• Non ci sono risultati.

DEM e fotografie aeree: una prima analis

Antonio Pecc

2. L’inventario dei beni della terra di uggiano

3.1 DEM e fotografie aeree: una prima analis

Analizzando il DEM realizzato risulta subito evidente quanto sia stata importante la componente morfologica nella scelta insediativa da parte dell’uomo della collina di Uggiano. Le pendici del castello sono estremamente scoscese e si registrano dislivelli dalla cinta muraria ai primi terreni pianeggianti (distanti in media una trentina di metri) fino a 45 metri. Questo dato, da un lato conferma l’importanza strategica del luogo data anche dalla sua inespugnabilità oltre che dalla posizione geografica, e dall’altro l’inesistenza di un abitato lungo le pendici (non individuabile neanche dalle foto aeree e dall’analisi del microrilievo). La sommità della collina, invece, risulta estremamente in piano ad un’altezza che sembra attestarsi sui 453 m s.l.m. Questo dato testimonia un’opera di livellamento effettuato dall’uomo in epoca medievale (?) e allo stesso tempo ci permette di individuare nel DEM i resti delle strutture con una certa facilità. Infatti, si notano le tracce di strutture che si conservano solo nelle basi di fondazione, non visibili dal livello del suolo e non sempre individuabili in traccia da foto aerea.

Allo stesso tempo, è fondamentale lamentare un problema legato alla presenza di cespugli e rovi che non permettono un perfetto delineamento dell’andatura di certe strutture

sepolte. Dal confronto tra il DEM e l’ortofoto (fig. 4) si nota che i crolli si trovano al di sopra di strutture sepolte e non visibili e che i cortili non fanno registrare la presenza di macrostrutture sepolte.

Un altro dato ricavabile dal DEM è che la collina di Uggiano doveva essere molto più grande e che i crolli della cinta muraria e delle torri sono stati imponenti nei secoli.

4 Risultati e confronto tra la descrizione del

castrum magnum e i dati da telerilevamento

Seguendo di pari passo il percorso del funzionario all’interno del castrum magnum di Uggiano e incrociando i dati ricavati dal modello 3d, dal DEM e dall’analisi delle foto aeree verticali e oblique, proverò a ricostruire e a interpretare la topografia del castello descritta dell’antico documento (Fig. 5). Il castro di Uggiano è dotato di due torri poste a nord e a sud dello stesso, la “torre de cinqui cantuni” (a) e “la torre di Jennare” (b), di queste rimangono solo pochi resti. Della seconda sappiamo che è crollata nel marzo del 1973 a seguito di piogge torrenziali9, si componeva di ben cinque locali (due sotterranei e tre sopraelevati) e si conservano diverse foto in archivi privati di cittadini ferrandinesi e della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata. L’entrata del castello era a nord- ovest (c), tra due torri di grandezza e altezza sicuramente minore alle due precedentemente descritte, “cum rebellino”, con una grande porta

sollevabile e con cancelli in ferro. Del rivellino (d) non si conserva quasi nulla e la torre a sinistra è completamente crollata.

Quella di destra conteneva un carcere al di sotto del piano terra. Appena varcato l’ingresso ci si trovava di fronte un “cortilium” (c1), una piazza, all’interno del quale viene descritta una struttura che è la casa del castellano, una “domus terranea” (quindi a pian terreno), formata da due camere e una cantina “cum duabus cameris et cellario subtus” (e). Della casa dove “castellani habitare solent” non abbiamo tracce né in foto aerea, né nel modello 3d e né tantomeno al livello del suolo. Questa assenza è estremamente importante, perché si tratta innanzitutto di un’abitazione importante. Senza scendere troppo in ipotesi e supposizioni, probabilmente, successivamente alla visita del funzionario aragonese, si decise di spostare la casa del castellano in un altro luogo e di liberare il cortile principale del castello da una struttura che ne diminuiva lo spazio utile. Di questo cortile, posizionato a N del castello, conosciamo esattamente i limiti, imposti dalla cinta muraria da NO a NE e a S da un grande edificio. La forma era trapezoidale, aveva un perimetro superiore ai 134 m e un’ampiezza di circa 1000 m2. La descrizione prosegue indicando un altro cortile (c2) vicino al primo, in cui è presente un “sedile” (f) affianco al quale si trova una chiesa in costruzione “incepta cappella seu ecclesia” con al di sotto, ancora in costruzione, una cisterna. Dell’ubicazione di queste tre strutture citate (il cortile, il sedile/seggio e la cappella) non credo di aver problemi interpretativi perché, a O del castello, al di là della prima piazza, si trova uno spiazzo che contiene un ambiente quadrato caratterizzato dalla presenza di un ingresso monumentale con un arco a sesto acuto, e affianco ad esso si colloca una struttura absidata, di due metri di profondità al di sotto del piano di calpestio (estremamente evidente dal DEM). Siamo di fronte alla precisa descrizione contenuta all’interno dell’inventario: “Et in eodem est aliud cortilium in quo est sedile et prope eum incepta cappella seu ecclesia subtus quam est loamia similiter incohata cistema”. Dopo di che la descrizione contenuta all’interno

dell’inventario diventa molto confusionaria in quanto vengono nominati diversi cortili e strutture che rendono ancora più difficile l’interpretazione topografica del castello, soprattutto considerando che la visibilità a livello del suolo è scarsa e i ruderi sono tanti. Procedendo con ordine, viene citata la presenza di una sala “sala terranea cum una camera” e di una stalla (h), e verso le terre precedentemente descritte, cioè ad occidente, una cucina a piano terra “coquina terranea”, e un’altra stalla con altri tre membri “cum tribus aliis membris in quorum altero est molendinum et in aliis stant duo furna” contenenti rispettivamente un mulino e due forni (i). Partendo dalle poche certezze che possediamo presupponiamo che la prima sala descritta con una camera facciano parte di un piccolo nucleo distaccato da un secondo nucleo di locali posti a O formato da la cucina, la seconda stalla e i tre ambienti e che entrambi i nuclei si trovino nei pressi del cortile (c2) del seggio e della cappella in costruzione. Ponendo queste condizioni la sala dovrebbe essere quella lunga struttura rettangolare a E del seggio e il secondo nucleo è da collocare a O del seggio, lungo la cinta muraria e formato da diversi locali adiacenti tra di loro.

Nello stesso cortile vicino la sala precedentemente citata “et in eodem cortilio iuxta dictam salam est aliud cortilium” vi è un altro cortile (c3) nel quale vi è una cisterna grande (j) con due aperture, quattro camere verso O (k) “cisterna magna habet duos aditus et sunt quatuor camere a parte occidentis et a parte septemprionis”, verso N una sala a piano terra (l) con sette camere contigue ed una cappella “sala terranea cum septem cameris contiguis, una cappella” dopo la quale si trova un altro piccolo cortile (c4) con un’altra cisterna. Questi altri ambienti sono da collocare al centro della collina del castello di Uggiano, e come punto di riferimento abbiamo la presenza delle due cisterne al di sotto di due cortili (c3 e c4) separati da un muro visibile nel DEM e in quei quattro corpi di fabbrica posizionati ai lati dei due cortili messi insieme. Quindi, le sette camere della sala sono da posizionare nella struttura a N, le quattro in quello a O, la cappella a E.

Fig. 4- DEM e Ortofoto del Castello di Uggiano ottenuti attraverso l’utilizzo del drone e di tecniche di Structure from Motion.

La descrizione termina indicando la presenza di un giardino (c5) a S con intorno una cinta di mura che corre intorno al castello con altre torri merlate e fabbricati che non vengono descritti. Della presenza del giardino a S siamo certi, della presenza di altri fabbricati anche e questi sono individuabili con molta probabilità nei resti di alcune strutture. Non c’è da escludere, infine, che parte di questi ultimi fabbricati fossero in materiale deperibile le cui tracce non sono visibili in foto aerea o nel modello 3d.

Conclusioni

Le nuove tecnologie di remote sensing da piattaforma UAV permettono un aumento qualitativo e quantitativo del dato archeologico. In alcuni contesti, come quello trattato nel presente contributo, si presentano come l’unico strumento in grado di apportare ulteriori informazioni in assenza di uno scavo archeologico. Solo un’indagine stratigrafica potrà fornire ulteriori dati sulla topografia del castello e dissipare i dubbi su uno dei contesti

Fig. 5- Castello di Uggiano. Restituzione aerofotogrammetrica finalizzata.

fortificati più importanti del sud Italia come è, per l’appunto, il castello di Uggiano.

Notes

1 Nel Catalogus Baronum si fa menzione di un Rogerius de Ogiano. Cronisti e scrittori sincroni napoletani editi ed inediti ordinati per serie e pubblicati da Giuseppe del Re, “Storia della Monarchia”, vol. I, Napoli 1845, p.571. 2 Sulla destra del portale d’ingresso si legge l’iscrizione seguente: “HOC OPUS FECIT MAGISTER JACOPUS TRIFOGIANIS DE ASTILIANO ANNO DOMINI MILLESIMO CCCL”.

3 Architetti di Basilicata, Potenza 1932, p.5. 4 A.S.N., Pandetta nova, 60/3. Il documento si intitola: “Reintegrazione fatta in Uggiano che serve per Ferrandina. Sub anno domini 1489 de mense iunii at iulii editium et conditium fuit inventarium”.

5 Ivi. “Habet in sua curia et possidet terram

Ugini sitam et positam in provincia Basilicate ex concessione regie sacre maiestatis invictissimi domini regis Ferdinandi genitoris eiusdem”.

6 Il testo è il seguente: “Item habet curia ipsa

in predicta terra Castrum magnum cum duabus turribus altis quarum una vocatur la torre de cinqui cantuni versus septentrionem alia vero versus meridiem et vocata la torre di Jennare que ante (…) se dictum castrum habet versus terram predictam et occidente introitum cum rebellino ianuam magnam cum portis

ferreis prope qua in dextera manu introitus est carcer sub turri pana, cum cortilio seu planitie intus quam est domus terranea cum duabus cameris et cellario subtus in qua castelIani habitare solent. Et in eodem est aliud cortilium in quo est sedile et prope eum incepta cappella seu ecclesia subtus quam est loamia similiter incohata cistema. Item et sala terranea cum una camera in qua ad presens est positum stabulum et versus dictam terram est coquina terranea aliud stabulum cum tribus aliis membris in quorum altero est molendinum et in aliis stant duo furna; et in eodem cortilio iuxta dictam salam est aliud cortilium in quo est cisterna magna habet duos aditus et sunt quatuor camere a parte occidentis et a parte septemprionis est sala terranea cum septem cameris contiguis, una cappella postquam est aliud cortilium parvum cum alia cisterna. Item versus meridiem est quoddam iardenum circum queque claustra contigua et terranea quod castrum ut in (...) circum circa est parietibus et aliis turribus et mergulis ornatum et fabricatum.”

7Il drone utilizzato è un Dji Phantom Vision 2 Plus.

8http://www.agisoft.com/

9 Barbone Pugliese N., Lisanti F. (1987).

Ferrandina: recupero di una identità culturale: catalogo della mostra, maggio- luglio 1987. Congedo editore, p. 13

References

Alberti L. (1595). Descrittione di tutta Italia, Bologna

Caprioli, M. and Scognamiglio, A. (2009). Low cost methodology for 3D modelling and metric description in architectural heritage. Proceedings 3D-ARCH 2009: 3D Virtual Reconstruction and Visualization of Complex Architectures, XXXVIII/5-W1

Caputi N. (1870). Cenno storico sull’origine progresso e stato attuale della Città di Ferrandina. Napoli

Centola S. (1931). Ferrandina e le sue remote origini ellenico-lucane. Stab. Tipo-lito Manzoni e De Lucia, Napoli

De Reu, J., Plets, G., Verhoeven, G., Bats, M., Cherretté, B., De Maeyer, W., De Smedt, P., Deconynck, J., Herremans, D., Laloo, P., Van Meirvenne, M., De Clercq, W. (2013). Towards a three-dimensional cost-effective registration of the archaeological heritage. Journal of Archaeological Science, 40(2): pp. 1108-1121. DOI: 10.1016/j.jas.2012.08.040

Del Re, G. (1845). Cronisti e scrittori sincroni napoletani editi ed inediti ordinati per serie e pubblicati da Giuseppe del Re, “Storia della Monarchia”, vol. I, Napoli, p.571

Hörr, C., Brunnett, G. (2013). Boon and Bane of High Resolutions in 3D Cultural Heritage Documentation. Bock, H.G. et al. (eds.) Scientific Computing and Cultural Heritage. Springer- Verlag Berlin Heidelberg, pp. 31-39. DOI: 10.1007/978-3-642-28021-4_4

Lasaponara R., Masini N., Pecci A., Perciante F., Pozzi Escot D., Rizzo E., Scavone M., Sileo M. (2016), Qualitative evaluation of COSMO SkyMed in the detection of earthen archaeological remains: the case of Pachamacac (Peru)", Journal of Cultural heritage, in press

La Franceschina F. (2008). Il Castrum di Uggiano: un abbandono di sei secoli, In “ Basilicata Regione Notizie”, 119-120

Lisanti, N., Barbone Pugliese, N. (1987). Ferrandina recupero di una identità culturale (Catalogo della mostra, Maggio-Luglio 1987), Galatina, Congedo Editore

Neitzel, F., Klonowski, J. (2011). Mobile 3d mapping with a low-cost UAV system, Int. Arch. Photogramm. Remote Sens. Spatial Inf. Sci., XXXVIII-1/C22, pp. 39-44. DOI: 10.5194/isprsarchives-XXXVIII-1-C22-39-2011

Nex, F., Remondino, F. (2013). UAV for 3D Mapping Applications: A Review. Applied Geomatics, 6, pp.1-15. DOI: 10.1007/s12518-013-0120-x

Palestina, C. (1994). Ferrandina. Volume primo. La terra di Oblano, dagli insediamenti enotri alla città di Ferrante, Venosa, Appia 2 editrice

Palestina C. (1994). Ferrandina. Volume quarto. Appendice documentaria. Appia 2 editrice, Venosa Palestina C. (2004). Ferrandina “Uggiano vecchia”, Potenza

Pecci, A., Scavone, M., Masini, N., Sileo, M., Dantonio, A., Marzio, C. (2015). "Innovative technologies for cultural heritage: the unmanned aerial vehicles" in REUSO 2015. III CONGRESO INTERNACIONAL SOBRE DOCUMENTACIÓN, CONSERVACIÓN Y REUTILIZACIÓN DEL PATRIMONIO ARQUITECTÓNICO Y PAISAJISTICO, a cura di L. Palmero Iglesias, Editorial UPV, Valencia, pp. 586-593

Protospata L. (1731). Rerum in Regno Neapolitano Gestarum, ab anno Sal. 860 usque ad ‘1102 Breve Chronicon, in “Raccolta di varie Croniche, Diari ed altri opuscoli così italiano, come latini appartenenti alla storia del Regno di Napoli”, Tomo II, Napoli, p. 102

Salernitanus R. (1804). Chronicon, in Reum italicarum scriptores, Tomo VII, p. I Muratori, Città di Castello, MDCCCIV, p. 187

Santoro L. (2014). Castelli, mura e torri della Basilicata, a cura di Canestrini F., ArtstudioPaparo, Napoli, pp.512-516

Vetrivel, A., Gerke, M., Kerle, N. and Vosselman, G. (2015). Identification of damage in buildings based on gaps in 3D point clouds from very high resolution oblique airborne images ISPRS Journal of Photogrammetry and Remote Sensing 105: 61-78

Defensive Architecture of the Mediterranean XV to XVIII Centuries / Vol. IV Giorgio Verdiani (Ed.) FORTMED 2016 10th-12th November – www.fortmed.eu ©2016 Dipartimento di Architettura (DIDA) Firenze

Il castello di Ninfa: vicende storiche, tecniche costruttive ed