizzare è la dichiarazione fi-

scale di Monna Bartolomea vedova di Filippo Guidi.230 Dalla lettura

della portata sappiamo l'età di Monna Bartolomea: 84 anni. L'età avanzata fa escludere la possibilità di considerare autografa questa dichiarazione. Con tutta probabilità, lo scrivente, che non si qualifi- ca, appartiene allo stesso ambiente sociale della donna. La tipologia grafica da lui utilizzata per scrivere il documento è una cancellere- sca di livello di usuale, quasi priva di legamenti ad eccezione del le- gamento st (ad es. le parole posti, presta). Il ch e il gh sono tracciati secondo il modello mercantesco. La lettera i in posizione iniziale o fi- nale è tracciata sotto il rigo di scrittura. L'analisi grafica induce a credere che lo scrivente, molto abile nel tracciato delle lettere, faces- se un uso intenso dello strumento grafico. Si può credere che egli non conoscesse i più comuni schemi contabili, poiché, nell'allesti- mento della dichiarazione, divide in due parti il testo: nella prima indica il nome della vedova l'età e il luogo in cui abita; a seguire si trova l'elenco dei beni posseduti, senza l'utilizzo di alcun accorgi- mento grafico - ad esempio la prima lettera del paragrafo scritta ma- iuscola e all'esterno dello specchio di scrittura - per individuarli sin- golarmente.

Un'altra dichiarante che con ogni probabilità si è rivolta ad uno scrivente che può rientrare nella definizione di affino-popolare è 230 Appendice: 1 n. 195. Tavole: Fig. 10.

monna Caterina vedova di Giovanni.231 A seguito di un'attenta anali-

si delle portate contente nella filza è emerso che il documento fiscale è stato scritto da Antonio di Piero,232 che impiega una cancelleresca

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