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2. INIBITORI DELLA MELANOGENESI

2.3. INIBITORI DELLA TIROSINAS

2.3.6. Derivati dell'acido idrossicinnamico.

L'acido caffeico (CA, 67, Fig. 13) è un acido fenolico comune, presente in verdura, frutta, cereali e semi. Ha molte proprietà mediche che includono l'attività antiossidante, antitumorale, antiinfiammatoria, antimicrobica e antidiabetica.

Gli antiossidanti svolgono un ruolo importante nel ridurre gli effetti dell'invecchiamento, e, quindi, nella progettazione di un agente sbiancante, la proprietà antiossidante è altamente presa in considerazione.

Kwak e coll. (113) hanno identificato il composto 67 come potente antiossidante per inibizione della tirosinasi. In un altro studio, gli stessi Autori (114) hanno studiato, come agenti sbiancanti, gli acidi

46 caffeoil-amminoacidil-idrossammici 68 e 69, valutando le loro attività anti-tirosinasi e antiossidante. I risultati hanno indicato che l'acido caffeoil-prolil-idrossammico 68 (Fig. 13) e l'acido caffeoil-fenilalanil- idrossammico 69 (Fig.13) mostrano buone attività antiossidanti e anti- tirosinasi. In particolare, il composto 69 ha una buona attività di inibizione della tirosinasi, con un valore IC50 di 4,9 µM.

La permeazione cutanea degli ingredienti cosmetici è un criterio importante per ottenere il beneficio terapeutico desiderato. Lo strato corneo della pelle si comporta come una barriera, che spesso limita l'ingresso di alcuni ingredienti cosmetici o di materiali estranei. È stato riportato che parametri fisico-chimici, inclusi il peso molecolare e il bilancio lipofilo/idrofilo alterano la permeabilità dei composti, presenti in una formulazione cosmetica, attraverso la pelle.(rif.Art.principale) Recentemente Zilius e colleghi hanno effettuato studi di permeazione in vitro del composto 67, insieme ad altri agenti, impiegando cellule di diffusione di tipo Bronaugh. Tuttavia, i risultati non hanno evidenziato tracce di 67, anche dopo 24 ore di esposizione del gel alle cellule della pelle. L'acido clorogenico (70, Fig. 13) è un derivato naturale dell'acido idrossicinnamico ed è ampiamente presente nel caffè, in pere e mele. Diverse pubblicazioni hanno riportato le attività antiinfiammatorie, antidiabetiche, antivirali e antiossidanti di questo composto. Pochissimi studi hanno riportato le proprietà antitirosinasi dell'acido clorogenico (rif.Art.principale). Il composto 70, a 500 µM, è risultato capace di sopprimere, nelle cellule B16, il contenuto di melanina, inibendo l'attività della tirosinasi intracellulare.

47 2.3.7. Calconi e analoghi del Flavanone

I calconi sono i prodotti naturali più comuni e sono ampiamente distribuiti in frutta, verdura, spezie, tè, prodotti alimentari a base di soia. Mostrano un'ampia varietà di attività biologiche inclusa una potente attività antitirosinasi.

I calconi naturali 71-74 (Fig. 14), isolati da Morus australis, sono risultati potenti inibitori (71-74).(rif.Art.principale) In particolare, il composto 71 ha mostrato una potenza 700 volte superiore rispetto all'arbutina. Le SAR hanno indicato che il resorcinolo sia nell'anello A che nell'anello B risulta importante per l’attività.

Recentemente sono stati studiati gli azacalconi quali inibitori della tirosinasi.(rif.Art.principale) I composti 75 e 76 (Fig. 14), sono risultati potenti inibitori, rispetto all'acido kojico (IC50 = 27,30 µM), con un meccanismo inibitorio di tipo competitivo (75, Ki = 2,62 µM, 76, Ki = 8,10 m). Le SAR hanno rivelato l'importanza della presenza dell'anello piridinico per l'attività inibitoria.

In un altro studio, sono stati riportati calconi con funzioni ossimiche.(rif.Art.principale) Ad esempio, i composti 77 (IC50 = 4.77 µM) e 78 (IC50 = 7.89 µM) sono inibitori della tirosinasi (Figura 14) più potenti rispetto all'acido kojico (IC50 = 22,25 µM).(rif.Art.principale) Studi di cinetica hanno indicato un'inibizione di tipo competitivo, con valori di Ki di 5,25 e 8,33 µM. Le SAR hanno indicato che la combinazione del sostituente orto-metossi con un anello para-nitro sostituito (anello B) in 77 o para-dimetilammino sostituito (anello B) in 78 è responsabili della potente inibizione della tirosinasi. Sia il composto 77 che il 78 sono risultati capaci di inibire

48 la formazione cellulare di melanina nelle cellule B16 indotte da α- MSH.

Figura 14. Struttura chimica dei calconi e analoghi del flavonone

Quattro nuovi composti, isolati da Camylotropis hirtella (79-82, Figura 14), hanno mostrato potente attività inibitoria nei confronti della tirosinasi.(rif.Art.principale) Tra questi, il neorauflavane (81) è

49 stato identificato come l'inibitore più potente (IC50 = 30 nM per l’attività monofenolasica e IC50 = 500 nM per l’attività difenolasica della tirosinasi). Il composto 81 è risultato 400 volte più potente rispetto all'acido kojico (13,2 µM), per quanto riguarda l'attività monofenolasica della tirosinasi. In cellule B16 stimolate da α-MHS, 81 ha ridotto il contenuto di melanina in modo efficiente, senza influenzare la vitalità cellulare. Dal punto di vista strutturale, la riduzione della catena laterale geranilica risulta cruciale per migliorare l'attività inibitoria della tirosinasi.

Come mostrato in Fig. 14, sono stati studiati per la loro attività inibitoria verso la tirosinasi un flavone, noto come morusone (83, IC50 = 290 µM), e 16 composti noti isolati da ramoscelli di Morus alba L.(rif.Art.principale) I risultati hanno mostrato che i composti steppogenina (84, IC50 = 0.98 µM), 2,4,2',4'-tetraidrossicalcone (85, IC50 = 0,07 µM), moracalcone A (86, IC50 = 0,08 µM) e moracina M (87, IC50 = 8,00 µM) presentano una significativa attività inibitoria della tirosinasi rispetto all'acido kojico (IC50 = 58.30 µM), con l’unica eccezione del morusone, che mostra una debole attività anti-tirosinasi. I composti prenilati 88-91 (Fig. 14), ottenuti dalle radici di Dalea pazensis Rusby, sono stati saggiati per la loro capacità di inibire in vitro di mTYR e per il loro effetto sulla melanogenesi in cellule B16.(rif.Art.principale) I risultati hanno mostrato che il composto 91 (IC50 = 2,32 µM ) è efficace e che il composto 90 (IC50 = 49,89 µM) inibisce moderatamente la tirosinasi, mentre i composti 88 e 89 risultano inattivi rispetto all'acido kojico (IC50 = 4,93 µM). Gli studi SAR suggeriscono che la presenza del glucinolo 4-sostituito nell'anello A e il resorcinolo nell'anello B sono fattori chiave per una

50 potente attività inibitoria. (rif.Art.principale) Successivamente, i composti sono stati valutati su cellule di melanoma B16. Tutti i composti si sono mostrati capaci di inibire il contenuto di melanina con una citotossicità concentrazione-dipendente. In questo studio, l'acido kojico è risultato citotossico a 5000 µM.

La forza inibitoria dei composti è la seguente: 88 (0,75 µM) > 91 (1,0 µM) > 89 (5,0 µM) = 90 (5,0 µM) > acido kojico (2000 µM). Per studiare il possibile meccanismo coinvolto nella riduzione del contenuto di melanina, i composti sono stati testati, per la loro attività inibitoria intracellulare della tirosinasi, in cellule di melanoma murino B16. I risultati mostrano molto chiaramente che il composto 91 inibisce l'attività della tirosinasi intracellulare a causa della presenza di due gruppi prenilici e gruppi ossidrilici sia sull'anello A che sull'anello B. Arung e coll. (115) hanno suggerito che sia i gruppi prenilici che i gruppi OH e il pattern di sostituzione nei flavoni sono importanti per l’attività di riduzione della produzione di melanina nelle cellule B16, e che la potenza dei composti è correlata al numero di sostituzioni isoprenoidi. I composti 88-90 sono risultati inattivi, sebbene riducessero la melanina extracellulare, ma in maniera indipendente dalla tirosinasi, ed sono probabilmente coinvolti in una diversa via per la diminuzione del contenuto di melanina nelle cellule B16.

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