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DELTA DEL PO, ACQUA COME PATRIMONIO

La Collaborazione ventennale tra CNR/UNIBO e Accademia delle Scienze Cinese ha permesso, negli ultimi anni, di conoscere più da vicino l’area cinese del Delta del Fiume Giallo, portando ad un confronto con un mondo che vive oggi uno straordinario momento di sviluppo economico e di trasformazione territoriale che interessa spazi sterminati. Una realtà dove, tuttavia, emergono con forza i problemi che tutte le società che sono cresciute e crescono “usando” con metodi intensivi le risorse naturali, prima fra tutte l’acqua, hanno dovuto affrontare.

Il peso sempre più rilevante che i cambiamenti climatici rivestono nelle dinamiche ambientali, ma anche sociali ed economiche, del mondo contemporaneo, porta alla necessità di pensare ed elaborare nuove politiche per lo sviluppo e per la gestione delle risorse naturali ed ambientali basate su uno sviluppo sostenibile che parta dalla valorizzazione e dalla tutela dell’ambiente, dalla valorizzazione economica e sociale della realtà territoriale coinvolta e in grado di promuovere attività dinamiche di “autogenerazione” delle risorse.

Tali politiche di sviluppo implicano necessariamente una condivisione degli obiettivi e dei principi posti alla base dello sviluppo.

Le collaborazioni e i momenti di incontro tra Italia e Cina, in questi termini, rappresentano l’occasione per un confronto costruttivo e per una reciproca crescita, sia in campo accademico che operativo, per la gestione e lo sviluppo di tematiche comuni, relativamente alle risorse naturali ed ambientali.

L’argomento principale della presente dissertazione è l’ACQUA, acqua intesa come habitat costieri con le residue “zone umide”, acqua in termini di pesca, acquacoltura, turismo e acqua in relazione ai cambiamenti climatici a cui è doveroso adattarsi, senza rinunciare a riorientare le politiche di sviluppo per ridurre la produzione di CO2 , “gas alterante” il clima.

Il Libro Bianco dell’U.E. sull’adattamento ai mutamenti climatici (1) defi nisce un quadro fi nalizzato a rendere l’Unione Europea meno vulnerabile di fronte agli impatti dei cambiamenti stessi.

Esso si basa su quattro pilastri:

- costituire una solida base di conoscenze sull’impatto e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici;

- integrare l’aspetto dell’adattamento nelle principali politiche dell’UE;

- utilizzare una combinazione di strumenti politico-strategici (tra cui strumenti di mercato e linee guida) per garantire il conseguimento effi cace degli obiettivi;

- accelerare la cooperazione internazionale.

Aumentare la resilienza dell’UE ai cambiamenti climatici signifi ca anche investire in un’economia a basse emissioni di carbonio, che promuova l’effi cienza energetica e la diffusione di prodotti ecologici.

L’adattamento è fondamentalmente locale, dato che gli impatti dei cambiamenti climatici variano da regione a regione, ma è altresì una sfi da di ampia portata, in quanto la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici è condivisa dalla maggior parte dei processi naturali e delle attività umane.

La Direzione Generale “Azione per il clima” sta lavorando con altri servizi della Commissione Europea per individuare le misure qualitative concrete da mettere in atto, lavoro che porterà nel 2013 ad una strategia di adattamento climatico. Uno dei temi centrali è la politica in materia di acque, e si sta provvedendo ad introdurre nel piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee elementi relativi alle esigenze di adattamento.

In questo senso, ed in coerenza con quanto previsto dalle linee politiche strategiche in corso di elaborazione a livello europeo, l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità - Delta del Po, si è impegnato concretamente, nel corso degli ultimi anni, proponendo, attivando e partecipando a diversi progetti di livello europeo con lo scopo principale di approfondire, analizzare ed intervenire sul territorio defi nendo nuove politiche strategiche di intervento, elaborando progetti di riqualifi cazione e valorizzazione e perseguendo obbiettivi di sviluppo sostenibile prestando particolare attenzione alle nuove esigenze naturali, ambientali, paesaggistiche e climatiche.

Diversi progetti hanno impegnato il Parco sui temi dell’acqua, tra questi, quelli in corso sono tre:

1) “L’acqua come patrimonio – Esperienze e savoir faire nella riqualifi cazione delle città

d’acqua e dei paesaggi fl uviali” (Programma U.E. “Cultura 2000”);

2) LIFE09/NAT/IT/110 “Conservation of habitats and species in the Natura 2000 sites in the Po

Delta” (Programma U.E. “LIFE”);

3) LIFE10NATIT000256 – MC SALT “Environmental Management and Conservation in

Mediterranean salt works and coastal lagoons” (Programma U.E. “LIFE”).

Questi Progetti considerano aree strategiche le zone umide costiere del Delta del Po veneto ed emiliano ed in particolare il patrimonio vallivo di Comacchio, condividendo e adottando alcuni tra i principali progetti strategici previsti nella Relazione elaborata per l’adozione del Piano Territoriale

della Stazione Centro Storico dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po (I progetti strategici sono di seguito schematizzati per i diversi sistemi individuati dal Piano).

Sistema di connessione tra Comacchio e la fascia costiera (Parco urbano)

Sistema delle acque interne Bosco Eliceo e sistema dunale

antico

Bosco Eliceo e sistema dunale antico

Centro Storico Valle Isola

Fonte: Relazione P1 – Piano di Stazione Centro Storico di Comacchio (adozione 20/12/2012) Il primo Progetto “Acqua come patrimonio” (Responsabile Scientifi co Prof. Arch. Farinella di CITER/UNIFE) ha come obiettivo portante la riscoperta dell’importanza dei fi umi e dei paesaggi d’acqua in genere, all’interno delle strategie di rilancio economico, nonché di riqualifi cazione e valorizzazione, sia urbana che paesaggistica, del territorio costiero. Tale intento ha origine dalla considerazione dell’estrema ricchezza antropologica che tali ambiti, da sempre, hanno rivestito per la storia della civilizzazione umana, divenendo, quasi ovunque, elementi strutturanti i territori, nonché condizioni fondanti di molti degli assetti economici e sociali, delle popolazioni insediate.

Il territorio di Comacchio rappresenta un nodo importante della rete ecologica regionale e europea, con funzioni sia di “core-areas” ma anche di potenziamento degli spazi ad elevata naturalità. Le mappe mostrano i lembi di maggior interesse conservazionistico suddivisi in 5 macroclassi defi nite come da legenda.

(Fonte: Piano Territoriale della Stazione “Comacchio - Centro Storico” del Parco Regionale del Delta del Po - Rapporto ambientale preliminare)

L’ambito scelto per “ragionare di futuro” nei territori costieri è locale, collocato entro il territorio comunale di Comacchio, un caso studio di estremo interesse, essendo un paesaggio da sempre conformato, trasformato dai sistemi di controllo, regimentazione e sfruttamento delle acque (vedi fi g. 2).

Fig 2 – Sintesi dei processi di riduzione delle zone umide del delta del Po attorno a Comacchio (Estratto dal progetto “Acqua come Patrimonio”)

Solamente a partire dal secondo dopoguerra tale stretta simbiosi fra antropizzazione e sistema delle acque è andata progressivamente riducendosi, con effetti negativi sugli attuali assetti territoriali. Il passato ha però lasciato numerose testimonianze, alcune divenute, oggigiorno, patrimonio storico e museale, altre tuttora “in uso”, che consentono, se adeguatamente valorizzate, di ripercorrere la genesi e le modifi cazioni di tale territorio.

La ricchezza antropologica dell’area costituisce una potenzialità di primissima importanza in quanto l’acqua, e i valori ambientali, paesaggistici e culturali di cui si fa portavoce, costituiscono:

• Elemento strutturante per il territorio;

• Condizione fondante per economia e società locale.

Gli obbiettivi del Progetto mirano a proporre un cambio sostanziale di direzione in materia di scelte pianifi catorie, riscoprendo l’importanza dei fi umi e dei percorsi d’acqua nelle strategie di rilancio economico e nei processi di riqualifi cazione e valorizzazione urbana e paesaggistica del territorio costiero.

L’acqua, in questo senso, viene intesa quale “nuovo standard urbanistico”, dotata, cioè, di un proprio grado di obbligatorietà in ogni scelta che comporti una trasformazione del territorio.

Un’acqua in grado di declinarsi al plurale, al pari di altre dotazioni urbanistiche, assumendo, a seconda dei casi, uno o più fra seguenti status (2): spazio pubblico, infrastruttura per la mobilità, meccanismo per il controllo idrico, ambito produttivo, elemento di valore ambientale, nodo ecologico, componente del paesaggio, ecc.

Planimetrie delle aree oggetto di approfondimento del Progetto EPAT (Programma Europeo Cultura 2007 – 2013). Elaborazione e Fonte: Lab. Citer, UNIFE

Il Progetto “Acqua come patrimonio” propone quindi il ritorno ad un uso sapiente del sistema delle acque quale possibile alternativa (o contributo) alle attuali pratiche urbanistiche, che hanno dimostrato la propria incapacità di poter governare, con effi cacia ed effi cienza, un territorio estremamente complesso e contraddittorio, quale appare il litorale comacchiese.

Oggi è necessario costruire una scala di valori per un sistema di riferimenti etici necessari all’uso ed al governo della “risorsa acqua” L’acqua ci può aiutare ad elaborare e sperimentare nuovi comportamenti ed esprimere nuovi valori.

Il tema acqua ha implicazioni economiche, politiche, sociali di vasta portata e nello stesso tempo attorno all’acqua si aprono sfi de ricche di tensioni ad alto contenuto progettuale.

L’adozione di aree campione, in cui il concetto di sostenibilità dello sviluppo deve marciare di pari passo con l’uso delle risorse limitate, costituisce una proposta che integra tutti i settori coinvolti (urbanistica, sviluppo industriale, agricolo, di servizi, ecc.) per dare luogo ad un modello in grado di autogenerare risorse e sviluppare politiche di gestione territoriale integrate e di cui l’utilizzo delle acque costituisce parte determinante ma non esclusiva.

In questo senso, ogni intervento nei due Progetti LIFE in corso (LIFE09/NAT/IT/110

“Conservation of habitats and species in the Natura 2000 sites in the Po Delta” e LIFE10NATIT000256

– MC SALT “Environmental Management and Conservation in Mediterranean salt works and

coastal lagoons”), relativi alle valli da pesca e alle saline, costituisce una proporzionata espressione

di equilibrio, rifugge dal concetto così frequentemente utilizzato in passato, della banalizzazione della diversità naturale e delle attività antropiche inserite nel contesto di un neo-ecosistema.

Ricostruzione del dosso storico del Pugnalino (Azione C2) - LIFE09/NAT/IT/110. Fonte: Progetto LIFE09/NAT/IT/110

Fonte: Progetto LIFE09/NAT/IT/110

Riscavo del tratto terminale del canale sub-lagunare Fattibello e del canale Ungola (Azione C1) - LIFE09/NAT/IT/110. Fonte: Progetto LIFE09/NAT/IT/110

Contemporaneamente alla ricostruzione e al ripristino degli ecosistemi con principi scientifi ci, infatti, trovano spazio le attività collegate al nuovo concetto di sviluppo (basato su cultura e turismo ad esempio). Per questo motivo il Parco si rivolge alle imprese in grado di fornire servizi tecnici, turistici e culturali, per la piena fruizione del territorio.

L’avvio di questi sistemi di conservazione della natura prelude ad una gestione integrata, in grado di fornire elementi di benessere anche per l’uomo.

Si è consci che tale modo di rivisitare la realtà comporta una ampia differenziazione nel modo di concepire la pressione antropica ed il controllo del territorio. Elementi ed esigenze antropiche, se gestite e monitorate, dalla piccola alla grande scala, possono svolgere un ruolo decisivo per lo sviluppo e il miglioramento ambientale e territoriale, in relazione ai territori-guida di straordinario valore più compromessi dalla pressione antropica e agli elementi eco sistemici.

Questo nuovo approccio metodologico può già da ora rappresentare una potenzialità per le nuove politiche di gestione e valorizzazione delle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche.

Ringraziamenti

Si ringraziano, il Prof. Romeo Farinella (Responsabile Scientifi co del Progetto Europeo: “Epat – Acqua come Patrimonio. Esperienze e savoir faire nella riqualifi cazione delle città d’acqua e dei paesaggi fl uviali”)e l’Arch. Michele Ronconi (Collaboratore al Progetto EPAT) della Facoltà di Architettura di Ferrara – Lab. Citer).

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Piano acque di Comacchio, 1998 (2)

PIANO DI STAZIONE CENTRO STORICO DI COMACCHIO (ADOZIONE 20/12/2012) – Relazioni P1

PROGRAMMA U.E. CULTURA 2007 – 2013, “L’acqua come patrimonio – esperienze e savoir

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Roger Alain, “Breve trattato sul paesaggio”, Sellerio Editore Palermo, 2009. Varni Angelo, “La città e il suo fi ume”, Bononia University Press, Bologna, 2006

Federico Brunelli

PhD - Independent Consultant

EFFECTIVE RESTORATION OF THE ENDANGERED EUROPEAN EEL (Anguilla anguilla)