Nella fase di valutazione delle funzioni e competenze genitoriali35è importante utiliz-
zare schemi multifocali, analizzando più dimensioni, ovvero: sincronia, diacronia e pre- dittività. In altre parole, l’équipe multi-professionale si trova a dover osservare il presente, in funzione del passato, cercando di fare una previsione sul futuro.
Ad esempio: un genitore maltrattante che ha alle spalle una storia affettiva disfunzio- nale con le proprie figure di riferimento e che di conseguenza non ha vissuto in maniera soddisfacente le fasi dell’infanzia e dell’adolescenza; oggi vive una situazione critica con un partner che credeva poter colmare il suo vuoto interiore, ma che lo ha deluso dopo poco tempo dall’inizio della relazione, causandogli un’ulteriore ferita. Così, il partner deluso fatica ad avere una chiara consapevolezza degli accadimenti e tende ad attribuire agli altri le responsabilità dei fatti. Inoltre, essendo offuscato dalla sofferenza non riesce ad immaginare un futuro diverso.
Mentre l’équipe valuta passato e presente dovrebbe riuscire a prevedere l’esito di un trat- tamento. Tanto più la capacità autobiografica del soggetto è scadente nel senso che il pas- sato traumatico viene idealizzato o sottovalutato nel racconto, tanto meno sarà possibile costruire con l’utente un processo di cambiamento. Di contro, tanto più vi è consapevo- lezza delle carenze e congruità nella narrazione, tanto più aumenteranno le possibilità di adattamento funzionale.
Da qui nasce l’importanza di fare un ragionamento predittivo per valutare quanto e in che 34. GHEZZIe VALDILONGA, op. cit., pp. 61-62.
35. Vi è una differenza tra le funzioni genitoriali e le competenze genitoriali: le prime sono parti integranti della personalità di ciascun genitore e fanno riferimento all’interiorizzazione dei comportamenti delle pro- prie figure di accudimento; mentre le competenze genitoriali si riferiscono alla modalità di un genitore di soddisfare i bisogni fondamentali del proprio bambino da un punto di vista sia fisico che psichico.
direzione investire su una famiglia36. Quindi, secondo tale modello, la traccia metodolo-
gica sulle tre aree dovrà essere quella di seguito indicata:
- Sincronica. Significa fare una fotografia istantanea (ciò che la coppia e ciascun geni- tore rappresenta e mostra); compiere una diagnosi di ciascuno (i tratti di personalità, eventuali sintomi- psicologici, psichiatrici e sanitari); osservare le capacità relazionali, comunicative, educative; valutare le competenze sociali e sanitarie.
- Diacronica. Vuol dire fare una valutazione storiografica e intergenerazionale dei fattori di rischio e degli elementi di protezione; elementi che non vanno scorporarti in una ottica riduzionistica ma integrati in modo sistemico.
- Predittiva. Ovvero, compiere una valutazione che, partendo dal livello di sofferen- za dei componenti del nucleo familiare, consideri le alleanze terapeutiche che si sono create e abbia sullo sfondo le prospettive future, la trattabilità, le controindicazioni, le compatibilità relazionali, la prognosi di recuperabilità.
Utilizzare uno solo dei tre livelli sopra indicati potrebbe essere inefficace. L’équipe multiprofessionale, ad esempio, potrebbe ipotizzare che un bambino vivrebbe più felice- mente la sua infanzia se venisse affidato al padre e non alla madre. Tale ipotesi potrebbe essere anche vera, ma scarsamente utile se il minore di fatto non volesse andare a vivere con il padre o se il padre stesso non si volesse occupare di lui, e comunque con una madre che ulteriormente si opponesse.
Il servizio dovrà orientare sia la famiglia che il giudice a trovare le soluzioni più op- portune, ma anche accettabili e meno rischiose. La valutazione genitoriale37 non può
corrispondere alla diagnosi di personalità o del disturbo (molti soggetti disturbatati pos- sono essere discreti genitori). Naturalmente avere un disturbo della personalità è un grave fattore di rischio da non sottovalutare.
Per esemplificare tale concetto si prende un esempio esposto da Mazza: «La madre psichiatrica che molti anni fa voleva buttarsi nel canale in piena col figlio in braccio, ma 36. ROBERTO MAZZA, I modelli sul maltrattamento intrafamiliare e il trauma, Appunti del corso di Metodologia dei servizi sociali , Università degli studi di Pisa, a.a. 2014-2015
37. Altro aspetto metodologico importante che gli operatori del servizio singoli o in équipe dovrebbero tenere in considerazione è quello di non incorrere nell’errore di confondere la valutazione della recupe- rabilità con la valutazione della genitorialità. Infatti, la cosiddetta “valutazione della genitorialità” è una complessa attività di diagnosi bio-psico-sociale, che prende in considerazione diversi parametri, e che va- lorizza i contributi di diverse discipline quali: il Servizio sociale, la psicologia clinica e dello sviluppo, la neuropsichiatria infantile, la psicologia della famiglia, la psicologia sociale e giuridica, e della psichiatria forense. Definire dei criteri oggettivi per la valutazione delle capacità genitoriali è un lavoro complesso, dato il coinvolgimento di aspetti individuali (riguardanti singolarmente i due focus di interesse: i genitori e i figli), relazionali (l’interscambio e l’influenza reciproca tra i due) e sociali (i rapporti col contesto di vita e di lavoro). Esistono naturalmente anche criteri riferibili alla genitorialità “sana” in situazioni fortemente conflittuali: per esempio la capacità di favorire l’accesso all’altro genitore, collaborando e cooperando in- sieme; la qualità della coppia (sintonia e compatibilità relazionale); l’attenzione comune ai bisogni dei figli; la capacità riflessiva comune.
aveva un marito falegname, accuditivo, presente e molto innamorato di una moglie fran- camente bipolare, per fortuna non ha subito allontanamenti: i due ragazzi sono oggi due adulti intelligenti e sani. Al contrario una madre ipodotata e con disturbi dell’umore, forse con una familiarità psichiatrica, con fragili legami di attaccamento, adottata da una coppia fortemente conflittuale e respingente, viene inusitatamente inserita per anni in una comu- nità madre bambino senza alcun successo. Il bambino verrà allontanato tardivamente»38. La capacità da parte dei servizi di effettuare valutazioni genitoriali tempestive e adeguate in cui collocare le tre dimensioni sincroniche, diacroniche e predittive è essenziale. Ma è solo quando si è riusciti ad accertare che il bambino è in una condizione di danno o di rischio che si giustifica la costruzione di un contesto di valutazione sulla recuperabilità del genitore, non soltanto partendo dalla problematicità del sintomo. La valutazione e il trattamento offrono l’opportunità di costruire con il paziente un’alleanza fondata sull’ipo- tesi39 che la trascuratezza genitoriale rappresenti il sintomo di un’incapacità di investire adeguatamente nel rapporto con il proprio figlio perché il suo mondo interiore è domi- nato da relazioni affettive insoddisfacenti e non sia semplicemente l’effetto diretto di un “disturbo”40.