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L ’ ambiente fisico-naturale

Così individuata la zona oggetto di studio — ed i motivi che ne hanno consigliato la scelta -— si ritiene opportuno procedere ad una sommaria descrizione dell’ambiente fisico, demografico-sociale ed econo­ mico del comprensorio.

L’orografia del comprensorio è caratterizzata soprattutto -dal mas­ siccio della montagna della Ma j ella, che, pur essendo ad esso periferico, tutto lo domina : ad esso, infatti, sono ascrivibili le vette altissime di M. Acquaviva (m. 2.740), M. Pesco Falcone (m. 2.646), M. Amaro (m. 2.795), M. Genzano (m. 2.176), M. Rotella (m. 2.127), M. Porraro (m. 2.070), M. Pizzi (m. 1.578), M. Pizzalto (m. 1.969), M. Tocco (me­ tri 1.683), M. Secine (m. 1.883) ed altri minori.

Di tanto in tanto si allargano brevi valli od altopiani, per es. quello delle Cinquemiglia, che contribuiscono a dare aH’ambiente una partico­ lare fisionomia ondulata e tortuosa, che testimonia la stessa orogenesi. Si hanno, cioè, tre grandi zone :

— quella delle vette più alte, per lo più spoglie di qualsiasi vege­ tazione ed a pendìi molto ripidi;

— quella immediatamente successiva, con pendii meno acclivi, ma pur sempre ripidi, generalmente interessate da boschi o da zone boscose e pascoli cespugliati e nella quale già possono rilevarsi dei centri abitati ;

— quella valliva o quasi, con prati-pascoli e seminativi, alquanto ondulata e mossa, nella quale si trovano più diffusi i centri abitati.

Da un punto di vista geologico trattasi di colline terziarie marno- argillose, con frequenti depositi vulcanici (per lo più i tufi bigi o «trassi») e frammenti di augite e di feldspato vitreo.

Secondo alcuni geologi i primi movimenti orogenici si sarebbero avuti nell’Eocene e sarebbero stati completati da successivi movimenti di orogenesi e di epirogenesi nel primo periodo del Neocene, ossia nel Miocene. La base, però, resta pur sempre costituita da terreni dell’era Mesozoica o Secondaria, prevalentemente del Cretacico, sulla quale si appoggiano i terreni Cenozoici o del Terziario.

Questi provengono, generalmente, da substrati calcarei od arenaceo- marnoso-gessosi, che si alternano ad altri provenienti da substrati are­ nacei veri e propri o marnoso-arenacei.

Di un notevole interesse per la caratterizzazione geologica di questo ambiente sono pure le grotte calcaree rinvenibili nella Maj ella — nella zona oggetto di studio le più conosciute sono quelle del Cavallone e del Bove — e nelle quali alcuni autori hanno voluto riconoscere le cause dei frequenti moti tellurici (si ricordi che Lama dei Peligni e Taranta Peligna furono distrutte dal terremoto del 3 novembre 1706).

L’idrografia della zona può essere schematicamente ricordata accen­ nando ai due fiumi più importanti : il Sangro ed il suo affluente Aventino. Il primo, il più importante dei fiumi abruzzesi dopo il Pescara, nasce a m. 1.441 da due sorgenti esterne al comprensorio, in località Prato della Penna al Monte Turchio in agro di Gioia de’ Marsi, riceve alcuni affluenti minori (il Terradegna ed il Fondillo nonché altre minori sorgenti), si ingrossa con il Rio Torto sotto Alfedena e con la Zittola nei pressi di Castel di Sangro, per fiancheggiare il comprensorio pilota, delimitando la regione abruzzese vera e propria dal Molise.

E’ solo nella piana di Gasoli che esso riceve l’Aventino, arricchito nel suo corso, che inizia a nord del M. Secine, da infiniti ruscelli e ruscel­ letti, provenienti dal Majella, da M. Pizzi e dagli altri rilievi ; tra i tanti ricordiamo gli apporti del Vallone di Cocci e di quello della Castelletti nei pressi di Palena, dei Valloni di Izzo, della Portella e di Lettopalena, in corrispondenza dell’omonimo centro abitato, dei Valloni Cupo e Grande che provengono dalla Serra Marrocine (tra Montenerodomo e Colledimacine) e, infine, dei Valloni della Tagliatta, di Taranta e di Lama.

Acque minerali possono rinvenirsi a Peseocostanzo, Roccapia, Roc­ caraso, Rivisondoli (ferruginose le prime tre e sulfurea-ferruginosa l’ultima), a Lettopalena (saline) ed a Palena e Torricella Peligna (sul­ furee).

Per quanto riguarda, infine, il clima, si devono innanzi tutto segna­ lare cinque gruppi alquanto omogenei : il clima d’alta montagna (oltre i m. 2.000), quello sopralpino (da m. 1.400 a m. 2.000), quello alpino (da m. 1.000 a 1.400), quello subalpino (da m. 600 a 1.000) e quello di collina

(dai m. 150 ai 600).

Tab. 1. Dati metereologici delle stazioni forestali italiane (1924-32)

(Regione Appennino Centrale)

tem p era tu ra an n u e m ed iep recip ita z.

S ta zion e a lt itu ­ dine m e d ia a n n u a m e d ia m ese più fr e d d o m ed ia m ese più c a ld o m e d ia m in im e annue m in im a a s s o ­ lu t a m ed ia m in im a m ese p iù fre d d o escu r­ sione annua m /m g iorn i Scanno (L'Aquila) 1 . 0 3 0 1 0 , 9 LO 2 1 , 8 — 1 1 , 6 — 1 6 , 0 - 4 , 2 2 0 , 8 1 . 0 7 3 8 5 Peseocostanzo 1 . 3 9 5 7 , 0 — 3 , 9 1 7 ,1 — 1 3 , 9 — 2 0 , 5 — 8 , 9 2 1 , 0 1 . 1 0 6 9 2 Agnone 8 0 6 1 1 , 8 1 , 9 2 1 , 7 - 7 , 2 — 1 1 , 0 - 1 , 3 1 9 , 8 8 8 5 91 Aventino rid. di Agnone 1 . 2 5 0 1 0 , 2 0 , 3 2 0 , 1 — 8 , 8 — 1 2 , 6 — 2 , 9

La più importante componente è pur sempre rappresentata dalle precipitazioni atmosferiche per le quali è stato possibile rilevare i se­ guenti dati :

Tab. 2. Le precipitazioni atmosferiche stagionali (in min. di pioggia)

S ta zion e p lu v io m e tr ica

an nate

esam ina te in v e rn o p rim a v era estate au tu n n o an n o

M ontenerodomo io 2 3 7 1 6 6 7 9 1 4 6 6 2 8

Palena 10 2 8 1 2 2 8 1 4 4 2 7 2 9 2 5

Pescocostanzo 10 3 6 0 2 7 0 171 3 1 5 1 . 1 1 6

Roccapia 10 3 1 0 2 4 2 1 5 0 2 9 0 9 9 2

Roccaraso 10 2 9 7 .2 5 4 1 5 4 2 9 7 1.002

Di notevole importanza le precipitazioni invernali, che molto spesso si trasformano in neve, e quindi vengono a costituire delle utili riserve idriche, che andranno poi a rinforzare le portate dei vari torrenti e valloni nei periodi siccitosi. Frequenti sono, anzi, manifestazioni allu­ vionali varie (6).

Dette precipitazioni incidono per circa un 30% sul totale annuo. In epoche diverse sono state rilevate temperature medie oscillanti tra valori massimi di 13,1° C. e minimi di 0,8° C. con una temperatura diurna aggirantesi sui 6,1” C. ; il che non esclude, però, temperature anche notevolmente al di sotto dei 0° C.

I venti più diffusi sono, senza dubbio alcuno, il boreale ed il grecale, che contribuiscono non poco alla persistenza di quella nebbia, che è una delle caratteristiche più importanti di questo clima.

Frequenti le manifestazioni di scirocco nelle vallate e nelle piccole insenature. Il clima di questa zona, cioè, nelle sue diverse manifestazioni, rappresenta indubbiamente uno dei maggiori fattori limitanti al quale sarà indispensabile dedicare una particolare attenzione nel corso della indagine vera e propria.

L ’ ambiente demografico - sociale

Limitando l’analisi ai primitivi undici comuni (esclusa pertanto Ateleta) (7) e sulla scorta di alcune elaborazioni statistiche del tutto provvisorie e parziali, si possono fare interessanti considerazioni.

Innanzi tutto quali le variazioni demografiche, attraverso il tempo, rilevate in epoche diverse? 6 7

(6) Le più gravi sono state denunciate dal comune di Palena, per lo più verificatesi nei mesi di marzo e di aprile, con notevoli danni recati periodicamente allo stesso centro abitato, più che alla agricoltura.

Dal Dizionario geogm fico-ragionato del Regno di Napoli, curato da Lorenzo Giustiniani, si hanno per es. i seguenti dati :

Tab. 3. I 66 fuochi ” censiti in alcuni anni

c o m u n i 1532 1545 1561 1595 1648 1695

Colledimacine 9 2 9 ? 10 2 131 1 2 0 3 9

Lama dei Peligni 1 1 7 1 3 9 1 6 0 1 9 4 2 4 5 1 0 3

Lettopalena 6 7 7 7 1 0 8 17 0 1 7 0 8 3

Montenerodomo 7 5 88 1 0 9 1 3 0 1 3 0 5 4

Palena 2 1 7 2 4 1 3 0 5 3 1 0 2 8 8 142

Taranta Peligna 1 7 0 1 8 8 2 3 7 2 4 2 1 5 0 6 5

Torricella Peligna . non rilevati

Pescoeostanzo 2 0 7 2 4 7 2 3 0 4 2 7 4 2 7 3 2 5

Rivisondoli 1 5 8 1 8 6 2 0 6 2 2 8 2 1 0 1 5 9

Roccapia non rilevati

Roccaraso 68 9 3 1 2 7 1 5 6 16 1 1 2 4

complesso 1.171 1.311 1.581 1.988 1.901 1.094

Tutti i comuni, cioè, denunziano un continuo incremento di « fuochi » fino al 1595 (fatta eccezione per Lama dei Peligni e per Roccaraso, che continuano ad accrescersi anche fino al 1648 e per Lettopalena e Monte­ nerodomo, che restano invariati), per poi decrescere nei due successivi censimenti.

Stimando pari a 5 il numero medio dei membri presenti in ciascun « fuoco » si avrebbe, negli stessi anni, la seguente popolazione presente :

Tab. 4. La popolazione presente dal 1532 al 1695

c o m u n i 1532 1545 1561 1595 1648 1695

Colledimacine 4 6 0 4 6 0 5 1 0 6 5 5 6 0 0 1 9 5

Lama dei Peligni 5 8 5 6 9 5 8 0 0 9 7 0 1 . 2 2 5 5 1 5

Lettopalena 3 3 5 3 8 5 5 4 0 8 5 0 8 5 0 4 1 5 Montenerodomo 3 7 5 4 4 0 5 4 5 6 5 0 6 5 0 2 7 0 Palena 1 . 0 8 5 1 . 2 0 5 1 . 5 2 5 1 . 5 5 0 1 . 4 4 0 7 1 0 Taranta Peligna 8 5 0 9 4 0 1 . 1 8 5 1 . 2 1 0 7 5 0 3 2 5 Torricella Peligna Pescoeostanzo 1 . 0 3 5 1 . 2 3 5 1 . 1 5 0 2 . 1 3 5 2 . 1 3 5 1 . 6 2 5 Rivisondoli 7 9 0 9 3 0 1 . 0 3 0 1 .1 4 0 1 . 0 5 0 7 9 5 Roccapia t Roccaraso 3 4 0 4 6 5 6 3 5 7 8 0 8 0 5 6 2 0 complesso 5.855 6.555 7.920 9.940 9.505 5.470

E fatto pari a 100 il totale rilevato nel 1532, si avranno le seguenti variazioni, espresse in valori indici :

1545 1561 1595 1648 1695

111,9 135,2 169,7 161,9 93,4

La popolazione degli undici comuni considerati, cioè, sarebbe aumen­ tata di circa il 70% nei 63 anni intercorrenti tra il 1532 ed il 1595 per poi dimezzarsi, o quasi, nel successivo secolo (1595-1695).

Ai primi del sec. XltX lo stesso Giustiniani stimava così la popola­ zione di questi centri abitati :

Tab. 5. La popolazione presente agli inizi del 1800

Colledimacine 840 Torricella Peligna

Lama dei Pel-igni 2.000 Pescocostanzo 2.330

Letto-palena 700 Rivisondoli 4* 1.300

M ontenerodomo 820 Roccapia

Palena 2.000 Roccaraso 1.300

Taranta Peligna 1.160 complesso 12.450

, è solo dal 1928, che possiamo disporre di dati ufficiali sulla base dei quali poter elaborare i relativi indici di variazione :

Tali. 6. La popolazione presente ai vari censimenti dal 1828 al 1951

com u ni 1828 1848 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951

Colledimacine 1.324 1.307 1.486 1.519 1.422 1.452 1.458 1.375 1.273 1.314 1.120

Lama dei Peligni 2.735 2.806 2.844 3.016 2.855 2.941 3.786 3.640 2.819 2.929 2.594

Lettopalena 1.007 1.028 860 1.012 1.030 974 1.050 1.001 0 (’) 830 M ontenerodomo 1.199 1.499 1.600 1.749 1.837 1.993 2.183 1.803 1.867 1.931 1.910 Palena 3.757 3.884 3.892 4.079 3.931 3.551 4.361 3.265 4.349 4.086 3.118 Taranta Peligna 2.145 2.163 1.795 1.578 1.439 1.383 1.492 1.105 1.180 1.173 1.100 Torricella 3.574 3.684 3.765 4.029 3.978 3.494 3.996 2.947 3.678 3.886 3.714 Pescocostanzo 2.700 2.413 2.122 2.095 2.073 2.198 2.326 1.755 1.963 1.941 1.887 Rivisondoli 1.560 1.791 1.422 1.399 1.568 1.809 2.301 1.345 1.488 1.455 1.242 Roccapia n n n 980 951 1.093 1.200 957 1.053 1.040 934 Roccaraso 1.838 1.853 1.784 1.857 1.948 2.045 2.123 1.476 1.510 1.533 1.379 complesso 21.839 22.428 21.570 23.313 23.032 22.933 26.276 20.679 21.180 21.288 19.828

(’) Il comune di Lettopalena fu soppresso con R.D. 16 novembre 1928, n. 416, ed aggregato a quello di Palena. E ’ stato ricostituito con D.L.P. 27 marzo 1947.

Tab. 7. Valori indici delle variazioni demografiche ( 1 8 7 1 = 1 0 0 )

c o m u n i 1828 1843 1861 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951

Colledimacine 8 7 , 2 8 6 , 0 9 7 , 8 9 3 , 6 9 5 , 6 9 6 , 0 9 0 , 5 8 3 , 8 8 6 , 5 7 3 , 7

Lama dei Peligni 9 0 , 7 9 3 , 0 9 4 , 3 9 4 , 7 9 7 , 5 1 2 5 , 5 1 2 0 , 7 9 3 , 5 9 7 , 1 8 6 , 0

Lettopalena 9 9 , 5 1 0 1 , 6 8 5 , 0 1 0 1 , 8 9 6 , 2 1 0 3 , 8 9 8 , 9 8 2 , 0 Montenerodomo 6 8 , 5 8 5 , 7 9 1 7 5 1 0 5 , 0 1 1 4 , 0 1 2 4 ,8 1 0 3 ,1 1 0 6 , 7 1 1 0 , 4 1 0 9 , 2 Polena 9 2 , 1 9 5 , 2 9 5 , 4 9 6 , 4 8 7 , 0 1 0 6 , 9 8 0 , 0 1 0 6 , 6 1 0 0 , 2 7 6 , 4 Taranta Peligna 1 3 5 , 9 1 3 7 ,1 1 1 3 ,7 9 1 , 2 8 7 , 6 9 4 , 5 7 0 , 0 7 4 , 8 7 4 , 3 6 9 , 7 Torricella 8 8 , 7 9 1 , 4 9 3 , 4 9 8 , 7 8 6 , 7 9 9 , 2 7 3 , 1 9 6 , 5 9 2 , 2 8 9 , 8 Pescocostanzo 1 2 8 , 9 1 1 5 , 2 1 0 1 , 3 9 8 , 9 1 0 4 , 9 1 1 1 , 0 8 3 , 8 9 3 , 7 9 2 , 6 9 0 , 1 Rivisondoli 1 1 1 , 5 1 2 8 , 0 1 0 1 , 6 1 1 2 ,1 1 2 9 , 3 1 6 4 , 5 9 6 , 1 1 0 6 , 4 1 0 4 , 0 8 8 , 8 Roccapia 9 7 , 0 1 1 1 , 5 1 2 2 , 4 9 8 , 7 1 0 7 , 4 1 0 6 ,1 9 5 , 3 Roccaraso 9 9 , 0 9 9 , 8 9 6 , 1 1 0 4 , 9 1 1 0 , 1 1 1 4 , 3 7 9 , 5 8 1 , 3 8 2 , 5 7 4 , 3 complesso 93,7 96,2 92,5 98,8 98,4 112,7 88,7 90,8 91,3 85,1

Da essi si può rilevare, cioè, che dal 1871 in poi le punte massime di popolazione sono state registrate, quasi ovunque, al censimento del 1911 (fanno eccezione solo i comuni di Colledimacine, Taranta Peligna e Torricella Peligna per i quali il maggior numero di abitanti è stato censito, appunto, nel 1871) e quelle minime al 4 novembre 1951 (fatta eccezione per Montenerodomo e per Torricella Peligna, rispettivamente al 1871 ed al 1921).

Elaborando le differenze di popolazione in due trentenni (1871-1901 e 1901-1931) ed in un ventennio (1931-1951) si hanno i seguenti valori :

Tab. 8. Le differenze di popolazione in diversi periodi

c o m u n i

diffe re nze assolute differenze p e rc e n tu a li 1871-1901 1901-1931 1931-1951 1871-1901 1901-1931 1931-1951

Colledimacine 6 7 1 7 9 1 5 3 4 , 4 — 1 2 , 3 — 1 2 , 0

Lama dei Peligni 7 5 1 2 2 2 2 5 2 , 5 4 , 1 8 , 0

Lettopalena 3 8 + 9 6 2 4 0 3 , 8 + 9 , 9 — 2 2 , 4 Montenerodomo + 2 4 4 1 2 6 + 4 3 + 1 4 , 0 6 , 3 + 2 , 3 Polena 5 2 8 + 7 9 8 — 1 .2 3 1 — 1 3 , 0 + 2 2 , 5 — 2 8 , 3 Taranta Peligna 1 9 5 2 0 3 8 0 — 1 2 , 4 — 1 4 , 7 6 , 8 Torricella Peligna 5 3 5 + 1 8 4 + 3 6 + 1 3 , 3 + 5 , 3 + 1 , 0 Pescocostanzo + 1 0 3 2 3 5 7 6 + 4 , 9 — 1 0 , 7 3 , 9 Rivisondoli + 4 1 0 3 2 1 2 4 6 + 2 9 , 3 — 1 7 , 7 — 1 6 , 5 Roccapia + 1 1 3 4 0 1 1 9 + 1 1 , 5 3 , 7 — 1 1 , 3 Roccaraso + 1 8 8 5 3 5 13 1 + 1 0 ,1 + 2 6 , 2 8 , 7 complesso — 380 —1.753 — 1.352 - 1,6 - 7,7 — 6,4

La maggiore diminuzione media si è avuta, quindi, nel secondo periodo (1901-31) nonostante che, come già detto, nel 1911 fossero state censite le punte più alte della popolazione.

Ma la precedente tabella 8 ci consente anche qualche altra consi­ derazione :

1) nel periodo 1871-1901, che, notoriamente, è stato quello nel quale il movimento emigratorio italiano ha fatto registrare valori altis­ simi, si hanno, nella zona considerata, ben 5 comuni in incremento ;

2) nonostante che la diminuzione rilevata per il periodo 1931-51 sia minore della precedente, il fenomeno dello spopolamento acquista un maggior risalto (basti pensare, tra l’altro, che in questo caso l’intervallo di tempo è di venti anni anziché di trenta) ;

3) il comportamento delle due sottozone — il Chietino, per inten­ derci, e l’Aquilano — è nettamente diverso : mentre la prima ha fatto registrare un decremento continuo, pur con qualche oscillazione ed ecce­ zione, la seconda ha reagito più violentemente nei due ultimi periodi, dovendo anche compensare gli incrementi del 1871-1901.

Trattasi, comunque, di una situazione tipica del nostro Appennino : l’aumento di popolazione, non trovando un nuovo equilibrio in un corri­ spondente incremento delle risorse economiche e delle possibilità di impiego, ha inevitabilmente spinto questa gente all’emigrazione.

Si è avuto, cioè, un graduale spopolamento, che, però, è stato carat­ terizzato — a differenza di quanto è avvenuto altrove — anche da un parziale ritorno di coloro ai quali remigrazione ha offerto la possibilità di acquistare un appezzamento di terra o di costruirsi una casa. Questa è la origine di gran parte delle attuali piccole proprietà coltivatrici costi­ tuitesi dopo il primo conflitto; alquanto attenuato, invece, risulta il feno­ meno in questo secondo dopoguerra.

Le ulteriori modificazioni verificatesi negli ultimi anni (e tra queste meriterebbe un particolare cenno la sopravvenuta impossibilità di inte­ grazione tra la montagna e la pianura nell’esercizio dell’attività zootecnica per effetto delle profonde trasformazioni e, in qualche caso, degli stessi interventi di riforma fondiaria, che hanno ridotto le superfici a pascolo prima esistenti a valle) hanno contribuito a rendere irreversibile l’emi­ grazione. I rimpatri, che si sono potuti registrare, sono dovuti, più che altro, ad un difficile inserimento degli emigrati nei paesi di destinazione od a difficoltà proprie del settore minerario, che, generalmente, è stato preferito (perché costituiva l’unica possibilità di lavoro) da questi emi­ granti.

Non si dispone, in questa fase, di statistiche relative al movimento migratorio vero e proprio e, quindi, da questi dati non è lecito voler trarre delle conclusioni, che solo l’indagine particolare potrà autorizzare : tanto più che sarà necessario estendere la rilevazione anche a tutti quegli indici demografici che concorrono a determinare il movimento della popolazione (quali, per esempio, gli indici di natalità, di nati-mortalità, di mortalità, ecc.).

Qui si è voluto solo porre l’accento su una delle caratteristiche demografico-sociali di questo ambiente, che dovrà maggiormente attirare l’attenzione dei ricercatori.

Per completare il quadro provvisorio che qui si intende fornire, non resta quindi che riportare alcuni dati relativi all’ultimo censimento uffi­ ciale tenutosi il 4 novembre 1951.

Tal». 9. La popolazione residente e presente, la densità territoriale al 1951

c o m u n i su peri. territ. H a . den sità per K m q . p o p o la z io n e residen te in p o p o la ­ zion e presente cen tri n u clei case

sparse to ta le

Colledimacìne 1 . 1 3 9 1 0 6 1 .2 0 3 1 . 2 0 3 1 . 1 2 0

Lama dei Peligni 3 . 1 3 3 91 2 . 4 1 8 2 5 0 1 8 7 2 . 8 5 5 2 . 5 9 4

Lettopalena 2 . 0 9 8 4 3 8 5 8 21 2 5 9 0 4 8 3 0 Montenerodomo 2 . 9 9 8 6 7 1 . 1 7 6 3 3 1 4 9 5 2 . 0 0 2 1 .9 1 0 Patena 9 . 1 7 3 3 6 3 . 0 3 2 2 1 3 2 9 3 . 2 7 4 3 . 1 1 8 Taranta Peligna 2 . 1 6 5 5 5 1 . 0 9 4 5 1 6 3 1 .1 8 8 1 . 1 0 0 Torricella Peligna 3 . 5 3 9 11 2 2 . 4 0 7 2 2 1 1 . 3 3 6 3 . 9 6 4 3 . 7 1 4 Pescocostanzo 5 . 2 2 5 37 1 . 9 4 3 6 1 . 9 4 9 1 .8 8 7 Rivisondoli 3 . 1 6 5 4 2 1 . 3 1 6 17 1 . 3 3 3 1 .2 4 2 Roccapia 4 . 4 8 0 2 2 ' 9 7 5 9 7 5 9 3 4 Roccaraso 4 . 9 9 5 2 8 1 . 3 5 0 71 1 .4 2 1 1 .3 7 9 complesso 42.110 50 17.772 1.067 2.229 21.068 19.828

Ricordando che, alla stessa epoca, la densità di abitanti per kmq. era stata calcolata rispettivamente in 155 per l’Italia nel suo complesso, in 165 per il Nord, 141 per il Mezzogiorno, in 106 per l’Abruzzo ed il Molise, in 155 per la provincia di Chieti ed in 73 per quella dell’Aquila, si rileva facilmente che ci troviamo di fronte ad una particolare situa­ zione, che ha dei riscontri più diffusi in altri due tipici ambienti meri­ dionali e depressi : la Basilicata e la Sardegna.

L’insediamento è tipicamente accentrato (l’84,4% della popolazione, infatti, risiede nei centri) e, senza volere estendere troppo un eventuale confronto, possiamo riferirlo ai valori medi rilevati nelle due province interessate :

Tab. 10. L’insediamento della popolazione in valori percentuali

nei centri nei nuclei nelle case sparse totale

Zona del Progetto 84,4 5,0 10,6 100,0

Provincia di Chieti (media) 57,9 10,1 32,0 100,0

Più precisamente si riportano, qui di seguito, i dati di popolazione residente per ciascuna frazione geografica e località abitata nei singoli comuni :

Tab. 11. - La popolazione delle frazioni geografiche e località abitate

com u n i nei cen tri n ei n u clei nelle case

sparse to ta le

C o l l e d i m a c i n e : 1 . 2 0 3 1 . 2 0 3

L a m a d e i P e l i g n i : 2 . 4 1 8 2 5 0 187 2 . 8 5 5

1 — Lama dei Peligni 2 . 0 2 1 187

2 - Corpi Santi 2 3 4 3 — Fonte Rossi 16 3 •---- 4 — Fico S. Martino 3 2 5 — Lami 3 2 6 - Piani Marini 9 8 7 — Vaccorda 8 8 L e t t o p a l e n a : 8 5 8 21 2 5 9 0 4 1 — Lettopalena 8 5 8 2 5 2 - Portello 21 M o n t e n e r o d o m o : 1 . 1 7 6 331 4 9 5 2 . 0 0 2 1 1 — Montenerodomo 1 . 1 7 6 4 9 5 2 - Ponticelli 138 3 — Selvoni 111 4 — Vallone Cupo 8 2 P a l e n a : 3 . 0 3 2 2 1 3 2 9 3 . 2 7 4 1 — Palena 3 . 0 3 2 2 9 2 — S. Antonio 1 9 4 3 - Stazione di Palena 19 4 - Majella --- T a r a n t a P e l i g n a : 1 . 0 9 4 51 6 3 1 . 1 8 8 1 - Taranta Peligna 1 . 0 9 4 6 3 2 - La Rocchetta 31 3 - Majella T o r r i c e l l a P e l i g n a : 2 . 4 0 7 221 1 . 3 3 6 3 . 9 6 4 1 - Torricella Peligna 1 . 9 4 0 1 . 2 7 4 2 - Fallascoso 4 6 7 62 ---, 3 - Bufalara 10 1 4 — Masseria Pietrasanta 3 6 5 - Santa Giusta 2 8 6 - Sant'Antonio 19 7 — Sese 3 7 P e s e o c o s t a n z o : 1 . 9 4 3 6 1 . 9 4 9 1 - Peseocostanzo 1 . 9 4 3 6 2 - Monte Pizzalto 3 - Monte Rotella 4 - Monte Secine R i v i s o n d o l i : 1 . 3 1 6 17 1 .3 3 3 1 - Rivisondoli 1 . 3 1 6 17

2 — Cima della Fossa

3 - Monte Pratello

4 — Monte Tocco

Segue: Tab. 11. La popolazione delle frazioni geografiche e località abitate

comuni nei centri nei nuclei nelle case sparse totale

R o c c a p ia : 975 ____ ____ 975 1 — Roccapia 975 ' — 2 - Bosco Paradiso —. 3 — Monte Rotella R o c c a r a s o : 1 .3 5 0 71 1.421 1 — Roccaraso 870 21 2 - Pietransieri 480 50 • 3 - Monte Toccò

Ma se l’insediamento non si discosta molto dai rapporti, che normal­ mente si registrano nelle zone rurali del nostro Mezzogiorno e, special- mente, nelle regioni di montagna, vi è un altro fenomeno, che forse meriterà, in sede d’indagine, una particolare attenzione : il rapporto fra i due sessi.

• 1 dati al 1951 hanno fatto rilevare un coefficiente medio, per la zona, di 94,67 maschi ogni 100 femmine con punte minime di 90,05 e di 90,36 a Roccapia ed a Colledimacine e punte massime di 97,34 e di 103,29 a Patena ed a Roccaraso, laddove per l’Italia si è avuto un coefficiente di 95,98. Siamo, cioè, al disotto della media nazionale.

La prevalenza delle femmine sui maschi può solo in parte essere giustificata da un diverso comportamento degli indici demografici nei due sessi ; è indubbio, però, che, specie in questo ambiente, possa essere stata causata anche >— e, forse, in maniera prevalente — dall’emigra­ zione continua di maschi.

Per quanto riguarda l’età di questa popolazione, ci troviamo di fronte ad una netta prevalenza degli adulti (da 21 a 65 anni) :

Tab. 12. La popolazione nel complesso per gruppi di classi di età (percentuali)

g r u p p i di età m a sch i fem m in e complesso

F i n o a i 6 a n n i 1 4 ,1 1 2 , 7 1 3 , 3 D a i 6 a i 1 4 a n n i 1 3 , 2 1 2 , 4 1 3 ,1 D a i 1 4 a i 2 1 a n n i 1 4 , 6 1 3 ,7 1 4 ,1 D a i 2 1 a i 6 5 a n n i 5 0 , 7 5 2 , 1 5 1 , 3 O l t r e i 6 5 a n n i 7 , 4 9 , 1 8 , 2 totali 100,0 100,0 100,0

Sembrerebbe, però, doversi escludere il luogo comune secondo cui in questi paesi non sarebbero rimasti che bambini, donne e vecchi, od almeno doversi correggere alquanto tate opinione. Infatti i dati percentuali di cui alla precedente tabella coincidono alquanto con quelli medi nazionali.

Scomponendo, infatti, il gruppo di età adulto da 21 a 65 anni in 6 classi — così come rilevate dalla statistica ufficiale — si hanno i se­ guenti valori indici sempre riferiti al complesso della popolazione :

Tab. 13. La popolazióne adulta nelle sue classi di età (valori indici sul totale della popolazione)

classi d i età m a sch i fem m in e complesso

d a 21 a 2 5 a n n i 8 , 6 4 6 , 9 1 7 , 7 5 d a 2 5 a 3 5 a n n i 1 4 , 7 7 1 4 , 3 8 1 4 , 5 7 d a 3 5 a 4 5 a n n i 1 2 , 8 6 1 3 , 3 5 1 3 ,1 1 d a 4 5 a 5 5 a n n i 9 , 5 6 9 , 5 2 9 , 5 4 d a 5 5 a 6 0 a n n i 2 , 5 4 4 , 3 8 3 , 4 4 d a 6 0 a 6 5 a n n i 2 , 3 2 3 , 5 2 2 , 9 4 totali 50,70 52,06 51,35

Gli abitanti compresi fra i 25 ed i 45 anni di età rappresentano, cioè, più della metà della popolazione adulta e non possono, certo, dirsi vecchi !

In parte connessa con la distribuzione per classi di età è anche la ripartizione tra popolazione attiva ed inattiva. Abbiamo, quindi, elabo­ rato i corrispondenti dati — sempre riferentisi al 1951 — sulla base della popolazione residente in età da 10 anni in poi :

Tab. 14. La popolazione attiva ed inattiva distinta per sesso (valori indici)

c o m u n i

m a sch i fem m in e complesso

a ttiv i in a ttiv i a t tiv e in a ttiv e a ttiv i in a ttiv i

Colledimacine 8 7 , 1 3 1 2 , 8 7 5 , 5 8 9 4 , 4 2 4 3 , 8 1 5 6 , 1 9

Lam a dei P elign i 8 1 , 0 9 1 8 ,9 1 1 8 , 7 8 8 1 , 2 2 4 8 , 6 0 5 1 , 4 0

Lettopalena 8 5 , 4 5 1 4 , 5 5 2 8 , 2 6 7 1 , 7 4 5 6 , 4 5 4 3 , 5 5 M ontenerodomo 8 8 , 5 9 1 1 ,4 1 6 6 , 6 2 3 3 , 3 8 77,07 2 2 , 9 3 Palena 7 9 , 9 3 2 0 , 0 7 4 , 8 5 9 5 , 1 5 4 1 8 5 6 5 8 , 4 4 Taranta Peligna 8 1 , 2 2 1 8 , 7 8 1 8 , 2 8 8 1 , 7 2 4 8 , 8 2 5 1 , 1 8 T orricella Peligna 7 8 , 1 6 2 1 , 8 4 2 8 , 2 2 7 1 , 7 8 5 2 , 4 0 4 7 , 6 0 Pescocostanzo 7 9 , 0 6 2 0 , 9 4 3 , 4 8 9 6 , 5 2 3 9 , 3 4 6 0 , 6 6 R ivisondoli 7 2 ,7 1 2 7 , 2 9 8 , 5 3 9 1 , 4 7 3 0 , 6 5 6 9 , 3 5 Roccapia 7 7 , 8 3 2 2 , 1 7 1 2 ,1 2 8 7 , 8 8 4 8 , 3 3 5 1 , 6 7 Roccaraso 7 7 , 5 7 2 2 , 4 3 6 , 7 1 9 3 , 2 9 4 1 , 7 3 5 8 , 2 7 complesso 80,54 19,46 19,18 80,82 48,69 51,31

Mentre i dati rilevati per i maschi non presentano notevoli diffe­ renze fra i singoli comuni, non si può fare a meno di mettere in risalto l’estrema variabilità delle femmine censite come attive.

Da minimi del 3,48% (Pescocostanzo) e del 4,85% (Palena) si passa al valore massimo del 66,62% relativo al comune di Montenerodomo, mentre la media dell’intera zona risulta essere pari al 19,18%. Alquanto strano, poi, sembra essere il 18,28% rilevato per Taranta Peligna, dove la presenza di industrie tessili autorizzerebbe una percentuale più alta

di donne attive. *

Non va dimenticato, però, che le casalinghe — o, meglio, le donne attendenti alle cure domestiche — sono state censite tra la popolazione inattiva e che la rilevazione statistica si è basata esclusivamente sulle dichiarazioni dei singoli. Molte, quindi, delle donne denunziatesi come casalinghe (ed in ciò non sono estranei motivi psicologici, paura del fisco ed altre reazioni intime) e, quindi, come tali ritenute inattive, esplicano indubbiamente una qualche attività produttiva, che sfugge al censimento ufficiale. (A voler essere, poi, estremamente rigorosi in questa valutazione, si dovrebbe tener conto anche della produttività e del valore economico del lavoro femminile anche nell’ambito della propria casa.

Da ciò un’altra serie di suggerimenti per quanto si dovrà rilevare in fase di studio vero e proprio.

Un’ulteriore elaborazione del censimento 1951, fornendoci i valori per­ centuali della popolazione, in complesso e distinta nei due sessi, addetta ai principali rami di attività economica, ci darà altri elementi di base.

Per praticità di esposizione si è preferito tener conto dei seguenti rami di attività : agricoltura, industrie estrattive e manifatturiere, costru­ zioni ed impianti, commercio e servizi vari, altre attività.

Tab. 15. La popolazione attiva per rami di attività economica

c o m u n i

a g ricoltu ra in d u s tr ia co stru zio n i c o m m e rcio altre

m . f. m . f. m . f . m . f. m . f. m . f. m . f. m . f. m . f. m . f. Colledim. 8 3 , 3 8 4 , 0 7 3 , 3 5 , 9 6 , 2 _ 4 , 5 4 , 8 1 , 8 1 , 2 1 0 , 0 4 , 5 3 , 8 1 6 ,7 Lama dei P. 5 9 , 4 5 2 , 7 8 5 , 2 7 , 6 1 0 , 0 1 , 7 2 0 , 0 2 5 , 0 3 , 6 3 , 0 5 , 9 9 , 4 9 , 3 7 , 2 Lettopalena 6 2 , 1 5 3 , 4 8 5 , 8 1 4 , 8 1 9 , 2 2 , 8 1 8 , 1 2 2 , 3 6 , 6 1 , 0 1 , 0 0 , 9 4 , 0 4 , 1 3 , 9 Montenerod. 9 1 , 4 8 5 , 6 9 8 , 1 3 , 7 6 , 4 0 , 5 2 , 5 4 , 5 0 , 3 0 , 3 0 , 2 2 , 1 3 2 2 1 , 2 Palena 5 2 , 6 5 5 , 4 9 , 2 8 , 5 7 , 3 2 6 , 6 2 2 , 4 2 3 , 4 6 , 3 5 , 7 4 , 0 3 0 , 9 1 0 , 8 9 , 9 2 7 , 0 Taranta 2 3 , 5 2 8 , 8 1 , 1 3 7 , 1 2 6 , 8 8 0 , 4 2 8 , 7 3 5 , 3 1 ,1 3 , 1 2 , 3 6 , 5 7 , 6 6 , 8 1 0 , 9 Torricella 5 6 , 2 4 3 , 9 8 8 , 0 1 0 , 3 1 3 ,1 3 , 2 2 5 , 0 3 4 , 2 0 , 9 2 , 7 2 , 6 1 , 3 5 , 8 6 , 2 6 , 6 Pescocost. 5 0 , 2 5 2 , 1 1 0 , 3 1 1 ,1 1 1 ,1 1 0 * 3 2 3 , 0 2 4 , 1 7 , 2 5 , 1 5 1 , 7 8 , 5 7 , 6 2 7 , 7 Rivisondoli 3 0 , 4 3 3 , 8 4 , 0 1 7 , 9 1 6 , 4 3 0 , 0 2 6 , 6 2 9 , 9 1 1 . 4 7 , 5 4 2 , 0 1 3 , 7 1 2 , 4 2 4 , 0 Roccapia 6 0 , 5 6 0 , 3 6 1 , 5 3 , 9 3 , 0 9 , 6 2 6 , 3 3 , 0 3 , 8 3 , 4 1 , 0 1 7 , 3 5 , 9 3 2 , 7 7 , 8 Roccaraso 3 8 , 5 4 1 , 5 5 , 3 8 , 8 7 , 9 1 8 , 4 2 7 , 0 2 9 , 4 1 0 , 7 8 , 6 3 4 , 2 1 5 , 0 1 2 , 6 4 2 , 1 complesso 58,4 53,8 76,3 10,4 10,9 8,6 19,6 24,4 1,0 4,2 3,4 7,2 7,4 7,5 6 , 9 Italia 4 2 , 2 4 2 , 5 4 1 , 4 2 4 , 1 2 2 , 9 2 7 , 7 7 , 5 1 0 , 0 0 , 2 1 2 , 2 1 0 , 3 1 7 , 9 1 3 , 9 1 4 ,3 1 2 , 8

La precedente tabella 15 ci consente alcune considerazioni :

1) Per quanto riguarda il complesso della popolazione, maschi e femmine, addetta all’agricoltura in ciascun comune, non meravigliano tanto le alte percentuali rilevate nella maggioranza dei casi (8 casi su 11) quanto, invece, i valori più bassi relativi a Taranta Peligna, Rivisondoli e Roccaraso; in questi si hanno, infatti, maggiori valori — sia pure con le dovute proporzioni — nell’industria, per il primo e nelle costru­ zioni per gli altri due.

2) Gli uomini, generalmente, sono per lo più addetti all’agricol­ tura in misura notevole (cosa che, del resto, ci era già preannunziata

dalla caratteristica agricola di questo ambiente), fatta eccezione per la sola Taranta Peligna dove, contro un 28,8% di addetti all’agricoltura, vi è un 35,8% di adde"1’ , alle costruzioni ed agli impianti.

3) Solo in G comuni si ha una netta prevalenza di donne addette all’agricoltura ; nei rimanenti 5 la loro percentuale è notevolmente bassa. Queste risultano maggiori nell’industria (a Taranta Peligna), nel com­ mercio e nei servizi (a Palena, Pescocostanzo e Rivisondoli) e nelle altre attività (pubblica amministrazione a Roccaraso).

4) I confronti con la media nazionale mettono maggiormente in risalto le peculiari caratteristiche di questa zona : notevole prevalenza dell’attività agricola anche e soprattutto per quanto riguarda l’ufficiale partecipazione delle donne. Le poche eccezioni sono ampiamente giustifi­ cate. Altrettanto importante il settore delle « costruzioni » : l’unico, che, in ambienti simili, possa assicurare un’attività extra-agricola quando la industria è pressocché inesistente.

Molto altro, invero, si potrebbe e si dovrebbe dire a tal proposito e, in genere, sulle caratteristiche demografico-sociali di questa zona prescelta, ma, piuttosto che procedere ad ulteriori elaborazioni del mate­ riale rilevato nel 1951, si ritiene più opportuno, ancora una volta, rimandare a quelli che saranno i risultati di analisi più dettagliate e, soprattutto, più aggiornate. Quanto precede, potrà servire da guida e forse da stimolo per chi dovrà procedere a queste ulteriori ricerche. In questa sede ci sembra sufficiente avere indicato alcuni problemi.

L ’ambiente economico

Meglio, forse, sarebbe stato parlare di ambiente economico-agrario, in quanto non vi è alcun dubbio — e già ne abbiamo avuto ampie

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