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di una grande casata genovese: Francesco Spinola

tra Bruges e Malaga (1420-1456)

*

Il mondo mercantile genovese, pur particolarmente importante e signifi- cativo durante l’età medievale, ha lasciato scarse tracce di sé in libri di conto o in libri di ricordi. Anche senza fare confronti con la situazione fiorentina largamente rappresentata in questo tipo di documenti, balza agli occhi l’esi- guità, direi quasi la rarità, di queste fonti in ambito ligure, evidenziata anche da rassegne e studi recenti.

L’aver reperito all’interno dell’Archivio privato della famiglia Sauli in fase di inventariazione un Liber rationis di Francesco Spinola del 1420 è già di per sé un fatto importante. Se si aggiunge che il Liber è stato impostato a Bruges e che è seguito da altri tre dello stesso Francesco, relativi agli anni 1434-1456, e che all’interno dei libri si trovano oltre una quindicina di missive spedite o indirizzate allo Spinola da Genova, Bruges, Granada, Malaga in questi anni, si comprende come si possa parlare di un vero colpo di fortuna, anche per altre ragioni intrinseche su cui mi soffermerò più avanti. Prima però di illustrare i contenuti di questi quattro libri e di un quinto, redatto nel 1441 da un altro Spinola, ma sempre nello stesso ambito spagnolo, ne fornisco una sommaria descrizione.

* Testo pubblicato originariamente come Le strategie mercantili di una grande casata geno-

vese: Francesco Spinola tra Bruges e Malaga (1420-1456), in «Serta antiqua et mediaevalia», 1

(1997), pp. 379-394.

 Per i rapporti e le peculiarità di questi due tipi di fonti, G. CHERUBINI, I “libri di ricordanze“

come fonti storiche, in Civiltà comunale: libro, scrittura, documento, «Atti della Società Ligure

di Storia Patria», n. s., XXIX 1989, pp. 541-565, ora anche in ID., Scritti toscani. L’urbanesimo

medievale e la mezzadria, Firenze 1991.

 G. REBORA, Libri di conti di mercanti genovesi nel secolo XV, in Atti del III congresso interna-

zionale di studi colombiani, Genova 1979, pp. 199-218; L. BALLETTO, Battista di Luco mercante genovese del secolo XV e il suo cartulario, Genova 1979. Sulla famiglia Spinola, in epoca successi-

va, cfr. G. RUFFINI, Libri e letture nella dimora degli Spinola, Quaderno della Galleria nazionale di Palazzo Spinola 16, Genova 1996.

 Su questo archivio, di proprietà della famiglia Durazzo-Cattaneo-Adorno, cfr. M. BOLOGNA,

L’archivio della famiglia Sauli: notizie sul riordinamento in corso, in «Atti della Società Ligure

di Storia Patria », n. s., XXXV 1995, pp. 213-225. Oltre il dottor Bologna, ringrazio le dott.sse Marta Calleri, Maddalena Giordano e Maria Bibolini, che collaborano alla schedatura del materia- le, per avermi segnalato i registri ed avermi agevolata nella consultazione. Un grazie particolare all’amica Paola Massa Piergiovanni per la consulenza sui libri contabili.

Giovanna Petti Balbi, Governare la città : pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale, ISBN 978-88-8453-603-7 (online), ISBN 978-88-8453-604-4 (print), © Firenze University Press

Il primo libro, segnato anticamente A. III. 11, ora inventariato con il n. 1436, reca a c. I la scritta in corsivo della stessa mano dell’autore del libro: In

Cristi nomine MCCCCXX, die XXX decembris. Librum mei Francisci Spinule quondam domini Petri de agendis nomine racionis nostre, impoxitum Bruges, scriptum manu mee, ad laudem Dei et beate Marie semper Virginis et tocius curie celestis, qui dignetur michi prestare gratiam bene et recte incipere et mellius finire lucrum et salvamentum anime. È un registro in folio di mm. 390 x 240, rilegato in pergamena con rinforzi e chiusura in pelle, di 70 carte, numerate con cifre romane in alto a destra dalla stessa mano dell’autore del li- bro solo al recto e perciò doppie, come avviene nella gran parte dei libri di con- to in cui a sinistra, al verso, sono registrate le entrate (il debet nobis pro…) di uno stesso conto. Le stesure dei conti affrontate recano l’indicazione sintetica dell’operazione e dell’importo pecuniario, in numeri romani incolonnati sulla destra, talora con la somma totale a fondo pagina. Sono bianche le cc. Iv-II, XXX-LVIIIIv, LXIIII-LXVI, LXVIIv-LXX. Si tratta di un vero libro societario, che si apre con il bilancio di apertura e termina con il bilancio di chiusura, dopo aver registrato crediti e debiti.

Le registrazioni iniziano il 30 dicembre 1420 (c. IIv) e terminano il 9 mar- zo 1426 (c. LXVIv). Oltre alcuni foglietti di scarso rilievo con cifre, conti e bre- vi elenchi di merci, talora anche al verso, contiene tredici interessanti inserti. Di questi quattro sono lettere di Francesco Spinola spedite da Bruges tra il 23 agosto 1424 ed il 30 novembre 1425, una sempre di sua mano spedita da Granada, priva di data, tre indirizzate a lui a Bruges tra il 14 dicembre 1424 ed il 27 ottobre 1425. Le lettere conservano ancora i segni della piegatura e recano sul verso il nome dei destinatari, la località di destinazione e talora la marca dello scrivente ancora ben visibile.

 È questa la formula topica che apre i libri di conto e di ricordanze fiorentini, in cui l’invocazione a Dio, alla Vergine e ai Santi è finalizzata al salvamento in terra e in mare, all’accrescimento di ave- ri e di persone, alla salute del corpo e dell’anima: A. SAPORI, Il mercante italiano nel Medioevo, Milano 1981, p. 20. Assai più sobria in ambito ligure è l’invocazione di Giovanni Piccamiglio che scrive: Adsit Virgo Maria meo in nomine Dei patris et filii et spiritus sancti, amen. Cartularium

mei Iohannis Piccamilium scriptum ad honorem trinitatis, beatissime Marie semper Virginis et totius churie celestis, amen: J. HEERS, Le livre de comptes de Giovanni Piccamiglio homme d’affaires génois 1456-1459, Paris 1959, p. 55.

 In realtà gli inserti sono oltre una ventina , ma molti sono solo foglietti con annotazioni di nu- meri, di conti, di merci ecc. Gli inserti di una certa consistenza sono stati da me numerati in base alla loro collocazione : ins. 1 a c. I, lettera di Gerolamo Spinola da Genova a Francesco a Bruges del 27.X.1425; ins. 2 a c. I, breve elenco di merci caricate su di una nave; ins. 3 a c. II, breve nota di quanto Francesco deve per il nolo ed il trasporto di merci ; ins. 4, a c. II, breve elenco di spese per avarie dovute; ins. 5, a c. V, lettera di Cristoforo Spinola da Granada a Francesco a Bruges del 10.IX.1425; ins. 6 a c. VIII, lettera di Cristoforo da Granada a Francesco a Bruges del 14.XII.1424; ins. 7, a c. VIII, lettera di Andrea e Francesco Spinola da Bruges del 23.VIII.1424; ins. 8, a c. VIII, lettera di Francesco da Bruges del 15.XII.1425; ins. 9, a c. VIII, lettera di Francesco da Bruges del 23.VIII.1424, ins. 10 a c. VIIII, breve elenco di balle di fustagno; ins.11 a c. X, breve serie di conti; ins. 12 a f. XVI, lettera di Francesco da Granada del 3.III.1425; ins. a 13 a f. LXVIIII, lettera di Francesco da Bruges del 30.III.1425.

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Il secondo libro in ordine cronologico, segnato anticamente A. I. 33, ora con il n. 1457, inizia a c. I con la scritta, in corsivo, di mano dell’autore del li- bro: Jhesus. MCCCCXXXIIII, die XXIIII madii. Cartularium in quo scribun-

tur omnes raciones bisanciorum cum omnibus cum quibus gerere habemus, ad honorem Dei et beate Marie Virginis et tocius curie celestis qui prestent michi gratiam bene et recte incipere et melius finire, amen. Il cartulario è di

mano di Francesco ed è redatto quasi sicuramente a Malaga.È un registro in folio di mm. 290 x 220, rilegato in pergamena con rinforzi in pelle, di 220 carte, numerate in cifre romane con lo stesso criterio del precedente. Sono bianche le cc. Iv-II, CLXVIIIv-CLXVIIII, CCv-CCXv, CCXVv-CCXVIII. Le re- gistrazioni iniziano il 24 maggio 1434 (c. IIv) e terminano il 4 gennaio 1440 (c. CCXVIIIIv). All’inizio contiene cinque inserti di piccole dimensioni con anno- tazioni su merci, monete, noli; a f. CXXI è inserto un lungo elenco di nomi e di conti accesi nel cartulario.

Il terzo libro di Francesco, con segnatura antica illeggibile ed ora inventa- riato con il n. 1443, inizia a c. I con la scritta in corsivo: Jhesus. Cartularium

Francisci Spinulle anni de 1446. È redatto probabilmente a Genova. È un re-

gistro in folio di mm. 290 x 215, rilegato in pergamena, di 71 carte, numerate in cifre romane con lo stesso criterio dei precedenti. Le registrazioni iniziano il 10 novembre 1446 (c. II) e terminano il 19 maggio 1452 (c. LXXI), con il bilancio di chiusura. Non ha fogli bianchi e, oltre quattro foglietti di piccole dimensioni con cifre, contiene in fondo due inserti: un foglietto in cui sono elencati i conti accesi nel registro con l’indicazione delle carte ed una lunga memoria, del 29 aprile 1451, scritta per i figli da Francesco, in procinto di por- tarsi nel regno di Granada.

Il quarto libro, segnato anticamente A. I. 12, ora inventariato con il n.1450, inizia a c. I con la scritta in corsivo: Jhesus. MCCCCLI, die prima iulii. Librum

racionis nostre Francisci Spinule quondam domini Petri, impoxitum ad hono- rem beate Marie Virginis et tocius curie celesti, qui per suam gratiam permitant bene et recte incipere ut melius finire lucrum et salvamentum anime. Potrebbe

essere stato redatto a Genova, ma più probabilmente a Malaga. È un registro in folio di mm. 290 X 215, rilegato in pergamena, di 96 carte, numerate in cifre romane con lo stesso criterio dei precedenti. Sono bianche le cc. XIIv-XXXVI, XXXXVIIIv-XXXXVIIII, LIv-LXXIIII. Le registrazioni iniziano il 1° luglio 1451 (c. I) e terminano l’8 febbraio 1455 (c. LXXXVIIv). All’inizio contiene inserta una lettera indirizzata al nobile Francesco Spinola del fu Pietro a Malaga, con  Che il registro sia di Francesco e che sia stato redatto a Malaga lo si appura dalle annotazioni in esso contenute, oltre che dalla grafia e dal vezzo di scrivere quasi sempre Garnate in luogo di

Granate. Ad esempio a c. 20v si ricorda Giorgio Spinola del fu Pietro, fratello nostro; a c. 119v. si

parla di vendita effettuata nel regno di Granada da me Francesco Spinola del fu Pietro, mentre a f. 23v si cita argento consegnato hic in Malaca. Inoltre si parla di raciones bisanciorum, i danari circolanti nel regno di Granada.

informazioni di natura mercantile, priva di data. L’inchiostro è molto sbiadito e taluni conti, soprattutto nella parte del debet, sono illeggibili.

Il quinto libro, con segnatura antica illeggibile ed ora inventariato con il n. 1454, reca al f. I la scritta in corsivo: Cartularium Angeli Spinulle de 1441. È un registro in folio di mm. 290 x 220, rilegato in pergamena, di 38 carte, numerate in cifre romane con lo stesso criterio dei precedenti. Le registrazioni iniziano il 25 gennaio 1441 (c. IIv) e terminano il 12 novembre 1444 (c. XXXVIv). È scritto nel regno di Granada, forse a Malaga, ed è legato ai precedenti.

Questi libri contabili ci fanno intravedere l’ambiente familiare di Francesco Spinola del fu Pietro e soprattutto i movimenti mercantili e finanziari di un esponente di una prestigiosa famiglia, titolare di un’importante società com- merciale a conduzione familiare che ha il centro dei propri interessi a Bruges, a Granada e a Malaga, oltre ovviamente a Genova. Riesce però difficile tracciare una biografia a tutto tondo del nostro: basti pensare che nei primi decenni del Quattrocento solo a Bruges sono attivi, oltre lui, ben quattro Francesco Spinola, inopinatamente identificati come un’unica persona, mentre i documenti spe- cificano trattarsi di Francesco di Ottobuono, di Francesco del fu Iacopo, di Francesco del fu Gaspare e di Francesco del fu Gioffredo.Queste stesse persone ricorrono con frequenza anche in altre fonti coeve genovesi, quasi sempre con l’indicazione della paternità che pare indispensabile per evitare confusioni.

Le annotazioni desunte dai nostri libri rivelano che Francesco esce da un ramo degli Spinola non molto prolifico in linea maschile: ha un fratello, Giorgio, che risiedeva con lui a Bruges e che gli premuore;forse è suo fratello il Cristoforo che se ne stava in quegli stessi anni a Granada0.Delle sorelle una  R. DOEHAERD - CH. KERREMANS, Les relations commerciales entre Gênes, la Belgique et

l’Outremont d’après les archives notariales génoises (1400-1440), Bruxelles-Rome 1952, ad in- dicem, sub voce Spinula Franciscus.

 Il più famoso è Francesco di Ottobuono, uomo politico, mercante, capitano di galee, che si di- stinse soprattutto nell’assedio di Gaeta del 1435 e divenne uno dei capitani della libertà dopo la cacciata dei Visconti da Genova: GEORGI et IOHANNIS STELLAE Annales Genuenses, a cura di G. PETTI BALBI, RIS, XVII/2, Bologna 1975, ad indicem; F. FEDERICI, Abecedario delle fa-

miglie genovesi, ms. del sec. XVII in Biblioteca Franzoniana di Genova, Urb. 129, c. 102r-v. Non

sono di molto aiuto i successivi repertori genealogici redatti da eruditi locali, che spesso si limita- no ad integrare con scarne notizie quanto hanno potuto trarre dagli annalisti: M. ANGELINI, La

cultura genealogica in area ligure nel XVIII secolo: introduzione ai repertori delle famiglie, in

«Atti della Società Ligure di Storia Patria», n. s., XXXV 1995, pp. 189-212.

 Giorgio si trova a Bruges nel 1424/25: ins. 1 e 7 in ms. 1436. Ancora nel 1433 si ricordano però somme pagate a Bruges a Giorgio Spinola del fu Pietro: DOEHAERD - KERREMANS, Les rela-

tions cit., doc. 756, pp. 578-579. Non può invece identificarsi con l’altro Giorgio Spinola presente

a Bruges intorno agli anni sessanta, gran prestatore di danaro e arbitro in controversie mercantili, in quanto il nostro muore prima del 1452: G. PETTI BALBI, Mercanti e nationes nelle Fiandre: i

genovesi in età bassomedievale, Pisa 1996, pp. 87-88.

0 Questa ipotesi nasce dal fatto che Cristoforo si rivolge a lui chiamandolo honorande frater: ms. 1436, ins. 5 e 6. Il titolo non è però sufficiente a farli ritenere fratelli, in quanto anche Gerolamo Spinola di Francesco, suo cugino, apostrofa Francesco come onorande frater: ms. 1436, ins. 1.

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aveva sposato Angelo de Negro, un’altra, di nome Caracossa, era moglie di Giorgio Imperiale ed un’altra ancora, Clarissa, era sposa di Pasqualotto Sauli: in questo matrimonio sta la spiegazione per la presenza dei libri di Francesco nell’archivio privato Sauli. Una cognata, Maddalenetta Fieschi, sorella della moglie, era sposata con il celebre uomo d’affari Giovanni Piccamiglio e que- st’unione giustifica le strette relazioni tra Giovanni e molti Spinola.

L’ampiezza del casato, la prolificità di tanti rami Spinola, la consuetudine di adottare i soliti nomi anche ad uno stesso livello generazionale impediscono di fornire informazioni più precise su Francesco, che sembra, essere rimasto ai margini della vita pubblica. Dal matrimonio di Francesco con Bianchinetta di Marietta e di Iacopo Fieschi di Canneto nascono Mariola il 1° novembre 1446, Battistina il 5 maggio 1448, Luchettina il 30 maggio 1449, Giovanetto 1’8 gennaio 1451, come annota diligentemente lo stesso padre.Francesco deve aver contratto matrimonio in età adulta, senz’altro nella piena maturità, se nel 1420 se ne stava a Bruges impegnato nella società familiare in cui si trovano inseriti tutti i congiunti appena citati, oltre altri Spinola, in particolare Benedetto di Luciano ricordato spesso con grande stima e rispetto.

Più ricche sono le notizie che i libri ci offrono sulle attività economiche e sul patrimonio di Francesco, inserito come si è detto in una società nelle cui ragioni figurano, oltre i familiari stretti appena ricordati, altri Spinola ed esponenti di spicco dell’aristocrazia genovese, con i quali il nostro è in rap- porti d’affari. Tra gli Spinola sono ricordati Agostino, Anfreone, Antonio del fu Lodisio, Antoniotto, Cipriano, Cristoforo, Luciano, Benedetto e Luca di Luciano, Francesco di Carlotto, Gerolamo, Oberto, Raffaele, Sorleone, Visconte. Compaiono anche Daniele de Mari, Federico e Paolo Centurione, Giovanni Oliva, Franco Vivaldi, Battista Calvo, Ottaviano Cattaneo, Nicolò de Fornari, Andrea de Marini, Bartolomeo e Bendinello Sauli, Gaspare Gentile, Raffaele Salvago, Filippo Lomellini, mentre Bartolomeo de Mari, Luca Italiano, Sisto Lomellini, Simone Grillo, Pietro Bianco, Giovanni Grimaldi, Giovanni Ghisolfi sono ricordati come patroni di navi ai quali si ricorre spesso per il trasporto delle merci, quando non si usano navi Spinola.

Francesco ed i soci sembrano muoversi esclusivamente sui mercati occi- dentali, concentrando i loro interessi soprattutto nel regno di Granada, ove  Giovanni Piccamiglio è autore del più conosciuto libro di conti in ambito genovese. Il 31 gennaio 1456 e l’11 agosto 1457 è ricordata nel suo libro la donazione fatta dal suocero Iacopo Fieschi in favo- re delle due figlie Bianchinetta e Maddalenetta: HEERS, Le livre de comptes cit., p. 58 e p. 182.  Ms. 1443, f. I Nel 1474 Battistina del fu Francesco Spinola del fu Pietro è moglie di Pietro Vernazza: ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA (ASG), not. Oberto Foglietta, filza 737, doc. 97 del 14 febbraio 1474.

 Negli anni venti-trenta Benedetto di Luciano è uno degli esponenti più autorevoli della natio genovese a Bruges, al quale la madrepatria affida talora delicati incarichi: FEDERICI, Abecedario cit., c. 103; DOEHAERD - KERREMANS, Les relations cit., ad indicem; PETTI BALBI, Mercanti

sono tra i detentori del monopolio della frutta secca, e nelle Fiandre, ove si riforniscono di panni e di fustagni fiamminghi ed inglesi. Malaga e Bruges sono i centri maggiormente coinvolti in queste operazioni e qui risiedono tem- poraneamente Francesco o altri esponenti della famiglia per meglio gestire gli affari, la loro società o domus, senza ricorrere ad intermediari o fattori, con la possibilità invece di far fare esperienza e pratica ai giovani della famiglia, i vari Filippo e Oberto ricordati con altri iuvenes da Gerolamo Spinola il 27 ottobre 1425 quando da Genova scrive a Francesco raccomandandosi ai do-

mini Benedetto e Giorgio ed incaricandolo di salutare i giovani della società al

momento presenti con lui a Bruges.

Francesco rimane a Bruges almeno tra il 30 dicembre 1420 ed il 27 ottobre 1425, negli anni in cui la società degli Spinola in loco pare retta da Raffaele, a cui è designato a succedere nel 1426 il nipote Luca del fu Giorgio. A metà del secolo la governano Teodoro e Gerolamo Spinola, quest’ultimo probabilmente l’antico informatore del nostro, la cui gestione viene però contestata da altri congiunti.

Da Bruges Francesco scrive ad un honorande domine o honorande maior, che credo possa identificarsi con Luca o Benedetto Spinola, e gli fa una vera e propria ricognizione di quel mercato: comunica l’imbarco di panni su navi genovesi e sollecita l’invio da Genova di guano, cera, grana, olio, sepo di cui c’è richiesta.Informazioni dello stesso tenore vengono da lui trasmesse il 15 dicembre 1424 ad un honorande frater, anche se la presenza di corsari nella Manica e lungo le coste atlantiche lo induce a raccomandare di fare altre as- sicurazioni per le merci sino a Malaga. Ricorda che, Deo laudato, è arrivata a Bruges la nave di Simone Grillo e che quella di Giovanni da Ponte è ritor- nata a Southampton, mentre non si hanno più notizie della nave di Giovanni Grimaldi che avrebbe dovuto partire da Lisbona ed essere ora dalle parti della Galizia. Quella di Benedetto de Mari, su cui aveva caricato panni, sembra aver mutato rotta: si è fermata a La Rochelle o a Brest in Bretagna e anche per que- sta occorre stipulare nuove assicurazioni.

 Ms. 1436, ins. 1.

 PETTI BALBI, Mercanti e nationes cit., pp. 77, 86-88. Con il pretesto che è spesso assente da Bruges, nel 1462 Gerolamo si rifiuta di contribuire al fondo comune della locale massaria. Per lo scambio epistolare con Francesco, ms. 1436, ins. I.

 Ms. 1436, ins. 9 del 23.VIII.1424 (la lettera è appena iniziata e contiene le stesse informazioni che compaiono in un’altra completa, scritta alla stessa data, che è l’ins. 7), ins. 13 del 30.III.1425. Quella dell‘agosto, pur vergata dalla mano di Francesco, è a nome anche di Andrea, un altro Spinola temporaneamente presente a Bruges, che l’anno successivo si trova a Genova e si preoc- cupa di far salutare Francesco ancora a Bruges: ms. 1436, ins. 1.

 Ms. 1436, ins. 8. Si tratta di una lunga missiva dal ductus molto corsivo che continua e si con- clude sul verso, scritta in tre tempi, il 15 ed il 27 dicembre 1424 e 1’8 gennaio 1425. È indirizzata ad un honorande frater: certamente non Giorgio che insieme con il fratello saluta da Bruges il destinatario. Se si tratta di Cristoforo, la destinazione dovrebbe essere Granada dove si trovava in quell’anno lo Spinola.

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Negli stessi anni Francesco è informato da Cristoforo Spinola, che sta a Malaga, sul fatto che i panni da lui spediti non sono né di buona materia, né di buon colore, ragion per cui non si riescono a vendere. Forse potranno essere venduti a Granada, ma a minor prezzo: questo danno si aggiunge alla perdita di oltre 800 lire di capitale per merci imbarcate su di una navetta catalana. Tuttavia Cristoforo gli comunica anche di aver ricevuto a suo nome da Oberto nostro oltre 1400 fiorini che gli farà avere con la nave della frutta degli Spinola o con la prima imbarcazione di passaggio diretta nelle Fiandre.

Più dettagliate e vivaci informazioni di carattere politico e mercantile vengo- no trasmesse a Francesco il 27 ottobre 1425 da Gerolomo Spinola di Francesco il quale, partito da Malaga il 7 ottobre, è giunto il 15 dello stesso mese a Genova,