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3. Le Rivolte del 2011: punto di svolta o impasse?

4.7 Diritti Umani

Il 3 luglio 2014, Amnesty International (2014), titolava:

Egitto, a un anno dalla deposizione di Morsi, catastrofico declino del rispetto dei diritti umani.

Le ONG hanno denunciato nel 2014 un peggioramento delle condizioni dei diritti umani e un’escalation della repressione da parte delle forze di sicurezza, che restano impunite (Amnesty International 2014; Human Rights Watch 2015a). Sebbene non vi siano delle cifre certe, le stime fatte dalle organizzazioni riportano numerosi casi di arresto, repressione civile e politica, casi di tortura e processi infondati.

Le forze di sicurezza hanno utilizzato, e continuano tutt’ora ad utilizzare, i metodi di coercizione che erano in uso durante il periodo

http://www.worldbank.org/en/news/press-release/2018/04/13/world-bank- provides-us500-million-to-egypt-for-improving-teaching-and-learning- conditions-in-public-schools (2018-05-18).

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di Mubārak. L’unica differenza, denunciano le ONG, è che, mentre all’inizio erano presi di mira gli oppositori, adesso gli arresti e le detenzioni arbitrarie sono rivolte indistintamente a soggetti sospetti, anche in assenza di prove. Addirittura, riporta Amnesty International (2014), qualora i sospettati fossero irreperibili, le autorità arrestano e seviziano i famigliari. La tortura e i maltrattamenti sono una prerogativa della detenzione nelle carceri; tramite percosse, violenze sessuali, la sospensione del detenuto, l’elettrocuzione, le forze dell’ordine estorcono confessioni o accuse verso terzi. Inoltre, a causa del sovraffollamento delle carceri, spesso i detenuti sono tenuti in custodia nelle stazioni di polizia. Le cattive condizioni sanitarie, le cure assenti, e i maltrattamenti a cui sono sottoposti i carcerati ne causano spesso la morte. I risultati delle autopsie svolte sui corpi sono spesso falsificati o risultano poco chiari; in molti casi le famiglie sono costrette a seppellire i morti senza eseguirle. La vicedirettrice di Amnesty International per la zona MENA ha dichiarato che le autorità smentiscono i fatti, anzi, hanno dichiarato che «le prigioni egiziane sono degli alberghi» (Amnesty International 2014).

Sebbene nel settembre 2013 il governo abbia revocato lo stato di emergenza, i processi dei civili nel 2014 sono continuati all’interno dei Tribunali militari, sotto la giustificazione di ‘reati contro lo Stato’. Per di più, ogni volta in cui lo stato di emergenza viene nuovamente imposto, le azioni dell’autorità sono giustificate da questo. I processi risultano essere del tutto irregolari: spesso gli imputati non possono seguirne l’andamento, né agli avvocati difensori è permesso interferire (Amnesty International 2014). Dal gennaio 2014 al luglio 2014 sono state richieste 1.247 condanne a morte dai Tribunali egiziani, 247 delle quali sono state confermate.

La Costituzione egiziana garantisce la libertà di espressione, di associazione, di religione. Tuttavia, le autorità hanno arrestato migliaia di cittadini che hanno, anche pacificamente, esercitato tali

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diritti (Human Rights Watch 2015a). Nel 2014 decine di persone sono state arrestate perché trovate in possesso di volantini contro l’esercito, per cartelli in memoria dei morti in Rābiʿa Square, per aver cantato pubblicamente contro la polizia; tra queste diversi difensori dei diritti umani, legislatori, giornalisti e accademici. Nello stesso anno gli attivisti del gruppo Movimento 6 Aprile, tra cui lo stesso ʾAḥmad Māher, sono stati arrestati con l’accusa di aver infranto la legge 107/2013 che regola il diritto delle assemblee pubbliche, le quali

sono accettate sulla carta, ma non nei fatti.106 I sindacati dei lavoratori

sono dichiarati illegali, né i lavoratori godono del diritto di sciopero e assemblea; l’unico sindacato esistente è la Federazione Sindacale Egiziana, i cui membri del direttivo vengono nominati direttamente dal governo, infrangendo la legge internazionale sulle Organizzazioni del lavoro (Human Rights Watch 2018b).

Nel settembre 2014, al-Sīsī ha approvato l’emendamento del codice penale che prevede l’ergastolo e una multa di 69.900$ per chi riceve finanziamenti che possano danneggiare l’interesse nazionale o l’unità. Gli attivisti egiziani e le ONG sono tra gli obbiettivi principali del provvedimento. Le ONG, inoltre, devono essere iscritte ad un registro come compagnie civili o studi legali secondo la legge 84/2002 e possono operare o ricevere fondi solo su approvazione del governo (Human Rights Watch 2018b). Nel 2017, al-Sīsī ha firmato un ulteriore legge che limita notevolmente il lavoro delle ONG, registrata come un tentativo del Presidente di reprimere il dissenso verso la sua politica.107

106 La legge permette l’assemblea pubblica di gruppi formati da più di dieci

persone, previa comunicazione al Ministero degli Interni almeno tre giorni prima. Il Ministero, tuttavia, si riserva assoluta facoltà di bandire le assemblee sulla base di «evidenze che provino la minaccia alla pace e alla sicurezza». Cf.: Human Rights Watch (2013-11-26). «Egypt: Deeply Restrictive New Assembly Law». URL,

https://www.hrw.org/news/2013/11/26/egypt-deeply-restrictive-new- assembly-law (2018-05-19).

107 Cf.: Aboulenein, Ahmed (2017-05-29). «Egypt Issues NGO Law, Cracking Down

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Nel 2017, i quotidiani al-Borsa e Daily News Egypt sono stati inseriti nella lista degli enti legati al terrorismo, i beni congelati e trasferiti al giornale governativo al-Ahrām (Human Rights Watch 2018b). Diversi giornalisti, egiziani, arabi e stranieri sono stati arrestati dal 2014 in poi. Nel 2017 erano riportati ancora 17 giornalisti incarcerati. Nel maggio 2017, 21 siti di news e gruppi politici sono stati oscurati e le procedure sono state senza dubbio facilitate dalla legge antiterrorismo.

Le minoranze sono ancora fortemente svantaggiate in Egitto. Le minoranze religiose sono ancora colpite da persecuzione, così come chi esprime posizioni dichiarate ‘blasfeme’ e chi si dichiara ateo (Human Rights Watch 2015a; Freedom House 2018). I membri della comunità LGBT, insieme ai loro sostenitori, sono perseguiti dalle autorità. Gli attivisti per i diritti LGBT sostengono che le autorità utilizzino dei profili social falsi per rintracciare soprattutto i gay e le prostitute. Nel settembre-ottobre 2017, 75 persone sono state arrestate per aver alzato una bandiera arcobaleno in un concerto al Cairo; 40 di queste sono state condannate alla reclusione per sei anni (Human Rights Watch 2018b).

Secondo UNHCR l’Egitto nel settembre 2017 aveva registrate 211.104 persone di 63 nazionalità diverse, per lo più siriani, eritrei, etiopi, sud-sudanesi. Tuttavia, il governo ha rilasciato poche informazioni circa i luoghi e le condizioni in cui sono tenuti i rifugiati.

Infine, una grande fetta di cittadini svantaggiati è rappresentata dalla popolazione femminile. Esse continuano ad essere sfavorite sul piano legale per quanto riguarda il diritto di famiglia (matrimonio, divorzio e custodia dei figli) e il diritto successorio, i quali restano largamente ancorati alla tradizione del diritto canonico della sharīʿa.

rights/egypt-issues-ngo-law-cracking-down-on-dissent-idUSKBN18P1OL

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In aggiunta, le molestie sessuali in luoghi pubblici sono ancora diffuse nella società, nonostante i tentativi di regolamentazione, e la violenza domestica non è perseguibile per legge. In alcune aree, le donne e le ragazze sono ancora soggette a mutilazione genitale femminile e ai matrimoni minorili, sebbene siano proibiti (Human Rights Watch 2015a; 2018b).

L’ONG Freedom House ha elaborato degli indici per il livello di democratizzazione dei Paesi. Nel report del 2018 ha posizionato l’Egitto tra i Paesi ‘non liberi’. Incrociando dieci domande sui diritti politici e quindici sui diritti civili, assegna un punteggio che varia da 1 ‒ alto livello di libertà ‒ e 7 ‒ libertà assente. All’Egitto è stato assegnato 6 per entrambe le categorie.

In altre parole, il governo di al-Sīsī non ha portato nulla di nuovo nello scenario politico, economico e sociale egiziano. Il vecchio sistema securitario e autoritario che aveva causato le Rivolte nel 2011 è ancora in piedi ed è funzionante; solo i personaggi che ne rivestono i ruoli sono cambiati.

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