• Non ci sono risultati.

Dentro le mura domestiche

L’assistenza a domicilio è una forma particolarmente indicata per pazienti affetti da una malattia cronica perché offre benefici soprattutto sul fronte della qualità della vita. Le cure domiciliari, ponendo attenzione ai bisogni complessi nel domicilio del paziente, utilizzano un approccio integrato anche di carattere socio-sanitario e possono presentare diversi profili di assistenza. Nel 2016 le segnalazioni al PIT Salute sull’assistenza domiciliare rappresentavano il 14,3% del totale, dato in crescita rispetto al 2015 (12,3%); le voci riguardavano l’insufficienza del numero di ore di assistenza (dal 4,6% al 12,2%), la difficoltà per l’attivazione del servizio (32,7%), con un trend in calo (-12,4%, ma pur sempre indice di un complesso iter burocratico), l’inesistenza del servizio (14,3%) e le liste di attesa (12,2%) (Tab.20).

Tab. 20 – Segnalazioni sull’assistenza domiciliare

Negli ultimi anni, vale la pena ricordare come, l’intervento del

privato sia divenuto sempre meno marginale nell’erogazione dell’assistenza domiciliare; le informazioni raccolte specificavano

che soltanto il 45% tra gli 82 distretti monitorati erogava il Servizio di cure Domiciliari senza prevedere l’intervento del

privato, mentre per un 51% era previsto un “sistema misto” (in

parte ASL/Distretto e in parte altri). Il restante 4% era rappresentato da casi di erogazione delegati a strutture/enti extra aziendali e da mancate risposte ai quesiti posti (Tab.21).

Tab. 21 - Soggetto erogatore del Servizio di Cure Domiciliari

Fonte: “Monitoraggio dei Servizi sul territorio, fuori dall’Ospedale dentro le Mura domestiche” - Cittadinanzattiva, 2017

Merita attenzione anche il 4,1% dei casi (+3% rispetto al 2015) sul tema della mancanza di figure professionali atte ad erogare la prestazione specifica di cui si avrebbe bisogno. Da un lato si tratta di cittadini che richiedono a domicilio personale

qualificato per precise esigenze di cura, dall’altro non si esclude

nuovi e sempre più specifici bisogni di cura, impossibili da definire in assenza di una puntuale analisi dei bisogni.

Nel 2017, i pazienti avrebbero migliorato l’assistenza domiciliare così come illustrato nella tabella 22 (Tab.22).

Tab. 22 - Che cosa i pazienti migliorerebbero dell’assistenza domiciliare

Fonte: “Monitoraggio dei Servizi sul territorio, fuori dall’Ospedale dentro le Mura domestiche” - Cittadinanzattiva, 2017

La voce “altro” (20,21%), corrispondente ad un campo libero di risposte, lasciava intravedere i reali bisogni del cittadino:

 Tempi celeri per ricevere l'assistenza fisioterapica e aumento dei minuti dedicati alle sedute;

 Abbattimento delle barriere architettoniche in casa;  Figura di sostegno a domicilio (OSS);

 Maggiore sostegno economico;  Assistenza infermieristica notturna;

 Assistenza nella terapia del dolore;  Maggiore assistenza degli specialisti;

 Disponibilità di materiale sanitario a domicilio;  Migliore coordinamento socio-sanitario;

 Facilitazione dell'accesso alle visite specialistiche;

 Rispetto degli orari quando si tratta di curare pazienti disabili;

 Intervento socio-assistenziale;

 Verifica ricorrente quando l'assistenza è in appalto a cooperative;

 Servizio a domicilio per la cura delle piaghe da decubito. Per quel che riguarda gli operatori impegnati nell’erogazione

delle cure domiciliari e le figure professionali che i cittadini avrebbero desiderato coinvolgere (ma non inserite nel percorso)

spiccava la richiesta dell’operatore socio-sanitario (OSS) con il

31,49% delle richieste, seguito dal medico specialista con il 25% e dallo psicologo con il 22,79%. Il restante 16,96%

(“altro”), segnalava tra le figure assenti, ma desiderate, il dietista, il diabetologo e il nutrizionista (Tab.23).

Tab. 23 – Confronto tra operatori coinvolti nell’erogazione delle cure domiciliari e desiderata dei pazienti

Operatori coinvolti nell’erogazione delle cure domiciliari

(risposte multiple

Figure che avrebbe desiderato coinvolgere ma non inserite nel percorso di cure domiciliari (risposte multiple) Medico di base 73,87% 13,27% Medico specialista 43,05% 25% Psicologo 4,18% 22,79% Infermiere 84,31% 3,76% Fisioterapista 37,65% 3,69% Logopedista 5,62% 3,69% Terapista occupazionale 0,86% 2,43% Psicomotricista dell’età evolutiva 0,29% 1,70% Assistente sociale 12,53% 5,60% Educatore professionale 0,43% 1,77% Operatore socio sanitario 17,93% 31,49% Altro 5,76% 16,96%

Fonte: Rielaborazione“Monitoraggio dei Servizi sul territorio, fuori dall’Ospedale dentro le Mura domestiche” - Cittadinanzattiva, 2017

Nel 2016, seppur con un discreto decremento, le situazioni segnalate al PIT Salute continuavano a vedere protagonisti nel

46% dei casi (tab. 24) i disabili gravi adulti (-5%), nel 29% gli anziani appena operati o dimessi (+4%), nel 18% i malati cronici (+3%) e nel 7% i bambini disabili. La complessiva

lettura della tabella 24 dovrebbe fungere da spunto per orientare l’organizzazione dei servizi verso una riduzione repentina dei casi di disagio, assicurando al contempo appropriatezza e

completezza delle cure.

Tab. 24 – Soggetti interessati dall’assistenza domiciliare che si sono rivolti al PIT Salute

Assiste domiciliare/ persone interessate

2016 2015

Disabili gravi adulti 46,0% 51,0%

Anziani appena operati/dimessi 29,0% 25,0% Malati cronici 18,0% 15,0% Bambini disabili 7,0% 9,0% TOTALE 100% 100%

Fonte: XX Rapporto PiT Salute - Cittadinanzattiva, 2017

Sarebbe senza dubbio d’aiuto per i pazienti un colloquio

preliminare informativo con gli operatori del servizio in fase di

richiesta di attivazione delle cure domiciliari. Appare opportuno anche un questionario preventivo per rilevare i bisogni e per mettere subito le persone al centro del percorso, illustrando loro il tipo di presa in carico da parte degli enti preposti. I dati però

non giocano a favore di un’attenzione mirata nei confronti dei soggetti: il colloquio preliminare con i pazienti è attivato in un

caso su 2 (50%) ed è in linea con i valori emersi al questionario

preventivo, proposto ai pazienti solo nel 55,70% dei casi48

(Tab.25).

Tab. 25 - Somministrazione di questionario preventivo per rilevare i bisogni specifici del paziente

Fonte: “Monitoraggio dei Servizi sul territorio, fuori dall’Ospedale dentro le Mura domestiche” - Cittadinanzattiva, 2017

Bisognerebbe lavorare molto nel supporto alle famiglie e sulla

“formazione alle competenze” per giungere a una maggiore

autonomia di intervento: in 4 casi su 5 (80,03%) il paziente,la sua famiglia o il caregiver non sono addestrati a gestire la terapia

del dolore. Inoltre occorre fare in modo che il piano assistenziale

48 Cfr. Cittadinanzattiva, Monitoraggio dei Servizi sul Territorio, fuori

individualizzato (PAI) sia sempre costruito e condiviso con il

paziente, visto che solo il 65,91% è a conoscenza che i servizi di cure domiciliari debbono elaborarlo, rendendo il paziente, in

Documenti correlati