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Descrizione delle reti idrograche oggetto di indagine

Horton-Strahler e di innesco dei canal

6.2 Descrizione delle reti idrograche oggetto di indagine

L'indagine concernente l'analisi di scala (coarse graining analysis) delle con- dizioni soglia di Horton-Strahler e del grado medio di giunzione, al variare del solo parametro di uniformità, ha riguardato lo studio di sei sotto-bacini idrograci appartenenti alle Alpi orientali e agli Appennini emiliani italiani, alle scale di versante (grid networks) e di canale (channel networks). I reticoli uviali sono stati deniti a partire da modelli digitali del terreno ad elevata risoluzione ottenuti mediante tecnica Lidar. I percorsi di drenaggio sono stati ricavati applicando il criterio di estrazione D8-LTD [63], descritto nel prece- dente capitolo. Sono stati analizzati, nello specico, sei sotto-bacini, ovvero il DB1, DB2, DB3, DB4, DB5 e Crostolo, alle risoluzioni comprese tra 1 e 30 metri, con passo di campionatura di 1 metro. Il bacino del torrente Crostolo, inoltre, è stato analizzato anche alle risoluzioni comprese tra 30 e 50 metri, con passo di campionatura di 5 metri. In totale, sono stati analizzati più di

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750 reticoli uviali. I sotto-bacini DB1, DB2 e DB3 sono sotto-bacini del bacino del torrente Cordon e sono situati nelle Alpi orientali italiane (vedi Figura 6.1), mentre i bacini DB4 e DB5 sono sotto-bacini dello stesso baci- no del torrente Crostolo e sono situati negli Appennini emiliani (vedi Figura 6.2). L'area di studio dei sotto-bacini Alpini è localizzata nelle Dolomiti con un intervallo di altitudine compreso tra i 1935 e 2589 m s.l.m., con un'altezza media di 2244 m s.l.m. La pendenza media dell'intera zona è del 46%. La vegetazione copre il 97% dell'area e consiste di prati di alta quota (91%) e sporadiche alte foreste (6%). Il rimanente 3% dell'area è composto da deposi- ti non vegetati. Le formazioni geologiche includono arenarie con aoramenti di roccia calcareo-marmose, morene e depositi detritici, e sono presenti anche accumuli di sedimenti di frana. La zona ha un clima tipicamente alpino con una piovosità media annua di 1100 mm. La precipitazione si verica sotto- forma di neve da Novembre ad Aprile. Durante l'estate sono comuni eventi temporaleschi e lunghi periodi di siccità. Il deusso è dominato soprattutto da neve sciolta nei mesi di Maggio e Giugno, ma un importante contributo si ha anche durante l'estate e l'inizio dell'Autunno. Sebbene non sia stata eettuata nora una campagna estensiva di campo per la misurazione del deusso, sono stati osservati il vericarsi di dierenti meccanismi di produ- zione di deusso superciale in tutta l'area di studio in risposta agli eventi di precipitazione e di scioglimento della neve. Il deusso per saturazione in eccesso, il quale si verica soprattutto lungo le valli e canali in risposta a lunghi eventi, ma di bassa intensità, mentre il deusso per inltrazione in eccesso si verica attraverso tutti i bacini in risposta a brevi eventi, ma di alta intensità. Non ci sono strutture articiali presenti nelle sorgenti dell'area di studio prescelta, dove i canali sviluppano la loro morfologia in risposta a carichi d'acqua e sedimenti loro imposti, il che riette in ultima analisi, la naturale interazione tra il clima e la geologia. Inne, le aree dei sotto-bacini DB1, DB2 e DB3 sono uguali rispettivamente a 0.708, 0.081 e 0.455 km2. Le

altezze medie sono uguali rispettivamente a 2285, 2132 e 2199 m s.l.m. Il bacino del Crostolo ha una supercie complessiva di 101.6 km2, e si svilup-

pa nella fascia collinare dell'Appennino reggiano fra i umi Enza e Secchia. La struttura geomorfologica dell'area rispecchia i caratteri dominanti di tutto il basso Appennino settentrionale: le rocce aoranti sono di origine sedie- mentata marina; ciononostante accanto a sedimenti relativamente recenti, si rinvengono rocce molto più antiche, formatesi in seguito a fenomeni geolo- gici molto distanti tra loro nel tempo. L'aoramento roccioso prevalente è comunque quello delle argille scagliose, pressocché prive di copertura ve- getazionale e caratterizzate dalla presenza di calanchi, di frane e di dissesti diusi. La vegetazione è caratterizzata dal pioppo bianco e dal salice bianco. Il bacino è caratterizzato da rilievi collinari modesti e il regime pluviale è

Capitolo 6 - Descrizione delle reti idrograche oggetto di indagine 55 DB1 DB2 DB3 0 112.5225 450 675 900 Meters

Figura 6.1: Mappa topograca del bacino del torrente Cordon con i relativi sotto-bacini aerenti DB1, DB2, e DB3.

Capitolo 6 - Descrizione delle reti idrograche oggetto di indagine 56 0 1,1252,250 4,500 6,750 9,000 Meters CROSTOLO Legenda Sotto-bacino DB4 Sotto-bacino DB5

Figura 6.2: Mappa topograca del bacino del torrente Crostolo e dei suoi due sotto-bacini DB4 e DB5.

Capitolo 6 - Metodo soglia di Horton-Strahler 57

contraddistinto da elevata piovosità solo nelle zone prossime al crinale, do- vuta alla particolare intensità dei fronti, che per ragioni orograche tendono ad amplicare la loro azione; anche la morfologia del territorio, con penden- ze deboli, e del relativo idrograco drenante concorrono a rendere modesti i contributi unitari di piena. Eventi meteorici intensi sono possibili in tutte le stagioni, anche se il periodo compreso tra settembre e novembre è quello con la massima incidenza di eventi gravosi. Il corso d'acqua ha un andamen- to debolmente sinuoso, di struttura unicursale con scarsa presenza di barre longitudinali. Il corso d'acqua non presenta fenomeni signicativi di erosione spondale in atto. L'erosione del fondo è molto elevata in tutto il tratto alto dell'asta uviale, come testimoniato dalla drastica riduzione dell'ampiezza dell'alveo avvenuta negli ultimi anni e dalla prensenza di numerose opere di difesa trasversali. Il bacino del Crostolo mostra una scarsa franosità, pur esi- stendo una certa propensione al dissesto dei versanti. I fenomeni di dissesto della rete uviale sono soprattutto localizzati nel tratto mediano del corso collinare del Crostolo. I dissesti per sovralluvionamento possono interessare la testata del bacino. Inne, le aree dei suoi due sotto-bacini, DB4 e DB5, sono uguali rispettivamente a 0.152 e 0.121 km2.

6.3 Metodo soglia di Horton-Strahler per l'e-